martedì 6 novembre 2018

VOTI E SOLDI

VOTI E SOLDI
Immagina una competizione elettorale in cui vince chi spende di più propaganda. Se ci sei riuscito c’è qualcosa che non va perché si tratta di “elezioni impossibili”: nessuna persona assennata vi parteciperebbe!
Una simile elezione assomiglierebbe ad un’asta in cui bisogna aggiudicarsi un biglietto da 500 euro, col piccolo particolare che, mentre il biglietto andrà al miglior offerente, tutti saranno chiamati a pagare la loro ultima offerta.
E’ ovvio che nessuno parteciperebbe ad una simile asta. Perché?
Vediamo alcuni scenari per intuire la logica sottostante. Se offri, ad esempio, 5 euro, il tuo avversario è posto di fronte a questa scelta: o abbandona (perdendo la sua ultima offerta) o la porta a 6 euro aggiudicandosi la banconota da 500. E’ chiaro che punterà su quest’ultima opzione. A quel punto sarai tu a dover rilanciare. Cosa succede se hai appena fatto un'offerta da 499 euro? Il tuo avversario è di fronte a questa situazione: o rinuncia e perde la sua ultima offerta (esempio 490 euro) o rilancia a 500. E’ ovvio che opterà per il rilancio. Il bello è che uscire dalla gara è assurdo anche una volta superato il limite fatidico dei 500 euro: il primo he esce, infatti, ha comunque la perdita maggiore. Se prima si rilanciava per non perdere, ora si rilancia per minimizzare la perdita.
Conoscendo questa logica, ripeto, nessuno parteciperebbe ad aste del genere, così come nessuno parteciperebbe alle “elezioni impossibili”.