mercoledì 18 maggio 2016

La retorica buonista partorisce il leviatano

La seconda pagina del Corriere ospita due reazioni cattoliche alla legge sulle unioni civili:
Camillo Ruini sembrerebbe opporsi: rischio di derive!
Gualtiero Bassetti sembrerebbe non opporsi: ora un impegno per le famiglie.
Ma la dichiarazione più interessante è contenuta nell’intervento  del Vescovo di Perugia: non facciamo battaglie “contro”.
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Camillo Ruini e Gualtiero Bassetti non sembrano dunque in disaccordo sulla sostanza: entrambi vogliono un trattamento privilegiato per la famiglia tradizionale (FT) rispetto alla famiglia alternativa (FA). Tuttavia, Ruini sembra semplicemente opporsi ai privilegi concessi alla FA mentre Bassetti   sembra dire: concediamo pure dei privilegi alla FA ma aumentiamo quelli della FT; il sottotitolo curiale è evidente: in questo modo manterremo le distanze senza apparire “cattivi”.
Le motivazioni di Bassetti sembrerebbero quindi solo retoriche: la Chiesa persegua i suoi obbiettivi adottando una strategia buonista, ovvero evitando battaglie “contro” che ledano la sua reputazione.
Non ha tutti i torti: viviamo immersi nella “cultura del piagnisteo” e solo con la retorica buonista si fa carriera.
Ma tutto cio’ conduce all’esplosione dei privilegi: quando domani i sostenitori di FA invocheranno un adeguamento, i sostenitori di FT – ala bassettiana – pur di non fare “battaglie contro” risponderanno: “ok, purché i nostri privilegi aumentino ancora di più”.
Se questa è una delle dinamiche retoriche più consolidate, come sorprendersi se nel dopo guerra  la spesa pubblica sia letteralmente esplosa? Gli anni sessanta e la sindacalizzazione della società, d’altronde, segnano l’avvento del grande piagnisteo e il trionfo della retorica vittimista.
Bene, con queste premesse con chi deve stare un liberale? Con Ruini o con Bassetti?