mercoledì 20 giugno 2012

Famolo strano

 

 Bird of Paradise (Moondog)

… il profumo delle pattumiere ben riciclate…

Blasé (ARCHIE SHEPP)

… dove ci si lecca le ferite dopo la guerriglia nel ghetto…

Affirmed (Nathan Salsburg)

… ogni sua schitarrata racconta una corsa di cavalli,  il Grand Prix del Kentucky vinto dal mitico “Affirmed”, che si ruppe entrambe le anche superata la linea d’ arrivo. Fu abbattuto poche ore dopo…

Epic High School (Love Like Delorean...)

… finalmente sintetizzata in laboratorio la pillola della felicità…

Quadri di un'esposizione - estratto (Mussorgskij )

… questi russi, ogni volta che “varcano una soglia” o “entrano in città”, fanno sempre una gran caciara con trombe e campane…

Rickety Ol’ Rollercoaster (LEWIS FLOYD HENRY)

… a metà di un ascolto cerco sempre d' infilare qualcosa un po’  blusey (qualcosa tra Dylan e i Rolling, per esempio)…

Filastine And The Cathedral Of Junk (Filastine And The ...)

… le improvvisazioni elettroniche sono un po’ come il buon senso dei computer…

 insecurity expert (ZEA & XAVIER CHARL...)

… baciamo l’ ancia (del mignolo), comandante…

Signed Curtain (John Wesley Hardin...)

… gli anarcoidi Matching Mole omaggiati tra il serio e il faceto…

Composition 40(O) (Anthony Braxton )

… marcette verso il nulla…

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QUI per ascoltare tutto.

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… oggi parliamo di:

… giochetti d’ infanzia vietati ai minori…

romanticismo coi baffi

… vandalismi fino a ieri impensabili…

vandalismi fino a ieri impensabili

… tecnologie obsolete…

tecnologia obsoleta

… deproteinizzazione della dieta…

la deproteinizzazione della dieta

… ooooohps……..

rassegnazione all' incuria

… conformismi malsani…

obey_dees

… musica solida…

Miseria del noir italico

Contesto per aspiranti scrittori di successo nell’ Italia in crisi:
Scrivete un bel noir ambientato di provincia… ma che sia di “di denuncia”: si tratta di escogitare una trama ingarbugliata che da un qualunque fattaccio di cronaca o d’invenzione…conduca a diramazioni sempre più oscure, a reti di complicità sempre più eccellenti: congiure internazionali, misteri d’Italia, zone d’ombra tra affari e malaffare…
Stile prescritto:
… scoppiettante, tutto mozziconi di frasi al presente indicativo e additamenti da narratore behaviourista. Per i dialoghi, rifarsi al tono di certe serie tv americane, anzi direttamente al doppiaggio italiano, creando uno slang-patacca su cui si avrà cura di innestare, qua e là, un po’ di crudezze dialettali, tanto per far capire che abbiamo letto Gadda e Pasolini…
Obiettivo:
… accostarsi al cuore nero della realtà, alle viscere di un Paese irredimibile, come d’altronde reciteranno diligentemente la quarta di copertina e, al traino, i recensori pigri. A quel punto, manca solo il critico pronto a giurare che il noir è il nuovo «racconto della realtà», ma quello si trova…
Perché siamo finiti tanto in basso?
è un equivoco che va avanti da una sessantina d’anni, da quel 1944 in cui Raymond Chandler, padre nobile del giallo hard-boiled, pubblicò il saggio The Simple Art of Murder. Chandler elogiava Dashiell Hammett per avere strappato il delitto al «giardino di rose del vicario», dove lo teneva ostaggio Agatha Christie, e averlo restituito ai vicoli, in «un mondo in cui i gangster possono dominare le nazioni e poco manca che governino le città»…  Chandler e i suoi molti eredi e imitatori, hanno spacciato per realismo crudo un manierismo stracotto: gangster al posto dei colonnelli, prostitute al posto delle baronesse, detective che invece di impomatarsi i baffi o coltivare orchidee si ubriacano di whisky nel loro ufficio-stamberga, solitari e sconfitti. E già, perché il giallo «realista», oltre che manierista, è anche mitologico: «Sulla strada dei criminali deve camminare un uomo che non è un criminale, né un vigliacco», scriveva Chandler, delineando il ritratto di un cavaliere errante dalla triste figura, un ruvido eroe da western trapiantato nella metropoli, un uomo in lotta con un mondo marcio che mena quasi vanto della propria sconfitta…
Spero che le parole che seguano siano un antidoto sufficiente a tenervi alla larga dal genere:
… «Il noir non è altro che letteratura della realtà»… si dice… qui l’equivoco si complica con l’idea che il genere abbia onerosi compiti extraletterari. Non deve solo interpretare il mondo, deve trasformarlo (la vecchia storia di Marx che capovolge Hegel). È una prosecuzione della lotta politica con altri mezzi, una «contro-narrazione» sovversiva: «Quello che mi interessava, infatti, era maneggiare la realtà (…) si tratta di una scelta letteraria che ci offre  la possibilità di continuare a fare politica attraverso il racconto del Paese». Strumento di lotta o mero succedaneo, a beneficio di quei militanti degli anni Settanta… la fonte del crimine è tutta sociale e politica: «Alla malvagità dell’essere umano, svincolata da questi aspetti, ci credo poco…
Morale:
… E però questo tipo di letteratura, che si vorrebbe immersa nella fornace della realtà, è intrappolata in una stanza degli specchi…  Certo è che la figura letteraria dell’eroe sconfitto, che soccombe al Sistema o racimola trionfi derisori, sembra fatta apposta per sovrapporsi alle mitobiografie dei vecchi insorti e alle mistificazioni del romanticismo ribellistico, creando un vertiginoso gioco di illusioni ottiche… il marxista libertario Manchette disprezzava gli investigatori alla Poirot perché «non risolvono mai il delitto generale di questo mondo»… Il vecchio giallo era irrealistico in tutto ma serbava, per così dire, il realismo del peccato originale, la coscienza di un male che sopravvive a tutte le rivoluzioni: era figlio del pessimismo vero, quello dei moralisti classici. Soprattutto, non s’illudeva di «maneggiare la realtà». Sapeva di maneggiare un giocattolo, e anche in questo era più realista…
 
Dopo avermi levato le parole di bocca sul noir italiano, Guido Vitiello, della cui esistenza fino a ieri ero all’ oscuro, carica il cannone e lo punta contro la componente più arcaica della lobby femminista, la quale spinge per piazzare la figura più retriva della compagnia (Lorella Zanardo) nientemeno che in Rai.
Vabbé, togliamo pure il “nientemeno” e l’ aria ”scandalizzata”, visto che non esiste "segno dei tempi" più esemplare di questo, e se non accade oggi, accadrà sicuramente domani.

Ecco, era solo per dire che questo qui è uno da tenere d’ occhio. Fine.
 
 
 
 
 
 
 

martedì 19 giugno 2012

Cosa c’ è che non va nella pubblicità commerciale?

… molti su questo punto hanno le idee abbastanza chiare: la pubblicità ci fa agire come non vorremmo sospingendoci verso un consumismo materialista che devasta il pianeta…

Ma come tesse i suoi inganni questa moderna Circe? Semplice, ci “vende sogni” e identità.

E qui le cose cominciano a non quadrarmi… sogni e identità sono beni intangibili, ovvero a impatto ecologico pari a zero.

[… ipotizziamo un mondo dove l’ unico bene prodotto siano le borsette: se, grazie alla pubblicità, sono disposto a pagare una borsetta dieci volte il suo valore intrinseco per il solo fatto che “è di marca” e acquisto il “sogno” prima ancora che il bene materiale, cio’ significa che in un mondo senza pubblicità dove l’ unico bene di scambio sono le borsette, a parità di spesa, comprerei nove borsette con tutto quel che ne deriva in termini di “devastazione ambientale”……]

Gli ecologisti dovrebbero gioire e ringraziare, anziché vituperare…

Altra “subdola” strategia pubblicitaria consiste nel ricordare al consumatore cio’ che tralascerebbe se lasciato a se stesso…

Ora non ci resta che capire perché quando questa stessa funzione è svolta da innovatori e imprenditori parliamo della cosa in tono celebrativo anziché riprovevole…

genitori

Entra anche tu nel club degli “spalmatori”:

venerdì 15 giugno 2012

La curva di Laffer dei peccati

Mentre si trovava al ristorante, Arthur Laffer illustrò vividamente la sua teoria a Ronald Reagan – futuro presidente - avvalendosi di una matita e del retro di una busta (avvertenza: si puo’ fare solo con teorie comprensibili e ben comprese): lì sopra disegnò una curva che se solo potesse parlare direbbe: “un fisco esoso ottiene meno di un fisco moderato”. Da quel momento - siamo alla fine dei settanta – l’ economia americana inziò a staccare quella europea inaugurando una nuova stagione (neoliberismo).
laffer
L’ etica cattolica pretende molto dai suoi fedeli (“date tutto ai poveri”, “amate il vostro nemico”, “visitate i carcerati”… insomma: ascoltatevi il discorso della Montagna per proseguire con la lista) ma è indulgente quando si tratta di giudicare; giustificarsi, almeno esteriormente, è facile per noi cattolici: “ho le mie debolezze, non possiamo essere mica tutti dei santi”.
L’ esatto contrario per l’ etica luterana: minimale nelle pretese (“non tradire”, “dona ai poveri che meritano”, “non odiare chi non ti ha fatto nulla di male”…) ma arcigna nei giudizi.
Adesso, premesso che l’ etica migliore è l’ etica “vera”, lasciate che prescinda dalle valutazioni teologiche per concentrarmi su quelle sociologiche.
E qui, ahimè, scopriamo che la curva di Laffer si applica anche ai peccati: un’ etica ambiziosa molto spesso (troppo spesso) ottiene meno di un’ etica austera ma implacabile.
La curva di Laffer rappresenta un rovello costante per noi cattolici, esiste una scappatoia che non mandi tutto all’ aria?
Forse sì: puntare tutto sulla laicità distinguendo nettamente tra peccati-peccati (sesso, idolatria…) e peccati-reati (furto, frode…).
Questa suddivisione offre un doppio vantaggio per i portatori di un’ “etica esosa”: l’ autorità laica aiuterebbe l’ enforcement dei peccati-reati ostacolando la tentazione verso eccessive indulgenze; d’ altro canto, la presenza sovrabbondante di peccati-peccati, ovvero lo specifico cattolico, produrrebbe solo vantaggi per tutti creando un contesto sociale più prevedibile dove per ciascuno è più facile “ricercare la propria felicità”, per dirla con la Costituzione americana.
p.s. forse quest’ ultima parte del ragionamento è un po’ oscura, meglio ricorrere a un esempio: se sono un mandrillo e so che i cattolici tendono ad astenersi dal sesso prematrimoniale, eviterò di perdere il mio tempo corteggiando una beghina, almeno se ci sono altre ragazze che mi attraggono in pari misura; se invece la mia preda è affiliata a una religione che non dà indicazioni perentorie sul sesso prematrimoniale, mi ritrovo spiazzato col rischio di scialacquare tempo ed energie. In altri termini: a parità di libertà, la società con meno incertezze è più efficiente.

martedì 12 giugno 2012

Le ingiustizie della guerra giusta

Forse a causa del fatto che riflettere seriamente sulla politica estera di una nazione mi procura emicranie lancinanti, ne approfitto ogni volta per tagliare la testa al toro e farmi bello autoetichettandomi come "pacifista".
Magari un pacifista insolito: che non andrà mai e poi mai a una “Marcia della Pace”, che non sventolerà mai bandiere arcobaleno, che è disposto a negoziare i suoi principi con insolita facilità tanto è perseguitato dai “se” e dai “ma”; un pacifista tiepido, dunque.

Mi rendo conto che una figura del genere appare ossimorica visto che l’ immagine consueta del pacifista coincide con quella dell' indomito crociato votato a cadere sul campo pur di difendere la suo nobile causa.

Al contrario il mio pacifismo anodino si riduce a questa domanda: “quanti danni secondo te puo’ fare la guerra X?” seguita da una replica che prescinde dalla risposta fornita di volta in volta: “per me di più”. Dopodiché non è detto che parta volontario.

La mia indole radicale (ma non estremista) qui tentenna, lo ammetto, più che per i libri di storia letti, per i film sulla II guerra mondiale visti, pressoché tutti univoci nell’ inscenarla come una guerra giusta. Di fronte a questa propaganda ben orchestrata il mio pacifismo presenta crepe evidenti e, nel tentativo inane di restaurarlo, cerco di ricordare innanzitutto a me stesso le ingiustizie della guerra giusta.
… tra il 1945 e il 1950 l’ Europa è stata testimone del più massiccio episodio di “migrazione forzata”, e forse del più grande spostamento di masse umane nella storia dell’ uomo. Si aggira tra i 12 e i 14 milioni il numero di civili di lingua tedesca – per lo più donne, vecchi e ragazzi sotto i 16 anni – deportati a forza dai loro luoghi di nascita in Cecoslovacchia, Ungheria, Romania, Yugoslavia e Polonia dell’ est… questa massa enorme di persone fu poi lasciata tra le macerie di una Germania in fiamme dopo l’ occupazione alleata affinché si arrangiasse come meglio poteva… il numero di coloro che morirono di stenti in seguito a carestie, malattie, percosse ed esecuzioni non è noto, sebbene stime prudenti ci dicono che circa 500.000 persone persero la vita nel corso dell’ operazione…
… cio’ che più disturba, tuttavia, è che a decine di migliaia perirono in seguito ai maltrattamenti subiti nella vasta rete di campi di concentramento dediti al lavoro forzato allestita dagli alleati in tutta l’ Europa sud orientale… molti dei quali, per esempio Auschwitz e Theresienstadt, non erano altro che vecchi campi nazisti mantenuti in attività ancora per anni dopo la guerra… Ironicamente, a qualche centinaio di chilometri da quei posti infami, i criminali nazisti sopravvissuti venivano portati davanti alla corte di Norimberga per essere processati con l’ accusa di “… deportazione e altri atti contrari all’ umanità commessi contro la popolazione civile…”, il tutto sotto l’ insegna della lotta contro “i crimini contro l’ umanità” … tutto cio’ suona beffardo visto che, secondo ogni parametro ragionevole di giudizio, dobbiamo considerare le “espulsioni” di cui ho detto come una delle più disastrose violazioni dei diritti umani della storia recente…
ariana
… piccola ariana in campo di concentramento…
… nonostante esistano ancora dei sopravvissuti ai crimini, nonostante siano stati commessi in tempo di pace e nel cuore del continente più popoloso del pianeta, rimane questo un episodio stranamente dimenticato da tutti (tranne che dai tedeschi)…
… contraddicendo la retorica ufficiale la quale sostiene che la II guerra mondiale fu intrapresa per salvaguardare le popolazioni civili dalle operazioni belliche, inclusi i civili tedeschi, dobbiamo concludere che migliaia di ufficiali alleati, di burocrati e di tecnocrati collaborarono attivamente alla realizzazione di programmi che, quando posti in essere dai loro nemici, non si esitava a denunciare come contrari a tutti i principi di umanità…

venerdì 8 giugno 2012

Musica per il week end

Altri maverick:

 Dear Betty (Mayo Thompson )

… direttamente dal fan club…

In The Desert Bright Whites I Am The Ant... (Kishi Bashi

… canzoni o sinfonie tascabili?… in ogni caso anche questo qui è uno da tenere d’ occhio…

Misguided Angel (Cowboy Junkies )

… cercate una band ancora integra dopo 25 anni di carriera?… eccovi serviti…

Clearing, Dawn, Dance (Judd Greenstein)

… il doposcuola al conservatorio (estratto)…

Ornette (Roscoe Mitchell)

…. entrata a gamba tesa…

Mind Ecology (Shaky)

… scusate se dico la mia: tanto fumo e poco arrosto…

Annwn Pt 7 (Mick Barr )

… in un mare di elettricità…

Smoke Gets In Your Eyes (Kristin Slipp)

… con tanto di traettoria delle volute…

THE TRIAL (Yann Tiersen)

… ve lo ricordate il fidanzatino di Amelie?…

Tonino (NOHAYBANDATRIO)

… Tonino Hardcore, Tonino Rock & Roll…

It Is Not About Love (SVEN KACIREK)

… percussionismi dinoccolati…

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PER ASCOLTARE TUTTO IN UNA VOLTA VAI QUI

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dentro:

… cura per il dettaglio…

cura nei dettagli

… divertimenti senili…

divertimento per vecchietti

… dolci minacce…

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… intimità repellenti…

 intimità repellenti

intimità repellenti 

… ruggiti controvento…

leoni controvento

… sogni equini…

sogni equini

… religioni incasinate…

religioni incasinate

… salotti culturali…

salotti colti

martedì 5 giugno 2012

Verso la privatizzazione

… attraverso l’ austerità.

http://econlog.econlib.org/archives/2010/09/austerity_for_l.html

Dono o fardello?

La sera di Sabato 2 giugno, grazie ai canali digitali di Telenova, ho potuto seguire il “festival delle testimonianze” che si è tenuto in quel di Bresso alla presenza di Papa BXVI in occasione dell’ incontro mondiale delle famiglie.

Devo confessare una certa delusione, non  certo per le chiose papaline, quanto per il tenore delle testimonianze: praticamente una lamentela continua.

Siccome la cosa mi è rimasta qui, spero di levarmela con questo sfogo.

“… Santo Padre, le istituzioni non ci aiutano…”

“… Santo Padre ci sentiamo abbandonati a noi stessi…”

“… Santità, arrivo alla sera che ho messo a letto i figli e sono distrutta…”

“… Santo Padre, lo stress della vita contemporanea non ci lascia il tempo di vivere la nostra relazione…”

“… Santità, conciliare la famiglia con il lavoro diventa sempre più oneroso…”.

… Santità, teniamo duro ma è molto dura… il mondo ci appare come ostile…”

Non si chiede di affrontare i leoni con il sorriso, ma anche questo assordante piagnisteo inscenato da cattolici con un tenore di vita pari a quello del Re Sole lascia quantomeno perplessi.

Ammetto che nei Salmi non manchino i miserere, ma si alternano sapientemente con lodi e ringraziamenti, dopodiché, come è risaputo, si finisce in gloria. Qui no! Qui il gemito era martellante fino alla chiusa finale, quella che prevede l’ invocazione del “quoziente familiare”, vero e unico esorcismo contro le forze demoniache della modernità.

bresso13

L’ accattone all’ angolo, anziché festeggiare il Signore che gli si fa incontro, è indaffarato nell’ esibire le piaghe slabbrandole a dovere.

Forse anche il fedele subisce la mutazione in “sincero democratico” e la frignatina d’ ordinanza (alias rivendicazione) è ormai l’ unica modalità che conosce per esternare il proprio pensiero.

Il Papa, suo malgrado, viene così fatto apparire nel suo scranno come un bianco burocrate presso cui sollecitare la pratica.

Lo confesso, non si capiva bene se la famiglia fosse più una gioia o un’ occasione di martirio.

Per un attimo mi è sembrato di scorgere Ruotolo aggirarsi per le piazze e porgere i microfoni a operai disperati sull’ orlo del licenziamento.

Il “sindacalese” è ormai la nostra lingua madre, non ne conosciamo più altre: Vespa, Floris, Santoro, Lerner – i nuovi Maestri Manzi della TV - ci hanno rintronato a dovere; un tempo la Politica attingeva alla Teologia per forgiare il suo apparato concettule, oggi i ruoli si sono degradati e invertiti al contempo, cosicché il “teatrino della politica” diventa fonte d’ ispirazione per i discorsi di fede.

Intanto, nella mia mente, la famiglia si trasformava da navicella ideale per solcare le onde di un mondo periglioso, in rottame alla deriva che il mondo stesso è chiamato a rimorchiare pietosamente e rabberciare in qualche modo non si sa più bene neanche a quale scopo.

Da dono a fardello, insomma.

Il “povero di spirito” all’ ascolto si sarà chiesto se davvero non c’ è un modo alternativo per organizzarsi e sfuggire alle vessazioni denunciate così vividamente dai “testimoni”.

Il mio pensiero vola a chi è dubbioso nell’ intraprendere il grande passo del metter su famiglia. A questo punto, come minimo, considererà seriamente la possibilità di rinunciare: qualcosa di meglio a tanta sofferenza ci deve pur essere da qualche parte se è vero come è vero che questo resta pur sempre “il migliore dei mondi possibili”.

venerdì 1 giugno 2012

La Babele di plastica

Qualche esercizio spirituale per il week end…

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1 The stars in his head - Colin Stetson

… dove in fondo è tutta una questione di aria che vibra…

2 Le téléfon - KLIMPEREI

… ve lo ricordate Nino Ferrer? Per noi è quello di Donna Rosa e Agata, ma aveva una seconda personalità… altrimenti “certa” gente non lo avrebbe omaggiato con “certe” cover…

3 Crossing The Bridge  - JOE MCPHEE

… dove il leone – sempre più solo e spelacchiato – ruggisce ancora…

4 Brillante Estrella - JOSEPHINE FOSTER

… dove si pesca a piene mani nel repertorio di Castilglia, Santander e Paesi Baschi, tra partiture ritrovate e testimonianze di prima mano…

5 Alap - GUNDECHA BROTHERS

… se il Raga sitarizzato ti annoia, prova con il Raga vocalizzato…

6 Hiding Your Present From You - Arthur Russell

… dove il cantautore più trascurato di tutti i tempi fa capire che il tempo lavora a suo favore…

7 A Sky of Cloudless Sulphur - Morton Subotnick

… dove l’ elettronica d’ annata ancora si fa ascoltare…

8 Thundering of Empty Promise VIEO ABIUNGO

… dove fa capolino un Quattrocento ancora possibile nel Duemila…

9 Tattoed Man  - THIS IMMORTAL COIL

… dove un po’ di spleen serve a dare il giusto tono…

10 Open Ocean - Fred Frith

… dove cento dita suonano cento corde (anche quando a disposizione c’ è solo una mano e una chitarra)…

11 Tuba Tiger Rag - Canadian Brass Luther Anderson

… dove gli amanti della paterna Tuba si consolano…

12 Little Fugue In G minor Canadian Brass/ Bach

… dove un Bach non si nega a nessuno…

13 La Petenera - Pedro Soler and Gaspar Claus

… dove emoziona un dialogo tra padre e figlio: l’ ottantenne chitarrista flamenco tiene testa allo scapestrato e talentuoso giovane avanguardista… annullando i 45 anni di differenza…

14 Friends And Neighbors - ORNETTE COLEMAN

… dove i freaks assurgono al Pantheon dei classici…

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link

 

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Dentro:

… ombre appese a un filo…

virtuosismi umbratili

… fumettoni superclassici…

ieri fumettoni, oggi classici

… architetture approssimative…

The Crooked House in Poland.

… soste provvidenziali…

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… trasparenze imbarazzanti…

aa

… leccornie medioevali…

leccornie medioevali

… babeli di plastica…

una babele di plastica

… insoliti mausolei…

dog-museum

giovedì 31 maggio 2012

La cocainomane felice

Guardatevi il video e interagite prima di proseguire la lettura:

 

Riassunto per gli impazienti:

Two scenarios are described, one with a busy mom, and one with a busy party girl, each similarly stretched a bit thin, but lovin' it. Both women are described as experiencing more or less the same upbeat, satisfied psychological states. But one's changing diapers and one's doing lines of blow. In each case, you're asked whether you'd consider the woman "happy". Then we go through the whole thing again, except that both women are described as having more or less the same anxious, dissatisfied psychological states. And in each case you're asked whether you'd consider the woman "unhappy".

Perché non crediamo che la cocainomane sia felice nonostante ci venga detto a chiare lettere?

Pregiudizio? Myside bias?

Forse.

Tento però una spiegazione alternativa.

L’ esperienza comune ci dice che fare il genitore puo’ renderci felici ma soprattutto è verosimile che segnali e produca felicità.

Segnala una felicità passata: chi ha figli di solito era più felice prima di averli, quando sognava almanaccando il futuro della famiglia da costruire con l’ amato.

Produce felicità futura: chi ha figli di solito è più felice quando i figli crescono e puo’ osservarli a distanza senza essere oberato da incombenze pressanti. Fare i nonni è il massimo.

Al contrario, la cocaina e il “tunnel del divertimento”, puo’ senz’ altro rendere felici, ma difficilmente segnala e produce felicità.

Segnala invece possibili disagi in un passato da dimenticare grazie a forme di stordimento.

Produce spesso forme di dipendenza e un futuro minaccioso o quantomeno poco sereno.

Ecco, penso che chi risponde, anziché limitarsi a considerare la semplice e chiara domanda, tenda ad allargare indebitamente lo spazio temporale incorrendo nell’ errore documentato dal video.

La cocainomane felice

Guardatevi il video e interagite prima di proseguire la lettura:

 

Riassunto per gli impazienti:

Two scenarios are described, one with a busy mom, and one with a busy party girl, each similarly stretched a bit thin, but lovin' it. Both women are described as experiencing more or less the same upbeat, satisfied psychological states. But one's changing diapers and one's doing lines of blow. In each case, you're asked whether you'd consider the woman "happy". Then we go through the whole thing again, except that both women are described as having more or less the same anxious, dissatisfied psychological states. And in each case you're asked whether you'd consider the woman "unhappy".

Perché non crediamo che la cocainomane sia felice nonostante ci venga detto a chiare lettere?

Pregiudizio?

Forse.

Tento però una spiegazione alternativa.

L’ esperienza comune ci dice che fare il genitore puo’ renderci felici ma soprattutto è verosimile che segnali e produca felicità.

Segnala una felicità passata: chi ha figli di solito era più felice prima di averli, quando sognava almanaccando il futuro della famiglia da costruire con l’ amato.

Produce felicità futura: chi ha figli di solito è più felice quando i figli crescono e puo’ osservarli a distanza senza essere oberato da incombenze pressanti. Fare i nonni è il massimo.

Al contrario, la cocaina e il “tunnel del divertimento”, puo’ senz’ altro rendere felici, ma difficilmente segnala e produce felicità.

Segnala invece possibili disagi in un passato da dimenticare grazie a forme di stordimento.

Produce spesso forme di dipendenza e un futuro minaccioso o quantomeno poco sereno.

Ecco, penso che chi risponde, anziché limitarsi a considerare la semplice e chiara domanda, tenda ad allargare indebitamente lo spazio temporale incorrendo nell’ errore documentato dal video.

lunedì 28 maggio 2012

Pensierino del giorno

Diversi studi ci confermano che chi sente il proprio aspetto fisico come “inadeguato” rispetto al “modello prevalente”, tende a centrare i giudizi su di sé e sugli altri intorno a valori “più profondi”: intelligenza, bontà, senso dell’ umorismo…

Ora, se ci fate caso, nulla più della pubblicità commerciale “produce inadeguatezza” e quindi, indirettamente, aiuta la diffusione presso la massa dei cosiddetti “valori profondi”.

Questo merito non solo non viene riconosciuto; al contrario, la Pubblicità deve sobbarcarsi l’ accusa di propalare solo valori superficiali.

headscratch

venerdì 25 maggio 2012

La Vergine dei colini

playlist:

David Lang – The so colled laws of nature

Juana Molina - La Visita

Raymond Scott - Sleepy Time

Maja Ratkje e Lasse Marhaug -

John Cage – In a Landscape

Meredith Monk - The Games/Memory Song

Grouper - Invisible

Pilentze Pee – Traditional

Der maurer – der maurer

Trapist – Pisa

La Brigata – Oltre il ponte (testi di Franco Fortini)

SISKIYOU - Twigs and Stones

 

- ASCOLTALA QUI -

Oppure qui:

dentro ci trovi…

... aria sanguinolenta...

palloncini colorati

palloncini colora

… flora minerale…

flora minerale

… il manifesto dei timidi…

hunger-games-poster

… tipi in carne…

uomini in carne

… abbracci anatomici…

juan-gatti-2

… la vergine dei colini…

vergine dei colini

vergine dei colinii

… tempeste di carta…

tempeste di carta

venerdì 18 maggio 2012

Bagatelle

… qualche musica per il week end…

… dentro:

… bagatelle…

banane in vacanza

… tanto calore (virtuale)…

calore virtuale

… la difesa dei (e dai) sogni…

begemott

… il lavoro paziente della bellezza insignificante…

bike-planters-2

… la porta del Paradiso…

Willard Wigan

… situazioni al limite…

Cargo-vessel-Rena-Astrola-004

 

… pesci (rossi) nella rete…

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… bellezze dolorose…

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… neoplasie scolpite…

caraballo-farman TUMORI SCOLPITI

… tristezze avveniristiche…

katzenjammer_by_goro79-d35jjk0-500x625

… nascita della Vedova Nera…

la nascita della vedova nera

… Napoletizzazione della Germania…

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