mercoledì 13 ottobre 2010

Un Bargnìf è per sempre

Il grande scrittore sopporta bene che il suo libro possa venir letto anche "contro" di lui.
Quelle congetture audaci, che applicate all' opera del Mediocre si risolverebbero in un affronto provocatorio, intraprese sulla pagina del Grande possono invece trasformarsi in avventurose esplorazione di territori vergini che ci fanno toccare con mano un mondo inesauribile e complesso.
E se proprio non ci credi...adesso te lo dimostro.
***
Mi sono appena imbattuto nel pennello di un grande ritrattista come Fogazzaro, tra i Grandi del nostro Ottocento il più pronto a dissociarsi e a litigare con i suoi Personaggi.
Ho appena riletto un capolavoro (PMA), e si dà il caso che sia stato proprio lui a scriverlo. Aaah, la setola che arma il suo strumento è tra le più carezzevoli ed espressive.
Guardacaso le sfumature che ancora una volta mi hanno sedotto sono quelle utilizzate per dipingere un' imperturbabile Sciurissima: Madama la Marchesa.
Secondo le intenzioni primigenie del Vicentino doveva trattasi di un rudere umano incartapecorito, che lui avrebbe voluto confinare fuori dal tempo relegandola nel suo muffo Piccolo Mondo Antico, un posto in culo ai marcescenti meandri lacustri dell' alta Lombardia.
Operazione fallita.
***
Che palle invece quando si passa a quel pistola del Franco Maironi, nipote stupidamente eccitato da uno sciagurato pensiero patriottico!
...Con tutta la sfilza dei suoi trasporti pueril-senili, gli occhi spalancati ma assenti, le rabbie vuote e chiassose, l' idealismo fuori tempo massimo e la follia ideologica.
"...Non voglio sentire queste cose in casa mia! Non siamo mica in Piemonte qui.".
Avremmo voluto diglielo noi al pistola, e invece ci ha tempestivamente preceduti la solerte Marchesa.
Avreste dovuto vederla, ha pronunciato con la compassatezza del ventriloquo queste parole che infatti le sono uscite, già belle e cesellate, da "dentro il suo naso".
***
E che gioia poi farsi aria sventolando le pagine illeggibili (quindi saltabili a piè pari) dedicate alla Luisa, la regina delle sciacquette nonchè, purtroppo, la favorita dell' Autore.
...Con tutto il suo terremoto di energie mal indirizzate, le verità inutili sempre nella testa (quando va bene), o più spesso in bocca (quando va male).
Aggiungici pure i drammi posticci che attira su di sè come magneti, e hai fatto il pieno. E se le vuoi dare il colpo di grazia non dimenticarti di tutta quella religiosità che si affretta a mummificare vergognosa dentro il cuoricino.
La liofilizzazione di questo nobile sentimento, con la letargia spirituale che porta con sè, è una funesta tromba che annuncia la malapianta Protestante.
I due insopportabili quaquaraqua allungano la broda della pagina con le loro iniziative inconsulte continuamente punteggiate dalle vuote corse su e giù tra Castello ed Albogasio.
La piagnucolosa e persistente aratura di questi famosi sentieri è quanto di più stucchevole ci faccia trangugiare il romanzo. Viene buono ricordarla giusto per mettere a punto la gita fuori porta sui "luoghi fogazzariani"...
[...occhio che per quelle strade dove "non si gira neanche un mulo" se incontri il torpedone Porlezza-Lugano ti prendi il torcicollo sparandoti 2 km di marcia indietro, oppure chiudi gli occhi sull' abisso e ti affidi alle schivate dei virtuosi autisti della tratta...].
Vuoi mettere la stura di asfissianti melensaggini che esce dal vacuo e scontato agitarsi di giovanotti nati-vecchi, a fronte della regale mutria di Madama, con tutto il labirintico intrico di ragnatele che la decora.
La rugosa geografia che porta stampata sul volto ne fa un' eletta da sua Signoria il Tempo, e contro questa elezione s' infrangono impotenti le antipatie e le allusive condanne dell' Autore.
Quanto più si mostra ingrugnata e quaresimale, tanto più rinfranca e distende lo spirito di chi la tocca.
Lei appare...e subito spira la Breva a dissolvere le confuse uggie. Adagio il mio sguardo su quelle righe ed ecco che la giornata del Lettore prende senso di colpo.
La sua vasta anima comanda i mondi su cui vuole regnare. La sua nobile figura è scolpita nel porfido delle montagne che sormontano il Ceresio.
Osservandola intimiditi e da lontano la identifichiamo subito come Ricettacolo di Autorevolezze, concentrato di Responsabilità, Pietra Angolare dell' edificio familiare, Crogiolo di Probo Ordine Tradizionale (wow), Braciere di Fede ardente nella Provvidenza (aiutata...molto aiutata).
Vera Reggitrice della Casa, in ogni rigo a lei dedicato ci istruisce sull' Arte del Comando.
Il centro della sua concentrazione ieratica è al centro del suo sofà che è al centro di un Grande Mondo Futuro. Altro che Piccolo Mondo Antico, caro Fogazzaro.
Con la sola marmorea fermezza della postura ci comunica e ci offre la bella necessità del saldo Fondamento Familiare, l' ineludibile bisogno del Baricentro Comunitario. Oriente per tutte le bussole, tara per tutte le pesate, diapason per tutte le orchestre.
Vero "fastidio" provvidenziale che nessuna facile felicità regala al capriccioso. Il reticolo di storie non potrebbe esistere senza i suoi imperiosi "no che costringono a crescere".
Persino quel pistola del nipote ribelle, che dovrebbe essere già cresciuto da tempo, finirà per trarne un qualche giovamento.
Sua longa manus è il Pasotti, altra memorabile figurina da custodire gelosamente in un file protetto da dieci password.
Nelle pagine più consumate (da me), il nostro Satrapo preferito ordina alla moglie storna con gesti convulsi.
Nelle pagine più lise (da me), l' austriacante nasa prgmaticamente il popolino rigirandolo come un guanto con studiate domande in cerca di preziose dritte da servire poi sul vassoio alla Reggitrice.
Due veri Bargnìf all' opera.
La loro agnizione ha richiesto un secolo e mezzo, ma il Tempo, scorrendo, li esalta sempre più. Proprio mentre sbiadisce tutto il resto.
Da quanto detto finora mi si perdonerà una piccola reticenza.
Riferendomi al Fogazzaro, sostenevo più su di aver "...appena riletto il suo capolavoro...".
In realtà, ormai si sarà capito, ho riletto i soliti 4 memorabili capitoli, gli unici che continuano a durare e dureranno per sempre. Per sempre.
Il perchè ho cercato di spiegarlo fin dal titolo.
***
P.S. Bargnìf: forma dialettale insubrica con cui si designa il Demonio nell' atto di tramare.