mercoledì 23 maggio 2018

PERCHE’ PAPA’ NON SCENDE PIU’?

Per la serie “I Classici dell’Horror” ecco una pagina indimenticabile.
PERCHE’ PAPA’ NON SCENDE PIU’?
Sentii il puzzo di merda a metà della scala che portava al primo piano. Quando raggiunsi il suo bagno, la porta era socchiusa, e sul pavimento del corridoio esterno c’erano i calzoni e le mutande. Dentro la porta del bagno c’era mio padre, completamente nudo, appena uscito dalla doccia e gocciolante. L’odore era fortissimo. Quando mi vide, per un pelo non scoppiò in lacrime. Con una voce desolata che non avevo mai sentito, né da lui né da chiunque altro, mi disse ciò che non era stato difficile immaginare. – Mi sono smerdato addosso, – disse. La merda era dappertutto, spalmata sul tappetino del bagno, incrostata sull’orlo del water e, ai piedi del water, in un mucchio sul pavimento. Era schizzata sul vetro della cabina della doccia da cui era appena emerso, e la roba abbandonata sul pavimento del corridoio ne era inzaccherata. Era sull’angolo dell’asciugamano con cui aveva cominciato ad asciugarsi. In questo bagno piuttosto piccolo, che di solito usavo io, mio padre aveva fatto del suo meglio per rimediare al pasticcio da solo, ma essendo quasi cieco e appena uscito da un letto di ospedale, nello svestirsi e nell’andare sotto la doccia era riuscito a spargere la merda su ogni cosa. Vidi che era persino finita sulle setole del mio spazzolino da denti appeso nel contenitore sopra il lavabo. – Tutto bene, – dissi, – tutto bene, sistemeremo tutto… Mi sono smerdato addosso, – ripeté lui, e questa volta si sciolse in lacrime… Il bagno sembrava un posto dove un ladro particolarmente malevolo avesse lasciato il suo biglietto da visita dopo aver svaligiato la casa. Sistemato mio padre, e questa era la cosa che contava, avrei preferito inchiodare la porta e dimenticare quel bagno per sempre… Dove la sua merda giaceva davanti alla tazza del water in quella che era piú o meno una massa compatta, fu molto facile sbarazzarsene. Bastava raccoglierla e tirare lo sciacquone….Ma dov’era entrata nelle fessure sottili e irregolari del pavimento, tra le larghe e vecchie assi di castagno, lí sí che c’era pane per i miei denti. La spazzola sembrava solo peggiorare le cose, e alla fine presi il mio spazzolino da denti e, tuffandolo ripetutamente nel secchio di acqua calda saponata, procedetti centimetro per centimetro, da una parete all’altra, una fessura per volta, finché il pavimento fu tanto pulito quanto riuscii a farlo diventare…. poi andai nel bagno di Claire a prendere un po’ di acqua di colonia, che spruzzai generosamente nella stanza strofinata e ripulita, aspergendola con le dita come acqua santa. Piazzai un piccolo ventilatore in un angolo e lo accesi,… In punta di piedi tornai nella camera da letto dove mio padre dormiva, sempre respirando, sempre vivo, sempre con me: un altro scacco al quale era sopravvissuto, quest’uomo che da tempo immemorabile conoscevo come padre. Ero terribilmente dispiaciuto per la lotta eroica e sfortunata che aveva sostenuto per ripulirsi prima che io lo raggiungessi nel bagno, e per la vergogna che aveva dovuto provare, il disonore di cui sentiva il peso, eppure, ora che la cosa era finita e lui era immerso nel sonno, pensai che non avrei potuto chiedere niente di piú, per me stesso, prima della sua morte: anche questo era giusto ed era come doveva essere. Si pulisce la merda del proprio padre perché dev’essere pulita, ma dopo averlo fatto tutto quello che resta da sentire lo senti come mai prima d’allora…. una volta sfuggito al disgusto e ignorata la nausea e dominate quelle fobie che hanno acquistato la forza di un tabú, c’è ancora tantissima vita da accogliere dentro di sé…. Ecco il mio patrimonio: non il denaro, non i tefillin, non la tazza per farsi la barba, ma la merda….
Patrimonio, una storia vera tocca la corda delle emozioni con la forza di sempre. Lo sguardo di Philip Roth si posa sul padre ottantaseienne che, famoso per il vigore, il fascino e il repertorio di ricordi connessi a Newark, lotta contro un tumore al…
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