Esistono dei tentativi sistematici di sondare
l'opinione degli scienziati sul tema del riscaldamento globale. Lo studio
principale a disposizione, per esempio, passa in rassegna 11944 abstract
classificandoli in sette differenti posizioni rispetto all’affermazione per
cui l’ AGV (anthropogenic global warming) esiste.
1. Esplicitamente concorda e ritiene che l'uomo
sia la causa principale del riscaldamento globale: 64
2. Esplicitamente concorda ma non quantifica il
contributo dell'uomo al riscaldamento globale: 944
3. Implicitamente concorda e non minimizza il
contributo dell'uomo al riscaldamento globale: 2910
4. Non prende posizione: 7970
5. Implicitamente rigetta o comunque minimizza il
contributo dell'uomo al riscaldamento globale: 54
6. Esplicitamente minimizza anche se non
quantifica il contributo dell'uomo al riscaldamento globale: 15
7. Esplicitamente minimizza e ritiene trascurabile
il contributo dell'uomo al riscaldamento globale: 9.
In un certo senso, sebbene all’interno di una
tendenza chiara, la ricerca conferma una certa divisione (la comunità
scientifica è come tutte le altre comunità e produce un cospicuo effetto
trascinamento).
Sì noti poi che a ritenere in modo esplicito che
l'uomo sia la causa PRINCIPALE del riscaldamento globale è solo il 1,6% degli
studi.
Ci sono addirittura scienziati i quali hanno
affermato a chiare lettere che una certa forzatura nelle espressioni usate per
giudicare il fenomeno è eticamente ammissibile se ha di mira la
sensibilizzazione del pubblico!
E comunque il problema di Papa Francesco (e di
molti ambientalisti) con il riscaldamento globale non riguarda tanto la sua
esistenza quanto la la reazione ad esso. Le leve più efficaci a nostra
disposizione fanno fulcro sul mercato e sulla tecnologia, in questo senso non
cambiano affatto i nostri stili di vita (che a volte sembra la vera
preoccupazione di certo “ecologismo”), anzi, rischiano di aumentare le
diseguaglianze sociali.