sabato 5 novembre 2011

Cedette colei che era già da molto vinta

Christopher Marlowe – Ero e Leandro

La poesia narrativa elisabettiana ferma sulla pagina una delle eroine più espressive di Ovidio per farla soffrire e godere ben oltre i pudici limiti consueti.

Dalla torre in cui vive in compagnia della laida nana che le fa da nutrice, la bella teme che, oltre la bufera, sia qualche sgualdrina a trattenere l’ amato supposto infedele.

Ma ostacolo invalicabile all’ unione è soprattutto il voto di castità che vincola la sacerdotessa di Venere. La passione sarà tale che le angustie e le prudenze sociali verranno ben presto smantellate.

Seguendo le intime transizioni dal desiderio al timore, impariamo che le dolci tenerezze d’ amore sono inseparabili dalla percezione umiliante della violenza.

La musa spossata di questa voce proto-decadente è prodiga di altri insegnamenti, esempio: il destino è più potente dell’ amore e ben presto ammorbidisce i rigori inflessibili dell’ allucinata gioventù.

Marlowe non esita un attimo ad aggirare la pedante conclusione tragica della leggenda per sprofondare il tutto nella vertigine di un gorgo singolare dove tragedia, desiderio, amore, gloria, bellezza si mescolano confondendosi in modo che i protagonisti superino i limiti umani per finire chissà dove.

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Psicologia e trascendenza amorosa traboccano da ogni pagina:

Come ci s’ innamora?

… fissandola smarrì la vista nel suo volto…

Potere dello sguardo:

… la sua vista disacerbava il bifolco più rozzo… il barbaro guerriero tracio, mai intenerito, s’ inteneriva…

Pendere dalle labbra dell’ amata:

… rapiti, le sentenze attendevano dai suoi occhi sdegnosi…

Come si cura il mal d’ amore?:

… c’ è chi sospira, chi s’ infuria… e chi compila satire mordaci… ma ahimè, troppo tardi… poiché mai in odio si muta amore…

Arredamento di alcova e vestiti:

… ovunque sula maiolica e la batista Dèi travolti in orge inebrianti e satiri estasiati da incesti e stupri…

Riconoscere il vero amore:

… quando la ragione domina, l’ amore è scarso… chi mai ha amato se non al primo sguardo?…

Dialogo tra innamorati:

… si parlano gli amanti esprimendosi col tocco delle mani: muto è il vero amore… i segni silenti impigliano i vinti cuori… a ogni parola ella il volto distoglie e sempre lo contrasta quando non desiste…

Contro la castità:

… come le auree corde stonate, inasprite vibrano le donne a lungo rimaste intatte… se usati i vasi d’ ottone brillano vivaci… e dove la differenza tra la ricca miniera e il vile terriccio?… le donne sole periscono come case abbandonate… l’ “uno” non fa numero… solo Pallade dai seni di selce fu fatta per la vita solitaria… se troppo difesa la beltà trascolora nel grigio… castità… insensati uomini la considerano virtù, ma quale virtù è nativa? Ancor meno le si puo’ attribuire onore: l’ onore lo si conquista con atti…

Appena prima del sì:

… rifiutò in modo da non toglierli ogni speranza offrendosi con sguardi dal diniego cedevole… il che d’ improvviso accese in lui il vigore dell’ eloquio e della supplica…

Appena dopo il sì:

… la di lui scimmiesca esultanza…

Amore corrisposto:

… soavi sono i baci, gli abbracci soavi, quando s’ incontrano impulsi e aneliti somiglianti… laddove la bilancia segna equivalenti inclinazioni…

Strategia del tira-e-molla:

… mentre parve abbandonarglisi, lo eluse, e quando egli pensò più imminente il successo, simile all’ albero di Tantalo, si ritrasse e pur sembrando prodiga, la verginità serbò… tribolò [Leandro] come Sisifo invano, finché a negoziati teneri non succedette tenero armistizio… sono guerre in cui le donne usano soltanto la metà delle forze… alfine sui frementi seni di lei qualcosa lui disse… e sospirò il resto… mai sovrano custodì un diadema con tanta determinazione quanta ne mise lei per preservare la sua gemma…

Ognuno a casa sua:

… la bellezza dell’ altro che da vicino ravviva, separata e lontana, là dove amava, trucida e rende simili a eredi in esilio…

Bando alla saggezza:

… l’ amore, se avversato, cresce in passione… nulla l’ amante più dei consigli aborre… è un ardente cavallo che sdegna superbo chi gli diriga la cervice… spezza le redini… sputa il morso e scalciando segna il terreno… quanto più lo si frena tanto più lo si sfrena…

Compensazioni:

… Ero si ritrasse e nel tepido suo posto si distese Leandro… per saggiar quel calore intenso che risveglia le anime in declino come se attingessero a nettare nell’ oro incoppato…

Pre-alba:

… mentre i piedi nudi sgusciano dalle coperte, lui l’ avvince all’ improvviso e come sirena scivola sull’ impiantito; una metà di lei appare, l’ altra rimane celata… la chioma come nube d’ oriente fugace… fece balenare nell’ orrida notte una falsa alba… monito di quella che a breve avrebbe rischiarato l’ onta…