mercoledì 11 maggio 2016

Bombati & Felici

Da padre apprensivo preferirei che mio figlio assumesse steroidi anabolizzanti piuttosto che giocare a rugby. Si tratta di sostanze certamente più sicure del rugby. O almeno, non conosco alcun caso di quadriplegia causato dagli steroidi.
Julian Savulescu (professore di “Etica Pratica” a Oxford)
ciclism
Se il problema del doping sportivo riguardasse la lealtà tra competitori, basterebbe non proibirlo e rendere tutto trasparente.
Se il problema del doping sportivo riguardasse l’alterata spontaneità delle performance, bisognerebbe vietare anche le diete, le medicine e gli esercizi.
Se il problema del doping sportivo riguardasse la sua pericolosità, bisognerebbe vietare interi sport come la formula uno, il rally, eccetera.
Ma forse il problema del doping sportivo riguarda il fatto che noi fans siamo interessati solo alla PRESTAZIONE RELATIVA. Ci interessa che la Juve batta il Napoli e non come gioca la Juve.
Il doping tra carpentieri non è vietato perché lì la prestazione relativa non ci interessa come fine ultimo: prendiamo semplicemente atto che Gianni lavora più intensamente di Alfredo e scegliamo lui per i lavori di casa, sono quelli il fine ultimo. Tuttavia, se il doping sportivo fosse liberalizzato le gerarchie rimarrebbero immutate, per contro i danni alla salute e l’artificiosità rimarrebbero. In altri termini: avremmo solo il negativo senza il positivo. In questo caso è razionale proibire.
Ma se è così perché nessuno si interessa sul serio al campionato dei Pulcini o a quello Femminile (tranne qualche genitore rinco e qualche fidanzato disperato)? Forse perché noi siamo interessati anche alla PRESTAZIONE ASSOLUTA e non solo a quella relativa. In questo caso…
Conclusione: quanto più il tifo cieco prevale sulla sportività disinteressata, tanto più ha senso vietare il doping.
Lettura consigliataHuman Enhancement di Julian Savulescu e Nick Bost