venerdì 2 dicembre 2011

E l’ infame sorrise

Umberto Eco – Dario minimo

Fortunato chi “scala” il nostro intellettuale più prestigioso dal versante del “Diario Minimo” anziché da quello più impegnativo de “Il Nome della Rosa”, ci guadagna sia in qualità che in quantità.

La distanza breve è cruciale per la prosa ludica, che ha notoriamente il fiato corto: un bel gioco dura poco, com’ è noto.

Il “fortunato” si troverà tra le mani degli arzilli mini-saggi; in realtà, scorse poche righe, tutto assumerà una veste “adulterata”. Benvenuto tra i simulacri di Eco.

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La qualità squisita della scrittura autorizza poi a parlare di vera e propria “falsificazione letteraria”.

Pastiches, parodie, imitazioni… roba da non prendere sul serio che svolge al meglio la funzione della roba poco seria: quella di gettare un’ ombra di diffidenza sulle robe troppo serie.

E sempre tenendo presente che spesso ridicolizzare significa omaggiare il ridicolizzato.

***

Passando alla polpa, direi che su tutto primeggia l’ elogio della faccia tosta e trista di Franti.

Chi non è venuto a contatto con la languorosa melassa del libro Cuore non sa cosa si è perso. Si è perso innanzitutto l’ occasione di coltivare il proprio lato bestiale e crudele, unica ancora di salvezza per chi vuole evadere da…

… quell’ orgia di perdoni fraterni, di baci appiccicaticci, di abbracci interclassisti… dove tutti si comprendono, si accarezzano e baciano le mani a voscienza…

Ho sempre sperato che Pinocchio – il vero controcanto a Cuore - infili il suo naso nel bulbo oculare di Enrico Bottini trapassandone retina e cervello. Ma non avevo mai pensato a riporre le mie speranze in un tipo come Franti:

… ci ha qualcosa che mette ribrezzo su quella fronte bassa… su quelle unghie rose…

Eco, che a quanto pare “è della compagnia”, lavora sodo per convincerci che il nostro uomo è lui: è lui che puo’ dar fuoco…

… a quell’ ideologia dolciastra rappresentata dall’ ambiguo socialismo umanitario protofascista tanto caro a squallidi filistei guerrafondai e paternalisti…

… come appunto il padre di Enrico Bottini, un tale che…

… passa calda calda la carezza del Re alla prole…

Imbattersi nel Franti è come prendere una boccata d’ aria, con Franti presente in aula, si spalancano porte e finestre dell’ asfittica scuola del Regno:

… Preside [prima di pronunciare la sospensione al cospetto del monello e relativa madre vedova]: “Franti, tu uccidi tua madre!” … e l’ infame sorrise…

Franti “fa civetta” a tutto e a tutti, non manca di ridere in faccia al soldato zoppo sconcertando chi un attimo prima trascinava con orgoglio la sua menomazione.

Più che ridere sogghigna. C’ è qualcosa di animalesco nel suo ghigno.

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Ride di tutto, ride in modo osceno, la sua è una Negazione che assume i modi del riso, una vera e propria scepsi del riso.

Già Baudelaire identificava il riso con il diabolico rinvenendo in esso il principio del Male.

Per apprezzare questa figura è necessario un continuo ma proficuo lavoro di decriptaggio:

… perché di lui il libro ci parla come gli storici romani ci parlavano dei cartaginesi…

Ma è un lavoro che ripaga:

… il crescendo delle sue nefandezze assume volumi wagneriani…

La sociologia fasulla di Cuore è messa duramente alla prova:

… il mostro si istalla dentro un ordine e lo mina deformandone la fisionomia con atti di gratuita iconoclastia… solo di fronte al riso l’ Ordine misura la sua forza…

E l’ Ordine dell’ odiato De Amicis sembra proprio scricchiolare. Con un po’ d’ immaginazione possiamo prefigurare il “botto”.

Il botto sparato da Franti trasfigurato in Gaetano Bresci.

***

Nel saggio “Dove andremo a finire” ci si rifà invece alle descrizioni apocalittiche di una società decadente e conformista. Chi scrive è un uomo dell’ antica Grecia già alle prese con quella che diverrà nei duemila e rotti anni successivi la noiosissima antropologia negativa dell’ uomo-massa e il rimpianto per un tempo perduto in cui tutti (“… ai miei tempi…”) erano più raffinati e arguti.

Il modello stilistico – nonché il bersaglio parodistico – è  Adorno e l’ adornismo francofortese.

Gli eroi sono invece i tipi come Eraclito…

… e quelli che intenzionalmente scrivono in modo oscuro affinché si accostino solo coloro che possono…

Ahi noi, a quanto pare quei libri oggi sono aperti da ogni scimmia sapiente, la quale non manca di credersi più saputa del Maestro.

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Viviamo in mondi in cui il tiranno assume le sembianze…

… di una folla dalle cento orecchie e dalle cento menti acculturate secondo la modalità diluita dei digest…

L’ uomo-massa – un sonnambulo coatto - nella sciagurata corsa al dibattito intende mettere in vetrina con iattanza…

… il suo gusto mediocre… l’ amore filisteo per la conversazione e per l’ alibi filosofico… Ha eletto la distrazione a valore religioso… è permeato da un desiderio di sapere, da una voglia d’ informazione e da una foia di vedere coi suoi occhi… non solo, dalla sua ebete contentezza… nonché da certo appagato torpore in cui si crogiola… si direbbe che abbia realmente visto, udito e compreso…

L’ Accademia non è immune da colpe

… offrendogli generosa il “rumore” in cui lui si avvolge come un’ ostrica…

In chiusura ci si dedica anche a indagare i modi dei pubblicitari e di altri callidi sfruttatori che si accaniscono sul…

… succube beota emotivamente manipolato e ristretto in ambiti cogenti… nonché sui nostri giovani fatti gregge nei ginnasi…

***

L’ uomo-massa, in un certo senso, è vezzeggiato e trattato coi guanti:

… non gli si chiede mai di diventare altro da cio’ che è già…

Riceve da ogni elettrodomestico il suo narcotico, in particolare dalla Tv, vero tempio in cui si adora la Medietà:

… un tempo l’ idolo era Giuliette Greco, oggi è l’ Annunciatrice: bellezza modesta, sex appeal limitato, gusto discutibile, una certa casalinga inespressività…

Ma l’ archetipo dell’ eroe è Mike Bongiorno, oggetto di (leggendaria) trattazione a parte:

… si vende per quel che è senza porre in stato d’ inferiorità nessuno… lo spettatore, anche il più sprovveduto, vede glorificare e assurgere a dignità nazionale il ritratto dei propri limiti… MB non si vergogna di essere ignorante e non prova la tentazione di istruirsi… entra in contatto con le più vertiginose vette dello scibile umano e ne esce vergine confortando le altrui tendenze all’ apatia e alla pigrizia mentale… si mostra all’ oscuro dei fatti e altresì intenzionato a non apprendere nulla… in compenso dispensa sincera e primitiva ammirazione per colui che sa… di cui pone in evidenza le qualità da manuale (memoria, erudizione…)… Nel mondo di MB si diventa colti leggendo molti libri e ritenendo quel che dicono… non lo sfiora minimamente l’ idea che la cultura possa avere una funzione critica o creativa… si rivolge a noi con il suo basic italian… senza avventurarsi mai in incisi o parentesi… non usa espressioni ellittiche… non allude… qualsiasi spettatore avverte che, all’ occasione, potrebbe superarlo in facondia… E’ privo di senso dell’ umorismo… ride perché è contento della realtà, non perché ne trova ridicola la sua deformazione… gli sfugge la natura del paradosso… quando gli viene proposto… lo ripropone con aria divertita e scuote il capo sottintendendo come l’ interlocutore sia davvero un tipo simpaticamente anormale… rifiuta di sospettare che in quella figura retorica possa annidarsi un grano di verità… Ricevute spiegazioni non tenta mai di approfondire… rispetta sempre l’ opinioni altrui, non per proposito ideologico ma per disinteresse… rappresenta un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere poiché ognuno si trova già al suo livello… nessuna religione è stata mai tanto indulgente coi suoi fedeli…

***

Prima di chiudere bisogna citare per forza anche “Dolenti declinare”, siamo in una casa editrice immaginaria in cui giungono per essere vagliati alcuni manoscritti che proprio non convincono. Per esempio… la Sacra Bibbia:

… si inizia bene, la polpa c’ è: sesso (moltissimo), adulterio, sodomia, incesti, guerre, massacri e così via… ma poi cominciano a cumularsi mille cose con infinite varianti sul tema finché il libro non si trasforma in un omnibus mostruoso…

L’ Odissea ha molte più speranze:

… con Nausicaa c’ è un momento “lolistico”… ci sono poi scene con giganti monocoli, cannibali e persino un po’ di droga (il loto non è nella lista e non dovrebbero esserci problemi con il Nacotics Bureau)… le scene finali sono nella migliore tradizione western, la scazzottatura è robusta e la prova dell’ arco è tenuta bene sul filo della suspense… molto meglio rispetto alla prima prova dell’ autore – troppo statica! – … mi chiedo se cio’ che abbiamo davanti sia tutta farina del suo sacco…

A Dante viene riconosciuto talento tecnico e “fiato” narrativo. Peccato che per la Commedia esista una controindicazione grande come una casa:

… la scelta – dettata da velleità avanguardistiche – del dialetto toscano…

Anche la Gerusalemme del Tasso trova le sue resistenze nell’ ufficio marketing.

… parliamoci chiaro: la storia riguarda i crociati e la presa di Gerusalemme, un argomento di carattere religioso… ci giochiamo tutti i giovani extraparlamentari… come rifilare loro roba del genere?…

Kafka Franz (Il Processo) lascia invece non poche perplessità di natura stilistica:

… sembra quasi che abbia scritto sotto censura… zeppo di allusioni imprecise, senza nomi di persone, luoghi e cose… questi giovani scrittori credono di far “poesia” perché dicono “un uomo” invece di “il signor tale nel posto Tale all’ ora Tale”…