Molte sono le ragioni addotte per spiegare la persistenza di questo divario [nella partecipazione al lavoro e nei compensi percepiti sul lavoro]. Per esempio, una spiegazione naturale e' che le pratiche di discriminazione rimangono, anche se ora sono meno evidenti, piu' sottili. Una seconda spiegazione e' che le donne preferiscono (o devono) posporre o addirittura non fare investimenti sulle proprie capacità per ragioni familiari. Senza voler nulla togliere a queste possibili spiegazioni, è stata avanzata recentemente una nuova ipotesi secondo la quale la differenza persistente tra uomini e donne potrebbe essere spiegata dal diverso atteggiamento assunto in contesti competitivi: gli uomini avrebbero una spinta più forte delle donne a raggiungere prestazioni superiori. Questa ipotesi e'stata sottoposta a una verifica sperimentale... dopo le suddette verifiche...cosa si può tentare di concludere? Dagli esperimenti parrebbe che uomini e donne, anche non della stessa eta' , reagiscono diversamente di fronte alla competizione, e che gli uomini hanno, per una qualche ragione, maggiori stimoli delle donne. Le ragioni per spiegare queste differenze possono essere diverse... comunque la differenza sembra esserci ed e' importante.
Aldo Rustichini - Donne, competizione e lavoro - La Voce