martedì 6 luglio 2010

Fatherhood 101



A proposito di padri geniali tirocinanti...

Nathaniel Hawthorne, Venti giorni con Julian (Adelphi 2004), 8 euro

Il 28 luglio 1851 Sophia, la moglie di Nathaniel Hawthorne, parte con le due figlie Una e Rose per far visita ai suoi genitori, lasciando a casa il marito e il figlio Julian di cinque anni, da soli. In quei venti giorni Hawthorne tiene un diario delle sue giornate con Julian. Il bagno la mattina, la pettinatura dei ricci, le passeggiate in campagna.

Il modo migliore per farsi un'idea o un'impressione vivida di un paesaggio è quello di sedervisi dinanzi e mettersi a leggere, o immergersi nei propri pensieri; così poi, quando gli occhi vengono attratti dal paesaggio, si ha la sensazione di cogliere la Natura alla sprovvista, vedendola prima che abbia il tempo di mutare aspetto. L'effetto non dura che un istante, e svanisce non appena se ne diviene consapevoli; ma, per quell'attimo, è reale. (...) Il mistero è svelato, e l'istante dopo ridiventa un mistero.

In questa intuizione di ars poetica, con la quale si conclude il diario dei venti giorni con Julian, sembra di poter scorgere il frutto di quelle giornate: preso dalle incombenze quotidiane che il figlio gli imponeva, Hawthorne non aveva tempo per grandi meditazioni. Eppure proprio facendo "altro", quasi inconsapevolmente, egli è riuscito a cogliere "alla sprovvista" la realtà viva delle cose e a comunicarla nelle parole del suo diario.
- Antonio Spadaro, "Civiltà cattolica” (gennaio 2010) qui