martedì 13 dicembre 2016

I bambini non sono cuccioli d'uomo

Appartengo a una generazione che è stata sommerso da tonnellate di psicanalisi: l’inconscio era ovunque, nei libri, nei film, nelle patatine… Anche per reazione ho sempre adottato il motto “l’infanzia è sopravvalutata”.
Dopo aver letto il libro “Il bambino filosofo” ho capito che forse è il caso di ricredersi. Non che si rivaluti la psicanalisi, ma si riafferma su altre basi (più solide) la centralità dei primi anni di vita.
Il lavoro di Alison Gopnik sull’infanzia parte da una domanda ben precisa: "come possono i nostri bambini mostrare tanta dedizione per cose che non esistono?"...
... Una bambina di tre anni minaccia di non sedersi a tavola se non verrà apparecchiato anche per «i piccolini», i gemelli dai capelli rosso porpora che vivono nella sua tasca...
Cosa pensare allora dell'infanzia?...
... La mia tesi è che si tratti proprio di ciò che ci rende umani...
I bambini sono esseri ambigui, ci appaiono  allo stesso tempo come familiari e alieni...
... La loro mente parrebbe drasticamente limitata: sanno molto meno di noi... Eppure, ancora incapaci di leggere e scrivere, vantano straordinarie capacità immaginative e creative...
L'infanzia ha uno strano influsso sull'adulto che sarà, spesso un influsso imprevedibile...
... Il mondo, com’è noto, è affollato di santi dai genitori tremendi e di nevrotici dai genitori amorevoli...
Più i bimbi sono piccoli, più sono avvolti dal mistero.
Un tempo venivano  ritenuti irrazionali, egocentrici e amorali, oggi psicologi e neuroscienziati hanno scoperto che non solo i bimbi imparano molto più di quel che si credeva, ma sono anche dotati di una fantasia particolarmente sviluppata.
La vita dei bambini è stata a lungo trascurata dalla filosofia, ovvero dalla disciplina che si occupa della natura umana...
...Un marziano che tentasse di capire la razza umana a partire dai testi di filosofia terrestre, potrebbe benissimo giungere alla conclusione che ci riproduciamo mediante clonazione asessuata...
Oggi la "cognizione infantile" e la "teoria della mente del bambino", insieme ad altre riflessioni sui bambini piccoli, contribuiscono a rispondere in maniera innovativa a quesiti fondamentali sull’immaginazione, sulla verità, sulla consapevolezza, sull’identità, sull’amore e sulla moralità. La tesi di fondo è diventata questa...
...nessuna specie è in grado di eguagliare gli esseri umani per capacità di cambiamento...Tutto ciò spiega perché i bambini sono come sono – e persino a cosa serve l’infanzia...
Come se non bastasse, i più recenti studi sull'infanzia mettono in crisi la visione tradizionale che la psicologia evoluzionista dà dell'uomo...
...l’idea di un sistema innato che ci rende quel che siamo... L’idea di fondo è che un ambiente infantile «abbastanza buono» possa bastare perché si dispieghino gli aspetti innati della natura umana...
L'impressione è che una simile visione...
… non è in grado di spiegare i radicali cambiamenti storici dell’uomo... Partendo dal presupposto che la nostra natura sia determinata dai geni, dovremmo giungere alla conclusione che non si sia modificata dal Pleistocene a oggi... Come si può spiegare tanta flessibilità e creatività, questa capacità di alterare il fato individuale e collettivo, senza ricorrere al misticismo?...
Ora sappiamo che c'è qualcosa che va oltre i geni, che travolge il loro influsso con una forza prima sconosciuta… qualcosa che rende i bambini...
... propensi a imparare dalle persone e a utilizzare questa conoscenza per modificare il comportamento altrui e nostro...
La cultura, e la possibilità di tramandarla in modo così efficiente attraverso un'infanzia tanto particolare, muta di fatto la nostra natura....
... Il nostro punto di partenza è la capacità di imparare... e immaginare altri ambienti...
Assimilare in pochi anni mille anni di saperi pregressi ed essere in grado di rielaborarli in modo creativo fa dell’uomo qualcosa di completamente diverso rispetto a cio’ che una visione ingenua dell’influsso dei geni vorrebbe che fosse.
Inoltre, tutto cio’ ci rende in grado di mutare radicalmente l’ambiente  dove viviamo, e quindi anche i vincoli evoluzionistici legati all’ambiente che abitiamo.
Ma come riescono i bambini a sviluppare una mente capace di cambiare il mondo?
Quali aspetti cioè della nostra natura fanno dell’uomo un “animale culturale”?
In tutto cio' l'immaginazione svolge un ruolo di radicale importanza...
...neanch’io sarei potuta esistere nel Pleistocene. Sono un prodotto dell’immaginazione umana...
L'infanzia andrebbe considerata più come una metamorfosi che come uno sviluppo. I bambini sono bruchi destinati a diventare farfalle più che cuccioli sempre più capaci.
Ma perché attraversiamo questa fase "magica"?
... Rispetto ad altre specie, gli esseri umani vivono un periodo molto più esteso di immaturità e dipendenza, che si è ulteriormente protratto nel corso del tempo (una realtà che noi, genitori di ventenni, riconosciamo non senza un sospiro)...
Capacità di cambiamento e infanzia lunga sono tutt’uno. Per esempio, è in quella fase che sviluppiamo la capacità…
… di adattarci a un maggior numero di ambienti diversi rispetto a qualsiasi altra specie…
Non ci limitiamo all’adattamento passivo ma ci adattiamo cambiando il nostro ambiente come nessun altro animale. ma ci vuole tempo per imparare.
Il bruco-umano è sempre con la testa fra le nuvole e particolarmente indifeso…
… Perdere ore a vagliare tutti i modi possibili e immaginabili di dare la caccia ai cervi non è un’idea geniale, quando sono due giorni che non mangi, così come non lo è mettersi a imparare usi e costumi antichi per combattere le tigri feroci, quando c’è chi non vede l’ora di farti la pelle…
L’adulto non si concede certi lussi: io non posso perdere tempo vagliando tutte le possibilità del mio pc, tiro avanti con quel che so.
Nell’infanzia si annida la “differenza dell’uomo”…
… Un animale che dipenda dalla conoscenza accumulata dalle generazioni passate ha bisogno di tempo per acquisirla…
Per l’immaginazione vale la stessa cosa…
… Un animale che dipenda dall’immaginazione, deve avere tutto l’agio di esercitarla…
Un’ infanzia “scudata” dall’amore dei genitore risolve il problema. L’amore è la chiave di volta. Nessun animale ne produce tanto quanto l’uomo.
I compiti dell’infanzia sono cruciali
… Da piccoli, siamo impegnati su due fronti: imparare come funziona il mondo e immaginare come potrebbe funzionare altrimenti. Da grandi, mettiamo a frutto tutto quello che abbiamo imparato e immaginato…
Con tutto quel cercare e ipotizzare… i bambini sono il reparto “R&D”, noi adulti siamo il marketing. Bruchi e farfalle eccellono in ambiti diversi.
Ai piccoli vengono in mente milioni di idee, per lo più inutili.
Anche per questo il bambino ha un cervello diverso…
… è di fatto più altamente connesso di quello degli adulti… il nostro cervello «sfronda» i percorsi più deboli e meno battuti e rafforza quelli impiegati più di frequente…
L’immagine di un cervello ai suoi primi stadi
… ci ricorderebbe una vecchia città europea, come Parigi…
Il cervello dell’adulto
… vie neurali meno numerose ma più efficienti… 
Quando si battono sempre gli stessi sentieri si finisce per rinforzarne alcuni e farne sparire altri nella boscaglia.
Il bambino è carente nei lobi pre-frontali. Cosa producono?…
… il pensiero, la pianificazione e il controllo…
Sono cose che ormai sappiamo anche se forse sarebbe stato meglio non sapere
… A causa di una drammatica combinazione di incapacità e arroganza, negli anni cinquanta i pazienti psichiatrici furono soggetti a lobotomie prefrontali – operazioni finalizzate alla rimozione di questa parte del cervello. Benché dopo tali interventi i pazienti risultassero apparentemente funzionali, in realtà avevano perso ampiamente la capacità di prendere decisioni, controllare gli impulsi e agire in maniera intelligente…
La maturazione completa del cervello avviene intorno ai 25 anni. La speranza della mamma è l’ultima a morire.
Da un lato, il bambino privo di lobi è un “adulto difettoso”; dall’altro, è un “super-adulto”…
… per esempio per quanto riguarda l’immaginazione e l’apprendimento…
I lobi servono all’autocontrollo, all’inibizione… l’inibizione arresta altre parti del cervello, focalizza l’esperienza, non ci fa distrarre. Tutte facoltà che servono a svolgere compiti fondamentali…
… per attuare un piano complicato, ad esempio, bisogna eseguire esclusivamente le azioni atte allo scopo, e non tutte quelle possibili e immaginabili… Chiunque tenti di persuadere un bimbo di tre anni a vestirsi per andare all’asilo, finirà inevitabilmente con l’apprezzare l’inibizione. Sarebbe molto più facile se il bambino smettesse di esplorare ogni granello di polvere del pavimento, aprire tutti i cassetti uno dopo l’altro e togliersi i calzini l’attimo dopo che glieli avete infilati…
Tuttavia, l’inibizione frena immaginazione ed apprendimento…
… Per essere fantasiosi, è necessario prendere in considerazione qualsiasi ipotesi… (chissà se il comò funzionerebbe meglio senza tutti quei cassetti)…
La maturazione tardiva (infanzia più lunga) ci fa solo bene…
… esistono prove a supporto della correlazione di un quoziente intellettivo elevato con una maturazione successiva e una maggiore plasticità dei lobi frontali (Shaw, Greenstein e altri 2006)…
Maturare dopo significa tenere la mente più aperta per più tempo.
Il gioco infantile è la tipica attività che scatena l’immaginazione.
Negli uomini il gioco è particolarmente inutile e immaturo, ovvero particolarmente focalizzato sulla pura immaginazione…
… Non contribuisce in alcun modo agli obiettivi evolutivi basilari di accoppiamento e predazione, fuga e lotta…
I giochi sono per noi puro divertimento. L’esperienza infantile ha pochi nessi con quella degli adulti.
Meglio insistere su un fato fondamentale: l’amore è al centro di tutto…
… Tutti i processi di cambiamento, immaginazione e apprendimento dipendono sostanzialmente dall’amore…
genitori umani sono qualcosa di unico nel regno animale…
… amano i loro bambini in maniera particolarmente intensa e significativa…
L’amore genitoriale è il motore del cambiamento, cio’ che consente un’immaturità protratta…
… grazie all’amore di chi ci accudisce. Possiamo trarre vantaggio dalle scoperte delle generazioni precedenti…
Per comprendere chi siano i nostri bimbi è bene chiedersi dove vivano
… trascorrono buona parte delle loro ore di veglia in mondi inventati…
Per loro conoscenza ed immaginazione coincidono: si creano mondi immaginari, amici immaginari, linguaggi immaginari…
… i bimbi piccoli, al pari degli scienziati, impiegano statistiche ed esperimenti per imparare come funziona il mondo…
Nati per imparare. Ma anche nati per capire da chi imparare: i bambini si creano i loro maestri sviluppando una grande sensibilità per l’amore che ricevono.
La loro potenza immaginativa è tale che persino l’unicità del sè vacilla
… La percezione di possedere un unico Sé omogeneo è una nostra creazione – non ci viene dato…
Chi trova il resoconto evoluzionistico deprimente e cinico puo’, senza necessità di rinnegarlo, trovare un alleato nei bambini: è grazie a loro se nulla nel destino dell’uomo è stato mai previsto o sarà prevedibile.
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