RELATIVISMI AGGRESSIVI
Giovanni e Giuseppe reagiscono in modo differente alle
aggressioni.
Giovanni: parlerò con il mio aggressore e ci
chiariremo.
Giuseppe: chiarirsi è impossibile, non resta che difendersi ed
eliminare ogni minaccia.
Giovanni è un “assolutista”: esiste una realtà oggettiva che
consente a me e al mio aggressore di comunicare.
Giuseppe è un relativista: ognuno sceglie le sue credenze che
restano poi irriconciliabili tra loro. Impossibile dire chi sia più vicino al
vero.
Non vi sembra strana questa storiella? Di solito il relativista
viene considerato più tollerante. Capita che sia lui stesso a dichiararlo: “ho
scelto il relativismo perché più idoneo all’incontro”. Nei fatti a me è sempre
sembrato il contrario: chi più del relativista è perennemente arrabbiato,
indignato, livoroso, sprezzante…? Ora capisco meglio il perché anche in teoria:
il relativismo mina la comunicazione.