Tempo di crisi, gli affari languono, il lavoro pure. Il governo, secondo la ricetta neo-keynesiana, è chiamato a "stimolare" l' economia creando così nuovi posti di lavoro.
Ma ci vogliono idee.
Eccone una singolare che riguarda la creazione di nuovo orologio per la stazione di Rotterdam.
Gli operai sono chiamati allo smontaggio/montaggio ogni minuto della giornata. Nessun problema, i turni coprono le 24 ore.
Cosa? C' è qualcosa che non va?
Ma come, gran parte di noi, con qualche piccola modifica, accetta logiche del genere.
D' altronde basterebbe testare le reazioni solidali nel vedere gli operai arrampicati per protesta sulla torre più alta dopo il ripristino dell' orologio digitale.
E magari molti di noi hanno lavori che rientrano nella medesima logica di "stimolo" all' economia.
lunedì 21 dicembre 2009
Cugini
Il matrimonio di due primi cugini fa un po' impressione. Perchè?
Ok, c' è quella storia sui figli a rischio. Ma un rischio del genere è stato di gran lunga sovrastimato, oggi ne sappiamo di più. E poi, perchè l' amore trionfi non vale la pena di correre qualche rischio?
Ammettiamo pure che il rischio fosse azzerato, resta comunque un certo fastidio nella percezione che abbiamo della cosa. Perchè?
Qualcuno parla di "piano inclinato": cambiare idea su qualcosa ce la farà cambiare anche su cio' che oggi giudichiamo rettamente.
Non mi sembra un grande argomento, dal punto di vista etico sarebbe come punire i figli per le colpe dei padri; mi ricorda poi quello opposto a chi perora i matrimoni omosessuali. Se è l' unico in mano, la vedo molto grigia.
Non c' è proprio nulla di più serio?
Se davvero le "sensazioni" che distorcono i nostri giudizi esistono e sono tanto forti, ecco provata l' utilità di privatizzare i matrimoni.
P.S. la comunity dei cugini sposati.
P.S. indagine negli USA.
P.S. l' argomento del "piano inclinato" non avrà molta sostanza ma ha pur sempre un suo "perchè". Spiega per esempio la voglia che mi è venuta di passare dai "cugini" alla "poligamia".
Ok, c' è quella storia sui figli a rischio. Ma un rischio del genere è stato di gran lunga sovrastimato, oggi ne sappiamo di più. E poi, perchè l' amore trionfi non vale la pena di correre qualche rischio?
Ammettiamo pure che il rischio fosse azzerato, resta comunque un certo fastidio nella percezione che abbiamo della cosa. Perchè?
Qualcuno parla di "piano inclinato": cambiare idea su qualcosa ce la farà cambiare anche su cio' che oggi giudichiamo rettamente.
Non mi sembra un grande argomento, dal punto di vista etico sarebbe come punire i figli per le colpe dei padri; mi ricorda poi quello opposto a chi perora i matrimoni omosessuali. Se è l' unico in mano, la vedo molto grigia.
Non c' è proprio nulla di più serio?
Se davvero le "sensazioni" che distorcono i nostri giudizi esistono e sono tanto forti, ecco provata l' utilità di privatizzare i matrimoni.
P.S. la comunity dei cugini sposati.
P.S. indagine negli USA.
P.S. l' argomento del "piano inclinato" non avrà molta sostanza ma ha pur sempre un suo "perchè". Spiega per esempio la voglia che mi è venuta di passare dai "cugini" alla "poligamia".
sabato 19 dicembre 2009
Classi genetiche
In futuro sarà più facile testare geneticamente le persone.
Che bello! Conoscendo le nostre predisposizioni, saremo in grado di orientare il nostro stile di vita in modo da ridurre il rischio di malattie. Anche le medicine saranno "personalizzate". Individueremo in anticipo anche le professioni in cui abbiamo maggior possibilità di successo.
Purtroppo non mancheranno le situazioni imbarazzanti. Il datore di lavoro potrebbe discriminare in base a queste informazioni. Nessuno affiderebbe la propria impresa ad un manager ad alto rischio di morire, così come a persone del genere nessuno stipulerebbe un mutuo. Mi chiedo anche chi li sposerebbe. Se la mia vita non è sufficientemente lunga, perchè studiare? Non parliamo poi dei test usati per l' ammissione all' Università, saranno la norma. Anche la programmazione dei nascituri diverrà pratica comune. Le assicurazioni sulla vita spariranno, o decuplicheranno i premi visto che solo i moribondi si presenteranno allo sportello. Già oggi l' aspetto fisico è fortemente legato al successo grazie all' autostima che procura, figuriamoci quando conosceremo le nostre predisposizioni genetiche. La nozione di "merito" diventerà più ambigua e, oltretutto, si inaspriranno le diseguaglianze di reddito fondate proprio su simili ambiguità.
Tanto più una società fronteggerà il lato imbarazzante della faccenda ponendo limiti e proibizioni, quanto più arretrerà rispetto alle altre in termini di ricchezza e potenza, fino a perdere ogni rilievo.
Al di là del suo valore etico, la libertà resterà importante?
Io penso di sì: come potremo testare la bontà dei test e magari migliorarli? Solo la libertà fornisce il sistema informativo per progressi del genere.
***
riflessione su un articolo di Luigi Zingales, 24 ore 13.12.2009
Che bello! Conoscendo le nostre predisposizioni, saremo in grado di orientare il nostro stile di vita in modo da ridurre il rischio di malattie. Anche le medicine saranno "personalizzate". Individueremo in anticipo anche le professioni in cui abbiamo maggior possibilità di successo.
Purtroppo non mancheranno le situazioni imbarazzanti. Il datore di lavoro potrebbe discriminare in base a queste informazioni. Nessuno affiderebbe la propria impresa ad un manager ad alto rischio di morire, così come a persone del genere nessuno stipulerebbe un mutuo. Mi chiedo anche chi li sposerebbe. Se la mia vita non è sufficientemente lunga, perchè studiare? Non parliamo poi dei test usati per l' ammissione all' Università, saranno la norma. Anche la programmazione dei nascituri diverrà pratica comune. Le assicurazioni sulla vita spariranno, o decuplicheranno i premi visto che solo i moribondi si presenteranno allo sportello. Già oggi l' aspetto fisico è fortemente legato al successo grazie all' autostima che procura, figuriamoci quando conosceremo le nostre predisposizioni genetiche. La nozione di "merito" diventerà più ambigua e, oltretutto, si inaspriranno le diseguaglianze di reddito fondate proprio su simili ambiguità.
Tanto più una società fronteggerà il lato imbarazzante della faccenda ponendo limiti e proibizioni, quanto più arretrerà rispetto alle altre in termini di ricchezza e potenza, fino a perdere ogni rilievo.
Al di là del suo valore etico, la libertà resterà importante?
Io penso di sì: come potremo testare la bontà dei test e magari migliorarli? Solo la libertà fornisce il sistema informativo per progressi del genere.
***
riflessione su un articolo di Luigi Zingales, 24 ore 13.12.2009
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venerdì 18 dicembre 2009
I fatti sono matematica
Se si vuole dimostrare l' esistenza di Dio, i fatti innanzitutto.
I fatti sono materia e la materia è matematica.
La struttura portante che costituisce la materia (quark, bosoni...) non è osservabile, è solo una formulazione matematica.
Non è un caso quindi se l' Universo puo' essere espresso in modo sorperendentemente fedele ricorrendo al metodo matematico.
L' Universo è una matematica che "esiste", guarda ai "fatti" come a teoremi di un sistema matematico, come a sviluppi di alcuni assiomi di base. Credi nell' esistenza del reale? Sì. Questo testimonia che ne intuiamo il fondamento. Un fondamento che esiste in modo staccato dalla struttura. Dio è questo fondamento.
Non è molto ma è tanto.
Per rendere Dio antropomorfo posso immaginarlo come una mente che crea pensando la matematica dell' Universo. Forse non è il massimo ma mi sembra abbastanza ragionevole rappresentarselo così.
I fatti sono materia e la materia è matematica.
La struttura portante che costituisce la materia (quark, bosoni...) non è osservabile, è solo una formulazione matematica.
Non è un caso quindi se l' Universo puo' essere espresso in modo sorperendentemente fedele ricorrendo al metodo matematico.
L' Universo è una matematica che "esiste", guarda ai "fatti" come a teoremi di un sistema matematico, come a sviluppi di alcuni assiomi di base. Credi nell' esistenza del reale? Sì. Questo testimonia che ne intuiamo il fondamento. Un fondamento che esiste in modo staccato dalla struttura. Dio è questo fondamento.
Non è molto ma è tanto.
Per rendere Dio antropomorfo posso immaginarlo come una mente che crea pensando la matematica dell' Universo. Forse non è il massimo ma mi sembra abbastanza ragionevole rappresentarselo così.
giovedì 17 dicembre 2009
Se l' è cercata!
Nella puntata di fahre linkata dalla preziosa Valeria l' attentato a B. è sviscerato con dovizia.
Sintesi del dibattito prima di ascoltare: Berlusconi se l' è cercata.
Sintesi dopo l' ascolto: Berlusconi se l' è cercata e gli è andata pure bene.
Prende la parola Raffaele Simone, intellettuale a me sconosciuto ma che dispiega subito ottime credenziali per essere accettato nella tribuna da cui arringa.
Pronti, via: Berlusconi utilizza pratiche hitleriane.
Grande Boschetti!
E' poi la volta dello spericolato Belpoliti.
Per lui Berlusconi s' ispira ai Re Medievali: santifica il suo corpo (parla seriamente il Belpoliti). Così facendo, chiama a sè l' opposizione politica che si merita, quella che i corpi li sfregia e desacralizza.
Forse voi credevate che Berlusconi avesse ricevuto in faccia una statuetta del Duomo di Milano. Sbagliato, dopo la decostruzione belpolitiana scopriamo che erano solo le parole di Berlusconi stesso che tornavano indietro:
Ci si lamenta che l' economista sia oggi l' intellettuale egemone, che il suo pensiero pragmatico monopolizzi le decisioni chiave della Società in cui viviamo.
Ascoltando però certe cacofonie fahrenettiane a cura di intellettuali trasgressivi dallo stipendio fisso, viene da esclamare: "meno male!". Non vorrei mai che qualche linguista-semiologo metta piede fuori dall' aula universitaria.
Sintesi del dibattito prima di ascoltare: Berlusconi se l' è cercata.
Sintesi dopo l' ascolto: Berlusconi se l' è cercata e gli è andata pure bene.
Prende la parola Raffaele Simone, intellettuale a me sconosciuto ma che dispiega subito ottime credenziali per essere accettato nella tribuna da cui arringa.
Pronti, via: Berlusconi utilizza pratiche hitleriane.
Grande Boschetti!
E' poi la volta dello spericolato Belpoliti.
Per lui Berlusconi s' ispira ai Re Medievali: santifica il suo corpo (parla seriamente il Belpoliti). Così facendo, chiama a sè l' opposizione politica che si merita, quella che i corpi li sfregia e desacralizza.
Forse voi credevate che Berlusconi avesse ricevuto in faccia una statuetta del Duomo di Milano. Sbagliato, dopo la decostruzione belpolitiana scopriamo che erano solo le parole di Berlusconi stesso che tornavano indietro:
Ci si lamenta che l' economista sia oggi l' intellettuale egemone, che il suo pensiero pragmatico monopolizzi le decisioni chiave della Società in cui viviamo.
Ascoltando però certe cacofonie fahrenettiane a cura di intellettuali trasgressivi dallo stipendio fisso, viene da esclamare: "meno male!". Non vorrei mai che qualche linguista-semiologo metta piede fuori dall' aula universitaria.
Colombiani dimmmeeerda... ta-ta-ta-ta...
Ieri abbiamo visto Scarface.
Nessuno va al sodo come Tony Montana, riesce sempre a trovare la via più breve.
Nessuno vede il "sodo" come lo sguardo di Al Pacino, nessuno lo filma meglio di De Palma.
Alla fine di sodo c' è solo il muro contro cui tutti vanno a sbattere. Tutti sanno che c' è, anche noi spettatori, i corvi funebri gracchiano dall' inizio del film, eppure non disturbano. L' importante è sbattere a 100 all' ora facendo un bel botto. Il botto di Tony ancora echeggia in tutte le sale cinematografiche.
La strategia di chi "vede, prende e scappa" confonde il nemico che si aspetta una strategia. E' così che vengono spiazzati gli avversari di Tony.
L' ascesa di Tony non è contrassegnata da schermaglie e "mosse" a sorpresa. E' una sorprendente corsa a perdifiato.
Tony piace ai ragazzini della terza media che bigiano e vanno nel bosco a sfogliare i giornaletti porno; si prosegue sparando con la carabina ai tronchi, la retina ancora intasata da cazzi assurdi.
Tony rincuora chi non riesce a concentrarsi sulle espressioni e l' area del trapezio. Indica un futuro radioso, pieno di ricchezze impreziosite da morte e cicatrici.
I Guappi di Gomorra giocano con l' arma ripetendo le battute di Tony. L' infantilismo di successo li ha sedotti.
Tony. Chi odia il mondo pur essendone avido è condannato a riprodurne la smorfia mentre spara ai colombiani, e poi anche quella disgustosa con cui guarda e stringe il malloppo. Ma in fondo tutti noi sappiamo che non si tratta di avidità.
Non è avidità, è cattiveria.
Tony da piccolo a Cuba era pestato regolarmente dai compagni di scuola e di carcere, la sua statura fisica era per loro un lasciapassare. De Palma non ne parla e fa bene: perchè perdere tempo quando qui a Miami c' è tanto "sodo" da raccontare e il film dura solo 95 minuti. Perchè perdere tempo quando noi sappiamo già tutto; noi che abbiamo osservato come guarda il prossimo, noi che l' abbiamo visto sacrificare tutto per qualche dollaro in più... ben sapendo che quei dollari erano solo una maschera dell' onore.
Nessuno va al sodo come Tony Montana, riesce sempre a trovare la via più breve.
Nessuno vede il "sodo" come lo sguardo di Al Pacino, nessuno lo filma meglio di De Palma.
Alla fine di sodo c' è solo il muro contro cui tutti vanno a sbattere. Tutti sanno che c' è, anche noi spettatori, i corvi funebri gracchiano dall' inizio del film, eppure non disturbano. L' importante è sbattere a 100 all' ora facendo un bel botto. Il botto di Tony ancora echeggia in tutte le sale cinematografiche.
La strategia di chi "vede, prende e scappa" confonde il nemico che si aspetta una strategia. E' così che vengono spiazzati gli avversari di Tony.
L' ascesa di Tony non è contrassegnata da schermaglie e "mosse" a sorpresa. E' una sorprendente corsa a perdifiato.
Tony piace ai ragazzini della terza media che bigiano e vanno nel bosco a sfogliare i giornaletti porno; si prosegue sparando con la carabina ai tronchi, la retina ancora intasata da cazzi assurdi.
Tony rincuora chi non riesce a concentrarsi sulle espressioni e l' area del trapezio. Indica un futuro radioso, pieno di ricchezze impreziosite da morte e cicatrici.
I Guappi di Gomorra giocano con l' arma ripetendo le battute di Tony. L' infantilismo di successo li ha sedotti.
Tony. Chi odia il mondo pur essendone avido è condannato a riprodurne la smorfia mentre spara ai colombiani, e poi anche quella disgustosa con cui guarda e stringe il malloppo. Ma in fondo tutti noi sappiamo che non si tratta di avidità.
Non è avidità, è cattiveria.
Tony da piccolo a Cuba era pestato regolarmente dai compagni di scuola e di carcere, la sua statura fisica era per loro un lasciapassare. De Palma non ne parla e fa bene: perchè perdere tempo quando qui a Miami c' è tanto "sodo" da raccontare e il film dura solo 95 minuti. Perchè perdere tempo quando noi sappiamo già tutto; noi che abbiamo osservato come guarda il prossimo, noi che l' abbiamo visto sacrificare tutto per qualche dollaro in più... ben sapendo che quei dollari erano solo una maschera dell' onore.
Il denaro come maschera
Il nostro agire è motivato quasi sempre dal conseguimento o dalla difesa di uno status.
D' altronde, agire per conseguire o difendere uno status, degrada il nostro status.
Ecco che diventa estremamente utile una maschera che non freni l' azione ma copra le reali motivazioni.
Spesso i soldi sono la maschera più impermeabile: facendo credere che lo facciamo per i soldi evitiamo di ergerci moralmente al punto di essere sospetti.
D' altronde, agire per conseguire o difendere uno status, degrada il nostro status.
Ecco che diventa estremamente utile una maschera che non freni l' azione ma copra le reali motivazioni.
Spesso i soldi sono la maschera più impermeabile: facendo credere che lo facciamo per i soldi evitiamo di ergerci moralmente al punto di essere sospetti.
Perchè la Borsa è infallibile
Perchè presupporla tale ci fa capire molte cose.
Negarlo, per contro, ci rende solo ignoranti.
Da leggere tutto. Più volte.
Negarlo, per contro, ci rende solo ignoranti.
Da leggere tutto. Più volte.
mercoledì 16 dicembre 2009
Le 4 vie
la libertà è stata difesa dagli economisti seguendo quattro vie:
1) procura i giusti incentivi (Friedman);
2) elabora il costo soggettivo (Buchanan);
3) elabora la razionalità limitata e l' informazione dispersa (Hayek);
4) seleziona in modo efficiente (Malthus-Spencer).
1) procura i giusti incentivi (Friedman);
2) elabora il costo soggettivo (Buchanan);
3) elabora la razionalità limitata e l' informazione dispersa (Hayek);
4) seleziona in modo efficiente (Malthus-Spencer).
Anima dell' Economia ed Economia dell' Anima
1***
"Quanto costa?"
Domanda banale, solo per il contabile.
Lui crede che un SUV costi 80.000 euro per il semplice fatto che me lo danno se sgancio 80.000 euro. Illuso.
L' economista (che è un filosofo) invece sa che la questione del "costo" implica la questione dell' interiorità più recondita. Parliamo pure di Anima senza timore.
Nella vicenda ci sono implicate almeno due componenti irriducibilmente soggettive:
1. il costo opportunità
2. il costo etco (o psicologico)
2***
Se in mano ho 80.000 euro e l' unico investimento possibile è l' acquisto del SUV, allora il costo di quest' ultimo è per me nullo. L' alternativa al SUV sarebbe un bel fuocherello alimentato dalla carta (moneta).
Magari a me piacciono i fuochi, specie se di carta-moneta. Oppure della moneta mi piace l' odore. Lo trovo confortante.
Per ogni individuo e in ogni istante c' è un panorama di alternative differente e pronto a sparire non appena la scelta è compiuta.
3***
Se avessi a disposizione invece un' infinità di merci di mio gradimento dai prezzi più variegati, e, nonostante tutto, mi decidessi per il SUV, qualcuno potrebbe illudersi di avere in mano il costo reale del SUV.
Sbagliato. La mia spiccata sensibilità ambientale - faccio un esempio - fa salire il costo del SUV: inquinare mi dispiace. Se non mi dispiacesse il costo del SUV sarebbe inferiore.
4***
L' osservatore non ci capisce più niente: i costi etici sono inaccessibili e, una volta che ho speso i miei 80.000 euro, anche le alternative finiscono nel nulla. In altri termini, l' osservatore ha ben poco da osservare.
5***
Tesi: l' Anima è l' unica variabile fondamentale per il calcolo del costo economico.
6***
Il calcolo dei costi è inaccessibile perchè l' Anima delle persone è inaccessibile.
7***
Eppure il calcolo dei costi è fondamentale: sbagliarlo ci rende poveri e infelici. Gli economisti direbbero "inefficienti". Come posso produrre una Scuola, per esempio, se non so neanche quanto costa?!
8***
Dicevamo che l' Osservatore ha ben poco da osservare. Anche questo è sbagliato.
Puo' osservare le scelte dell' individuo. Sono l' unico specchio in cui si riflette l' Anima per affiorare in superficie. Se preferisco A a B, la mia Anima dà un' indicazione di costo.
9***
La scelta è al centro della società libertaria. Nessuna proibizione: diritto di scelta e centralità dell' Anima. La società libertaria è l' unica che s' inchina e rispetta l' Anima.
10***
Chalmers lo ha spiegato: chi non crede all' Anima, crede all' Uomo-zombie. Non ci sono alternative.
L' Uomo-zombie agisce come governato da un software.
11***
Chi concepisce l' uomo come uno zombie non è interessato granchè alla scelta dell' uomo, non percepisce l' utilità sociale di un tale atto; è interessato piuttosto al software che lo governa. Una volta che l' ha ricostruito, conoscerà l' esatto "costo" delle cose e saprà se vale la pena di costruire la Scuola a cui accennavamo.
12***
Lo Stato e i burocrati sono lo strumento su cui puntano gli "zombisti". Abusare dello Stato è una loro prerogativa, anche crederlo necessario rispecchia una sottovalutazione dell' Anima.
13***
Considerare la soggettività dei costi è un buon modo per difendere la Libertà. Credere nell' esistenza di un' Anima insondabile è poi il modo migliore.
14***
Le considerazione di cui sopra seguono una rilettura in treno di "Costo e Scelta" di James Buchanan. E' bello sapere che s' ispirò ai grandi scienziati delle finanze italiani.
"Quanto costa?"
Domanda banale, solo per il contabile.
Lui crede che un SUV costi 80.000 euro per il semplice fatto che me lo danno se sgancio 80.000 euro. Illuso.
L' economista (che è un filosofo) invece sa che la questione del "costo" implica la questione dell' interiorità più recondita. Parliamo pure di Anima senza timore.
Nella vicenda ci sono implicate almeno due componenti irriducibilmente soggettive:
1. il costo opportunità
2. il costo etco (o psicologico)
2***
Se in mano ho 80.000 euro e l' unico investimento possibile è l' acquisto del SUV, allora il costo di quest' ultimo è per me nullo. L' alternativa al SUV sarebbe un bel fuocherello alimentato dalla carta (moneta).
Magari a me piacciono i fuochi, specie se di carta-moneta. Oppure della moneta mi piace l' odore. Lo trovo confortante.
Per ogni individuo e in ogni istante c' è un panorama di alternative differente e pronto a sparire non appena la scelta è compiuta.
3***
Se avessi a disposizione invece un' infinità di merci di mio gradimento dai prezzi più variegati, e, nonostante tutto, mi decidessi per il SUV, qualcuno potrebbe illudersi di avere in mano il costo reale del SUV.
Sbagliato. La mia spiccata sensibilità ambientale - faccio un esempio - fa salire il costo del SUV: inquinare mi dispiace. Se non mi dispiacesse il costo del SUV sarebbe inferiore.
4***
L' osservatore non ci capisce più niente: i costi etici sono inaccessibili e, una volta che ho speso i miei 80.000 euro, anche le alternative finiscono nel nulla. In altri termini, l' osservatore ha ben poco da osservare.
5***
Tesi: l' Anima è l' unica variabile fondamentale per il calcolo del costo economico.
6***
Il calcolo dei costi è inaccessibile perchè l' Anima delle persone è inaccessibile.
7***
Eppure il calcolo dei costi è fondamentale: sbagliarlo ci rende poveri e infelici. Gli economisti direbbero "inefficienti". Come posso produrre una Scuola, per esempio, se non so neanche quanto costa?!
8***
Dicevamo che l' Osservatore ha ben poco da osservare. Anche questo è sbagliato.
Puo' osservare le scelte dell' individuo. Sono l' unico specchio in cui si riflette l' Anima per affiorare in superficie. Se preferisco A a B, la mia Anima dà un' indicazione di costo.
9***
La scelta è al centro della società libertaria. Nessuna proibizione: diritto di scelta e centralità dell' Anima. La società libertaria è l' unica che s' inchina e rispetta l' Anima.
10***
Chalmers lo ha spiegato: chi non crede all' Anima, crede all' Uomo-zombie. Non ci sono alternative.
L' Uomo-zombie agisce come governato da un software.
11***
Chi concepisce l' uomo come uno zombie non è interessato granchè alla scelta dell' uomo, non percepisce l' utilità sociale di un tale atto; è interessato piuttosto al software che lo governa. Una volta che l' ha ricostruito, conoscerà l' esatto "costo" delle cose e saprà se vale la pena di costruire la Scuola a cui accennavamo.
12***
Lo Stato e i burocrati sono lo strumento su cui puntano gli "zombisti". Abusare dello Stato è una loro prerogativa, anche crederlo necessario rispecchia una sottovalutazione dell' Anima.
13***
Considerare la soggettività dei costi è un buon modo per difendere la Libertà. Credere nell' esistenza di un' Anima insondabile è poi il modo migliore.
14***
Le considerazione di cui sopra seguono una rilettura in treno di "Costo e Scelta" di James Buchanan. E' bello sapere che s' ispirò ai grandi scienziati delle finanze italiani.
Matrix
Non l' ho capito.
Ma come fa a morire veramente chi muore in Matrix? Matrix non è solo un videogioco?
Quando muoio in sogno non muoio nella realtà. Non mi faccio neanche un graffio.
Riesco tranquillamente a concepire come verosimili anche le situazioni più improbabili: basta collocarle opportunamente lontano nel tempo.
Sono le situazioni impossibili a mandarmi in bestia.
Tutto il contrario la Sara, che si è goduta il film spassandosela come non mai incurante delle mie petulanti richieste d' informazione.
P.S. In realtà una spiegazione cervellotica esisterebbe. Giocare ai videogiochi ha anche ripercussioni reali: se perdo mi dispiaccio, per esempio. Cio' implica che la realtà virtuale puo' agire sul mio corpo reale. Mi deve bastare questo per spiegare il sangue che perdo sul cuscino quando inciampo e cado in sogno?
P.S. A proposito di film. Domani, in allegato ad un Foglio da 5.9 euro, esce il libro di Mariarosa Mancuso. Impagabile la prefa di Aldo Grasso anticipata sul corriere di oggi (link disponibile domani)(siccome oggi è domani, ecco il link).
Ma come fa a morire veramente chi muore in Matrix? Matrix non è solo un videogioco?
Quando muoio in sogno non muoio nella realtà. Non mi faccio neanche un graffio.
Riesco tranquillamente a concepire come verosimili anche le situazioni più improbabili: basta collocarle opportunamente lontano nel tempo.
Sono le situazioni impossibili a mandarmi in bestia.
Tutto il contrario la Sara, che si è goduta il film spassandosela come non mai incurante delle mie petulanti richieste d' informazione.
P.S. In realtà una spiegazione cervellotica esisterebbe. Giocare ai videogiochi ha anche ripercussioni reali: se perdo mi dispiaccio, per esempio. Cio' implica che la realtà virtuale puo' agire sul mio corpo reale. Mi deve bastare questo per spiegare il sangue che perdo sul cuscino quando inciampo e cado in sogno?
P.S. A proposito di film. Domani, in allegato ad un Foglio da 5.9 euro, esce il libro di Mariarosa Mancuso. Impagabile la prefa di Aldo Grasso anticipata sul corriere di oggi (link disponibile domani)(siccome oggi è domani, ecco il link).
Il fumo uccide. Forse.
Mi ricordo ancora della Signorina Cuorisolitari, una tipa vogliosa di "convolare" al più presto. Ma era anche una persona con la testa sulle spalle, cercava un compagno affidabile e i suoi conti li sapeva fare.
Di solito usciva il Giovedì e il Sabato, in occasione di queste serate incontrava due gruppi di potenziali consorti, i primi frequentavano la palestra, gli altri l' ambiente di lavoro.
Da fonti accurate sapeva che per conoscere un ragazzo intelligente alle feste del Giovedì, doveva approcciare uomini barbuti. Era una semplice questione di probabilità. Per le feste del sabato, invece, era bene puntare sui pelati. Barbuti il Giovedì e pelati il Sabato, gli altri venivano snobbati. Davanti al barbuto del Giovedì era tutta sorrisetti e mossettine, gelo con i glabri. Al Sabato faceva la scema con i pelati rimanendo fredda con i capelloni.
Quando fu lei ad organizzare la festa decise di invitare tutti, sia gli amici del Sabato che quelli del Giovedi. Cercò di capire se era meglio puntare sui barbutio e sui pelati ma da un rapido calcolo si accorse che solo cercando la compagnia di un capellone glabro massimizzava le probabilità di stare con una persona intelligente. Eppure erano sempre le stesse persone! Le probabilità
***
Qualcosa del genere accade ripensando agli esperimenti medici condotti sui fumatori. Quasi tutti segnalano una solida correlazione tra fumo attivo e morte. Poi, quando confrontiamo la speranza di vita dei fumatori con quella dei non-fumatori, le differenze sono irrilevanti.
Forse sui pacchetti di sigarette onestà vorrebbe si stampasse la noiosissima e illeggibile tiritera "Il fumo provoca il cancro ai polmoni", comunque meglio dell' alternativa ben poco dissuadente: "Il fumo uccide. Il non-fumo pure".
link
Di solito usciva il Giovedì e il Sabato, in occasione di queste serate incontrava due gruppi di potenziali consorti, i primi frequentavano la palestra, gli altri l' ambiente di lavoro.
Da fonti accurate sapeva che per conoscere un ragazzo intelligente alle feste del Giovedì, doveva approcciare uomini barbuti. Era una semplice questione di probabilità. Per le feste del sabato, invece, era bene puntare sui pelati. Barbuti il Giovedì e pelati il Sabato, gli altri venivano snobbati. Davanti al barbuto del Giovedì era tutta sorrisetti e mossettine, gelo con i glabri. Al Sabato faceva la scema con i pelati rimanendo fredda con i capelloni.
Quando fu lei ad organizzare la festa decise di invitare tutti, sia gli amici del Sabato che quelli del Giovedi. Cercò di capire se era meglio puntare sui barbutio e sui pelati ma da un rapido calcolo si accorse che solo cercando la compagnia di un capellone glabro massimizzava le probabilità di stare con una persona intelligente. Eppure erano sempre le stesse persone! Le probabilità
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Qualcosa del genere accade ripensando agli esperimenti medici condotti sui fumatori. Quasi tutti segnalano una solida correlazione tra fumo attivo e morte. Poi, quando confrontiamo la speranza di vita dei fumatori con quella dei non-fumatori, le differenze sono irrilevanti.
Forse sui pacchetti di sigarette onestà vorrebbe si stampasse la noiosissima e illeggibile tiritera "Il fumo provoca il cancro ai polmoni", comunque meglio dell' alternativa ben poco dissuadente: "Il fumo uccide. Il non-fumo pure".
link
martedì 15 dicembre 2009
Nell'era Google la qualità conviene
Google fa bene alla nostra salute mentale?
Internet banalizza la nostra cultura o la estende innalzandone la qualità?
Molti sono scettici, la conoscenza "vicina" renderebbe obsoleta la fatica del memorizzare.
Le menti ne uscirebbero più fragili e meno ricettive. Tutto si svolge solo in superficie, la sonda mentale non è più chiamata ha penetrare ed diventa impotente persino di fronte alla scorza meno resistente. L' approfondimento si rarefa' fino a svanire.
Per me questo pessimismo è eccessivo.
Google sta già rendendo e renderà la nostra cultura media sempre più estesa ed approfondita, sempre più vivace e appassionata, anche se concordo sulla rarefazione delle riflessioni impegnative.
Ma io forse non faccio testo, sono un inguaribile ottimista, in passato ho già espresso la convinzione che i nostri figli saranno migliori di noi e che l' arte e la cultura prodotte oggi sono espressioni umane più raffinate, consapevoli e scandagliate che non quelle del passato. Spero solo fosse un ottimismo argomentato.
Qualcuno potrebbe pensare che abbiamo troppo "materiale" a disposizione, siamo immersi in un blob ipertrofico che ci avvinghia paralizzandoci. Ed infatti è vero: passo oggi molto più tempo di prima a "selezionare" e "classificare" e molto meno tempo a leggere-ascoltare-guardare. Alcuni dischi ricevuti giacciono incelofanati perchè sono tutto compreso dalla stesura del prossimo "ordine" da inviare. Colgo in questo comportamento una chiara spinta verso l'alienazione del consumo culturale.
Il bello è che tutto cio', lungi dall' essere un inconveniente, potrebbe trasformarsi nel punto di forza che renderà la cultura media delle generazioni a venire più sofisticata e profonda di quella delle generazioni passate.
La chiave di volta è il teorema Alchian-Allen. Cerco ora di argomentare il mio ottimismo. Lo sapevate gli australiani bevono vini italiani di qualità mediamente superiore rispetto a quelli che si bevono in Italia? Ed è vero anche il contrario (sì, esistono anche i vini australiani). E' normale che sia così, visto il teorema Alchian-Allen. Il teorema dice che se un costo fisso si aggiunge al prezzo di due beni succedanei tra loro, aumenterà il consumo di quello qualitativamente migliore. Il motivo è chiaro: la qualità costa, e l' aggiunta di un costo fisso incide meno sul psuo prezzo complessivo, cosicché diviene più conveniente. Il costo di trasporto in Australia del vino italiano è il medesimo per alta e bassa qualità.
Il mondo di google aggiunge un costo fisso ai beni culturali: è il costo legato alla ricerca. Per comprendere meglio dividiamo il costo dell' acculturamento: costo di selezione e costo di approfondimento. Google rende disponibile una marea di roba facendo impennare il costo di selezione. Ma questo costo s' impenna per tutte le potenziali fonti. E' il motivo per cui nell'era google approfondiremo solo il materiale in media qualitativamente superiore.
Personalmente lo constato tutti i giorni: come dicevo prima, passo molto meno tempo a leggere e molto di più a selezionare, ma la bontà media delle mie letture si è impennata. Leggo praticamente solo quello che mi interessa veramente, lo leggo quindi in modo veramente partecipe e formativo.
Se decido di vedere un' opera vedo solo l' atto che mi interessa - solo l' aria che m' interessa, solo il passaggio che aspettavo - tagliando il superfluo, ovvero tutto il resto. Se ascolto una sinfonia, ascolto solo il tempo che m' interessa, solo la cadenza che attendevo al varco e non vado oltre, sarebbe tempo sprecato, sarebbe tempo buttato che in passato avrei fatto passare anche ai miei occhi per "cultura" anche se era solo noia che dovevo sorbirmi per avere cio' che cercavo. Eccetera.
Vuoi giudicare la bontà culturale del tuo vicino? Difficile farlo, ma oggi ci sono un paio di spie dal contenuto informativo non trascurabile. Guarda quanti libri lascia a metà, se sono pochi diffida. Nota quanto spesso abbandona la visione di un film; farlo raramente è un brutto segno. Nota se scorre velocemente le gallerie virtuali dei musei in rete; procedere a rilento è preoccupante. Lasciare rqramente intonso il tomo, disertare pochi film iniziati, sorvolare con riluttanza quando ci si imbatte in opere d' arte, puo' segnalare un basso livello qualitativo della propria cultura, ovvero, un utilizzo improduttivo dei nuovi potentissimi strumenti a disposizione per migliorarci.
Un ottimismo del genere non è esente da critiche: spesso il mio arricchimento culturale è stato di origine casuale. Esiste una fruttuosa serendipidy anche in queste materie, magari stai leggendo un libro noioso, ed ecco un'inattesa illuminazione. Magari vai all'unico museo del tuo paese e l'esperienza forzata si trasforma in qualcosa di unico. Ci mancherà questa fertile noia? Nell'era in cui tutto è raggiungibile ci mancherà il sogno di qualcosa di irraggiungibile? Probabilmente sì, ma questo è un altro discorso.
Ah povera mamma, che memore della guerra mi fai sempre finire tutto quello che ho nel piatto, anche l' odiato ovetto, perchè "buttare è peccato"... non hai capito che oggi tutto è potenzialmente sostituibile con qualcosa di simile e migliore...
Internet banalizza la nostra cultura o la estende innalzandone la qualità?
Molti sono scettici, la conoscenza "vicina" renderebbe obsoleta la fatica del memorizzare.
Le menti ne uscirebbero più fragili e meno ricettive. Tutto si svolge solo in superficie, la sonda mentale non è più chiamata ha penetrare ed diventa impotente persino di fronte alla scorza meno resistente. L' approfondimento si rarefa' fino a svanire.
Per me questo pessimismo è eccessivo.
Google sta già rendendo e renderà la nostra cultura media sempre più estesa ed approfondita, sempre più vivace e appassionata, anche se concordo sulla rarefazione delle riflessioni impegnative.
Ma io forse non faccio testo, sono un inguaribile ottimista, in passato ho già espresso la convinzione che i nostri figli saranno migliori di noi e che l' arte e la cultura prodotte oggi sono espressioni umane più raffinate, consapevoli e scandagliate che non quelle del passato. Spero solo fosse un ottimismo argomentato.
Qualcuno potrebbe pensare che abbiamo troppo "materiale" a disposizione, siamo immersi in un blob ipertrofico che ci avvinghia paralizzandoci. Ed infatti è vero: passo oggi molto più tempo di prima a "selezionare" e "classificare" e molto meno tempo a leggere-ascoltare-guardare. Alcuni dischi ricevuti giacciono incelofanati perchè sono tutto compreso dalla stesura del prossimo "ordine" da inviare. Colgo in questo comportamento una chiara spinta verso l'alienazione del consumo culturale.
Il bello è che tutto cio', lungi dall' essere un inconveniente, potrebbe trasformarsi nel punto di forza che renderà la cultura media delle generazioni a venire più sofisticata e profonda di quella delle generazioni passate.
La chiave di volta è il teorema Alchian-Allen. Cerco ora di argomentare il mio ottimismo. Lo sapevate gli australiani bevono vini italiani di qualità mediamente superiore rispetto a quelli che si bevono in Italia? Ed è vero anche il contrario (sì, esistono anche i vini australiani). E' normale che sia così, visto il teorema Alchian-Allen. Il teorema dice che se un costo fisso si aggiunge al prezzo di due beni succedanei tra loro, aumenterà il consumo di quello qualitativamente migliore. Il motivo è chiaro: la qualità costa, e l' aggiunta di un costo fisso incide meno sul psuo prezzo complessivo, cosicché diviene più conveniente. Il costo di trasporto in Australia del vino italiano è il medesimo per alta e bassa qualità.
Il mondo di google aggiunge un costo fisso ai beni culturali: è il costo legato alla ricerca. Per comprendere meglio dividiamo il costo dell' acculturamento: costo di selezione e costo di approfondimento. Google rende disponibile una marea di roba facendo impennare il costo di selezione. Ma questo costo s' impenna per tutte le potenziali fonti. E' il motivo per cui nell'era google approfondiremo solo il materiale in media qualitativamente superiore.
Personalmente lo constato tutti i giorni: come dicevo prima, passo molto meno tempo a leggere e molto di più a selezionare, ma la bontà media delle mie letture si è impennata. Leggo praticamente solo quello che mi interessa veramente, lo leggo quindi in modo veramente partecipe e formativo.
Se decido di vedere un' opera vedo solo l' atto che mi interessa - solo l' aria che m' interessa, solo il passaggio che aspettavo - tagliando il superfluo, ovvero tutto il resto. Se ascolto una sinfonia, ascolto solo il tempo che m' interessa, solo la cadenza che attendevo al varco e non vado oltre, sarebbe tempo sprecato, sarebbe tempo buttato che in passato avrei fatto passare anche ai miei occhi per "cultura" anche se era solo noia che dovevo sorbirmi per avere cio' che cercavo. Eccetera.
Vuoi giudicare la bontà culturale del tuo vicino? Difficile farlo, ma oggi ci sono un paio di spie dal contenuto informativo non trascurabile. Guarda quanti libri lascia a metà, se sono pochi diffida. Nota quanto spesso abbandona la visione di un film; farlo raramente è un brutto segno. Nota se scorre velocemente le gallerie virtuali dei musei in rete; procedere a rilento è preoccupante. Lasciare rqramente intonso il tomo, disertare pochi film iniziati, sorvolare con riluttanza quando ci si imbatte in opere d' arte, puo' segnalare un basso livello qualitativo della propria cultura, ovvero, un utilizzo improduttivo dei nuovi potentissimi strumenti a disposizione per migliorarci.
Un ottimismo del genere non è esente da critiche: spesso il mio arricchimento culturale è stato di origine casuale. Esiste una fruttuosa serendipidy anche in queste materie, magari stai leggendo un libro noioso, ed ecco un'inattesa illuminazione. Magari vai all'unico museo del tuo paese e l'esperienza forzata si trasforma in qualcosa di unico. Ci mancherà questa fertile noia? Nell'era in cui tutto è raggiungibile ci mancherà il sogno di qualcosa di irraggiungibile? Probabilmente sì, ma questo è un altro discorso.
Ah povera mamma, che memore della guerra mi fai sempre finire tutto quello che ho nel piatto, anche l' odiato ovetto, perchè "buttare è peccato"... non hai capito che oggi tutto è potenzialmente sostituibile con qualcosa di simile e migliore...
lunedì 14 dicembre 2009
Noccioli
L' altra sera rivisto con la Sara Colazione da Tiffany.
Sempre d' impatto, specie per chi è reduce da una scampagnata a New York e non puo' sfuggire ad una certa mitologia un po' infantile.
Il nocciolo concettuale del film sta tutto nella battuta pronunciata da lui quando esce da taxi.
Il nocciolo estetico sta tutto nel fatto che lei, quando esce dal taxi per non perdere l' uomo della sua vita, in realtà dice di cercare il gatto.
Mi piaccioni i film in cui il "nocciolo" concettuale sta in una sola battuta e il "nocciolo" estetico in una sola sequenza, non fanno perdere tempo. Gli americani sono maestri.
Dicono tutti che il libro è più bello. Per carità sono voci attendibili, anche se il fatto che finisca male mi fa dubitare. Comunque non posso leggerlo, non ho tempo.
Se avete ancora meno tempo di me, anzichè vedervi il film, riascoltatevi quella battuta cruciale messa in musica in una vecchia canzone di Johnny Cash
Sempre d' impatto, specie per chi è reduce da una scampagnata a New York e non puo' sfuggire ad una certa mitologia un po' infantile.
Il nocciolo concettuale del film sta tutto nella battuta pronunciata da lui quando esce da taxi.
Il nocciolo estetico sta tutto nel fatto che lei, quando esce dal taxi per non perdere l' uomo della sua vita, in realtà dice di cercare il gatto.
Mi piaccioni i film in cui il "nocciolo" concettuale sta in una sola battuta e il "nocciolo" estetico in una sola sequenza, non fanno perdere tempo. Gli americani sono maestri.
Dicono tutti che il libro è più bello. Per carità sono voci attendibili, anche se il fatto che finisca male mi fa dubitare. Comunque non posso leggerlo, non ho tempo.
Se avete ancora meno tempo di me, anzichè vedervi il film, riascoltatevi quella battuta cruciale messa in musica in una vecchia canzone di Johnny Cash
Chiesa ragionante
Ultimamente c' ho dato dentro nel tentativo di affrontare la prova dell' esistenza di Dio (link link link link link... basta, la tag è "dimostrazioni di Dio").
Non so se il messaggio sia riassumibile.
Forse si puo' riassumere dicendo che lo sforzo scientifico presuppone la conoscibilità dell' universo e che la struttura scientifica stessa è il frutto di una stretta sinergia tra esperienza e matematica. La matematica poi si spinge anche molto al di là di cio' che possiamo immaginare ed esiste una forte corrispondenza tra la natura e questa nostra conoscenza razionale. Poichè la natura è conoscibile scientificamente, siamo rimandati ad un' intelligenza originaria in un percorso che ci riconduce all' esistenza di Dio.
Non c' è dubbio che una simile conoscenza appare particolarmente adatta all' odierna situazione culturale nella quale gli uomini di scienza giocano un ruolo centrale.
Le obiezioni al ragionamento vengono piuttosto sollevate evidenziando i limiti alla leggibilità della natura. Il "principio di indeterminazione" ci confina in una conoscenza probabilistica, ma anche queste leggi sono una forma di conoscenza. I sistemi caotici poi, non sono assolutamente inintelleggibili e non ricomprendono l' intero universo.
Questo itinerario verso l' esistenza di Dio a partire dall' intelleggibilità della natura è certamente vicino alla quinta via di Tommaso. Non parte però dalla presenza delle finalità dell' universo, ma dalla constatazione che l' universo è matematicamente intelleggibile.
L' esistenza della grammatica poi è la prova di Dio, e attraverso questa prova si puo' dimostrare l' esistenza di Dio nel mondo moderno. Un Illuminismo privo di "fondamenti" alla fine è costretto a distruggere se stesso. Il risultato è il nichilismo. L' argomento più convincente per dimostrare l' esistenza di Dio, giunge a Dio come al garante dello spazio della verità, entro il quale il soggetto può recuperare la propria identità. La negazione di Dio comporta la negazione della verità. L' ateo non si libererà di Dio finchè non si libererà della grammatica e del concetto di verità che essa implica in modo così naturale.
Sì, in fondo molto di quello che ho detto si puo' anche riassumere con parole del genere.
Ed è una fortuna che parole del genere non siano mie ma siano del filosofo papalino Robert Spaemann e del Cardinal Ruini, che si sono incontrati Venerdì scorso a Roma al convegno "Dio Oggi". Dopo una breve introduzione che evidenzia come la Chiesa non sia nè l' Arci, nè un' agenzia intergovernativa, nè un istituto psicologico per la consolazione degli afflitti, si è cominciato a parlare di un argomento cardine che fa della Chiesa cio' che è: l' esistenza di Dio e le prove razionali per dimostrarla.
link
Ruini è tratto dal Foglio 11.12.20089 inserto primo "Ragionare etsi deus daretur"
Non so se il messaggio sia riassumibile.
Forse si puo' riassumere dicendo che lo sforzo scientifico presuppone la conoscibilità dell' universo e che la struttura scientifica stessa è il frutto di una stretta sinergia tra esperienza e matematica. La matematica poi si spinge anche molto al di là di cio' che possiamo immaginare ed esiste una forte corrispondenza tra la natura e questa nostra conoscenza razionale. Poichè la natura è conoscibile scientificamente, siamo rimandati ad un' intelligenza originaria in un percorso che ci riconduce all' esistenza di Dio.
Non c' è dubbio che una simile conoscenza appare particolarmente adatta all' odierna situazione culturale nella quale gli uomini di scienza giocano un ruolo centrale.
Le obiezioni al ragionamento vengono piuttosto sollevate evidenziando i limiti alla leggibilità della natura. Il "principio di indeterminazione" ci confina in una conoscenza probabilistica, ma anche queste leggi sono una forma di conoscenza. I sistemi caotici poi, non sono assolutamente inintelleggibili e non ricomprendono l' intero universo.
Questo itinerario verso l' esistenza di Dio a partire dall' intelleggibilità della natura è certamente vicino alla quinta via di Tommaso. Non parte però dalla presenza delle finalità dell' universo, ma dalla constatazione che l' universo è matematicamente intelleggibile.
L' esistenza della grammatica poi è la prova di Dio, e attraverso questa prova si puo' dimostrare l' esistenza di Dio nel mondo moderno. Un Illuminismo privo di "fondamenti" alla fine è costretto a distruggere se stesso. Il risultato è il nichilismo. L' argomento più convincente per dimostrare l' esistenza di Dio, giunge a Dio come al garante dello spazio della verità, entro il quale il soggetto può recuperare la propria identità. La negazione di Dio comporta la negazione della verità. L' ateo non si libererà di Dio finchè non si libererà della grammatica e del concetto di verità che essa implica in modo così naturale.
Sì, in fondo molto di quello che ho detto si puo' anche riassumere con parole del genere.
Ed è una fortuna che parole del genere non siano mie ma siano del filosofo papalino Robert Spaemann e del Cardinal Ruini, che si sono incontrati Venerdì scorso a Roma al convegno "Dio Oggi". Dopo una breve introduzione che evidenzia come la Chiesa non sia nè l' Arci, nè un' agenzia intergovernativa, nè un istituto psicologico per la consolazione degli afflitti, si è cominciato a parlare di un argomento cardine che fa della Chiesa cio' che è: l' esistenza di Dio e le prove razionali per dimostrarla.
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Ruini è tratto dal Foglio 11.12.20089 inserto primo "Ragionare etsi deus daretur"
Punire la persona o punire i geni?
Finalmente è successo: in sede penale ad un imputato sono state concesse delle attenuanti in quanto il suo corredo genetico era predisposto affinchè commettesse un certo crimine.
Domani, anzichè le attenuanti, secondo questa logica avremo delle vere assoluzioni. Non vedo alternative.
La cosa spaventa? Direi di sì, specie per chi considera la pena come una semplice soluzione etica.
Se un "atto" non implica volontarietà, non è più un atto "colpevole" e la persona che lo compie non merita di essere sanzionato.
Chi considera invece la pena come una soluzione economica, ha qualche chance in più di evitare questo baratro.
Per costoro punire i geni o punire la persona è indifferente, quindi queste attenuanti non hanno senso e la punizione piena resta giustificata.
Premia i cattivi e ne avrai sempre di più, puniscili e ne avrai meno. Vale per le persone, ma vale anche per i geni.
Mi fa particolarmente piacere notare che la medesima efficienza della giustizia la si ottiene postulando l' uomo come essere libero (a prescindere dai suoi geni). Ancora una volta felicità e libertà vanno a braccetto.
link
Domani, anzichè le attenuanti, secondo questa logica avremo delle vere assoluzioni. Non vedo alternative.
La cosa spaventa? Direi di sì, specie per chi considera la pena come una semplice soluzione etica.
Se un "atto" non implica volontarietà, non è più un atto "colpevole" e la persona che lo compie non merita di essere sanzionato.
Chi considera invece la pena come una soluzione economica, ha qualche chance in più di evitare questo baratro.
Per costoro punire i geni o punire la persona è indifferente, quindi queste attenuanti non hanno senso e la punizione piena resta giustificata.
Premia i cattivi e ne avrai sempre di più, puniscili e ne avrai meno. Vale per le persone, ma vale anche per i geni.
Mi fa particolarmente piacere notare che la medesima efficienza della giustizia la si ottiene postulando l' uomo come essere libero (a prescindere dai suoi geni). Ancora una volta felicità e libertà vanno a braccetto.
link
L' intemperante Vallauri
La premessa di Vallauri
Esistono due Mondi: 1) mondo naturale (preesiste all' uomo) e 2) mondo artificiale (creato dall' uomo).
UNO è "continuo". Non contempla transizioni istantanee: se esco dal bosco non c' è un istante in cui passo dal "bosco" al "non-bosco". Trattasi di un mondo "intemperante".
DUE è "discreto". Prendi la città: o sei in via Mazzini o sei in via Cavour. O sei in una corsia o sei nell' altra. Sono strade "ben temperate".
La denuncia di Vallauri
Rischiamo di perdere il contatto con UNO per dedicarci unicamente a DUE. Il nostro cervello si abitua a pensare secondo i moduli di DUE e, alla lunga, le priorità di quel mondo fagocitano quelle del mondo naturale: per esempio produciamo ricchezza a scapito del pianeta.
Per capire bene questi concetti non c' è niente di meglio che ascoltare tutta la puntata. Oltre all' ambiente- in- pericolo, lo schema si applica bene a tacchi alti e tatuaggi. Come sempre interessante.
***
Posso dirlo? Per quanto senta interesse, o non capisco bene o non sono molto d' accordo. Cito tre motivazioni.
A. I nativi americani adoravano la Terra e viveno immersi in (1), eppure sovracacciagione e sovraraccolta erano la norma; le loro pratiche più comuni risultavano devastanti per l' ambinete e se non fosse stato per la loro pochezza tecnologica... (link - link...). Il discorso vale per quasi tutte le popolazioni primitive.
B. La curva di Kuznets parla chiaro: le società più avanzate hanno una maggiore sensibilità ambientale. E nelle società avanzate predomina "2".
C. Noi sappiamo perchè il pianeta è in pericolo, abbiamo una teoria solida a riguardo e ci riferiamo ad essa parlando di "tragedia dei beni comuni". Quando una risorsa non risulta privatizzata, non c' è nessun padrone che ne abbia cura. La soluzione: rintracciare espedienti per la privatizzazione. Ma in fondo "privatizzare" = "digitalizzare".
Ecco allora il paradosso: quanto più riusciremo a "digitalizzare", tanto più scongiureremo i rischi per il pianeta. In realtà tutto cio' è un paradosso per lo schema proposto da Vallauri. Per l' alternativa invece è una naturale conseguenza.
***
Vorrei offrire ora una mia considerazione conclusiva.
Vallauri parla di mondo "discreto" per riferirsi al mondo artificiale e di mondo "continuo" per riferirsi al mondo naturale. La mia sensazione è che il mondo "discreto" sia molto più semplicemente quella parte di mondo che conosciamo meglio, tanto che possiamo esprimerla parlandone con un linguaggio chiaro e intelleggibile. Non è infatti una condizione del linguaggio non ambiguo quello di essere "discreto"? Il mondo continuo è, molto più semplicemente, il mondo a noi sconosciuto.
La contemplazione della natura è per me la contemplazione del non-appropriato, del non-conosciuto. Il suo fascino si dispiega al meglio nell' animo proteso all' appropriazione e alla conoscenza.
***pspspspspspspspsps
In campo musicale riesco ad amare sia le musiche temperate...
... che quelle intemperanti
Con il giusto schema interpretativo entrambe hanno un loro fascino, in fondo la contemplazione dell' informe non necessità modalità mistiche...
Esistono due Mondi: 1) mondo naturale (preesiste all' uomo) e 2) mondo artificiale (creato dall' uomo).
UNO è "continuo". Non contempla transizioni istantanee: se esco dal bosco non c' è un istante in cui passo dal "bosco" al "non-bosco". Trattasi di un mondo "intemperante".
DUE è "discreto". Prendi la città: o sei in via Mazzini o sei in via Cavour. O sei in una corsia o sei nell' altra. Sono strade "ben temperate".
La denuncia di Vallauri
Rischiamo di perdere il contatto con UNO per dedicarci unicamente a DUE. Il nostro cervello si abitua a pensare secondo i moduli di DUE e, alla lunga, le priorità di quel mondo fagocitano quelle del mondo naturale: per esempio produciamo ricchezza a scapito del pianeta.
Per capire bene questi concetti non c' è niente di meglio che ascoltare tutta la puntata. Oltre all' ambiente- in- pericolo, lo schema si applica bene a tacchi alti e tatuaggi. Come sempre interessante.
***
Posso dirlo? Per quanto senta interesse, o non capisco bene o non sono molto d' accordo. Cito tre motivazioni.
A. I nativi americani adoravano la Terra e viveno immersi in (1), eppure sovracacciagione e sovraraccolta erano la norma; le loro pratiche più comuni risultavano devastanti per l' ambinete e se non fosse stato per la loro pochezza tecnologica... (link - link...). Il discorso vale per quasi tutte le popolazioni primitive.
B. La curva di Kuznets parla chiaro: le società più avanzate hanno una maggiore sensibilità ambientale. E nelle società avanzate predomina "2".
C. Noi sappiamo perchè il pianeta è in pericolo, abbiamo una teoria solida a riguardo e ci riferiamo ad essa parlando di "tragedia dei beni comuni". Quando una risorsa non risulta privatizzata, non c' è nessun padrone che ne abbia cura. La soluzione: rintracciare espedienti per la privatizzazione. Ma in fondo "privatizzare" = "digitalizzare".
Ecco allora il paradosso: quanto più riusciremo a "digitalizzare", tanto più scongiureremo i rischi per il pianeta. In realtà tutto cio' è un paradosso per lo schema proposto da Vallauri. Per l' alternativa invece è una naturale conseguenza.
***
Vorrei offrire ora una mia considerazione conclusiva.
Vallauri parla di mondo "discreto" per riferirsi al mondo artificiale e di mondo "continuo" per riferirsi al mondo naturale. La mia sensazione è che il mondo "discreto" sia molto più semplicemente quella parte di mondo che conosciamo meglio, tanto che possiamo esprimerla parlandone con un linguaggio chiaro e intelleggibile. Non è infatti una condizione del linguaggio non ambiguo quello di essere "discreto"? Il mondo continuo è, molto più semplicemente, il mondo a noi sconosciuto.
La contemplazione della natura è per me la contemplazione del non-appropriato, del non-conosciuto. Il suo fascino si dispiega al meglio nell' animo proteso all' appropriazione e alla conoscenza.
***pspspspspspspspsps
In campo musicale riesco ad amare sia le musiche temperate...
... che quelle intemperanti
Con il giusto schema interpretativo entrambe hanno un loro fascino, in fondo la contemplazione dell' informe non necessità modalità mistiche...
sabato 12 dicembre 2009
Infallibilità e dubbi
Ciao amici!
Con la mossa del Cavallo cercavo di dimostrare come l' impianto teologico della Chiesa Cattolica, così come lo si ricava dalla lettura del Catechismo, fosse compatibile con una visione anarco-capitalista dell' economia.
Bene, sta di fatto che per ora il vento soffia in altra direzione e qualcuno si adombra; la "compatibilità" è ben magra soddisfazione quando le strade intraprese conducono lontani dalla meta agognata, specie se si tratta di viaggi irreversibili.
Vorrei in questo post tranquillizzare i "preoccupati" ed invitarli a non deporre la speranza.
Per quanto le Encicliche esprimano alcuni fondamentali insegnamenti morali, esse hanno a che fare con questioni di natura prudenziale e contingente.
Chiunque le legga, noterà che esse sono dinamiche e sempre soggette a sviluppo. Un confronto tra la Rerum e la Centesimus (i documenti più vicini all' argomento che ci interessa) lo prova, se ce ne fosse bisogno.
La Chiesa Cattolica rivendica l' autorità del suo Magistero morale, tuttavia riconosce limiti alla propria competenza tecnica. Poichè spesso i confini sono sfumati, le capita di oltrepassarli inavvertitamente. Questo rischio, lungi dal rappresentare un limite, diventa una risorsa grazie al dibattito. E' già successo ed è già stato riconosciuto.
La pratica del prestito ad interesse era malvista. Ma cio' derivava da un' incompetenza nel giudicare uno strumento che invece si rivelò estremamente utile a perseguire fini auspicabili. L' errore tecnico è stato corretto anche grazie all' aiuto di interpretazioni in un primo momento giudicate ardite.
Una prima distinzione da notare è quella tra "pronunciamenti autorevoli" e "pronunciamenti infallibili". Una seconda tra insegnamento "solenne" (straordinario) e insegnamento "ordinario". Nel primo caso mi riferisco alle dottrine pronunciate ex-cathedra o nel Concilio Ecumenico dei Vescovi.
Spremendo il succo osservo che i documenti che hanno favorito altre "mosse" rispetto a quella del Cavallo, non rivendicano per sè nè l' infallibilità, nè la solennità. Non riguardano in alcun modo la sfera dogmatica della Chiesa.
In alto i cuori dunque, e speriamo per il meglio.
***
Sui gradi del Magistero e i suoi vincoli consiglio questo libro.
Con la mossa del Cavallo cercavo di dimostrare come l' impianto teologico della Chiesa Cattolica, così come lo si ricava dalla lettura del Catechismo, fosse compatibile con una visione anarco-capitalista dell' economia.
Bene, sta di fatto che per ora il vento soffia in altra direzione e qualcuno si adombra; la "compatibilità" è ben magra soddisfazione quando le strade intraprese conducono lontani dalla meta agognata, specie se si tratta di viaggi irreversibili.
Vorrei in questo post tranquillizzare i "preoccupati" ed invitarli a non deporre la speranza.
Per quanto le Encicliche esprimano alcuni fondamentali insegnamenti morali, esse hanno a che fare con questioni di natura prudenziale e contingente.
Chiunque le legga, noterà che esse sono dinamiche e sempre soggette a sviluppo. Un confronto tra la Rerum e la Centesimus (i documenti più vicini all' argomento che ci interessa) lo prova, se ce ne fosse bisogno.
La Chiesa Cattolica rivendica l' autorità del suo Magistero morale, tuttavia riconosce limiti alla propria competenza tecnica. Poichè spesso i confini sono sfumati, le capita di oltrepassarli inavvertitamente. Questo rischio, lungi dal rappresentare un limite, diventa una risorsa grazie al dibattito. E' già successo ed è già stato riconosciuto.
La pratica del prestito ad interesse era malvista. Ma cio' derivava da un' incompetenza nel giudicare uno strumento che invece si rivelò estremamente utile a perseguire fini auspicabili. L' errore tecnico è stato corretto anche grazie all' aiuto di interpretazioni in un primo momento giudicate ardite.
Una prima distinzione da notare è quella tra "pronunciamenti autorevoli" e "pronunciamenti infallibili". Una seconda tra insegnamento "solenne" (straordinario) e insegnamento "ordinario". Nel primo caso mi riferisco alle dottrine pronunciate ex-cathedra o nel Concilio Ecumenico dei Vescovi.
Spremendo il succo osservo che i documenti che hanno favorito altre "mosse" rispetto a quella del Cavallo, non rivendicano per sè nè l' infallibilità, nè la solennità. Non riguardano in alcun modo la sfera dogmatica della Chiesa.
In alto i cuori dunque, e speriamo per il meglio.
***
Sui gradi del Magistero e i suoi vincoli consiglio questo libro.
Piccola storia economica dell' uomo
Sempre utile sapere la versione dell' accademia.
E la rivoluzione industriale è tutto:
Per Jared Diamond conta solo 2): geografia e animali addomesticabili sono tutto. E allora perchè la Rivoluzione Industriale non ha rappresentato una liberazione per l' Africa? No Jared, non ci convinci.
Per Douglass North contano solo le istituzioni: proprietà privata + rule of law e il benessere è assicurato. Ma le "istituzioni giuste" c' erano anche altrove - sia nel tempo che nello spazio - e non solo nell' Europa di fine '700. Evidentemente contano anche le teste.
- Fino al neolitico l' economia dell' uomo è imperniata sulla caccia e la raccolta (C/R).
- Nel neolitico scoppia la rivoluzione agricola (A). Dove? Dove le condizioni geografiche e la presenza di animali addomesticabili lo consente (Europa e Asia).
- La società R/C è egualitaria. La diseguaglianza predomina invece in A.
- A non muta in modo sensibile il tenore di vita dell' uomo. Ad ogni accenno di miglioramento cresce la popolazione e segue un impoverimento (trappola malthusiana).
- Con A l' uomo diventa "produttore" e nasce quindi la cultura della "produzione" e del "lavoro".
- Le diseguagliane create da A fanno emergere una classe "superiore" che coltiva al meglio taluni valori funzionali alla produzione (razionalità, onestà, pazienza, lavoro...).
- A incentiva gli scambi e la concentrazione degli insediamenti (ovvero più malattie e meno igiene).
- Le condizioni igieniche dell' Europa sono particolarmente precarie. Siamo i più sporchi al mondo e questo si riflette in alti tassi di mortalità.
- In Europa, specie in Gran Bretagna, sono i ricchi a fare i figli, molto più che i poveri. La mobilità sociale è dunque verso il basso e si crea una classe media.
- 7-8-9 favoriscono alta rotazione demografica e mobilità verso il basso (anche dei valori).
- L' alchimia genetica spiega il perchè del protrarsi della trappola malthusiana, il perchè la rivoluzione industriale scoppi proprio in GB e perchè l' Africa e il Sudamenrica stentino a "convergere" ancora oggi.
E la rivoluzione industriale è tutto:
Per Jared Diamond conta solo 2): geografia e animali addomesticabili sono tutto. E allora perchè la Rivoluzione Industriale non ha rappresentato una liberazione per l' Africa? No Jared, non ci convinci.
Per Douglass North contano solo le istituzioni: proprietà privata + rule of law e il benessere è assicurato. Ma le "istituzioni giuste" c' erano anche altrove - sia nel tempo che nello spazio - e non solo nell' Europa di fine '700. Evidentemente contano anche le teste.
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