venerdì 15 giugno 2012

La curva di Laffer dei peccati

Mentre si trovava al ristorante, Arthur Laffer illustrò vividamente la sua teoria a Ronald Reagan – futuro presidente - avvalendosi di una matita e del retro di una busta (avvertenza: si puo’ fare solo con teorie comprensibili e ben comprese): lì sopra disegnò una curva che se solo potesse parlare direbbe: “un fisco esoso ottiene meno di un fisco moderato”. Da quel momento - siamo alla fine dei settanta – l’ economia americana inziò a staccare quella europea inaugurando una nuova stagione (neoliberismo).
laffer
L’ etica cattolica pretende molto dai suoi fedeli (“date tutto ai poveri”, “amate il vostro nemico”, “visitate i carcerati”… insomma: ascoltatevi il discorso della Montagna per proseguire con la lista) ma è indulgente quando si tratta di giudicare; giustificarsi, almeno esteriormente, è facile per noi cattolici: “ho le mie debolezze, non possiamo essere mica tutti dei santi”.
L’ esatto contrario per l’ etica luterana: minimale nelle pretese (“non tradire”, “dona ai poveri che meritano”, “non odiare chi non ti ha fatto nulla di male”…) ma arcigna nei giudizi.
Adesso, premesso che l’ etica migliore è l’ etica “vera”, lasciate che prescinda dalle valutazioni teologiche per concentrarmi su quelle sociologiche.
E qui, ahimè, scopriamo che la curva di Laffer si applica anche ai peccati: un’ etica ambiziosa molto spesso (troppo spesso) ottiene meno di un’ etica austera ma implacabile.
La curva di Laffer rappresenta un rovello costante per noi cattolici, esiste una scappatoia che non mandi tutto all’ aria?
Forse sì: puntare tutto sulla laicità distinguendo nettamente tra peccati-peccati (sesso, idolatria…) e peccati-reati (furto, frode…).
Questa suddivisione offre un doppio vantaggio per i portatori di un’ “etica esosa”: l’ autorità laica aiuterebbe l’ enforcement dei peccati-reati ostacolando la tentazione verso eccessive indulgenze; d’ altro canto, la presenza sovrabbondante di peccati-peccati, ovvero lo specifico cattolico, produrrebbe solo vantaggi per tutti creando un contesto sociale più prevedibile dove per ciascuno è più facile “ricercare la propria felicità”, per dirla con la Costituzione americana.
p.s. forse quest’ ultima parte del ragionamento è un po’ oscura, meglio ricorrere a un esempio: se sono un mandrillo e so che i cattolici tendono ad astenersi dal sesso prematrimoniale, eviterò di perdere il mio tempo corteggiando una beghina, almeno se ci sono altre ragazze che mi attraggono in pari misura; se invece la mia preda è affiliata a una religione che non dà indicazioni perentorie sul sesso prematrimoniale, mi ritrovo spiazzato col rischio di scialacquare tempo ed energie. In altri termini: a parità di libertà, la società con meno incertezze è più efficiente.