giovedì 18 settembre 2008

Liberisti con lo scatolone in mano.

Il collasso di Wall-Street galvanizza l' indole anti-mercato di molti, bollono in pentola nuove versioni del Big Government? Forse sì.

Nel frattempo, i liberisti che non si rassegnano a traslocare in silenzio, impugnano con decisione i soli tre argomenti rimasti: distruzione creatrice, azzardo morale e politiche accomodanti.

Sui primi due concetti si sofferma, per esempio, Avinash Persaud sul FT:

"... [T]here is the subject of moral hazard. While central banks have been offering liquidity on generous terms and stopping institutions from going bankrupt, some banks were not engaged in hard restructuring but gaming the system. They were busy hoarding liquidity and pushing risky instruments into the hands of the authorities... the game is not about luring sovereign wealth funds to invest before markets recover but about how to restructure for a brave new world in which the financial sector is smaller...".

"Dieci anni di azzardo morale e politiche accomodanti" è il titolo parlante dell' articolo di Alessandro Merli sul 24 ore di ieri. Convincente quando dice, per esempio:

"... l' attuale bolla nel settore immobiliare e nelle materie prime nasce proprio dai ribassi per rispondere al crollo dei titoli internet..."

La cosa migliore dell' articolo è comunque una rassegna delle "spintarelle" a base di compressione dei tassi che la Fed non ha lesinato in questi anni.

Poi, sulla radio di tutti pagata da tutti, c' è la mitica fahre, per lei non ci sono dubbi: "il mercato" ha fallito su tutta la linea, bisogna togliere di mezzo (pardon, ripensare) questa realtà che nasce da una truffa (pardon, da un "azzardo") intellettuale. Questa è la tesi che si ricava dall' intervista fatta ad un uomo anziano. Forse l' uomo anziano ha ragione, ma senza argomenti come si fa a discutere? Godibile l' intervista, il questionatore (il mitico Cimatti) e il risponditore pregustavano da decenni momenti come questi e si davano manforte a vicenda spingendosi l' un l' altro in una acritica bolla affabulatoria. Finalmente un rifugio sicuro per chi disdegna la radio-rissa e le asprezze del contraddittorio.

Ho la sensazione che per Fahre noi viviamo in un mondo dove esiste solo il mercato, tutto è mercato... Le isituzioni (politiche) sono invisibili a fahre, il loro occhiale da letterati fatica ad intercettarne la presenza. La finanza è nei guai, chi ha sbagliato? Il problema non si pone: poichè esiste solo il mercato, ha sbagliato il mercato, che quindi non funziona.

Ma questo modo di procedere è solo una delle nefaste conseguenze di chi ha sempre professato il pensiero ideologico rimanendone marcato a fuoco. Certo che "in assenza di problemi", le soluzioni che si hanno in testa da sempre sono in posizione privilegiata per campare secoli.

E non basta linkare Alesina per prendere lo stipendio "da tutti"...