venerdì 11 maggio 2018

CONTRO L’ALTRUISMO EFFICIENTE

CONTRO L’ALTRUISMO EFFICIENTE
Quando uno dona si sente meglio, è buona cosa fare leva su questo benessere per raccogliere più fondi. Non lasciarti quindi sedurre dall’ “altruismo efficiente”, la sua aridità ne fa un interesse passeggero, meglio appassionarsi ad una causa e rimanervi attaccato. In questo campo la risorsa scarsa, prima ancora che la razionalità nell’agire, è l’azione stessa, ovvero la presenza di donatori. Siamo messi così male che “dare” è ancora più urgente che “dare bene”. Purtroppo, col passare del tempo, molti donatori cessano di essere tali, perdono lo slancio, il vero nemico è quindi l’indifferenza e la si combatte legittimamente facendo leva con quelli che a volte appaiono trucchetti: immagini forti di chi sta male, lettere di ringraziamento infiorettate che danno un senso di appartenenza al donatore, adozioni a distanza che creano un legame con i beneficiati... Non dobbiamo essere cinici di fronte a queste tecniche smaccatamente commerciali (talvolta anche molto costose), si tratta di strumenti essenziali per smuovere l’interesse. Il donatore più prezioso, poi, è quello su cui si puo’ contare nel tempo, il vero tesoro di una ONLUS è il suo zoccolo duro, solo grazie a quello puo’ imbastire programmi a medio lungo termine. Il donatore fedele è il vero obbiettivo delle costosissime campagne raccolta fondi, contattare un donatore occasionale, infatti, sarebbe un' operazione in perdita, se lo si fa lo si fa perché sappiamo che il bene è 1) contagioso e 2) crea dipendenza. La dipendenza e il contagio sono alla base delle costosissime ricerche di donatori, al punto che un modo per essere altruisti consiste nel segnalare in anticipo la propria indisponibilità a dare per una certa causa (per esempio prendendosi la briga di cancellarsi da mailing list o da altri elenchi che ci coinvolgono nelle campagne), e magari facendo i nomi di gente potenzialmente interessata. E’ molto più conveniente che il donatore cerchi la sua ONLUS che non il contrario, per questo attivarsi in senso positivo o negativo è sempre benefico. Una strategia complementare di fare del bene è quella di combattere le cause che ritenute malvagie (per esempio quella di animalisti radicali e verdi ossessionati) donando loro occasionalmente qualche spicciolo: spenderanno somme spropositate nel tentativo di ricontattarvi.

Quindi la generosità è contagiosa, quando una causa diventa alla moda le donazioni esplodono, lo constatiamo sempre in occasione di terremoti e tsunami, basta conquistare le prime pagine dei giornali, basta che se ne parli, per creare un effetto di donazioni a valanga. In questi casi l’altruista efficiente consiglia di rivolgere altrove la propria generosità, ma anche qui sbaglia. Il principio della critica è sempre quello: cio’ che manca sono innanzitutto i doni, prima ancora che la loro destinazione razionale. In virtù di questo semplice fatto è buona cosa contribuire alla valanga e al contagio: oltre al nostro dono provocheremo quello di qualcun altro, qualcuno che sarebbe restato indifferente!

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One of America’s most respected economists presents a quirky, incisive romp through everyday life that reveals how you can turn economic reasoning to your advantage—often when you least expect it to be relevant.Like no other economist, Tyler Cowen shows how economic notions—such...