Un fenomeno complesso puo’ essere compreso ricorrendo al “C’ era una volta”. Le narrazioni incantano e soprattutto consentono di sorvolare allegramente sulle incongruenze.
Altri preferiscono unire i puntini. Anche in questo caso la fantasia non soffre frustrazioni: ci sono infinite linee in grado di unire i medesimi puntini.
Personalmente prediligo il metodo del “great divide”.
Sentire “accusa” e “difesa” illumina persino un comprendonio lento quale è il mio. Mi rendo conto del rischio “curva sud”, ma riguarda per lo più i disinteressati e che si corre quando l’ opposizione non è ben posta.
Dunque, per penetrare un fenomeno complesso come quello della crisi finanziaria occorre innanzitutto un adeguato “great divide”:
… il nostro libro non è progettato unicamente per chi è interessato alle cause della crisi finanziaria, ma a cosa queste cause indicano circa il capitalismo e i governi…… noi critichiamo la tendenza a sorvolare su un fenomeno sempre sminuito: l’ ignoranza umana per concentrarsi su un fenomeno sempre enfatizzato: il ruolo degli incentivi…… se prendiamo in considerazione le cause della crisi rese comuni dalla vulgata, ci accorgiamo che hanno a che fare con una denuncia (a posteriori) di incentivi mal posti…… l’ abbassamento degli standard nel concedere i mutui immobiliari, i bonus ai manager, il “too big to fail”, il tasso d’ interesse troppo basso… se ci fate case sono tutte spiegazioni che puntano tutto sulla distorsione degli incentivi: incentivi mal posti hanno messo in moto alcuni avidi “volponi” perfettamente consapevoli che ne hanno approfittato lasciando gli altri nei guai…… parlare di “irrationality exuberance”, poi, è una rinuncia a comprendere… “irrazionale” in fondo è un modo per dire “inesplicabile”…… per quanto ci riguarda la crisi è stata causata invece da un’ ignoranza diffusa un po’ ovunque, presso i banchieri come presso i regolatori del mercato…… perché mai i banchieri avrebbero dovuto intraprendere azioni volte a distruggere le loro banche?… perché mai i regolatori avrebbero adottato scelte votate alla distruzione del sistema?… a queste domande non mancano delle risposte ma sono risposte populiste non sorrette da evidenza degna di questo nome…… l’ ignoranza è presa in considerazione poco volentieri nel mondo accademico che invece ama concentrarsi sull’ incentivo… una caricatura non poi così deformante degli economisti, li vede come coloro che pensano a ogni evento come previsto e prevedibile dagli agenti economici… che hanno una comprensione adeguata del mondo… e quindi sono in grado di dominare le conseguenze ultime delle loro azioni…
Ecco allora il great divide che cercavamo, la dialettica da cui far partire ogni riflessione: ignoranza vs. avidità.
Ma la competizione tra i due fronti non è alla pari, questo perché:
… il politico delle moderne democrazie ha bisogno di teorie che rispondano retrospettivamente alla domanda: “cosa avrebbe potuto prevenire la crisi?”… ma gli studiosi dell’ economia dovrebbero essere chiamati a capire il passato e il presente anziché a predire il futuro… visto che lo stato futuro dei sistemi complessi è per sua essenza imprevedibile…
… il dibattito orientato al futuro incoraggia la razionalizzazione e l’ analisi prescrittivo in assenza di diagnosi… la moderna democrazia scoraggia l’ analisi delle cause che guidano un sistema sociale complesso… poiché il suo pensiero si arresta non appena la diagnosi a posteriori individua la regola o la legge che avrebbe impedito il disastro se adottata trascurando l’ essenziale, ovvero il fatto di quanto improbabile sia realizzare a priori cio’ che si realizza comodamente dopo adagiati in una lussuosa retrospettiva…… “se solo i nostri predecessori avessero saputo quel che sappiamo noi!”… la politica sorvola proprio questo particolare e prende le sue decisioni ignara del fato che domani qualcuno è destinato a ripetere qualcosa del genere… meglio sarebbe pensare alla propria ricetta come a qualcosa che precede i problemi e non che li segue… cosa impossibile al politico contemporaneo… intrappolato nella tensione che lega inestricabilmente future-oriented policy e hindsight bias…… questa trappola ci induce a giudicare – retrospettivamente! - delle semplici persone che ignorano il futuro… come persone incentivate a tenere certe condotte… il semplice errore umano si trasforma ora in avidità, ora in complotto…Wladimir Kraus Jeffrey Friedman – Engeneering the financial crisis