Da Ricky Martin a Tiziano Ferro, anche quest’anno Sanremo è piena di gay. Una volta tanto l’invasione sembra pacifica, anche dal punto di vista delle “guerre culturali” in atto.
La cosa, in fondo, non desta molto fastidio, persino i miei amici-facebook più omofobi si limitano ad una battutina di rito e tirano diritto. Perché?
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Giova tornare ad una fondamentale distinzione tra due tipi di personalità: quella nomade e quella stanziale.
La prima la ereditiamo probabilmente dal nostro antenato più distante, il cacciatore/raccoglitore, la seconda dal nostro antenato più prossimo, l’ agricoltore. Ma vediamo alcuni punti dove la differenza è più percepibile.
- Il nomade è sessualmente promiscuo, lo stanziale è monogamo e fedele.
- Il nomade punta sul proprio talento (una risorsa trasportabile), lo stanziale sul suo patrimonio.
- Il nomade è più intellettuale/spirituale, lo stanziale più materialista (orientato al possesso materiale).
- Come conseguenza di 2 e 3, il nomade è più artista e professionista, lo stanziale più artigiano e capitalista.
- Il nomade è più cosmopolita, lo stanziale più nazionalista.
- Il nomade ha pochi figli, lo stanziale un nugolo.
- Il nomade punta sull’individualismo, lo stanziale sulla lealtà al gruppo.
- Il nomade punta sul piacere, lo stanziale sul lavoro duro.
- Il nomade ama le sfide, lo stanziale il sacrificio.
- Il nomade è libertario, lo stanziale autoritario e gerarchico.
- Il nomade viaggia molto e vede tante cose nuove, lo stanziale si insedia, si muove poco e vede sempre le stesse cose.
- Il nomade parla molto di sesso, lo stanziale non ama l’argomento.
- Il nomade ha una dieta varia e salubre, lo stanziale ha una dieta consolidata.
- Il nomade adora i bambini (ne ha pochi!), lo stanziale li sacralizza.
- Il nomade aborre la guerra, lo stanziale la considera spesso necessaria.
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Personalmente, mi sento uno stanziale. Forse. Ci sono anche giorni in cui mi sento nomade.
Una cosa è certa: intellettuali e artisti tendono al nomadismo, almeno in questo periodo storico.
Anche l’asse ricchi/poveri corre parallelo a quello nomadi/stanziali.
La distinzione mi sembra interessante poiché diversi conflitti politico/culturali sono riconducibili a questa distinzione di personalità.
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Ebbene, a quanto pare i gay sono nomadi.
Forse è proprio per questo non ci disturba rilevare la loro presenza in un contesto di arte e spettacolo come Sanremo. Gay e artisti sono nomadi ed è del tutto normale che spesso si ritrovino mescolati. Nessuno si sorprende che Hollywood sia piena di gay più o meno repressi: se non stanno lì dove devono stare?
Diverso è quando pretendono, per esempio, di avere una “famiglia tradizionale” o di contare nelle Forze Armate. Allora lì la mentalità stanziale sente come un’ insopportabile invasione di campo… e scatta l’omofobia.