martedì 31 gennaio 2012

Robin Hood

Robin rubava ai ricchi per dare ai poveri. (Bravo!).

Non si sa bene se la sua storia sia da leggere come un apologo morale o un racconto di fantascienza.

Mi sembra più costruttiva la seconda ipotesi: diversamente da quel che molti pensano non è affatto semplice “rubare” ai ricchi e dare ai poveri.

L' aritmetica ci dice che per accrescere il tenore di vita dei poveri a spese dei ricchi è necessario abbassare quello dei secondi, arduo problema.

Vale la pena di fare un esempio.

Prendiamo un mondo in cui le auto siano l’ unico bene di consumo; in questo mondo vive alla grande l’ ereditiera Paris Hilton forte del suo fantastiliardo depositato in banca: la biondina non fa che girare tutto il giorno salendo e scendendo dalle sue venti fuoriserie.

E’ lo stesso mondo in cui vivacchia l’ appiedato Ginetto.

Robin vorrebbe rubare tassare la ricchezza spropositata dell’ ereditiera trasferendola in parte al povero Ginetto, il quale potrà finalmente concedersi un’ utilitaria.

Detto, fatto.

Eppure, compiuto l’ “atto di giustizia”, notiamo che Paris, com’ era facilmente prevedibile, continua esattamente come prima a godersi le sue 20 fuoriserie, i conti non quadrano: chi ha rinunciato ai suoi consumi per concedere a Ginetto la macchinetta nuova fiammante?

Probabilmente lo sfigatissimo Ginone: aveva programmato l’ acquisto di un’ utilitaria, era sul punto di chiudere i contratti quando la banca ha alzato i tassi d’ interesse facendo saltare l’ accordo.

Ma la banca non ha agito per capriccio: purtroppo il capitale depositato da Paris è stato intaccato dalle tasse e questo depauperamento di risorse disponibili in cassaforte modifica necessariamente le politiche del credito. La penuria impenna il prezzo e il prezzo in casi del genere coincide con il tasso dei finanziamenti concessi.

Ricapitoliamo il finale: Ginetto se la gode, Paris mantiene inalterato il suo tran tran di miliardaria (cambia solo qualche zero nei documenti – mai letti - che invia la banca), Robin se ne va in giro a mostrare le sue medaglie appena lucidate. L’ unico a stare in un cantone è l’ oppresso Ginone, per lui è davvero la fine di un sogno. A meno che da qualche parte esista un Ginaccio messo peggio di lui e un Robin che, abbagliato dalle proprie onorificenze, non abbia imparato la lezione.

Morale: tassare i ricchi è difficile, praticamente impossibile, per lo meno fuori dai racconti di fantascienza.

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… anche le verità più solide talvolta inciampano…