IL POPOLO DEL WEB
Sul web vige l’egalitarismo spinto: uno vale uno. Sarà perché nel virtuale il tempo è abolito, i protagonisti non hanno né passato, né curriculum. Il commento di chi ha dedicato una vita all’argomento del giorno vale quanto quello di chi ci pensa per la prima volta e improvvisa impudicamente uno slogan mal riuscito sotto stretta dettatura della pancia. A volte, nel disperato tentativo di marcare le distanze, la competenza scade in un’ imprevista isteria condita da inatteso turpiloquio passando così dalla parte del torto (che fosse stata dalla parte della ragione, non se n’era mai accorto nessuno). E’ l’inizio della fine. Per noi profani questo penoso arrancare è consolante, inutile negarlo. Eh sì, è proprio così perché quando rimiri gli esperti all’opera nel loro elemento naturale – università, convegni, conferenze, monologhi, TED talk… - oltre che per dottrina ti senti inadeguato anche per civiltà, brillantezza, self control e facilità relazionale. Tuttavia, quando il contesto cambia e gli sciagurati hanno l’ardire di avventurarsi nella fogna della rete capita sempre più spesso di vederli annaspare nelle sabbie mobili; qui l’ammirata dottrina dell’ Illustrissimo resta fantasmatica mentre l’insospettabile bestia che è in lui latra intimidendo anche lo psicopatico di passaggio.