Raccontare storie in termini di “buoni e cattivi” abbassa l’intelligenza di chi ascolta, al punto che spesso non ci si riprende mai più.
Individuare un buon great divide è decisivo per condurre una discussione fruttuosa, e un buon great divide lo vedi dal fatto che tu stesso non riesci a prendere posizione.
Un “garantista” ti racconterà la “giustizia” opponendo il suo partito a quello dei “forcaioli”. Un “integerrimo” ti racconterà la sua coraggiosa battaglia contro i “corrotti”. Ma così è troppo facile, si puo’ fare meglio e raccontare una storia più appassionante.
Propongo un great divide più interessante: garantista è chi preferisce condanne più certe da abbinare a pene più dure. Il giustizialista tollera invece condanne più frequenti a fronte di pene più miti.
La condanna, per poter essere praticamente certa, di fatto consentirà a molti di farla franca, e per mantenere inalterata la deterrenza della pena occorrerà rendere quest’ultima più severa. Ebbene, il garantista sceglie proprio questa strada: meglio dieci colpevoli fuori che un innocente in galera. Ma la galera poi deve essere vera galera.
Il giustizialista sceglie la strada contraria: se nel suo mondo per condannare basta poco (meno garanzie), allora non saranno necessarie pene dure, la deterrenza è già assicurata.
Personalmente, simpatizzo per il giustizialista. Nel suo mondo le punizioni possono essere più “rapide e coerenti”. Rapide perché non sono necessari processi molto articolati, coerenti perché facilmente collegabili col misfatto. Da genitore so che questo è il modo migliore di punire.
Inoltre, scorgo un’ altra conseguenza per me allettante: aumentare le condanne si puo’ fare indebolendo le prove necessarie ma anche aumentando i controlli preventivi. Il miglior modo per aumentare i controlli è diminuire i reati depenalizzando certi comportamenti: i poliziotti impegnati a reprimere le bische clandestine o lo spaccio di marjuana potranno concentrarsi per esempio sugli scippi. Insomma, il costo di una diminuzione dei reati è più basso per il giustizialista.
Pochi reati significa anche meno leggi e più chiarezza. E allora i conti tornano poiché la pena diventa: “rapida, coerente e anche chiara”. Un genitore sa che questo è il massimo.
La posizione giustizialista forse agevola anche il reinserimento del delinquente: più numerose sono le condanne, meno accentuato è lo stigma sociale.
La posizione giustizialista, forse, è anche più efficiente in senso assoluto: finora ho ipotizzato individui neutrali al rischio ma probabilmente i delinquenti sono propensi al rischio, altrimenti si auto-infliggerebbero delle mini-punizioni preventive come facciamo tutti noi onesti lavoratori. E’ normale che individui propensi al rischio temano di più la soluzione giustizialista rispetto a quella garantista.