ALLA RICERCA DI UN ALLEATO
E’ triste dirlo ma la generosità delle persone punta più sull’identità che sull’aiuto del prossimo. Quello che vogliamo è associarsi ad organizzazioni di successo, sentirci alleati con un potente, un po’ quello che cerca un tifoso della Juve o un dipendente di Google, ci piace fornire il nostro supporto alle onlus dio maggiore successo perché ci piace sentirci legati a persone di successo. L’ammontare del dono per noi conta poco, ci basta che il legame sia stabilito, il nostro focus è sullo status. Non a caso un modo efficace per raccogliere fondi consiste nel inaugurare la campagna con grossi doni da parte di prestigiose personalità (“seed money”), così facendo è garantito che gli altri si accodino. Per lo stesso motivo non hanno avuto successo le raccolte con garanzia di rimborso: qualora l’obbiettivo fissato non venga raggiunto i doni saranno restituiti. In casi del genere la onlus segnala una sua debolezza e noi non vogliamo aver a che fare con fallimenti e debolezze. Per lo stesso motivo, forse, le donne graziose raccolgono molti più fondi delle donne brutte o dei maschi: la bellezza ha un impatto positivo quando devi chiedere un prestito o un dono, la gente vuole connettersi con la bellezza. Altro indizio: l’interesse verso i resoconti delle onlus è bassissimo, ogni tanto salta fuori dai giornali che gli enti filantropici spendono gran parte dei loro fondi in stipendi per il personale, la gente legge, si scandalizza momentaneamente ma poi sorvola, non si sente minimamente in colpa per aver donato in modo sprovveduto, la coscienza dle donatore non viene intaccata, in genere ogni informazione negativa della nostra onlus preferita viene dismessa, quel che conta è l’orgoglio di essere alleati a un soggetto influente che fa parlare di sè.