Potrà mai la dottrina sociale della Chiesa Cattolica essere compatibile con l' anarchia, ovvero con una società senza Stato?
Per quanto non siano alle viste sbocchi del genere, propenderei per il sì, almeno ragionando a livello teorico.
Ma quale via seguire? Mi sembra che esista una "mossa del cavallo" in grado di produrre lo scacco matto che cerchiamo.
Mettendo da parte i fronzoli, sappiamo che lo Stato si fonda su un atto coercitivo: il prelievo delle imposte.
L' art 2240 del Catechismo sembra avallare questa pratica.
La sottomissione all'autorità e la corresponsabilità nel bene comune comportano l'esigenza morale del versamento delle imposte, dell'esercizio del diritto di voto, della difesa del paese. Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il timore; a chi il rispetto, il rispetto
Si fa cenno al "bene comune", e qui facciamo una scoperta interessante: non per tutte le imposte esiste un obbligo di versamento, bensì solo per quelle "dovute", ovvero quelle indirizzate all' autorità legittima, quella che persegue il "bene comune".
Il concetto è bene espresso nell' art. 1897, qui si parla espressamente di "autorità legittima":
La convivenza fra gli esseri umani non può essere ordinata e feconda se in essa non è presente un'autorità legittima che assicuri l'ordine e contribuisca all'attuazione del bene comune in grado sufficiente.
Negli articoli successivi si rafforza il concetto di "legittimità" e di "bene comune".
Ed eccoci al passaggio decisivo; come deve essere perseguito il bene comune? Risponde un articolo chiave, il 1883:
... La dottrina della Chiesa ha elaborato il principio detto di sussidiarietà. Secondo tale principio, “una società di ordine superiore non deve interferire nella vita interna di una società di ordine inferiore, privandola delle sue competenze, ma deve piuttosto sostenerla in caso di necessità e aiutarla a coordinare la sua azione con quella delle altre componenti sociali, in vista del bene comune
Grazie GPII per questa gemma luminosa.
A questo punto direi che è fatta, la palla passa agli studiosi: basta dimostrare che "una società di ordine inferiore" è in grado di perseguire da sola il bene comune senza interferenze dall' alto che, anzi, si rivelano perlopiù dannose.
E' un compito proibitivo? Non penso, l' economia, con il suo individualismo metodologico, è la scienza più idonea per assolvere a questo compito, più di altre dimostra come il bene emerga dal basso, dalla fiducia nell' uomo e nella sua libertà. Il suo crescente primato tra le scienze sociali fa ben sperare. Mi sbaglio?
Naturalmente esistono molte "citazioni" tratte dai testi e dai documenti contrarie alla conclusione proposta. Ma ne esiste qualcuna che non puo' essere ricondotta nell' alveo proprio della Mossa del Cavallo?