Ieri è morto Bruno Frizzera, presumo che stamane tutti gli uffici osserveranno un minuto di silenzio.
Questo è il mio telegrafico “coccodrillo”.
Viveva appartato, non partecipava a nessun convegno, disdegnava il dibattito dottrinario ed eludeva persino i giornali finanziari.
Aveva un buon motivo per farlo: aveva capito che non c’ era niente da capire.
I suoi manuali sono mitici: aveva capito che non c’ era niente da capire, che il nostro fisco è incomprensibile, incoerente, allergico ai principi e concentrato solo sul caso singolo, magari sulla sterile forma, in modo da spremere anche in assenza di danni erariali procurati.
In casi del genere le Teorie sull’ equità e sull’ efficienza, valgono meno di zero: non resta che una prassi vicina al gesuitismo causidico.
… finalmente comprensibili anche al profano alcune strofe dell’ inno ufficiale dei ragionieri…
E i suoi manuali erano proprio questo: bigini utilissimi con elencazioni sterminate di casi pratici e soluzione a latere. Poiché per confondere meglio le idee la normativa deve essere, oltre che vaga, proteiforme, le uscite dei bigini erano ormai a ritmo semestrale. Si tratta di libercoli che rivaleggiano per vivacità con l’ elenco telefonico, ma anche di bussole essenziali per sopravvivere in un mondo di emaciati zombi e vampiri assetati di sangue che spuntano da ogni dove senza criterio intelleggibile.