Ulisse oggi vuole tornare ad Itaca costi quel che costi, ma sa già che domani al ritorno preferirà di gran lunga il canto delle sirene.
Gianburrasca stasera vuole ardentemente partecipare ad una festa, per quanto domani lo aspetti un esame cruciale. Sa anche che in futuro il suo desiderio di spassarsela sarà oscurato da quello di ottenere il diploma.
Ulisse decide di evitare le sirene mettendosi i tappi di cera nelle orecchie ed esentando l' equipaggio dall' obbedienza.
Gianburrasca decide di stare a casa a studiare.
Sono due storie plausibili? A me sembra di sì. Non mi scandalizzerei se qualcuno me le raccontasse.
Eppure qualcuno si scandalizza, parlo di chi crede che noi siamo motivati solo dal desiderio.
Costoro trovano irrazionale la storia di Gianburrasca: se nel momento della decisione si desidera fare X, si farà X.
Infatti Ulisse, nel momento in cui architetta il suo piano, desidera tornare in patria e architetta un piano per conseguire il suo obiettivo.
Gianburrasca desidera invece andare alla festa. E' sconcertante che al termine di un semplice calcolo, decida di rinunciarvi.
Evidentemente, per quanto molti lo neghino, anche la ragione puo' motivare.