Nella nuova enciclica papale ci sono tante cose che mi piacciono: innanzitutto c' è un forte richiamo alla Verità, e i relativisti sono serviti.
Manca anche cio' che molti pregustavano: l' anatema contro il "capitalismo globale". Meno male.
Ottimo passaggio: È... da ritenersi errata la visione di quanti pensano che l'economia di mercato abbia strutturalmente bisogno di una quota di povertà e di sottosviluppo per poter funzionare al meglio. La cresta dei teologi della liberazione si abbassa mestamente.
Per il nuovo Papa il mercato non sembra essere un male di per sè, speriamo che su questa base qualcosa in più possa essere costruito.
L' insistenza maggiore è portata sulla necessità che l' etica si affianchi all' economia.
Non riesco mai ad avere le idee chiare su questo punto e su cosa pensa chi lo propone.
Da un lato si propone l' ovvio. Ma dopo che abbiamo detto "fate i bravi" siamo punto e a capo. Che si fa?
Personalmente penso che l' etica "convenga": quindi la prassi migliore per promuoverla è pur sempre l' economia.
Il mercato assolve ad un duplice compito: 1) sviluppa un' efficienza allocativa delle risorse e 2) produce un evoluzione efficiente.
Ci si concentra sempre sulla prima funzione dimenticando la seconda.
Eppure l' evoluzione di cui si parla riguarda anche i sentimenti etici. Dove trovate gli standard etici più elevati? Nelle società di mercato. E qual è la direzione del nesso causale? Prima la ricchezza, poi il pensiero e la sensibilità.
Senza fiducia ed etica il mercato difficilmente funziona. Siccome ha voglia di "funzionare" tende a produrre queste risorse favorendo le società dove un giusto dosaggio della virtù è presente.
Tenere conto della funzione evolutiva ha un vantaggio: risponde alla domanda "che si fa dopo le prediche?". Si smette di predicare e si costruiscono mercati.