Il decreto sulle intercettazioni mobilità i giornalisti a difesa della libertà d' espressione. I giudici si uniscono solerti alla lotta.
ma sentite questa.
Scrive Bartolomeo Di Monaco:
Lo confesso: a vederlo e a sentirlo parlare, quel Luca Palamara, il presidente cioè dell’Anm, dà una sensazione sgradevole. Ha una espressione troppo furba per potergli credere. Dovessi stipulare un accordo con lui, mi farei assistere (avendone i mezzi, e non li ho) dai migliori specialisti internazionali. E non sarei sicuro lo stesso...
Insomma, Di Monaco ci rende noto che secondo lui Palamara ha una faccia "da furbetto".
Palamara querela chiedendo 100.000 euro di risarcimento e facendo chiudere il sito.
A quanto pare Di Monaco non puo' pensare che Palamaro abbia la faccia da furbetto.
Pensare certe cose è reato. Riferire il proprio pensiero è un crimine diffamatorio, come se il pensiero di Tizio appartenesse a Caio.
Io, povero ingenuo, credevo che la diffamazione si configurasse come una truffa. No! E' una vero e proprio limite alla libertà di pensiero. Una delle tante continuità tra democrazia e fascismo.