sabato 18 febbraio 2012

Taja e medéga

Chirurgia dello sbrego per questo club di cerusici abituati al corpore vili

Organi, wurlitzer, moog synthesizer, mellotron, clavinet, pianoforti… sono il forcipe che afferra per le tempie il neonato cianotico ma dal radioso avvenire.

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Madeski/Shipp – Radical Reconstruction Surgery

Musiche appese a un filo

Augusto Esquivel 

un filo di Augusto Esquivel

 

1. … mangiatori di loto fanno lavorare le mascelle…   

2. … rimasugli di concerto grosso…

3. … lo sperone insanguinato…

4. … infiorescenze vocali nella notte newyorkese…

5. … ambienti concavi (con moquette)… Michel

6. … Chapter one… oggi la Sara spiega in classe… le musiche primitive

7. … indicatori della qualità della vita a San Paolo…

venerdì 17 febbraio 2012

Non si sevizia così un Paperino

L’ Italia ha prodotto almeno tre grandi film horror: il primo è cosmopolita, Profondo Rosso.

Gli altri due sono horror da campanile: c’ è quello padano e quello terrone.

A proposito di campanile: nell’ Italia anni settanta che andava laicizzandosi il pervertito è sempre il prete, ovvio. Spero quindi che nessuno consideri questo parole uno spoiler sorprendente.

Qui mi occupo del secondo film, quello “terrone”.

Ambientato sotto i ponti che percorrevamo ignari per andare in vacanza.

Sembra incredibile pensare che là sotto potesse esistere qualcosa che non fossero le discariche abusive. Scopriamo invece che abbondano oratori, streghe e fattucchiere.

Una storia avvincente, sembra di vedere De Martino allo storyboard.

Leggendaria la seduzione del bimbo. Su questa scena la mia generazione c’ ha lasciato una tonnellata di diottrie!

Nel dibattito post proiezione ferverà ila diatriba giuridica: ha senso incriminare per tentato omicidio chi si produce nel rituale voodoo della bambolina infilzata? Se sì, la giunonica Florinda Bolkan non la passerebbe liscia.

Certo che nel film, il sentimento perbenista, un tempo tenuto a freno dalla Santa Inquisizione, non bada ai sottili distinguo dei giureconsulti e provvede a una grezza giustizia.

Massacri del genere hanno folgorato Tarantino sulla strada di Damasco facendogli decidere quel che avrebbe fatto da grande.

 

… tanto poi ne faremo un altro…

… aggrappati piccolino, aggrappati forte… e non disperare: il mondo è pieno di placente…

… lui, all’ insaputa di lei, lo porta dall’ acquirente (“… tanto ne faremo un altro…”)

Trama: lui e lei sono giovani, belli e spiantati: vivono di espedienti, caldo o freddo, sempre all’ aperto; con l’ ottundente bordone del traffico parigino a far da ovatta nelle orecchie e a sbiadire il tipico grugnito francese della banlieu; quando ecco una “visita” inaspettata.

Povere donne, sempre la solita solfa… sembra che debba nascerti un bimbo, prepari il corredino e tutto, ed ecco che te ne nascono due… il secondo alto un metro e ottanta…

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Il film si chiude ancora con doglie, travaglio e (ri)nascita (del bietolone); speriamo bene… ma di questi tempi il “bene” e il “male” sono secondari,  “sperare” è già tanta roba… lo considero a tutti gli effetti un “… e vissero felici e contenti…” in salsa Dardenne.

 

F.lli Dardenne – L’ enfant

mercoledì 15 febbraio 2012

Qui pro quo

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… profondo malinconico lume…

Come bruciano placidi gli svedesi di Stanislav Aristov

… neanche la notte fatale alla fiammiferaia fu tanto siderale e fredda…

Stanislav Aristov

… giusto l’ arpeggiante scandaglio per abissi dell’ adagio beethoveniano commenta pertinente analogo sommovimento cardiovascolare…

lunedì 13 febbraio 2012

Bruno Frizzera e l’ impossibilità di capire

Ieri è morto Bruno Frizzera, presumo che stamane tutti gli uffici osserveranno un minuto di silenzio.

Questo è il mio telegrafico “coccodrillo”.

Viveva appartato, non partecipava a nessun convegno, disdegnava il dibattito dottrinario ed eludeva persino i giornali finanziari.

Aveva un buon motivo per farlo: aveva capito che non c’ era niente da capire.

I suoi manuali sono mitici: aveva capito che non c’ era niente da capire, che il nostro fisco è incomprensibile, incoerente, allergico ai principi e concentrato solo sul caso singolo, magari sulla sterile forma, in modo da spremere anche in assenza di danni erariali procurati.

In casi del genere le Teorie sull’ equità e sull’ efficienza, valgono meno di zero: non resta che una prassi vicina al gesuitismo causidico.

… finalmente comprensibili anche al profano alcune strofe dell’ inno ufficiale dei ragionieri…

E i suoi manuali erano proprio questo: bigini utilissimi con elencazioni sterminate di casi pratici e soluzione a latere. Poiché per confondere meglio le idee la normativa deve essere, oltre che vaga, proteiforme, le uscite dei bigini erano ormai a ritmo semestrale. Si tratta di libercoli che rivaleggiano per vivacità con l’ elenco telefonico, ma anche di bussole essenziali per sopravvivere in un mondo di emaciati zombi e vampiri assetati di sangue che spuntano da ogni dove senza criterio intelleggibile.

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venerdì 10 febbraio 2012

Scende la neve…

... ci sono molte alternative ai pupazzi...

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... anche solo mettersi alla finestra a guardare i fiocchi fioccare mentre la tristezza ci massaggia per bene...

...in questi casi giova molto la compagnia degli "andanti" shubertiani...



Una questione di chimica

Ho l’ impressione che quanti più commercialisti circolino, tanto più si evade.

Ma, sia bene inteso, non lo dico a disdoro dei commercialisti, anzi.

Mi sa però che tocca chiarire: nei grafici OCSE Italia e Usa si collocano ai lati estremi per cio’ che concerne i livelli di evasione fiscale: gli americani sono i più “virtuosi”, mentre noi…

Eppure – sorpresa sorpresa - un lavoratore autonomo americano evade quanto un italiano. E lo stesso dicasi per i lavoratori autonomi danesi.

Quel che cambia (e molto) è il volume di lavoratori autonomi e piccole imprese (con relativo commercialista aggregato): massiccio solo in Italia.

Perché una simile abbondanza?

Cultura?

Penso piuttosto alla alla demonizzazione insistente del privato quando fa le cose in “grande”, una nostra prerogativa: fate caso alla reazione chimica che si innesca allorché certi intellettualoidi nostrani origliano da lontano la parola “multinazionale”…

La chioma elettrizzata, l’ occhio spiritato, la frogia fremente, il brufolo esondante, segnalano invece un chiodo fisso: come ostacolare la prossima apertura di un centro commerciale.

i due

loro

Dove la ricchezza è lo sterco del demonio, meglio non accumularne troppa, anche se la si volesse investire in modo produttivo.

E taccio dell’ ipersindacalizzazione che rende invivibile il mercato del lavoro spingendo i più a cercar riparo nel “piccolo”.

mercoledì 8 febbraio 2012

Fuori due



La musica è di Thomas Tallis nella rielaborazione per quartetto d' archi.

La sfilata

Niente aiuta meglio a capire cosa distingue un’ azienda privata da un’ azienda pubblica che seguire le conferenze stampa della Guardia di Finanza o dell’ Agenzia Entrate.

Le sfilate di moda di questi due soggetti sono veramente particolari, eppure sono in pochi a farci caso.

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Ieri il proscenio è stato tutto per non so più quale colonnello o dirigente, il quale ha trionfalmente vantato i dati dell’ evasione accertata grazie alla sua preziosa opera nel 2011.

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Fateci caso per un attimo, ve lo vedete Marchionne dare una conferenza stampa per dire orgoglioso che nel 2011 la Fiat, pur fallendo, ha fabbricato milioni e milioni di automobile. E magari proprio quella è stata la causa del fallimento.

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Chissà perché da Marchionne, e solo da lui, prima di applaudire, pretendiamo che aggiunga come minimo se le auto fabbricate di cui va tanto fiero le ha poi vendute.

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Il problema è che certe cose bisogna “farci caso”, altrimenti l’ ingorda abitudine si divora tutto e scatta l’ applauso pavloviano prima ancora che spunti un barlume di coscienza a ridicolizzare l’ evento.

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giovedì 2 febbraio 2012

I finanziatori dell’ aborto

C’ è il problema dell’ aborto. E va bè, quello è un dialogo tra sordi.

Poi c’ è il problema dei cattolici che finanziano gli aborti: chissà se almeno su questo si possa dire qualcosa.

Di fronte al due di picche

George Steiner – Il correttore

Come si esce da una cocente delusione esistenziale? Argomento interessante.

Ancora più interessante, capire come non si esce.

La Tv, tra una salva di pubblicità e l’ altra, trasmette le immagini del crollo del muro: sul divano lui, un comunista non pentito intento nella sterile attività di chiarire a se stesso, in un’ epoca di eccitanti contraddizioni, certi grovigli teorici: possibile che la Storia abbia chiuso bottega.

La storia di un’ anima incagliata che va mummificandosi giorno dopo giorno tra parole in subbuglio che traboccano e che nessuno vuol più sentire, una storia narrata in modo empatico ricorrendo a un linguaggio da delibare a ogni pagina.

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… i due di picche della Storia sono i più amari…

… troppa esposizione al mondo stampato sulla carta…

… regolarmente, dopo mezzanotte, un bruciore sembrava pizzicarlo dietro agli occhi… ma si continuava…

… vita da topo (di biblioteca)…

… tutta quella vita passata a inalare l’ odore acre dell’ inchiostro fresco, ad attivare le antenne dei polpastrelli, a ordinare il catasto della mente… a liberare gli occhi cisposi… a occultare l’ aria cerea… le concavità emaciate…

… lavoro ben fatto o sterile esattezza?…

… gli aleggiava intorno un demone… l’ arte dello scrupolo che mette ordine nel mondo… lì insensato ribrezzo per l’ approssimazione…

… cosa chiede il mercato…

… un lavoro affrettato… opera di mani inesperte o perseguitate…

… finalmente all’ aria aperta… ancora fisime…

… la carta straccia svolazzante lo feriva come uno spreco…

… albeggia…

… ed ecco la mattina stampare le prime ombre sul tetto del magazzino…

… passivi sul pullman, in osservazione dell’ autista…

… la precisione dei gesti lo consolava e lo affascinava… quel colpetto dato alla manopola del freno…

… la piovra democratica…

… gli “anni vociferanti” lo assediavano senza scampo…

… al mercato…

… le bancarelle lo adescavano, variopinte e opulente come tappeti persiani… aveva così pochi bisogni già di suo… ed ecco che un mondo impazzito per il superfluo lo spingeva a coltivare una santa privazione, un chiericato dell’ astinenza…

… da che parte soffia il vento?…

… si girò verso il delfino rampante…

… a Roma finisce la guerra…

… con l’ accompagnamento di sparatorie erratiche…

… le prime riunioni di partito…

… il ronzio della retorica sciorinata da voci cittadine rauche di tabacco e insonnia…

… le obiezioni non erano ben viste…

… si segregò come un lebbroso… cominciava il suo lungo soggiorno nel ventre della balena…

… mezzo secolo dopo, ormai al termine di tutto, ancora quei miserandi sabba marxisti…

… il compagno Lombardi era uno specialista della domanda obliqua… nell’ esporre con voce melliflua cominciava piano piano a capire cosa voleva dire fino a eccitarsi per le proprie tesi… proseguiva finché la focosa oratoria veniva meno, il che accadeva quasi subito… con lui il dibattito si disperdeva, era inconcludente e aggressivo…

… un altro Compagno…

… tendeva a scivolare in un lieve torpore nel corso dei dibattici teorici…

… parlare in pubblico…

… l’ intensità della sua voce lo mise a disagio…

… messaggio cruciale…

… lo disse piano dopo la pausa… formando con la bocca una O quasi perfetta di eccitazione generosa…

… conclusione dei lavori…

… si tennero per mani, imbarazzati, la retorica faceva male… ma cantò anche lui, stonato…

… sera, prima di coricarsi…

… si era stropicciato gli occhi per provocare una pioggia di stelle sul cristallino…

… la prima volta in un supermercato di Berlino ovest…

… barcollavano tra gli scaffali svuotandoli con gesti da sonnambuli…

… Sessant’ anni e la solita decisione da prendere in merito alla prima cataratta…

… secondo la mia opinione un’ operazione le porterebbe soltanto disagi e false speranze… l’ occhio sinistro si mette in sciopero caro signore… uno sciopero definitivo…

… la religione…

… cosa lasciò Cristo alla sua piccola mafia… dopo la mancata venuta la Chiesa prese a distribuire il calmante… ordine, obbedienza, docilità… in questa valle di sofferenze… indennizzo nell’ aldilà… dopo la curva del tempo…

… quel Messia che non arriva…

… i comunisti resteranno i soli a leggere i Vangeli, a capirli fino in fondo…

… le torture rievocate mentalmente…

… testicoli nel morsetto…

… inspiegabili dispetti di un uomo solo…

… subito, con grande loquacità, diede indicazioni fuorvianti agli sconosciuti…

… un secondo prima di dormire…

… sentì in dissolvenza il singhiozzo e il fischio dello sciacquone al piano superiore…

… c’ è persino una mini storia d’ amore…

… lui percepì la vicinanza della sua guancia… le labbra gli scivolarono sul corpo soffermandosi dove stagnava la stanchezza…

… gioventù…

… con la loro ardente speranza costringevano il futuro ad accadere…

… strane figurine che emergono dal nulla per ripiombarci dopo due righi…

… il cameriere puliva i tavoli intorno a loro con evidente disapprovazione…

… infine… il pensionamento…

… quella landa sterile del suo riposo…

… mass murder…

… al più io riesco a immaginare, diciamo, mille persone, in una sala… o, vagamente, qualche migliaio in uno stadio… una cifra come un milione per me non significa niente… venticinque milioni poi… ci dicono che questo è il numero di Stalin… venticinque… posso pronunciare la cifra ma la realtà, il suo significato concreto mi sfugge… e allora mi concentro su un unico essere umano… una suora che arrestarono nel 37 per atteggiamenti controrivoluzionari… le pisciarono in bocca… le chiesero se era buono come il vino della Comunione… e la stuprarono… i polsi legati col fil di ferro perché il dolore aumentasse… mi sforzo di vedere in suor Evgenija quei 24.999.999 altri esseri umani ammazzati dalle fiere leggi scientifiche del progresso sociale… “siano infrante le catene” così potremo utilizzarle per fustigarvi a morte…

… l’ accusa…

… il prodotto del tuo socialismo scientifico non era nemmeno il regno di Satana annunciato da apocalittici e inquisitori… era qualcosa di più piccolo, di più meschino, di più disumano… i tuoi Messia terrestri non erano altro che teppisti ipocriti…

… la difesa…

… il nostro grande errore, quello di sopravvalutare l’ uomo, l’ errore che ci ha traviato, è in assoluto la cosa più nobile dello spirito umano nella nostra tremenda storia… il capitalismo non si è mai spinto a tanto… pensa avendo in mente l’ uomo medio… e che media mediocre… investe sull’ avidità… sui suoi interessi meschini… blandisce i suoi interessi per i giocattoli materiali e le vacanze al sole… gli solletica la pancia affinché si giri pregandolo di continuare… il capitalismo non ha nemmeno lasciato l’ uomo al punto in cui l’ ha trovato, l’ ha reso più piccolo regalandogli la faccia beata degli imbecilli… siamo davanti a una muta che ulula per ottenere prodotti di lusso… che grugnisce con il muso nel truogolo… siamo posseduti dal possedere… hai letto di quei bambini americani?… ventisette ore alla settimana davanti alla TV… che cos’ è la tua aspirina sacramentale davanti alla TV?… il marxismo ha riempito le sale da concerto e le biblioteche… ha reso gratuita l’ entrata ai musei… ha dato agli insegnanti uno stipendio decente e uno statuto eminente nella società… sono un marxista, sono e rimango un comunista, altrimenti non potrei fare il lavoro che faccio: il correttore di bozze… se trionfa la California non esisteranno più correttori, le macchine se la cavano meglio… ora lavoro finché mi duole la testa per arrivare alla perfezione, per eliminare ogni infimo refuso da un testo che nessuno leggerà mai… l’ esattezza… la santità dell’ esattezza… l’ Utopia significa solo l’ esattezza… il Comunismo è un modo per togliere gli errata dalla Storia… dall’ Uomo…

… la sentenza…

… non sopporto la musica di oggi, il mio stomaco si ribella… non sopporto né la plastica né la pornografia… ma qualche mese fa un concerto rock organizzato per raccogliere milioni di dollari a favore di opere di carità è andato avanti per ventiquattr’ ore… mentre noi davamo conferenze su Kant, suonavamo Schubert, e nello stesso giorno spedivamo milioni di persone nelle camere a gas… nel nostro mondo i bambini nascono vecchi, basta guardare i loro occhi e le loro bocche in quelle immagini dalla Romania.. se l’ America è infantile, e forse lo è, che difetto fortunato! La Coca Cola ci torce le budella… ma frizza!

… the end…

… poi una macchia nel polmone sinistro…

mercoledì 1 febbraio 2012

Tributi subnormali

Il canone rai è un tributo come tutti gli altri, pagarlo non è solo segno di civiltà, è un obbligo

Che il canone Rai sia un tributo non ci piove, che sia “normale” è quanto meno dubbio.

Cosa caratterizza un tributo civile?

Il fatto che non esiste (ancora) una tecnologia in grado di trasformarlo in prezzo.

Esempio: i tributi con cui finanziamo la difesa nazionale non possono essere trasformati in prezzi di mercato se non con molta difficoltà.

Ma per il canone Rai le cose stanno diversamente: basta infatti criptare i programmi consentendo l’ accesso a chi paga il prezzo.

Oggi, invece, si tassano i possessori di televisore presupponendo che fruiscano di un servizio. Nemmeno Robin Hood puo’ essere chiamato in causa.

E’ come se un macellaio si rifiutasse d’ incassare il corrispettivo dai suoi clienti per poi presentare un forfait a me che, essendo in sovrappeso, probabilmente qualcuna delle sue bistecche me la sono sgagnata.

Ma perché ostinarsi allora nelle contorsioni? Semplice, perché alla soluzione lineare segue un passo obbligato: la privatizzazione del servizio.

Non sia mai.

Sean Alexander

… Homo Contribuens: in attesa di giustizia ci adeguiamo usi ad obbedir tacendo…

Il confronto si fa duro

evadere le tasse è peccato, se lo fa un religioso è anche scandalo…

Angelo Bagnasco

Per la riabilitazione della figura dell’evasore totale alla luce della dottrina sociale della chiesa. La chiave di questo magnifico pensiero, sviluppato da grandi Santi e Pontefici sulla base della parola di Dio, è il primato della persona.
Se è vero quanto afferma Luca Ricolfi, che la pressione fiscale effettiva ha raggiunto il 60 per cento, in Italia il primato è senza dubbio statale. Il primato dello stato è un’idea comunista, nazista, fascista, europeista, non un’idea cattolica. E’ un’idea intimamente totalitaria. Dunque l’evasore totale va considerato un resistente, sia da un punto di vista strettamente cristiano, perché evadendo boicotta un’empia repubblica che finanzia l’aborto e incoraggia l’apertura domenicale dei negozi, sia da un punto di vista più genericamente umano, perché evadendo mantiene aperto lo spazio indispensabile al dispiegamento della libertà personale. (Sto parlando ovviamente dell’evasore totale cosiddetto, in realtà un evasore parziale. Il vero evasore totale non esiste: qualcuno riesce a evadere le imposte dirette ma nessuno può evadere le imposte indirette. Chi evade l’Irpef paga comunque l’Iva e le accise, e anzi spesso paga di più, perché maggiormente consuma).

 

Camillo Langone

Alex Pardee

… neanche più gli occhi per piangere…

martedì 31 gennaio 2012

Il privilegio dell’ addizionale

I tributi che colpiscono le rendite (dividendi, interessi, affitti, capital gain…) in realtà non sono tasse bensì sopratasse.

Chi urla di continuo “le rendite sono colpite con aliquote troppo basse” in realtà sostiene la penalizzazione ingiustificata di alcuni contribuenti rispetto ad altri.

I concetti di fondo non sembrano chiari nemmeno a molti giornalisti finanziari. Meno male, mi chiedo cosa farebbero i blogger senza le bufale a getto continuo della stampa più blasonata.

Prima dell’ esempio, partiamo con un concetto di base che tutti condividono: la pressione fiscale effettiva si esprime come percentuale che misura la perdita di reddito disponibile dopo l’ applicazione della tassa.

Bene, ora prendiamo Giovanni e Giuseppe.

Situazione 1 (S1). Entrambi vivono in un paese senza tasse e guadagnano 100 grazie al loro lavoro. Giuseppe decide di consumare 100; Giovanni, per un suo usto, preferisce investire, raddoppiare il suo capitale e consumare 200 dopo un anno. Fine della storia.

Situazione 2 (S2). Viene introdotta una tassa sui redditi di lavoro pari al 50%. Ora Giuseppe consumerà 50 (il 50% in meno rispetto a S1). Giovanni investirà 50, raddoppierà e consumerà 100 (anche lui il 50% in meno rispetto a S1).

La tassazione sembra equa: nel passaggio da S1 a S2 i redditi disponibili di Giuseppe e Giovanni calano entrambi nella stessa misura (50%).

Situazione 3 (S3). Ora, a fianco della tassa sui redditi da lavoro, viene introdotta una tassa del 10% sul capital gain. Nulla cambia per Giuseppe, continuerà ad avere un reddito disponibile pari a 50. Giovanni invece ora lo ha pari a 95 (il capitale reinvestito sarà infatti tassato per un importo pari a 5).

Nel passaggio da S1 a S3 Giuseppe sopporta una decurtazione dei redditi disponibili pari al 50% mentre Giovanni si carica un bel 52.5% (così impara a fare la formichina).

Insomma, contro la retorica dominante la tassazione sulle rendite si rivela essere una semplice addizionale sui redditi da lavoro.

In altri termini, Giovanni viene penalizzato con un’ addizionale per la sua semplice scelta di non consumare subito tutto, una scelta che in quanto tale non si vede perché debba essere penalizzata.

Adesso andate pure a spulciare i giornali per constatare di persona con quanti salamelecchi ci si riverisce alla “doverosa tassazione sulle rendite”, vera e propria misura tesa a implementare forme di giustizia fiscale. Lo spettacolo è esemplare: un’ ignoranza talmente compenetrata da trasformarsi in cristallina buona fede, con il solito seguito a rimorchio da feroci greggi furiosamente belanti disinteressate a capire ma interessatissime al sangue del lupo.

Christian Tagliavini forse l' imperatore non è proprio nudo

… forse l’ imperatore non è proprio nudo, ma di sicuro porta abiti stranissimi…

Fine dei distinguo

Noi ragionieri abbiamo un debole per le tassonomie e in materia di tributi ci sbizzarriamo, forse per gettare fumo negli occhi del profano.

Mia mamma parla genericamente di tasse senza tanto sottilizzare, e forse ha ragione lei. Mi spiego.

In relazione ai tributi l’ unica classificazione di sostanza distingue le tasse sul lavoro dalle tasse sul capitale. Sfido a dire diversamente.

Ma posso andare oltre: le tasse sul capitale o sono una doppia tassazione (patrimoniale) o sono una sovra tassa (capital gain, dividendi, interessi, reddito d’ impresa). Sfido a dire diversamente.

In ultima analisi qualsiasi tassa colpisce il reddito di lavoro.

C’ è solo un tributo e colpisce i redditi da lavoro: fine di ogni tassonomia, aveva ragione la mamma. Sfido a dire diversamente.

Postilla: ogni tassazione sul lavoro in realtà è una tassazione sul consumo, questo perché colpire una ricchezza quando entra (nella mia disponibilità) o quando esce è esattamente la stessa cosa. Sfido a dire diversamente.

Queste osservazioni semplificano (fine delle tassonomie) ma, nello stesso tempo, complicano (sovra tasse?), tanto è vero che mi aspetto molte “sfide”.

Clark Goolsby

… l’ avida mano del fisco nell’ immaginario di Clark Gooldby…

Robin Hood

Robin rubava ai ricchi per dare ai poveri. (Bravo!).

Non si sa bene se la sua storia sia da leggere come un apologo morale o un racconto di fantascienza.

Mi sembra più costruttiva la seconda ipotesi: diversamente da quel che molti pensano non è affatto semplice “rubare” ai ricchi e dare ai poveri.

L' aritmetica ci dice che per accrescere il tenore di vita dei poveri a spese dei ricchi è necessario abbassare quello dei secondi, arduo problema.

Vale la pena di fare un esempio.

Prendiamo un mondo in cui le auto siano l’ unico bene di consumo; in questo mondo vive alla grande l’ ereditiera Paris Hilton forte del suo fantastiliardo depositato in banca: la biondina non fa che girare tutto il giorno salendo e scendendo dalle sue venti fuoriserie.

E’ lo stesso mondo in cui vivacchia l’ appiedato Ginetto.

Robin vorrebbe rubare tassare la ricchezza spropositata dell’ ereditiera trasferendola in parte al povero Ginetto, il quale potrà finalmente concedersi un’ utilitaria.

Detto, fatto.

Eppure, compiuto l’ “atto di giustizia”, notiamo che Paris, com’ era facilmente prevedibile, continua esattamente come prima a godersi le sue 20 fuoriserie, i conti non quadrano: chi ha rinunciato ai suoi consumi per concedere a Ginetto la macchinetta nuova fiammante?

Probabilmente lo sfigatissimo Ginone: aveva programmato l’ acquisto di un’ utilitaria, era sul punto di chiudere i contratti quando la banca ha alzato i tassi d’ interesse facendo saltare l’ accordo.

Ma la banca non ha agito per capriccio: purtroppo il capitale depositato da Paris è stato intaccato dalle tasse e questo depauperamento di risorse disponibili in cassaforte modifica necessariamente le politiche del credito. La penuria impenna il prezzo e il prezzo in casi del genere coincide con il tasso dei finanziamenti concessi.

Ricapitoliamo il finale: Ginetto se la gode, Paris mantiene inalterato il suo tran tran di miliardaria (cambia solo qualche zero nei documenti – mai letti - che invia la banca), Robin se ne va in giro a mostrare le sue medaglie appena lucidate. L’ unico a stare in un cantone è l’ oppresso Ginone, per lui è davvero la fine di un sogno. A meno che da qualche parte esista un Ginaccio messo peggio di lui e un Robin che, abbagliato dalle proprie onorificenze, non abbia imparato la lezione.

Morale: tassare i ricchi è difficile, praticamente impossibile, per lo meno fuori dai racconti di fantascienza.

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… anche le verità più solide talvolta inciampano…

sabato 21 gennaio 2012

Scatola nera e fantafisco

1. Slogan che non mi piacciono: “aboliamo tasse e leggi”.

2. Slogan che mi piacciono: “trasformiamo le tasse in prezzi e le leggi in regole”.

Il primo è romantico ma il secondo è criptico.

Per capirlo meglio ricorrere all' esempio della scatola nera da montare in macchina, recentemente tornata in auge con il decreto Monti.

FASE 1: con la scatola montata sull’ auto, sconti dell’ assicurazione.

FASE 2: con la scatola obbligatoria, le assicurazioni, ovvero gli unici soggetti realmente interessate alla sicurezza, fissano tra loro un codice della strada personalizzandolo poi con il cliente.

FASE 3: con la scatola montata arriverà a casa la “bolletta della strada”.

Nella fase due delle regole contrattuali prendono il posto della legge, nella fase tre un prezzo (pedaggio) prende il posto di una tassa in modo tale di trasferire i costi dalle spalle del contribuente a quelle dell’ utilizzatore.

Cosa osta? Non la tenere ragione, bensì l' arcigna cultura.

Fantafisco, quindi. Eccezion fatta per Singapore.

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venerdì 20 gennaio 2012

Cambio vita: filosofia della patata

Compilare il blog quotidianamente è entusiasmante ma anche parecchio faticoso, uno che lavora mica se lo puo’ permettere a lungo e forse è giunta per me l’ ora di prendersi una pausa.

Da domani cambio “vita”, con post stringati mi dedicherò solo alla materia fiscale visto che in qualche modo sarà un impiego del tempo con ricadute positive anche sul mio lavoro. tanto più che si avvicina la parte d’ anno più impegnativa.

Cercherò di evitare i link rendendoli disponibili nell’ eventuale discussione che seguirà.

Svolgerò micro-considerazioni di interesse generale sulle imposte, nulla di specifico.

Mi piacerebbe avere un blog fiscale e comincio a fare qualche sperimentazione.

Piccole “riflessioni fiscali”, quasi un “haiku del commercialista”. Inevitabile restare sul vago, chi è interessato puo’ sempre discuterne visto che alle discussioni non mi sottraggo.

Anche il ritmo di postaggio mi sa che non sarà giornaliero, si fisserà empiricamente e attendo anch’ io di conoscerlo.

Inutile comunque diffondersi in programmi, si sa che queste cose poi prendono una loro direzione (di solito circolare in modo da ritrovarsi al punto di partenza).

La materia è piuttosto arida, lo so, ma se approcciata dall’ alto puo’ offrire qualche spunto interessante. Tuttavia mi rendo conto che la monotematicità degli interventi non è fatta per elettrizzare l’ interlocutore.

La gente difficilmente parla di chimica o di fisica: per quanto rispetti e ammiri il sapere prodotto in queste scienze, in genere, senza confessarlo apertamente, lo ritiene noiosissimo. E chi puo’ dargli torto? Prendete l’ evoluzionismo darwiniano, a chi credete che interessi se non ne parlate trasformandolo in una specie di teologia (magari negativa)?

Di fisco, imposte ed economia, invece, parlano tutti, quasi sempre a sproposito. Perché?

Avanzo due ragioni:

1. Il fisco, come l’ economia, ci tocca da vicino di continuo; è dunque una materia interessante. Con la mia piccola preparazione economica sbrano il giornale ogni giorno, praticamente mi interessano tutti gli articoli e su tutto avrei da opinare. A un giovane consiglio caldamente lo studio dell’ economia? Niente rende più felici e più “protagonisti”. Con tutte le cazzate che circolano in materia anche un orbo è re nel paese dei ciechi.

2. Nelle materie fiscali e economiche – ma direi nelle scienze umane in genere - la distanza tra il sapere predittivo dell’ uomo della strada e quello dell’ esperto non è mai abissale, anzi (vedi Tetlock). Non è una tara di quelle discipline, è che sono fatte così. Mi spiego meglio: si studia per anni e anni solo per saperne un pochino di più della media. Ma veramente poco, in fondo. In tempi di crisi ve ne sarete anche accorti dalle critiche piovute sulla categoria. Forse quel “pochino di più” vale la pena di saperlo, forse no. Boh. Sta di fatto che la cosa consente a tutti di azionare la bocca e il mantice del fiato. Nel mondo economico singolari fenomeni prendono forma, la materia è talmente complessa che spesso un sovrappiù di errori ha il pregio di correggere la traettoria centrando il bersaglio. Cosicché a girare onusto di medaglie è il più ignorante della compagnia.

Bè, direi che con questi due punti il primo post sul fisco è già bell’ e fatto, ma non prendetelo come standard visto che in futuro cercherò di essere molto più sintetico.

Un’ ultima cosa: (per ora) non rinuncio alle tag cineclub, musiclub e bookclub, lascerò traccia di ogni film visto, di ogni disco ascoltato e di ogni libro letto: ma per ciascuno saranno due-parole-due. Promesso.

Ultimissima, lo giuro: poiché non intendo farmi del male da solo, nonostante quanto detto, mi riservo il diritto di ricambiare vita anche domani.

patatona

Avete notato, ho postato la foto di una strana patata.

Perché? E’ simpatica, non è facile essere una patata e essere anche simpatici, provateci voi. Trovo la cosa alquanto singolare. Non lo so quindi perché ho messo quella foto (che poi è la scultura di un artista ancora più singolare), mi piaceva al momento e l’ ho postata, non voglio affaticarmi a rintracciare nessi, non ne ho nemmeno il tempo. Avevo voglia di farlo e l’ ho fatto, è la mia nuova filosofia iconografica, almeno fino a domani.