lunedì 25 settembre 2017

Una teoria della coppia

Una teoria della coppia

PREMESSA. Nella lotta evolutiva lo strumento più potente a disposizione dell’uomo è la formazione di gruppi coesi e innovativi. Per ottenere gruppi coesi e innovativi la risorsa fondamentale è la capacità di cumulare, raffinare e trasmettere una cultura.
Ed ora la teoria del matrimonio suddivisa in otto fasi temporali.
FASE BONOBO. Se in un gruppo le differenze tra individui contano poco, ha senso adottare uno stile di vita sessuale promiscuo, oltre che gestire in comune l’accudimento della prole: riconoscere i propri figli non arrecherebbe vantaggi quando il trattamento dei piccoli è di fatto parificato e nessuno ha nulla da offrire in più. Chissà che il nostro antenato non abbia conosciuto una condizione simile, magari nella sua fase semi-arboricola.
FASE GORILLA. Disceso dagli alberi sulla terra, l’uomo è chiamato da subito a difendersi da predatori sempre più temibili e al contempo a cacciare animali di taglia sempre maggiore. Nella divisione dei ruoli il grattacapo è riservato ai maschi. La forza fisica diventa un tratto distintivo, non siamo più tutti uguali. In un gioco “chi-vince-prende-tutto” il maschio dominante scaccia gli altri garantendosi un harem dedicato.
FASE SCIMPANZÉ. La forza del numero minaccia la forza del singolo che media concedendo accesso sporadico al suo harem, magari fissa anche una rudimentale gerarchia. I segregati scoprono il trucchetto e cominciano ad imparare l’arte di fare gruppo.
PRIMA FASE UMANA. Il gruppo si allarga e la strategia della dominanza diventa rischiosa: troppi potenziali nemici da cui guardarsi e troppe femmine da presidiare. La forza viene meglio investita per sedurre la compagna. Si passa dalla violenza allo scambio. Nasce la coppia e s’impone così la vicinanza: il maschio  deve avere garanzie sull’origine dei cuccioli. La parentela diventa più visibile e certificata.
SECONDA FASE UMANA. All’ espandersi ulteriore del gruppo, le competenze sociali (cultura di gruppo) e tecnologiche (costruzione di attrezzi) sovrastano la forza bruta: è con quelle che ora si seduce. Il maschio di successo è quello che segnala la capacità di trasmettere al futuro figlio il bagaglio culturale più notevole.
TERZA FASE UMANA. La convivenza in grandi gruppi richiede di maneggiare una cultura sempre più complessa. Per cultura, sia chiaro, si intende la capacità di stare bene in gruppo  e di garantirsi una buona posizione. La trasmissione della cultura accumulata richiede cervelli sempre più grandi e mammiferi dal cervello dilatato hanno infanzie prolungate. Ora, la coppia e la vicinanza dei coniugi consente di riconoscere una parentela affidabile. Attraverso la parentela allargata 1) la femmina trova un aiuto nel crescere piccoli esigenti dall’infanzia prolungata e 2) il cucciolo dispone di un repertorio più vasto potendo attingere per l’apprendimento a più persone, oltre che ai genitori. La parentela allargata, quindi, supporta e valorizza il “macro-cervello” dei piccoli.
QUARTA FASE UMANA. Il legame di coppia viene recepito nella cultura del gruppo istituendo il matrimonio.
RIEPILOGANDO: ciò che caratterizza e assicura il successo dell’uomo è la capacità di cumulare cultura, nessun altro animale possiede un linguaggio che consenta di fare altrettanto. La cultura sofisticata permette all’ uomo di vivere in gruppi sempre più vasti, coordinati e potenti. Un problema fondamentale è come trasmettere questo bene alle nuove generazioni; la soluzione del matrimonio, della famiglia e della parentela ha brillantemente contribuito ad affrontarlo.
P.S. A questa teoria evoluzionistica del matrimonio puo’ essere fruttuosamente affiancata una lettura economicista.
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