Il precdente post ha scatenato una discussione intorno all' esperienza musicale. A mio modo di vedere si è riecheggiato più o meno il dibattito tra strutturalisti e sostanzialisti, ma fa niente.
Dal punto di vista teorico, la spinta propulsiva della discussione sembra ora esaurirsi, attendiamo nuovi pretesti per riprenderla.
Ma che ne dite di spostare per un momento il boccino guardando agli stessi temi da un punto di vista empirico?
L' economia ci insegna che esistono due generi di attività umane: produzione e consumo.
In una società ordinata è il consumatore a "dettar legge", il contrario sarebbe segno di alienazione: noi mangiamo per vivere, mica viviamo per mangiare.
Lo stesso discorso si puo' fare per coloro che hanno a che fare con la musica: le attività faticose che intraprendono per comprendere la musica sono volte al godimento della stessa, altrimenti sarebbero solo punizioni auto inflitte.
E' plausibile che chi più gode della musica che ascolta, meglio abbia "investito" le sue risorse.
Impariamo quindi da chi "gode" di più.
Purtroppo non esiste un "feliciometro" per misurare questo genere di cose, cio' non significa che dobbiamo darci per vinti, forse esiste qualche proxy.
Si potrebbe misurare chi passa più tempo a "consumare musica". Ma bisogna fare attenzione.
Il consumo della musica indica un godimento reale solo se non ci sono motivazioni secondarie per spendere il tempo in quel modo.
Faccio qualche esempio.
Se ascolto un pezzo perchè domani lo devo suonare in concerto, evidentemente non sto "consumando musica" visto che cio' che faccio è funzionale alla mia imminente esibizione.
Non è la proxy che cerchiamo.
Sono sempre andato ad una miriade di concerti, ma ci andavo perchè ci andava la ragazza a cui facevo il filo, o cose del genere.
Per me il concerto è solo un pretesto per stare in compagnia, possono suonare Bach o gli Urinals, a me va bene.
Non solo, ai concerti si sta scomodi e non noto mai interesse reale per la musica, tant' è che chi si incontra lì parla poco di musica. Lavoro e famiglia sono argomenti molto più gettonati.
Avete notato che un concerto non capita mai al momento giusto?: quella musica è bella, per carità, ma, chissà perchè, ora vorreste piuttosto dormire, o perlomeno stravaccarvi sul vostro comodo divano. Invece non si puo'... su belli dritti e un po' di pazienza che tra poco è finito.
No, non è questo l' "ascolto" che cerchiamo.
Tizio idolatra una rock star comprando tutti i suoi dischi e saccheggiando il marchandising. Ma forse lo fa solo per "entrare in un gruppo esclusivo", per darsi un tono, non tanto per la musica in sè.
La nostra proxy non sta lì.
Caio ha una grande collezione, se la spolvera tutto il giorno e la vanta di fronte a tutti.
Il tempo che passa Caio con la musica in realtà è tempo passato con una collezione da esibire.
Con la Sara ascoltiamo spesso musica, ma il fine recondito è quello di prendere idee per concerti ed altre sue esibizioni. Capisco bene che quello non è realmente "ascolto".
Il pianista, tizio, caio, io, la sara, magari godiamo in quel che facciamo ma, in assenza di feliciometri, non possiamo testimoniarlo in modo attendibile.
Il vero ascolto deve essere gratuito per indicare un godimento.
Cosa intendere per ascolto gratuito?
Mi viene in mente Pincopalla: lui si chiude nella cameretta ed ascolta per ore la sua musica.
magari sono semplici files resettati l' indomani.
E' un' attività che probabilmente non gli servirà mai a nulla, non avrà mai modo di parlarne con nessuno sfoggiando conoscenze, non dovrà rispondere ad un' interrogazione.
Dei suoi ascolti non trapela nulla all' esterno, figuriamoci, i più credono che nella sua cameretta guardi la TV.
Persino ai concerti, dove spende parecchio, Pincopalla ci va praticamente in incognito. Non ha amici coinvolti in ambito musicale, non rischia inviti a cui dire di "sì" quando direbbe dei "no". Se vedi Pincopalla ad un concerto, è sicuro che è lì per la musica.
Non ci sono altre spiegazioni, Pincopalla è il nostro uomo, Pincopalla fa quello che fa solo perchè gode nel farlo.
Poichè Pincopalla è colui che più gode della musica, da un punto di vista meramente empirico è lecito pensare che sia anche quello che la capisce più a fondo.
Meditiamo su quanto tempo spendiamo in ascolti gratuiti e solitari, ascolti che non possono lanciare segnali di nessun tipo all' esterno. Il vantaggio dell' oggetto di questa meditazione è che si puo' anche misurare.
Meditiamoci, e la nostra coscienza davanti a quel numero (minuti/giorno) saprà dirci se abbiamo investito bene le risorse per "comprendere".
Dal punto di vista teorico, la spinta propulsiva della discussione sembra ora esaurirsi, attendiamo nuovi pretesti per riprenderla.
Ma che ne dite di spostare per un momento il boccino guardando agli stessi temi da un punto di vista empirico?
L' economia ci insegna che esistono due generi di attività umane: produzione e consumo.
In una società ordinata è il consumatore a "dettar legge", il contrario sarebbe segno di alienazione: noi mangiamo per vivere, mica viviamo per mangiare.
Lo stesso discorso si puo' fare per coloro che hanno a che fare con la musica: le attività faticose che intraprendono per comprendere la musica sono volte al godimento della stessa, altrimenti sarebbero solo punizioni auto inflitte.
E' plausibile che chi più gode della musica che ascolta, meglio abbia "investito" le sue risorse.
Impariamo quindi da chi "gode" di più.
Purtroppo non esiste un "feliciometro" per misurare questo genere di cose, cio' non significa che dobbiamo darci per vinti, forse esiste qualche proxy.
Si potrebbe misurare chi passa più tempo a "consumare musica". Ma bisogna fare attenzione.
Il consumo della musica indica un godimento reale solo se non ci sono motivazioni secondarie per spendere il tempo in quel modo.
Faccio qualche esempio.
Se ascolto un pezzo perchè domani lo devo suonare in concerto, evidentemente non sto "consumando musica" visto che cio' che faccio è funzionale alla mia imminente esibizione.
Non è la proxy che cerchiamo.
Sono sempre andato ad una miriade di concerti, ma ci andavo perchè ci andava la ragazza a cui facevo il filo, o cose del genere.
Per me il concerto è solo un pretesto per stare in compagnia, possono suonare Bach o gli Urinals, a me va bene.
Non solo, ai concerti si sta scomodi e non noto mai interesse reale per la musica, tant' è che chi si incontra lì parla poco di musica. Lavoro e famiglia sono argomenti molto più gettonati.
Avete notato che un concerto non capita mai al momento giusto?: quella musica è bella, per carità, ma, chissà perchè, ora vorreste piuttosto dormire, o perlomeno stravaccarvi sul vostro comodo divano. Invece non si puo'... su belli dritti e un po' di pazienza che tra poco è finito.
No, non è questo l' "ascolto" che cerchiamo.
Tizio idolatra una rock star comprando tutti i suoi dischi e saccheggiando il marchandising. Ma forse lo fa solo per "entrare in un gruppo esclusivo", per darsi un tono, non tanto per la musica in sè.
La nostra proxy non sta lì.
Caio ha una grande collezione, se la spolvera tutto il giorno e la vanta di fronte a tutti.
Il tempo che passa Caio con la musica in realtà è tempo passato con una collezione da esibire.
Con la Sara ascoltiamo spesso musica, ma il fine recondito è quello di prendere idee per concerti ed altre sue esibizioni. Capisco bene che quello non è realmente "ascolto".
Il pianista, tizio, caio, io, la sara, magari godiamo in quel che facciamo ma, in assenza di feliciometri, non possiamo testimoniarlo in modo attendibile.
Il vero ascolto deve essere gratuito per indicare un godimento.
Cosa intendere per ascolto gratuito?
Mi viene in mente Pincopalla: lui si chiude nella cameretta ed ascolta per ore la sua musica.
magari sono semplici files resettati l' indomani.
E' un' attività che probabilmente non gli servirà mai a nulla, non avrà mai modo di parlarne con nessuno sfoggiando conoscenze, non dovrà rispondere ad un' interrogazione.
Dei suoi ascolti non trapela nulla all' esterno, figuriamoci, i più credono che nella sua cameretta guardi la TV.
Persino ai concerti, dove spende parecchio, Pincopalla ci va praticamente in incognito. Non ha amici coinvolti in ambito musicale, non rischia inviti a cui dire di "sì" quando direbbe dei "no". Se vedi Pincopalla ad un concerto, è sicuro che è lì per la musica.
Non ci sono altre spiegazioni, Pincopalla è il nostro uomo, Pincopalla fa quello che fa solo perchè gode nel farlo.
Poichè Pincopalla è colui che più gode della musica, da un punto di vista meramente empirico è lecito pensare che sia anche quello che la capisce più a fondo.
Meditiamo su quanto tempo spendiamo in ascolti gratuiti e solitari, ascolti che non possono lanciare segnali di nessun tipo all' esterno. Il vantaggio dell' oggetto di questa meditazione è che si puo' anche misurare.
Meditiamoci, e la nostra coscienza davanti a quel numero (minuti/giorno) saprà dirci se abbiamo investito bene le risorse per "comprendere".