martedì 21 febbraio 2017

La crisi spirituale dei super-ricchi

Allarmi! Tra i  super-ricchi/super-fortunati del pianeta – parlo dell’1% che sta più in alto – è in atto una crisi. Un’insoddisfazione strisciante che rischia di erodere le conquiste materiali ottenute con l’ingegno e il duro lavoro.
Si occupa del problema Julián Carrón - Dal 2005 alla guida, dopo la scomparsa del fondatore Luigi Giussani, del movimento di Comunione e Liberazione (CL) - nel libro “La bellezza disarmata”.
Che cosa sta accadendo agli europei? E, in particolare, che cosa sta accadendo ai cristiani europei nell’era della globalizzazione?
Un veleno tossico è in circolo. La società del piagnisteo non ha mai piagnucolato tanto: è una sorta di perdita di fiducia verso la propria esperienza di vita.
La vita ci appare poco seducente, quasi quasi la temiamo. Quasi quasi – magari con l’aiuto dei social – optiamo per costruirci una bolla dalla quale non uscire mai più.
Questo, anche se i mezzi che abbiamo per affrontarla superano di gran lunga quelli dei nostri padri e dei nostri nonni.
Ma se i mezzi ci sono, mancano i fini.
È possibile iniziare daccapo recuperando la fede e l’entusiasmo dei nonni? Bisognerebbe rimettere al centro il loro frasario: “persona, lavoro, materia, progresso e libertà”.
Ma quel frasario oggi è depotenziati, facciamo fatica a ripensarlo, abbiamo perduto il senso profondo di queste parole. Prendiamo la parola “persona”…
… «Duemila anni fa l’unico uomo che aveva tutti i diritti umani era il civis romanus. Ma il civis romanus da chi era stabilito? Il potere determinava il civis romanus. Uno dei più grandi giuristi romani, Gaio, distingueva tre tipi di utensili che il civis [romanus], cioè l’uomo con tutti i diritti, poteva possedere: gli utensili che non si muovono e non parlano; gli utensili che si muovono e non parlano, cioè gli animali; e gli utensili che si muovono e parlano, gli schiavi»…
Cosa c’è che non va? Perché sono parole che non sentiamo più “vibrare”?
Forse tutto è iniziato quando abbiamo tentato di rendere autonome quelle fondamentali acquisizioni. Autonome dal loro fondamento divino, intendo.
Un’operazione inaugurata dall’ Illuminismo, così inquadrato nelle parole di Papa Ratzinger a Subiaco…
… «nella contrapposizione delle confessioni e nella crisi incombente dell’immagine di Dio, si tentò di tenere i valori essenziali della morale fuori dalle contraddizioni e di cercare per loro un’evidenza che li rendesse indipendenti dalle molteplici divisioni e incertezze delle varie filosofie e confessioni»… Si sviluppò così il tentativo illuministico di affermare quelle convinzioni, la cui evidenza sembrava si potesse sostenere da sé, a prescindere da un cristianesimo vissuto… «La ricerca di una tale rassicurante certezza, che potesse rimanere incontestata al di là di tutte le differenze, è fallita. Neppure lo sforzo, davvero grandioso, di Kant è stato in grado di creare la necessaria certezza condivisa. […] Il tentativo, portato all’estremo, di plasmare le cose umane facendo completamente a meno di Dio ci conduce sempre di più sull’orlo dell’abisso, verso l’accantonamento totale dell’uomo.»…
La ricerca di una “morale laica” ha proceduto a tentoni senza mai trovare un approdo stabile.
Nella cultura illuminista la libertà diventa misura di tutto, ma quando giungono le difficoltà, dove si poggia? La libertà da sola rischia di diventare una gabbia asfittica.
Ma c’è di più: è lo stesso spirito moderno ad entrare in conflitto con la nozione più semplice di libertà. Un esempio? Il contrasto tra la voglia di libertà della donna e il diritto alla vita del nascituro.
Ma l’esempio più eclatante è la lotta ossessiva alle discriminazioni. Il rabbioso divieto a “discriminare” si trasforma presto in una proibizione a tappeto che coinvolge ogni aspetto della nostra vita. La libertà è negata alla radice, a cominciare dalla libertà di opinione e da quella religiosa.
Non sorprende che Papa Ratzinger abbia parlato di “una confusa ideologia della libertà”.
Alla radice di queste contraddizioni sta una ragione distaccata dal suo fondamento ultimo, che poi è l’uomo con i suoi desideri e con la sua fede. L’esito di questo distacco:
… Si assiste così a un singolare e significativo rovesciamento: quel radicale distacco della filosofia illuminista dalle sue radici cristiane, che doveva assicurare una piena e autonoma affermazione dell’uomo, «diventa, in ultima analisi, un fare a meno dell’uomo»…
La vera contrapposizione nel mondo dei super-ricchi…
… «la vera contrapposizione che caratterizza il mondo di oggi non è quella tra diverse culture religiose, ma quella tra la radicale emancipazione dell’uomo da Dio, dalle radici della vita, da una parte, e le grandi culture religiose dall’altra»…
L’Illuminismo, secondo Ratzinger, è di origine cristiana, bisognerebbe allora ricomporre la frattura, e la Chiesa deve fare il suo.
In realtà la Chiesa un passo importante l’ha fatto pronunciando il suo ““sì” fondamentale all’età moderna” nel Concilio Vaticano II.
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In Europa oggi abbiamo due anime: la prima riguarda una ragione astratta che intende negare il soggettivo ed emanciparsi così dall’uomo. La diatriba sul Crocifisso nelle scuole è sintomatica…
… Se ne ha una significativa documentazione nella prima sentenza di Strasburgo sul Crocifisso. Essa «era un esempio di questa ragione astratta che vuole emanciparsi da tutte le tradizioni, dalla storia stessa…
E l’altra anima?…
… «È quella che possiamo chiamare cristiana, che si apre a tutto quello che è ragionevole, che ha essa stessa creato l’audacia della ragione e la libertà di una ragione critica, ma rimane ancorata alle radici che hanno dato origine a questa Europa, che l’hanno costruita nei grandi valori, nelle grandi intuizioni, nella visione della fede cristiana.»…
Il rischio dell’Europa è quello di distruggere l’umano, il suo desiderio, il suo essenziale rapporto con l’infinito. Negare l’umano è negare la ragione più autentica.
È questa la natura della crisi scatenata dal progressivo sbiadirsi dell’evidenza di un Fondamento.
L’errore: ci distraiamo nel dibattito sulle conseguenze, dimenticando che queste hanno origine.
Rispondere a tale urgenza non vuol dire tornare a uno Stato confessionale. Guai!
Ciò andrebbe contro la natura stessa del cristianesimo in quanto “religione dei perseguitati”.
Da dove partire dunque?
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Ecco una testimonianza della crisi dei super-ricchi: parla un ragazzo impaurito e quindi già vecchio…
… A un certo punto lui mi dice: “Non metterò mai al mondo un figlio. Con che coraggio condanno un altro poveretto all’infelicità? Non mi prendo questa responsabilità”. E poi aggiungeva: “Ho paura della mia libertà, nel migliore dei casi non serve a niente e nel peggiore dei casi posso causare dolore a qualcuno. Quello che mi aspetto dalla vita è di cercare di fare meno male possibile”…
Un cumulo di paure che ci paralizza, dunque.
In uno spirito siffatto manca una grande convinzione che faccia spiccare il salto. Un punto di appoggio su cui fare leva.
La crisi dei super-ricchi è anche un’opportunità per ricostruire. Ripetiamo allora la tesi di questo appunto…
… Dunque, piuttosto che un pretesto per un lamento e una chiusura, tutti questi punti problematici della vita comune in Europa rappresentano una grande occasione per scoprire o riscoprire le grandi convinzioni che possono assicurare la convivenza stessa…
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Noi cerchiamo un compimento della nostra personalità ma nella società contemporanea “tutto cospira a tacere di noi”. Come tornare protagonisti?
Le via più battuta per realizzarsi è la ricerca dei “nuovi diritti”.
Si piange in piazza per rivendicare l’elemosina di un diritto con tanto di decreto legge. La loro matrice è quella brama di liberazione che è stata l’anima del Sessantotto.
Il lamento piazzaiolo ha comunque  qualcosa di umano, ricordiamolo a chi vive queste richieste come un affronto.
Autodeterminazione (assoluta) e non-discriminazione sono diventate le parole chiave di questa ricerca che pensa di poter evitare o rendere superfluo il dibattito sui fondamenti.
Ma ottenere un diritto ci rende felici? No, è come ricevere una mancia o un aumento di stipendio. La nostra realizzazione è di breve durata, poi tutti i problemi tornano ad assediarci. Sono le illusioni del “dirittismo” o permissivismo…
… Il dramma della nostra cultura, dunque, non sta tanto nel fatto che all’uomo sia tutto permesso, quanto nelle false promesse e nelle illusioni che quel permissivismo reca con sé…
Poi si resta soli con il proprio diritto alla mancetta (per altro malvisto da molti). Nessuna legge giusta di per sé è riuscita a impedire la deriva.
T.S. Eliot
… «Essi cercano sempre d’evadere / Dal buio esterno e interiore / Sognando sistemi talmente perfetti che più nessuno avrebbe bisogno d’essere buono»…
Non si risolvono le questioni umane con le procedure, occorre approfondire la natura del soggetto.
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Don Giussani ha dedicato una vita per portare alla luce questa natura
… «il senso religioso […] la radice da cui scaturiscono i valori. Un valore, ultimamente, è quella prospettiva del rapporto tra un contingente e la totalità, l’assoluto…
La natura non è qualcosa di lontano e astratto, tenerne conto ci risolve il quotidiano
… «La soluzione dei problemi che la vita pone ogni giorno», avverte don Giussani, «non avviene direttamente affrontando i problemi, ma approfondendo la natura del soggetto che li affronta.» In altri termini, «il particolare lo si risolve approfondendo l’essenziale»…
L’ emergenza educativa si dà nel momento in cui l’umano sparisce (e con esso la ragione e la libertà dell’umano).
Anche il desiderio dell’uomo viene ridotto. Ridotto a consumismo.
Come si ridesta un desiderio? Come ci si motiva? Non con un ragionamento ma con un incontro.
A scuola, per esempio, l’incontro con un prof stimolante è decisivo, più ancora dell’incontro con la materia a cui dedicheremo la nostra vita.
Incontrare un uomo senza paure ci stimola, ci seduce, vogliamo sapere come fa. Quando siamo con lui non abbiamo paura neanche noi. Le parole di Giussani sull’incontro…
… «Quella che sto per dare non è una risposta [adatta solo] alla situazione in cui versiamo […]; quello che sto dicendo è una regola, una legge universale da quando [e fino a quando] l’uomo c’è: la persona ritrova se stessa in un incontro vivo [come abbiamo appena sentito descrivere: “È questo che invidiamo di più in te, che non hai paura… Vediamoci”], vale a dire in una presenza in cui si imbatte e che sprigiona un’attrattiva, […] provoca al fatto che il cuore nostro, con quello di cui è costituito […], c’è, esiste».23 Questo cuore tante volte è addormentato, sepolto sotto mille macerie, sotto mille distrazioni, ma viene ridestato e provocato a un riconoscimento: c’è, il cuore c’è, il tuo cuore c’è…
L’ “altro” da spaventoso diventa àncora di salvezza: è nell’incontro con lui che siamo motivati, è affrontandolo che ci mettiamo alla prova. L’altro non è più una minaccia, ma un bene per la realizzazione del nostro io.
Per papa Francesco: “la verità è una relazione!”.
Il cristiano ha le chiavi della crisi dei super-ricchi, per lui questa è un’ occasione…
… Noi cristiani non abbiamo alcuna paura a entrare, senza privilegi, in questo dialogo a tutto campo. Questa è, per noi, un’occasione preziosa per verificare la capacità dell’avvenimento cristiano di reggere davanti alle nuove sfide, poiché ci offre l’opportunità di testimoniare a tutti che cosa accade nell’esistenza quando l’uomo intercetta l’avvenimento cristiano lungo la strada della vita…
Cerchiamo motivazioni piuttosto che leggine. Cerchiamo di motivare il nostro prossimo piuttosto che bacchettarlo se viola una leggina: il motivato impara, c’è un ordine per cui le motivazioni interiori precedono l’apprendimento.
La retorica dei “valori non negoziabili” rischia di invertire il nesso genetico tra i fattori…
… nel mondo cattolico, la battaglia per la difesa dei valori è divenuta nel tempo così prioritaria da risultare più importante rispetto alla comunicazione della novità di Cristo, alla testimonianza della sua umanità. Questo scambio tra antecedente e conseguente documenta la caduta “pelagiana” di tanto cristianesimo odierno…
L’alternativa alla Legge (valori non negoziabili) non è la fuga spiritualistica ma la testimonianza della propria felicità.
Consiglio per il politico cristiano…
… Chi è impegnato sulla scena pubblica, in campo culturale o politico, ha il dovere, da cristiano, di opporsi alla deriva antropologica odierna. Ma questo è un impegno che non può coinvolgere tutta la Chiesa in quanto tale, la quale ha l’obbligo, oggi, di incontrare tutti gli uomini, indipendentemente dalla loro ideologia o appartenenza politica, per testimoniare l’«attrattiva Gesù»…
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Il Concilio Vaticano II ha riconosciuto la liberta religiosa modificando una prassi durata secoli. In altri termini: il giusto non puo’ essere imposto.
Si è compiuto un passo per riconciliarsi con quell’illuminismo cristiano alle sue origini. Si è capita meglio la natura del cambiamento e della conversione, che non tollera forzature.
E ricordiamolo ancora: non siamo di fronte ad una novità ma ad un ritorno al passato…
… Era questa la ferma persuasione della Chiesa nei primi secoli, la grande rivoluzione cristiana fondata sulla distinzione tra le due città, tra Dio e Cesare. Una persuasione destinata ad attenuarsi dopo l’Editto di Tessalonica (380 d.C.) ad opera dell’imperatore Teodosio…
Il nostro Dio tollera solo la lode dell’uomo libero. Per indurre un uomo libero alla lode del nostro Dio occorre convincerlo, e la testimonianza, prima ancora che gli argomenti, sono l’arma più efficace che possediamo.
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Il crollo delle sicurezze un tempo garantite dalla fede è di vecchia data. Un fenomeno che potremmo chiamare “crollo delle evidenze”.
Un crollo delle antiche sicurezze religiose. Un “collasso del senso di umanità”.
Le origini sono lontane e nobili, si parte da Kant
… Se Kant, negando la conoscibilità di Dio nell’ambito della pura ragione, aveva mantenuto a Dio il ruolo di un postulato della ragione pratica, implicata nell’agire morale, dopo di lui si è sviluppato il tentativo «di plasmare le cose umane facendo completamente a meno di Dio»….
Lo studioso meritevole di attenzione che ha sondato il fenomeno è il nostro Romano Guardini…
… ha colto con chiarezza la radice del fenomeno descritto, rimarcando il nesso storicogenetico tra l’affermazione dei valori fondamentali dell’umano e un cristianesimo vissuto: «Abbiamo visto che dall’inizio del tempo moderno si viene elaborando una cultura non-cristiana. Per lungo tempo la negazione si è diretta solo contro il contenuto stesso della Rivelazione; non contro i valori etici, individuali o sociali, che si sono sviluppati sotto il suo influsso…
Kant usava un’analogia
… Kant paragona la traiettoria storica che conduce all’Illuminismo alle tappe evolutive di un individuo dall’infanzia all’età adulta. L’umanità è dapprima come un bambino, che ha bisogno di padre e madre, poiché non ha autonomia di pensiero e non sceglie da solo. Ma diventando adulto può prescindere da questo legame e vivere autonomamente. È l’uscita dallo stato di minorità….
Ecco, l’età adulta sembra molto lontana e l’ottimismo di Kant confutato. Abbiamo fatto tanta strada, siamo i super-ricchi del pianeta, ma versiamo in una crisi da non sottovalutare.
Il nostro errore?: affermare i valori indipendentemente da ciò che li ha fatti germinare nella storia.
Guardini sui valori
… quei valori fondamentali sono «legati alla Rivelazione», sono entrati nella storia con Cristo, per la potenza della sua testimonianza e per la sua capacità di ridestare la ragione e la libertà dell’uomo. Attraverso il cristianesimo «si liberano nell’uomo forze che in sé sono “naturali”, ma che al di fuori di quella relazione non si realizzerebbero»…
Come dicevamo prima, il gusto per la vita si recupera in un incontro.
L’AIDS in Africa e il gusto per la vita…
… Penso in questo senso alla vicenda di un gruppo di donne africane malate di AIDS che ho incontrato a Kampala. C’è qualcosa di più evidente del valore della salute e della vita (per non parlare dell’istinto di sopravvivenza)? Eppure quelle donne non erano interessate ad assumere le medicine di ultima generazione che avrebbero dato loro ampia prospettiva di sopravvivenza. Quei valori sembravano assenti, svaniti. È stato l’incontro con un’infermiera a farle ritornare a “vedere”. Essa ha comunicato loro un gusto di vita, la sua testimonianza ha rimesso in moto un desiderio di vivere che era sopito…
O pensiamo anche solo alla vicenda di Eluana. Non bastava dire: “La vita ha un valore assoluto”. Bisognava testimoniarlo…
… ci vorrebbe «una carezza del Nazareno» per poter scoprire che la vita vale sempre e comunque. È la testimonianza offerta ogni giorno da tanti medici e infermieri, che entrano nelle stanze dei malati terminali, dove quasi più nessuno ha il coraggio di entrare, portando lo sguardo che hanno ricevuto e ricevono nell’incontro cristiano…
Papa Francesco ci invita a concentrarci sull’ essenziale, e questo infastidisce i formalisti.
Ma è rischioso insistere solo su questioni legate alla morale, si dà vita ad una  trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine.
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Al “crollo delle evidenze” si appaia il “primato della libertà”.
La libertà è valore fondativo anche per il cristiano: si puo’ dire di “sì” o di “no”, È questo il rischio che il Mistero ha voluto correre. Il nostro è un Dio libertario
… come nella nota parabola, si vorrebbe togliere la «zizzania» dal campo, perché essa è pericolosa per la libertà. Il padrone del campo ha invece un pensiero ben diverso: Egli lascia crescere tutto, perché sa che il positivo sarà vincitore…
Il rischio è quello di difendere i valori cristiani imponendoli.
Ci sono altre vie: l’esempio di San Paolo sulla schiavitù
… Un primo esempio riguarda la schiavitù. San Paolo finisce in carcere e si trova in cella con uno schiavo, Onesimo, arrestato perché aveva tentato di scappare dal padrone. La schiavitù al tempo era una pratica corrente. Che cosa ha fatto dunque Paolo? Ha scritto un biglietto al padrone – la Lettera a Filemone è questo – per convincerlo a perdonare e a riaccogliere Onesimo… è stato separato da te per un momento perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come un fratello carissimo… Il gesto di san Paolo sembra un nulla nell’oceano infinito della schiavitù, un nulla con tutta la zizzania intorno. Chi avrebbe potuto scommettere su questo semplice fatto? Invece è stato un inizio che, nel tempo, secondo un disegno imprevedibile, ha portato all’eliminazione della schiavitù…
Non maledice lo schiavista, non lo forza: getta un seme destinato a germinare nel cuore e nella mente di chi sbaglia.
Altro esempio: l’aborto
… Un secondo esempio riguarda l’aborto. La Lettera a Diogneto, uno degli scritti più belli del primo cristianesimo, dedica una riga, anzi mezza, alla questione. Che cosa vi si dice? I cristiani si «sposano come tutti e generano figli, ma non gettano i neonati». Punto. A capo. L’inizio dell’affermazione di certi valori, come quello della vita fin dalla nascita, ha seguito questa dinamica…
In passato, la tentazione egemonica è stata fatale per i cristiani…
… Nel 380, infatti, con l’Editto di Tessalonica, l’imperatore Teodosio afferma che il cristianesimo è l’unica religione lecita…
Ma si poneva in netto contrasto con il cristianesimo dei primi secoli.
Il simbolo di questo travaglio è stato Agostino, mai chiaro su questo punto. Nell’Epistolario giustificava la violenza…
… «Dapprima ero del parere che nessuno dovesse essere condotto per forza all’unità di Cristo, ma si dovesse agire solo con la parola, combattere con la discussione, convincere con la ragione, per evitare d’avere tra noi come finti cattolici coloro che avevamo già conosciuti tra noi come critici [eretici] dichiarati».17 Ma, dopo le reiterate ed efferate violenze perpetrate dai donatisti,18 cambia idea e dichiara che per evitare il male è lecito usare la forza…
Ne La Città di Dio sembrava invece negare tale giustificazione.
Prevalse il primo: il pensiero cristiano successivo, a partire dall’età carolingia, rileggerà il De Civitate Dei alla luce dell’epistolario…
… Per tanti secoli, con alti e bassi, non vi sarà un esplicito ripensamento della questione della libertà di religione. Anche con la Riforma di Lutero, durante la controversia che divide cattolici e protestanti, in ambedue gli schieramenti permane l’idea che una società cristiana non può tollerare eretici e scismatici. Anzi, gli sviluppi della Riforma protestante (considerata nelle sue diverse espressioni: luterana, calvinista, valdese e anche anglicana), invece che allargare gli spazi della libertà religiosa, li restringono, poiché consolidano ulteriormente l’intreccio fra potere politico e potere religioso, che conduce alle cosiddette guerre di religione. La pace di Westfalia del 1648, che doveva costituire una risposta alla situazione di scontro che si era creata, sancisce infine il principio «cuius regio, eius et religio», che obbliga il suddito a conformarsi alla religione del proprio principe…
Sarà il Concilio Vaticano II a ripristinare l’antica dottrina: se l’errore non ha diritti, una persona ha dei diritti anche quando sbaglia. La libertà religiosa viene così affermata.
Questo ritorno al passato viene inquadrato da Ratzinger come “novità nella continuità”. La Chiesa ha recuperato al proprio sguardo il contributo dell’Illuminismo…
… In questo senso l’illuminismo è di origine cristiana ed è nato non a caso proprio ed esclusivamente nell’ambito della fede cristiana». D’altro canto, poiché «il cristianesimo, contro la sua natura, era purtroppo diventato tradizione e religione di Stato», è stato precipuo «merito dell’illuminismo aver riproposto questi valori originali del cristianesimo e aver ridato alla ragione la sua propria voce…
Il percorso di maturazione compiuto ha portato la Chiesa a riconoscere come più fedeli alla sua verità l’affermazione e il rispetto della libertà.
Con la libertà l’unica nostra arma è “convincere”. Diventa centrale la testimonianza…
… Ecco, allora, la domanda necessaria, se vogliamo porci di fronte alle sfide attuali senza ideologiche contrapposizioni e senza intimistici ripiegamenti: come può la libertà essere di nuovo «conquistata per il bene», dato che «la libera adesione al bene non esiste mai semplicemente da sé»? Solo attraverso la testimonianza, come accadde agli inizi…
Solo la testimonianza della verità può raggiungere il cuore dell’uomo. Come osserva acutamente Lobkowicz.
La Chiesa non vuole più rivendicare alcun diritto a qualsiasi forma di potere ma solo raggiungere i cuori delle persone vivendo nel reale…
… possiamo essere come un seme. «In una società come questa non si può creare qualcosa di nuovo se non con la vita: non c’è struttura né organizzazione o iniziative che tengano…
COMMENTO PERSONALE
Due osservazioni. Primo: la storia ci dice che la Chiesa è libertaria quando è debole e autoritaria quando è forte. Tutto cio’ non è un po’ sospetto? La vera sfida: forti e libertari. Secondo: nel distinguere tra razionalità oggettiva e soggettiva sembrerebbe forse che la seconda sia in realtà una forma di irrazionalità. Sbagliato! Si tratta invece della razionalità applicata. Per pensarla al meglio ci si riferisca alla razionalità probabilistica: ogni verdetto probabilistico, per quanto rigoroso, ha una componente soggettiva fritto delle esperienze pregresse. Qui qualche ulteriore chiarimento.
carr