lunedì 2 agosto 2010

Dedicato a...

Cio' che i cristiani intendono dire non puo' essere identificato con le loro raffigurazioni mentali. Detto questo qualcuno potrebbe proporre: e allora non possiamo toglierle di mezzo? Costoro non hanno notato che quando, per seguire il loro tentativo, accantonano immagini antropomorfe riescono solo a sostituirle con immagini ancora più ingenue. "Non credo in un dio personale - dice qualcuno - ma in una grande forza spirituale". La parola "forza" lascia spazio a tutti i tipi di immagine che abbiano a che fare con venti, onde, elettricità e gravità. "Non credo ad un dio personale - dice un altro - ma credo che tutti facciamo parte di un grande Essere. Costui ha solo scambiato l' immagine di un padre buono con quella di un gas o di un liquido di vasta estensione. Ha perso o guadagnato? A una ragazza che conoscevo, i genitori di "mente elevata" avevano insegnato che Dio era la sostanza perfetta. Più tardi capii che la piccola vedeva Dio come un enorme budino. Volenti o nolenti se vogliamo parlare di cose che trascendono i nostri sensi dobbiamo farlo ricorrendo all' immagine di oggetti sensibili. L' assurdità delle immagini non implica affatto l' assurdità delle dottrine e, dopotutto, l' uomo è quanto di più elevato incontriamo nella nostra esperienza sensoriale.

C.S. Lewis

Dedicherei il pensierino ad Odifreddi, l' unico teologo (naturalmente improvvisatosi tale sui due piedi) che se nei testi legge "... si assise alla destra del Padre..." pensa davvero che il Padre abbia una destra e una sinistra, anzi, pensa che il Padre abbia uno sgabello a destra e uno sgabello a sinistra... e magari cerca pure di avvistare gli sgabelli con il telescopio. Poi, quando non li vede, dice che l' umanità è un branco di cretini, tranne lui e qualche suo amico che gira sempre con il telescopio sotto braccio. Il tutto con la serenità che sa mantenere chi non è mai sfiorato dal dubbio.