giovedì 2 agosto 2018

Corpo di Cristo

Corpo di Cristo

Nel cristianesimo il Corpo della Divinità è centrale: il suo simbolo principale è un corpo esplicitamente esposto che appendiamo ovunque e che arriva comprensibilmente ad oltraggiare chi lo definisce “cadaverino”; la domenica, poi, mangiamo il Corpo del nostro Signore incarnato dovendo ogni volta ripassare una cervellotica teologia che si arrampica un po’ sugli specchi per spiegarci che questa azione non è solo simbolica. In nessuna religione il corpo è centrale quanto nel cristianesimo.
Tesi antropologica: nel cristianesimo il corpo è centrale poiché segno di onestà. Mi spiego meglio.
In biologia il concetto di “onestà” si chiarifica avendo in mente quello di “segnale”. Nella vita di ogni animale i segnali sono cruciali e li trovi ovunque: il prezzo segnala il valore, il consumo segnala ricchezza, il ringhio segnala aggressività… Tutto è segnale, la vera abilità consiste nel distinguere quelli affidabili da quelli tarocchi. La falsificazione dei segnali genera una rendita appetibile e sono in molti a tentare la via “disonesta”. Un segnale, per essere attendibile, deve essere costoso. Se ho seriamente (“onestamente”) intenzione di sposarti te lo comunico regalandoti una fede da 3.000 euro, anche se quella da 300 a te piace di più. Apple comunica di essere la numero uno vendendo i suoi prodotti in centro città (dove l’affitto è più caro) nei negozi più spaziosi e tramite addetti attenti, competenti, gentili… ed evidentemente ben pagati. Il serpente corallo si prende un bel rischio sfoggiando i suoi sgargianti colori, d’altro canto è l’unico modo per comunicare in modo attendibile le sue terribili dotazioni venefiche. L’uccello del Paradiso rischia continuamente d’impigliare la sua maestosa coda nella boscaglia quando scappa dal predatore, ma solo esibendola in tutta la sua “scomodità” le  femmine non dubitano delle sue doti.
L’uomo comunica per lo più con le parole, un segnale con un costo risibile: le parole consentiranno anche un linguaggio sofisticato ma non sono certo una risorsa scarsa! La cosa presenta molti inconvenienti, non a caso le attività più affidabili intraprese dell’uomo marginalizzano le parole, la scienza per esempio. Nella scienza di fatto non ci si “dice” mai nulla. Mi spiego meglio: quando in campo scientifico si afferma qualcosa c’è sempre il sotto testo: “non fidarti di quel che ti dico, qui ci sono le istruzioni per sperimentarlo da te e credere solo a quello che vedi”.
Nessuno studioso  capirebbe mai nulla della società umana ascoltando cosa si dicono gli uomini, i loro discorsi sono zeppi di ipocrisia, trappole e messaggi trasversali. Molto meglio togliere il volume e guardare cosa fanno, in particolare cosa fanno dei loro corpi. L’onestà dell’uomo risiede nel suo corpo, nella sua realtà biologica, solo se arriva da lì il segnale è affidabile: espressioni facciali, contatto visivo, postura, tono della voce… Le comunità virtuali ne sanno qualcosa. Un commissario di polizia che interroga il sospettato ascolta poco e guarda molto. Non è un caso che quando puniamo sul serio, puniamo il corpo delle persone: prigioni, sequestri, frustate, ostracismo, morte… Il corpo viene prima del linguaggio, è più ingenuo, più candido… più “onesto”: se il corpo soffre, l’uomo soffre.
Il corpo è il centro dell’onestà e quindi il centro della religione cristiana. Eppure, tra tutti i popoli della terra, gli eredi dei primi cristiani sembrano oggi i più “disincarnati”, i più “spirituali”, i più pronti a rinunciare alla carne, magari in nome di principi astratti quali quello della Legge (rule of law), oppure in nome dell’individualismo in cui ci concepisce come coscienze immateriali, autonome, complete e separate. I post-cristiani vengono definiti dagli psicologi WEIRD: Western, Educated, Industrialized, Rich, Democratic. Tutta roba che segnala un allontanamento dai corpi:
Educated: la scuola è di fatto un esercizio restrittivo in cui si forzano i ragazzi a stare seduti per ore, a resistere alla noia, a ritardare le gratificazioni, a sopportare compiti ripetitivi, a controllare gli impulsi… insomma, a dominare il proprio corpo attraverso la mente.
Industrialized: non ci vuole un Karl Marx per comprendere come la fabbrica favorisca l’ alienazione, lo straniamento, la disconnessione, la disumanizzazione: lì si comincia a pensare al proprio corpo come ad una macchina.
Rich: nulla più che la ricchezza ci isola dalla  condizione materiale delle nostre esistenze rendendo il corpo sempre più irrilevante.
Democratic: qui è fondamentale la separazione tra l’ufficio e la persona: Mattarella non è un signore siciliano che ci comanda ma il Presidente. Senza questa “immaginazione” resa possibile dal concetto astratto di “volontà generale” concepiremmo la democrazia come una particolare forma di tirannia.
Viene da pensare che l’occidente abbia ripudiato l’insegnamento delle origini, eppure l’occidentale è un tipo affidabile, nessuna società produce onestà e fiducia reciproca tra estranei quanto le nostre, come è possibile se ormai da noi il corpo è stato tanto marginalizzato? Probabilmente è proprio il potente influsso della matrice originaria a consentire che il valore dell’onestà si preservi anche in assenza del Corpo. Solo chi ha mentalizzato il “corpo” puo’ permettersi un allontanamento da esso in cerca di altri beni.
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Universal basic income: a solution to a looming problem

Tre motivi per difendere UBI:

1. la nuova economia concentrerà i profitti: ci sarà chi perderà il lavoro e chi avrà mneno problemi nel dare.

2. Con UBI zero burocrazia.

3. Realpolitik: una società troppo diseguale è instabile.Senza una manovra del genere potrebbe andare anche peggio: paghiamo poco ora piuttosto che molto dopo.

http://thehill.com/opinion/finance/398022-universal-basic-income-a-solution-to-a-looming-problem

APOCALISSE

APOCALISSE
Riempio una borsa grande di biglietti numerati dall’uno al mille e una borsa piccola di biglietti numerati dall’uno al dieci. Poi ti informo che ho estratto casualmente il biglietto numero otto chiedendoti da quale borsa ho pescato. Per te è facile indicare la borsa piccola poiché pescando da lì la probabilità che esca l’otto è maggiore.
Con la stessa logica possiamo affermare che la nostra civiltà è prossima al collasso. Ammettiamo che ad ogni terrestre (passato, presente e futuro) venga assegnato un biglietto numerato che va dall’uno (il primo uomo) all’ X (l'ultimo uomo): che numero avrà il vostro? Boh, non avendo la minima idea di dove collocarvi in questa sequenza di terrestri è saggio ipotizzare un numero di mezzo. Ma se è così, considerati i trend della popolazione umana (vedi foto), l’apocalisse è molto vicina.
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C

LA FORTUNA DEI SANTI

LA FORTUNA DEI SANTI
Devi avere culo per diventare Santo! Aristotele, che dovrò pure citare qualche volta, pensava che senza una buona dose di fortuna non puoi sviluppare un buon carattere, e l’arguto Kant ci metteva il carico legando indissolubilmente moralità e intenzioni.
Puoi prendere le tue decisioni con tutta la buona fede di cui sei capace ma se il tuo progetto fallisce non sarà d’aiuto a nessuno, l’incertezza mondana miete vittime ovunque. Purtroppo davanti a noi abbiamo solo i risultati per giudicare (e santificare). Inoltre, una persona virtuosa che non si trova nelle circostanze adatte per esercitare la sua virtù non verrà riconosciuta tale da nessuno. Salute, amici, disponibilità di beni materiali… a molti Santi autentici mancano le pre-condizioni per essere proclamati tali. Pensate poi alla fortuna di possedere un talento, un’ inclinazione, una disposizione caratteriale, questi sono doni gratuiti: non nasciamo come una tabula rasa! Ma c’è anche il problema del libero arbitrio: noi possiamo adempiere o non adempiere a un nostro desiderio ma siamo realmente responsabili per il nostro desiderio?
Per tutti questi motivi ribadisco che devi avere un bel culo per diventare Santo. Il che ha come conseguenza che l’ Inferno contiene parecchi Santi, sono quegli uomini che il tribunale umano ha sopravvalutato. La cosa ha anche un portato teologico, ci spiega a che serve il Giudizio Universale: a sancire quel giudizio impossibile sulla terra, a rettificare il giudizio umano spedendo all’ Inferno i santi non meritevoli e ripescando in Paradiso quei malvagi solo sfortunati.
PLATO.STANFORD.EDU
Moral luck occurs when an agent can be correctly treated as an object of moral judgment despite the fact that a significant aspect of what she is assessed for depends on factors beyond her control. Bernard Williams writes, “when I first introduced the expression moral luck, I expected to suggest a...

Moral Luck Thomas Seager

Moral Luck
Thomas Seager
Citation (APA): Seager, T. (2018). Moral Luck [Kindle Android version]. Retrieved from Amazon.com

Parte introduttiva
Evidenzia ( giallo) - Posizione 2
Moral Luck By Thomas Seager
Evidenzia ( giallo) - Posizione 6
without luck, you can’t develop a virtuous character.
Nota - Posizione 6
ARISTOTELE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 7
you need situations to arise where generosity is called for.
Nota - Posizione 7
X ESSERE GENEROSO...SENZA PRATICA NESSUNO IMPARA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 8
nobody can lead the good life without adequate fortune-dependent goods, such as health, friends, and money.
Nota - Posizione 8
INOLTRE...
Evidenzia ( giallo) - Posizione 12
The Control Principle: “We are morally assessable only to the extent that what we are assessed for depends on factors under our control.”
Nota - Posizione 13
PRINCIPIO KANTIANO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 15
moral worth should be decided solely upon intentions
Nota - Posizione 15
PER KANT
Evidenzia ( giallo) - Posizione 15
People are free to determine intentions; they lie within control.
Nota - Posizione 16
Ccccccccccc
Evidenzia ( giallo) - Posizione 21
When decisions are made under uncertainty,
Nota - Posizione 21
PRIMO TIPO DI SFORTUNA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 21
we judge the decision-makers differently depending on the outcome.
Nota - Posizione 21
PURTROPPO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 25
A morally virtuous person who never faces circumstances that reveal that virtue may not be recognized as such.
Nota - Posizione 25
FORTUNA CIRCONSTANZIALE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 27
Constitutive luck is luck in who one is, or in the traits and dispositions that one has. Since our genes, care-givers, peers, and other environmental influences
Nota - Posizione 28
LOTTERIA DEI TALENTI
Evidenzia ( giallo) - Posizione 35
we cannot be morally responsible even for our willings.
Nota - Posizione 35
MA C È ANCHE IL PROB DELLA LIBERTÀ....IMO...DUBBIO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 55
greenhouse gas emissions attributable to a single person today will cause the death of one or more persons in the future.
Nota - Posizione 56
IL CASO MORALE DEL GW
Evidenzia ( giallo) - Posizione 56
Although present-day behavior is exactly the same as in #1, thanks to some powerful techno-fix, or a massive volcanic eruption, or some other improbable intervention, greenhouse gases don’t harm anyone.
Nota - Posizione 58
ANALOGO CON CONSEG FORTUNOSE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 61
The individuals #1 and #2 behaved exactly the same way.
Nota - Posizione 61
PERCHÈ DUE GIUDIZI DIVERSI?
Evidenzia ( giallo) - Posizione 62
main difference between #1 and #2 is luck.
Nota - Posizione 62
AMMETTIAMOLO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 69
Concerns about inequalities that result from luck
Nota - Posizione 70
E SIAMO A RAWLS
Evidenzia ( giallo) - Posizione 80
force us to think outside of our parochial personal concerns
Nota - Posizione 80
IL VELO D IGNORANZA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 88
we are not necessarily disposed to view poor luck as justifying the assistance of the more fortunate
Nota - Posizione 88
MA LA FORTUNA NN È UNA COLPA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 97
challenge of stepping outside of our own personal skin
Nota - Posizione 97
IL MOTIVO OTIVO X CUI LA FORTUNA NN È VISTA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 98
In cultures with a strong individualist ethos, people are encouraged to see successes as a result of their own hard work and failure as a result of their mistakes.
Nota - Posizione 99
ALTRO MOTIVO

mercoledì 1 agosto 2018

SAGGIO La prima lezione di don Giussani sul senso religioso (come si è mutata dentro di me)

La prima lezione di don Giussani sul senso religioso (come si è mutata dentro di me)

Quella prima lezione l’ho metabolizzata per 34 anni finché si è trasformata in qualcosa di diverso. E’ diventata più prosaica, non potrebbe essere mai letta con profitto in nessuna Scuola di Comunità ciellina, si è probabilmente mutata in un banale buon senso che non interessa nessuno, ma è comunque rimasta (la stessa cosa non puo’ dirsi per le altre lezioni impartite in quell’Università). A mente libera, senza la preoccupazione di tradire o di travisare, dico apertamente quel che mi è restato dentro, espongo al pubblico ludibrio la striminzita pianta che ha fatto crescere quel semino destinato sicuramente a più grandi imprese, ma tant’è. Lo faccio poi nei limiti che impone la stilistica contemporanea, ovvero senza superare le cinquanta righe. E sempre nelle cinquanta righe ci aggiungo molto del mio.
***
In quella prima lezione Giussani diceva che l’uomo è un essere che desidera l’infinito, e quindi destinato all’ insoddisfazione eterna. Noi uomini – e qui già sento che cominciano le interferenze – ci adattiamo a tutto e ben presto quel “tutto” ci lascia indifferenti, cosicché vogliamo di più. Potremmo anche avere un Picasso in tinello che nel giro di una settimana diventerebbe per noi invisibile.
L’errore fondamentale dell’ingenuo: “quando avrò di più, avrò meno bisogni”. No, stupido: “quando avrai di più, vorrai di più”. Il bisogno sembra crescere con il possesso, i poveri dovrebbero donare ai ricchi poiché tra noi sono loro i più “bisognosi”. 🙂
Vogliamo di più, vogliamo di più: la dipendenza è ovunque, non riguarda i drogati ma la natura umana.
Ora, le favole sono bugie che raccontano la verità e molti miti sono favole che raccontano proprio questa verità con cui Giussani esordiva: il vaso di Pandora, Adamo ed Eva, Tantalo… Forse per questo Giussani era tanto amante della letteratura (con relativa cotta per un Leopardi che citava a raffica).
Il problema è insolubile, ma perché esiste? Perché diavolo è così difficile essere appagati? Perché siamo creature imperfette. Noi cattolici pariamo di Peccato originale. Sul “perché esiste?” Giussani non insisteva ma io nel tempo ho insistito.
Insomma, la spiegazione più convincente che ho trovato sarebbe questa: tutti i vizi hanno alla loro base un bene, l’attrazione per il glucosio ci assicura calorie, anche se implica golosità. Il riposo ci garantisce un recupero di energie, anche se spesso sfocia nella pigrizia. L’amore per il rischio ci conduce a grandi imprese, ma anche ai tavoli del casinò. La curiosità ci garantisce conoscenza, ma anche molti guai. La rabbia ci assicura il rispetto degli altri, ma accende risse inutili. Eccetera: non siamo perfetti e il bene che accumuliamo nelle nostre dispense in parte marcisce assicurandoci, tra gli altri inconvenienti, l’ insoddisfazione perenne di cui si diceva. Il nostro cervello ha molte imperfezioni perché molto sofisticato, ma le imperfezioni possiamo vederle ovunque nei nostri organi: gli occhi, tanto per dire, vedono bene in molti casi ma in altri sono vittime di miraggi. Si chiama, ripeto, peccato originale, puo’ parlarne il religioso come lo scienziato, entrambi dicono fondamentalmente la stessa cosa, entrambi aderiscono alla medesima teologia.
Potremmo chiamarlo: problema del desiderio, per arginarlo le emozioni chiedono aiuto alla ragione. Come gestirlo visto che non possiamo eliminarlo? Mentre Giussani ti proponeva la sua via, la ragione te ne propone 5:
1. Aumenta continuamente i tuoi consumi.
2. Prendi coscienza del problema: la consapevolezza non risolve ma attenua la gravità del male.
3. Applicati a filosofie particolarmente versate su questo punto: stoicismo, epicureismo, buddismo…
4. Appartati limitando la tua conoscenza del mondo: cio’ che non si conosce non si desidera. Anche scegliere i giusti amici è importante (viene in mente la “compagnia” giussaniana).
5. Dirigi correttamente questo eccesso di desiderio. Per esempio verso la conoscenza, oppure verso la religione (la via privilegiata da Giussani e a cui verrà dedicata la seconda lezione).
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ODE ALL’ANALOGIA

ODE ALL’ANALOGIA
Che invidia quando una persona geniale spiega senza sforzo apparente una cosa complicata, mi chiedo sempre come possa dominare così bene cio’ con cui io ho lottato tanto (invano) per comprendere.
Tuttavia, l’invidia è un sentimento fuori luogo, sono giunto alla conclusione che i bravi pensatori non sono degli stregoni, sono delle persone ordinarie che utilizzano al meglio alcuni trucchi mentali. La meccanica quantistica o le neuroscienze, tanto per dire, sono cose difficili da pensare anche per loro: molti scienziati non sono migliori della media quando si tratta di figurarsi in modo intuitivo gli oggetti astratti su cui lavorano.
Il fatto è che nessuno di noi è attrezzato per farlo, la nostra mente è nata per "competere" non per "comprendere", puo’ giusto riconoscere delle facce, ideare degli strumenti, capire certe situazioni sociali ma si perde di fronte ad un’equazione o ad una distribuzione probabilistica. Arranca, chi più chi meno. Provate ad immaginare uno spazio a 6 dimensioni. Ci sete riusciti? No, non ci riesce nessuno, nemmeno quei fisici teorici che con lo spazio a 6 dimensioni ci lavorano ogni giorno. Nemmeno loro capiscono cio' su cui lavorano, senonché posseggono un pacchettino di istruzioni per far quadrare i conti. Qualora dovessero cercare di "spiegarvi" lo spazio a 6 dimensioni potrebbero giusto trasferirvi parte di quelle istruzioni e voi, che su quell'oggetto non dovete lavorarci ma solo "capirlo", sareste punto e a capo.
Gli unici nostri “rifugi” sono le analogie e i trucchi mentali, attraverso questi strumenti pieghiamo la nostra mente ad un compito innaturale. L’analogia, oltre ad essere al centro della letteratura, è al centro della scienza: la nostra capacità di astrazione è fondata sulle metafore, in genere tratte dal nostro corpo. Senza quelle siamo perduti: le idee si fondano su idee più vicine al nostro corpo.
Recentemente ho letto con interesse come Gian-Carlo Rota ha difeso il giovane prodigio Erdos dalle critiche: “mi sento disturbato quando i vecchi matematici sostengono che tutto il lavoro di Erdos potrebbe essere ridotto a pochi trucchetti mentali a cui ricorre continuamente per le sue dimostrazioni. Non capisco l’accusa, qualsiasi matematico, anche i più eccelsi, non fanno che ricorrere continuamente ai “soliti trucchetti mentali” applicandoli un po’ a tutto cio' che incontrano”. Il trucco e l’analogia sono le uniche bussole quando navighiamo su un mare nel quale nessuno di noi puo' nuotare, non disprezziamoli.

ALUMNI.MEDIA.MIT.EDU
Now let us shift to the other end of the spectrum, and allow me to relate another personal anecdote. In the summer of 1979, while attending a philosophy meeting in Pittsburgh, I was struck with a case of detached retinas. Thanks to Joni's prompt intervention, I managed to be operated on in the nick....

Use ‘Metaphorical Scaffolding’ to Learn Hard Stuff charles chu

Use ‘Metaphorical Scaffolding’ to Learn Hard Stuff
charles chu
Citation (APA): chu, c. (2018). Use ‘Metaphorical Scaffolding’ to Learn Hard Stuff [Kindle Android version]. Retrieved from Amazon.com

Parte introduttiva
Evidenzia ( giallo) - Posizione 2
Use ‘Metaphorical Scaffolding’ to Learn Hard Stuff By charles chu
Evidenzia ( giallo) - Posizione 8
effortless for them but impossible for you.
Nota - Posizione 8
IL DOMINIO DELL ARGOMENTO CHE HA LA PERSONA INTELLIGENTE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 10
Gian-Carlo Rota
Nota - Posizione 10
SULLE CRITI CHE A ERDOS
Evidenzia ( giallo) - Posizione 10
mathematician only has a few tricks:
Nota - Posizione 11
GENERALE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 12
I felt annoyed when the older mathematician flatly and definitively stated that all of Erdos’ work could be reduced to a few tricks which Erdos repeatedly relied on in his proofs.
Nota - Posizione 13
ROTA DISTURNATO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 13
other mathematicians, even the very best, also rely on a few tricks
Nota - Posizione 14
TRUCCHI MENTALI
Evidenzia ( giallo) - Posizione 14
High-level thinkers are not dark magicians — they’re smart-but-otherwise-ordinary people who’ve picked up some interesting tricks.
Nota - Posizione 15
I GRANDI PENSATORI
Evidenzia ( giallo) - Posizione 17
hard to understand.
Nota - Posizione 17
MECCANOCA QUANTISTICA O NEUROSCIENZE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 18
its true for everyone
Nota - Posizione 18
MA QS È VERO ANCHE X GLI ESPERTI
Evidenzia ( giallo) - Posizione 19
“I think I can safely say that nobody understands quantum mechanics.”
Nota - Posizione 19
RF
Evidenzia ( giallo) - Posizione 22
“… most scientists aren’t much better than average at when it comes to intuitively working with such abstractions.
Nota - Posizione 22
MICHEL NIELSEN
Evidenzia ( giallo) - Posizione 28
our bodies aren’t ‘designed’ for modern life at all.
Nota - Posizione 29
TUTTO È DIFFICILE X NOI
Evidenzia ( giallo) - Posizione 31
The mind developed as a way of furthering competition with our fellow living beings, and only incidentally to understand the laws of the Universe.
Nota - Posizione 32
COMPETIZIONE NN COMPRENSIONE...TUTTO È DIFFICILE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 32
recognizing faces, making tools, and understanding social situations.
Nota - Posizione 33
COSA SAPPIAMO FARE...NIENTE EQUAZIONI O LEGGI COSMOLOGICHE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 35
Try to imagine a six-dimensional space. Tried?
Nota - Posizione 35
ESEMPIO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 36
impossible for everyone, including theoretical physicists.
Nota - Posizione 36
Cccccccccccc
Evidenzia ( giallo) - Posizione 36
But theoretical physicists do think in six dimensions all the time.
Nota - Posizione 37
MA....COME FANNO?
Evidenzia ( giallo) - Posizione 39
Steven Pinker’s book The Blank Slate:
Nota - Posizione 39
ILLUMINANTE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 40
mismatch between the purposes for which our cognitive faculties evolved and the purposes to which we put them today.
Nota - Posizione 41
MISMATCH
Evidenzia ( giallo) - Posizione 44
“… we have no mental tools to grasp [these subjects] intuitively. We depend on analogies
Nota - Posizione 45
IL RIFUGIO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 45
or on jerry-built mental contraptions
Nota - Posizione 45
CcccccccTRUCCHI
Evidenzia ( giallo) - Posizione 53
metaphors aren’t just for English teachers, poets, and singer-songwriters.
Nota - Posizione 54
.....ANCHE LA SCIENZA NN LA LETTERATURA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 58
our capacity for abstract thought is grounded in (conceptual) metaphor. We reason about abstract domains in terms of more concrete, embodied domains.
Nota - Posizione 58
LAKOFF
Evidenzia ( giallo) - Posizione 61
we understand ideas in terms of other ideas.
Nota - Posizione 61
FONDAMENTALMENTE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 63
Metaphors have to come from somewhere. Well, this “somewhere” happens to be our bodies.
Nota - Posizione 64
IL CORPO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 77
Anyway, another way to help master abstract ideas is to give them a sexy name.
Nota - Posizione 77
ALTRO MEZO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 88
Any small shift in context destroys your ability to think —
Nota - Posizione 89
È INEVITABILE CHE
Evidenzia ( giallo) - Posizione 97
Start with intuitive, physically-understandable, experience-grounded diagram to aid your understanding
Nota - Posizione 98
PARTENZA
Evidenzia ( giallo) - Posizione 102
For years and years, I thought relying on diagrams & intuition was a weakness,
Nota - Posizione 103
L EQUIVOCO
Evidenzia ( giallo) - Posizione 104
The teachers I admire today (like the physicists above) all start with intuition & metaphor before layering in rigor & abstraction.
Nota - Posizione 106
IL MIGLIOR INSEGNANTE