giovedì 6 giugno 2019

f silvicultura


La conosce te la storia della "silvicoltura scientifica" nella Prussia del XVIII secolo? I razionalisti dell'Illuminismo notarono che i contadini, quei coglioni, si limitavano ad abbattere alberi a casaccio cresciuti nelle foreste. Così hanno elaborato un piano: eliminare tutte le foreste e sostituirle piantando copie identiche di abete norvegese (l'albero a più alto rendimento di legname nell’unità di tempo) in una griglia rettangolare uniforme. In questo modo diventava possibile procedere abbattendo milioni di alberi in poco tempo massimizzando la produzione di legname. Ma qualcosa andò male. L'ecosistema impoverito non poteva ospitare gli animali selvatici e le erbe medicinali che sostenevano i villaggi contadini circostanti, causando così un collasso economico. Le file interminabili di alberi identici erano poi un perfetto terreno per le malattie delle piante e gli incendi boschivi. Anche i complessi processi ecologici che hanno sostanziavano il suolo hanno smesso di funzionare, così dopo una generazione gli abeti rossi della Norvegia sono cresciuti rachitici e malnutriti. Eppure, per qualche motivo, tutte le persone coinvolte sono state promosse e la "silvicoltura scientifica" si è diffusa in Europa e nel mondo.
Ecco, questo schema si ripete con regolarità sospettosa attraverso la storia, non solo nei sistemi biologici ma anche in quelli sociali.