venerdì 11 dicembre 2009

Intuitus Personae

Nel precedente post presentavo una piccola divergenza con il pensiero di Don Giussani in tema di fede e ragione.

Gius enfatizza le differenze tra l' uomo comune e lo scienziato quando si tratta di "pensare" e "decidere". Non mi ha convinto, ritengo infatti che i meccanismi in gioco siano i medesimi, cambiano solo contesto e circostanze.

Rispondendo alla domanda "è avvelenato il risotto che mi serve la mamma?" io decido, magari a livello intuitivo, ma pur sempre su un intuito formatosi in base ai "precedenti", esattamente la via maestra che percorre la scienza a caccia di regolarità.

Contro Giussani sono portato a credere che lo scienziato nei panni dell' uomo comune pensi fondamentalmente come lui e viceversa. Non ci sono "metodi" diversi ma solo "panni" (circostanze) diverse. Gli uomini sono tutti uguali ed uguale è la loro ragione.

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Ma vediamo come il Gius utilizza la sua premessa.

Incontro Gesù e devo decidere se costui dice la verità

La domanda, in questo caso, non è tanto "il risotto della mamma è avvelenato?", ma piuttosto "posso prestare 100 euro a Tizio?". Si tratta di una questione legata all' intuitus personae.

Gesù è affidabile? Tizio è affidabile? Il Cristiano e il Banchiere sono di fronte allo stesso problema, sebbene le poste in gioco siano differenti.

Ricordiamoci a questo punto la lezione del Gius, per questo genere di domande lui ritiene che esista solo il metodo dell' uomo comune, ovvero il metodo intuitivo.

Gius: Gesù è affidabile perchè intuisco che è buono e non mi tradirebbe.

Ma non basta! Un Gesù buono potrebbe ingannarmi in buona fede.

E allora il Gius scatena la sua intuizione anche sulla sapienza di Gesù. Gesù è buono e sapiente, me lo dice l' intuito, e dunque mi fido di lui. Il Gius è a posto.

E io, che ho dichiarato il disaccordo di cui sopra, come reagisco incontrando Gesù?

Bè, si tratta di questioni cruciali, devo usare tutta la mia memoria e la mia capacità di calcolo, inoltre non devo lesinare il tempo. Tempo e capacità non sono infinite, quindi l' intuizione non puo' mai essere del tutto espulsa, ma io, se voglio essere coerente con quanto detto prima, devo mettere in campo la mia razionalità calcolante oltre a quella intuitiva.

Per credere a Gesù sulle questioni chiave - quelle che, non prestandosi a verifiche, richiedono solo la fede - devo valutare al meglio come il mio dirimpettaio si esprime sulle altre.

Per credere se Gesù è figlio di Dio (inverificabile) devo ascoltare cosa mi dice Gesù sulla questione cruciale di Dio (questione che presenta molti punti verificabili). Lo confronterò con cio' che già so grazie alla ragione e metterò alla prova il mio presunto benefattore.

Ebbene, Gesù mi parla dell' esistenza del Dio unico, creatore del cielo e della terra, di un Dio che mi parla e si fa capire. Ma questa è una verità che io verifico mediante la ragione, quindi Gesù è un tale che dice la verità quando entrano in gioco questioni cruciali. Dunque è un uomo sommamente affidabile!

Molti mi parlano affermando l' esistenza di Dio, ma solo Gesù l' afferma in modo tanto perentorio, espressivo e chiaro. Cio' lo rende affidabile.

Gesù mi fornisce un precedente della sua credibilità. L' affermazione sull' esistenza di Dio è talmente complessa e articolata che in realtà sintetizza una miriade di affermazioni, una miriade di precedenti.

Con questi precedenti di inestimabile valore, con l' intuizione della sua bontà e l' alta posta in gioco, io posso finalmente deporre la ragione ed abbandonarmi nelle sue mani di uomo buono e sapiente.