giovedì 7 agosto 2008

La battaglia sulla beneficenza

La Sinistra puo' vantare una solida tradizione di pensiero contro le pratiche caritative.

... una società giusta è una società che non ha bisogno di carità...
Ralph Nader

... la virtù più sopravvalutata è quella esercitata dal donatore. Il "dare" rinforza il nostro ego e il nostro senso di superiorità... quasi sempre "dare" è un piacere egoistico... guardate la nostra società, a dare con apparente magnanimità sono proprio coloro che hanno dimostrato maggiore grettezza...
John Steinbeck


... la retorica della generosità è sempre convissuta con quella della repressione... non è che la filantropia e l' invito a prendersi cura dell' altro siano insufficienti a governare il problema sociale, è che sono funzionali alla sottomissione dei più deboli..."
David Wagner

... sollecitare lo sforzo volontario e la donazione è funzionale alla distruzione dei "diritti"...
Janet Poppendieck

I legami con la tradizione marxista sono evidenti.

Ma anche la destra ha visto di cattivo occhio la carità.

Basti pensare ai darwinisti sociali che si rifanno a Herbert Spencer: una diffusa beneficenza impedirebbe alla selezione naturale di svolgere a dovere il suo compito.

Ricordo anche un bel libro di Sergio Ricossa: Contro la Beneficenza.

Sempre a destra, c'è chi, pur assumendo l' aiuto ai bisognosi, vorrebbe assegnarlo ad organizzazioni profit anzichè alla carica dei volontari. Parlo di Brian Miklethwait (Against Charity). Il motivo naturalmente sarebbe quello dell' efficienza.

Arthur Brooks fa giustizia di queste posizioni: prosperità e generosità vanno a braccetto, l' una rinforza l' altra.



Teorie che spieghino questo legame sono già bell' e pronte.

Robert Putnam ci parla del capitale sociale, una ricchezza che il dono contribuisce a costruire.

George Gilder constata come il capitalismo si fondi sulla fiducia, una qualità decisiva anche per l' atto caritatevole. La comune fondazione lega le due pratiche.

Thorstein Veblen nota come la carità sia raccomandata da un ethos che predica anche l' industriosità.

Victor Frankl vede nell' atto di generosità un atto significativo. Chi lo compie ritrova un senso e un' energia che si riflette anche nei suoi affari personali.

Insomma, capitalismo e generosità si fondano e producono fiducia. Avendo in comune questa risorsa non possono che farsi reciproca e proficua compagnia.

Certo, l' elemosina puo' danneggiare il ricevente se ripetuta ed acritica. Ma è sul donatore che dobbiamo concentrarci per isolare la carica positiva e arricchente di queste pratiche. Perchè si manifestino appieno l' atto della donazione deve essere volontario.

Arthur Brooks si occupa degli "hard data" (capitolo 7) e conferma le ipotesi pro-charity.