Commenti
Riccardo Mariani Puo' valere per lo scommettitore (tipo borsa), dove ci rimetti del tuo quando sbagli. Non per l'elettore, dove manca la "skin in the game", come direbbe Taleb.
Riccardo Mariani A mio parere, comunque sia, il concetto di “saggezza della folla” non è applicabile al caso no-vax. Tre motivi.
1. I no-vax restano comunque minoranza rispetto alla folla complessiva.
2. I no-vax si presentano spesso come movimento, il che è incompatibile con l’assunto chiave per formare una “saggezza della folla, ovvero l’indipendenza di giudizio di ogni singolo.
3. La “saggezza della folla” viene di solito confrontata con l’idea dell’esperto singolo, non tanto con la “saggezza della folla di esperti”, come nel caso dei vaccini.
1. I no-vax restano comunque minoranza rispetto alla folla complessiva.
2. I no-vax si presentano spesso come movimento, il che è incompatibile con l’assunto chiave per formare una “saggezza della folla, ovvero l’indipendenza di giudizio di ogni singolo.
3. La “saggezza della folla” viene di solito confrontata con l’idea dell’esperto singolo, non tanto con la “saggezza della folla di esperti”, come nel caso dei vaccini.
Riccardo Mariani E’ comunque difficile applicare il concetto di “saggezza della folla” in ambiti che non sono strettamente quantitativi, come per esempio prevedere il valore di un titolo borsistico o il peso di un prosciutto appeso alla Sagra del Culatello.
Per “saggezza della folla” ci si riferisce al fatto che i membri della folla compiono errori grossolani che però, compensandosi, alla fine esprimono un valore medio più preciso di quello indicato dall’esperto, anche se quest'ultimo è più preciso di ogni membro della folla. Insomma, se il prosciutto pesa 5 chili, alcuni membri della folla diranno 1 chilo, altri 9 mentre l’esperto che dice 4.8 dove soccombere alla folla incompetente ma “saggia”. Ecco, è un po’ difficile tradurre questa logica su problemi che di solito si esprimono in forma binaria vax/no-vax.
Per “saggezza della folla” ci si riferisce al fatto che i membri della folla compiono errori grossolani che però, compensandosi, alla fine esprimono un valore medio più preciso di quello indicato dall’esperto, anche se quest'ultimo è più preciso di ogni membro della folla. Insomma, se il prosciutto pesa 5 chili, alcuni membri della folla diranno 1 chilo, altri 9 mentre l’esperto che dice 4.8 dove soccombere alla folla incompetente ma “saggia”. Ecco, è un po’ difficile tradurre questa logica su problemi che di solito si esprimono in forma binaria vax/no-vax.
Riccardo Mariani Ma scusa cosa credevi che fosse la "saggezza della folla"? Forse il fatto che l'uomo comune ne sappia più dell'esperto? 😂😂😂 Si parte dall'assunto che l'uomo comune sia un incompetente che prende solo cantonate. Senonché, le prende in tutte le direzioni.
Riccardo Mariani Prendiamo il caso di Ettore, ovvero dell’immigrazione. La questione è: quanto deve essere libera la libertà di migrare? Poiché occorre quantificare, poniamo esista una scala da 1 a 10 e poniamo che il grado di libertà migratoria ottimale per il paese ospitante sia 5. Ora, il parere della folla si distribuisce equamente tra 1 (massima restrizione) e 9 (massima libertà). L’esperto punta invece su 4.8. Morale: ogni singolo membro della folla è chiaramente incompetente e sbaglia di grosso nelle sue valutazioni, tuttavia gli errori si compensano e alla fine il punto medio individuato dalla folla è persino migliore rispetto a quello indicato dall’esperto.
Joanne Maria Pini Riccardo Mariani si certo. Gli esperti sono solo merdine qualificate con un timbrino e in caccia di soldini 😈
Riccardo Mariani Joanne, a volte mi sembra che tu prenda alla lettera il nome di comodo data a una congettura statistica😁
Ettore Panella Riccardo, non sono sicuro tu abbia ragione. E' sicuramente un valore medio però non nel semplice modo che intendi tu di media di valori casuali e comunque non può essere applicato a tutti gli aspetti della conoscenza.
Nel caso dell'immigrazione incontrollata è più evidente il fenomeno. Mentre gli esperti restano vincolati alle loro idee e spesso non vivono nel mondo reale la gente invece verifica cosa succede giorno per giorno e vede l'imbarbarimento del vivere civile e anche se non è coinvolta nel problema vede che cosa succede al vicino e immagina che il prossimo sarà lui.
Possiamo dire che la saggezza della folla si applica a questioni pratiche ed è costituita anche dalla maggior propensione della folla a cambiare la propria opinione sulla base di ciò che vede.
Nel caso dell'immigrazione incontrollata è più evidente il fenomeno. Mentre gli esperti restano vincolati alle loro idee e spesso non vivono nel mondo reale la gente invece verifica cosa succede giorno per giorno e vede l'imbarbarimento del vivere civile e anche se non è coinvolta nel problema vede che cosa succede al vicino e immagina che il prossimo sarà lui.
Possiamo dire che la saggezza della folla si applica a questioni pratiche ed è costituita anche dalla maggior propensione della folla a cambiare la propria opinione sulla base di ciò che vede.
Riccardo Mariani Ettore, 13 anni fa comprai il famoso libro di Surowiecki che rispolverava il concetto di Galton, per questo penso di conoscerlo abbastanza bene. Lo commentai anche su un mio vecchio blog andato perduto, e non dico altro per non intristirmi :-( . Purtroppo era ancora (2005) un libro cartaceo, per cui non l’ho qui con me e non posso consultarlo.
Francis Galton, cugino di Darwin, fu il primo a formulare la congettura statistica mentre osservava la lotteria del prosciutto nelle varie sagre paesane della sua zona. Si trattava di indovinare il peso di un prosciutto appeso, funzionava così: versavi l'iscrizione e fornivi la tua stima. Galton notò che il vincitore, di solito, esprimeva un valore medio rispetto a quello espresso dagli altri. Alla lotteria partecipavano tante persone: ragionieri, fabbri, maniscalchi, conciatori… tutta gente incompetente in fatto di prosciutti. Com’è logico attendersi gli errori di stima erano grossolani (anche se nel mucchio, come è ovvio, qualcuno ci prendeva). Tuttavia, questi errori tendevano a compensarsi cosicché il valore medio era abbastanza preciso. Galton formulò la sua congettura e “utilizzò” un suo amico macellaio professionista per verificarla. Dopo varie prove in varie saghe osservò che in effetti il peso medio espresso dai partecipanti alla lotteria era spesso più pertinente rispetto a quello espresso dal macellaio professionista. Ritenne quindi la sua congettura verificata.
Nota che la media di cui parliamo non è tra valori “casuali” come dici tu. Il ragioniere che partecipa alla lotteria paga e quindi cerca di vincere, non spara a caso ma fa appello alle sue limitate competenze. Tuttavia, è chiaro che il parere di un ragioniere o di un maniscalco in materia di prosciutti non potrà mai essere comparato con quello di un macellaio specializzato nel pesare a occhio i prosciutti!
Anche per questo il parallelo con la questione migratoria, almeno come la poni tu, non regge. Infatti, tu sembri dire che l’ “esperto” compie una valutazione distorta poiché vive in una sua torre d’avorio e ha perso il contatto con la realtà mentre la persona comune che vive in periferia conosce meglio i fatti. Puo’ anche darsi che sia così ma queste considerazioni non c’entrano niente con la “saggezza della folla”, dove si dà per scontato che il parere distorto sia quello dell’incompetente. Nel caso del prosciutto, tanto per dire, era il macellaio esperto amico di Galton a vivere tutto il giorno in mezzo ai prosciutti e la folla composta da ragionieri, fabbri e maniscalchi ad avere ben poca dimestichezza con il peso dei prosciutti! Il bello della congettura è proprio quello: la folla di incompetenti, esprimendosi da incompetenti, individua spesso un valore medio più preciso di quello espresso dal competente. Detto questo resta fermo il fatto che il competente sia più competente dell’incompetente! Ovvero che il macellaio sia più competente del ragioniere nel pesare ad occhio un prosciutto con l’osso e senza osso.
Francis Galton, cugino di Darwin, fu il primo a formulare la congettura statistica mentre osservava la lotteria del prosciutto nelle varie sagre paesane della sua zona. Si trattava di indovinare il peso di un prosciutto appeso, funzionava così: versavi l'iscrizione e fornivi la tua stima. Galton notò che il vincitore, di solito, esprimeva un valore medio rispetto a quello espresso dagli altri. Alla lotteria partecipavano tante persone: ragionieri, fabbri, maniscalchi, conciatori… tutta gente incompetente in fatto di prosciutti. Com’è logico attendersi gli errori di stima erano grossolani (anche se nel mucchio, come è ovvio, qualcuno ci prendeva). Tuttavia, questi errori tendevano a compensarsi cosicché il valore medio era abbastanza preciso. Galton formulò la sua congettura e “utilizzò” un suo amico macellaio professionista per verificarla. Dopo varie prove in varie saghe osservò che in effetti il peso medio espresso dai partecipanti alla lotteria era spesso più pertinente rispetto a quello espresso dal macellaio professionista. Ritenne quindi la sua congettura verificata.
Nota che la media di cui parliamo non è tra valori “casuali” come dici tu. Il ragioniere che partecipa alla lotteria paga e quindi cerca di vincere, non spara a caso ma fa appello alle sue limitate competenze. Tuttavia, è chiaro che il parere di un ragioniere o di un maniscalco in materia di prosciutti non potrà mai essere comparato con quello di un macellaio specializzato nel pesare a occhio i prosciutti!
Anche per questo il parallelo con la questione migratoria, almeno come la poni tu, non regge. Infatti, tu sembri dire che l’ “esperto” compie una valutazione distorta poiché vive in una sua torre d’avorio e ha perso il contatto con la realtà mentre la persona comune che vive in periferia conosce meglio i fatti. Puo’ anche darsi che sia così ma queste considerazioni non c’entrano niente con la “saggezza della folla”, dove si dà per scontato che il parere distorto sia quello dell’incompetente. Nel caso del prosciutto, tanto per dire, era il macellaio esperto amico di Galton a vivere tutto il giorno in mezzo ai prosciutti e la folla composta da ragionieri, fabbri e maniscalchi ad avere ben poca dimestichezza con il peso dei prosciutti! Il bello della congettura è proprio quello: la folla di incompetenti, esprimendosi da incompetenti, individua spesso un valore medio più preciso di quello espresso dal competente. Detto questo resta fermo il fatto che il competente sia più competente dell’incompetente! Ovvero che il macellaio sia più competente del ragioniere nel pesare ad occhio un prosciutto con l’osso e senza osso.
Riccardo Mariani P.S. Il concetto “saggezza della folla” è stato utilizzato per difendere l’economia di mercato rispetto a quella pianificata: quando si tratta di stabilire il prezzo di un bene e la quantità da produrre meglio affidarsi alla folla di compratori e venditori piuttosto che chiudere nel Ministero dell’Economia un grande esperto di quel prodotto chiedendogli di fare una stima.
Ettore Panella beh! è vero che a rivoluzionare un settore è sempre stato qualcuno che non apparteneva a quel settore proprio perchè non ha riferimenti reverenziali.
Poi bisogna anche dire che le persone non vivono in una camera stagna e tendono comunque ad influenzarsi e se delle idee corrispondono all'esperienza diretta si affermano. E' il motivo per cui la propaganda può fare grandi cose ma n0on può imporre visioni diverse da ciò che la gente vede
Poi bisogna anche dire che le persone non vivono in una camera stagna e tendono comunque ad influenzarsi e se delle idee corrispondono all'esperienza diretta si affermano. E' il motivo per cui la propaganda può fare grandi cose ma n0on può imporre visioni diverse da ciò che la gente vede
Riccardo Mariani Ma infatti tra gli assunti posti da Galton affinché la congettura stia in piedi c’è anche l’indipendenza di giudizio dei singoli appartenenti alla folla! Un assunto piuttosto forte, direi.
Tra gli altri limiti all’applicazione del concetto c’è qualcosa che tu, da cultore della psicologia evoluzionistica, dovresti conoscere bene: in molte materie l’errore è sistematico, ovvero va sempre nella stessa direzione. In questi casi puoi dire addio alla “magica compensazione”.
Tra gli altri limiti all’applicazione del concetto c’è qualcosa che tu, da cultore della psicologia evoluzionistica, dovresti conoscere bene: in molte materie l’errore è sistematico, ovvero va sempre nella stessa direzione. In questi casi puoi dire addio alla “magica compensazione”.