mercoledì 5 giugno 2019

Le ragioni del caribù e i pregiudizi della Ragione SAGGIO


Le ragioni del caribù e i pregiudizi della Ragione


Durante la caccia al caribù, i Naskapi del Labrador devono decidere dove andare. Il buonsenso consiglia di andare dove si è già fatta buona caccia, o dove amici e vicini hanno recentemente notato dei caribù. Tuttavia, la situazione in cui si trovano è simile al famoso gioco del “matching pennies”: i caribù non desiderano l’incontro e i cacciatori sì. Se un cacciatore mostra di avere una qualche strategia, tipo tornare dove ha fatto bottino in precedenza, allora per il caribù sarà più facile evitarlo e sopravvivere. In casi come questo la miglior strategia di caccia richiede randomizzazione delle decisioni.
E’ l’evoluzione culturale, non il calcolo, che fa emergere la strategia più efficiente. Tradizionalmente, i cacciatori di Naskapi decidono dove cacciare affidandosi alla cosiddetta “divinazione”: credevano che le ossa della spalla del caribù potessero indicare la via da seguire. Nel loro rituale la scapola veniva riscaldata sui carboni ardenti in un modo che causava la formazione di screpolature e punti bruciati del tutto casuali. Il prodotto finale veniva poi letto come una sorta di mappa con un orientamento  prestabilito. Questi rituali di divinazione possono aver fornito un rozzo dispositivo di randomizzazione che ha aiutato i cacciatori a schivare i loro “pregiudizi razionali”.
Scott Aaronson ha scritto molto su quanto sia facile prevedere le persone che decidono di procedere a casaccio. Poniamo che ti sia chiesto di scegliere più volte “testa o croce”: è molto semplice costruire un programma in grado di prevedere nel 70-80% dei casi cosa sceglierai (in genere il soggetto tende a sottovalutare le ripetizioni tipo testa-testa-testa-testa…). In questi casi, per essere davvero imprevedibili, la cosa migliore è avere una monetina e “delegare” a lei la scelta facendosi sostituire, esempio: se la lancio ed esce testa dirò “testa”. Ecco, i riti legati alla divinizzazione realizzano proprio un appalto del genere.
Mi viene in mente che i romani osservavano il volo degli uccelli per decidere quando e dove attaccare. Questo mi ha sempre colpito: ma davvero i generali rischiavano la vita di migliaia di soldati (nonché la loro reputazione) solo perché avevano notato uno strano uccello spiccare il volo proprio proprio la mattina dell’attacco? Ora posseggo un embrione di risposta: la guerra è un classico esempio in cui la strategia casuale può essere utile. Quando stai decidendo se attaccare il fianco destro o sinistro del nemico, è importante che il nemico non possa predire la tua decisione e inviare lì le sue truppe migliori. Se siete dei tipi prevedibili – e Scott Aaronson ci assicura che lo siete sempre, anche quando decidete di procedere a caso – la cosa migliore è esternalizzare la vostra decisione affidandovi, magari, proprio a quello strano uccello che avete visto stamattina.
CONCLUSIONE
razionalisti si chiedono sempre: come mai le persone non ragionano di più?
Come mai anche se fatti e logica comprovano ripetutamente che qualcosa non puo’ funzionare, la gente continuerà a farla?
L’antropologia culturale ci fornisce una risposta: praticamente per tutta la storia, l’uso della ragione conduce alla morte. Per questo allora la usiamo poco: per sopravvivere!
Una persona ragionevole avrebbe capito molto presto che le ossa sbruciacchiate di un caribù sono un oracolo inefficiente per prevedere il futuro. Avrebbe quindi abbandonato la divinazione, fallito nella caccia e morto di fame.
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