venerdì 11 dicembre 2009

La ripugnanza

Quando mi è stato descritto per sommi capi in cosa consisteva la clonazione, la mia prima reazione è stata: "bleah. Ma il presunto crimine dov' è?".

Un vero schifo. Eppure niente feti raschiati, niente embrioni smembrati. Ero pronto ad oppormi ma non capivo bene cosa avrei dovuto dire. Insomma, il presunto crimine dov' è?

Al silenzio sbigottito di chi era chiamato a rispondere è seguita qualche interiezione indignata, poi, finalmente, qualche parola. Ma si trattava purtroppo solo di "giri" di parole o poco più.

Certo, il futuro è un' incognita, a volte ci sentiamo angosciati. Ma questo vale di fronte a tutte le innovazioni.

Lo stesso canovaccio si ripete spesso parlando di compravendita degli organi. Reni e midollo vanno per la maggiore.

Anche lì prendo più sul serio chi si limita all' indignazione che non chi la fa seguire da argomentazioni appiccicate con lo sputo e pensate chiaramente dopo che è già stata pensata la conclusione a cui si vuole arrivare.

Ma questi sono solo esempi, mi servono per dire che in certe materie etiche noi eleggiamo a supremo giudice la ripugnanza dell' argomento.

La clonazione e la compravendita di organi ci ripugnano. Punto e basta. Le aggiunte pseudorazionali con cui condiamo questo sentimento primitivo sono meramente ipocrite e malferme. Fanno danno anzichè aiutare.

Trattasi di istintiva ripugnanza e solo di quella, quindi.

A dirlo sembra di mascherare un malfattore, ma non è così. La ripugnanza, da maschera per l' assenza di argomenti, in alcuni filosofi avvertiti diventa argomento in sè.

Leon Kass, probabilmente il massimo bioeticista d' Oltreoceano, nonchè consigliere di Bush, è l' epitome di quanto vado dicendo:

Repugnance is the emotional expression of deep wisdom, beyond reason's power fully to articulate it. Can anyone really give an argument fully adequate to the horror which is father-daughter incest (even with consent), or having sex with animals, or mutilating a corpse, or eating human flesh, or even just (just!) raping or murdering another human being?

Eppure cio' che ieri ci ripugnava oggi non ci ripugna più. Chi dà peso alla ripugnanza dà peso al relativismo, non c' è nulla da fare. Perfino Kass coglie il punto fermandosi in tempo per non trarre l' elementare conseguenza:

Revulsion is not an argument; and some of yesterday's repugnances are today calmly accepted -- though, one must add, not always for the better...

L' indignazione è la maschera più comune del relativismo. E' davvero sorprendente questa parentela, eppure viene alla luce con una naturalezza tale che...

Anche la ripugnanza e l' intuizione sembrano saldamente connesse, ma è solo un apparenza, basta un piccolo approfondimento per capirlo.

Personalmente, nel campo della morale, do' grande peso all' intuizione. Se condanno lo stupro in fondo è solo per un' intuizione. Un' intuizione però che ritengo oggettiva. Nella ripugnanza, per quanto detto dallo stesso Kass più sopra, c' è ben poco di oggettivo.

Sarà per questo che snobbo le mie "ripugnanze", al punto che qualcuno potrebbe anche scambiarmi per un cinico. Capita a volte che anch' io mi senta tale, inutile nasconderlo.

In breve, mentre credo che l' ituizione colga valori oggettivi, ritengo la ripugnanza come qualcosa di eminentemente soggettivo.

La ripugnanza significa spesso mettersi nelle mani della mera intuizione, ovunque ci si trovi. Spesso la ripugnanza tenta il pigro che con quella sensazione puo' chiudere ogni discorso (di solito sono discorsi appena iniziati, il pigro non va oltre).

In etica l' intuizione è una necessità, la ripugnanza una comodità.

L' intuizione è il grado zero del discorso, la ripugnaza compare a qualsiasi grado del discorso, viene buona sempre.

Ma cos' è questo grado zero? Semplice, quando due "ripugnanze" confliggono, una deve essere sacrificata. Al grado zero solo un' intuizione fondamentale resta valida e funge da fondamento.

Esempio: la clonazione mi fa schifo e la bandirei. Ma per farlo, in concreto devo esercitare una violenza fisica sui "colpevoli", altra cosa che mi ripugna profondamento. Chiamato a scegliere, sfoltisco le mie intuizioni e dalla Torre getto la prima. Di fatto autorizzo la clonazione.

Per il soggettivista "indignato di professione" è molto più semplice: appena incontra l' oggetto della sua indignazione emana verdetto inappellabile trascurando le conseguenze.

L' edificio razionale si costruisce su alcune intuizioni, non c' è alternativa. Sulla ripugnanza non si costruisce niente, non si suda. Si prende dall' istinto un giudizio già confezionato lo si fa proprio. Fine.

Se qualcosa mi ripugna, sento di essere appena all' inizio di un lungo lavoro di decostruzione. Molti invece sono già alla fine, aspettano solo che quel sentimento bussi alla loro porta e provano subito il sollievo di uno schiarimento, di un arrivo, di un riposo disturbato solo da persone moleste e prive di buon senso.

Parlando di compravendita degli organi e di clonazione, parlo di cose che mi ripugnano. Eppure, se riconduco tutto alle mie intuizioni più profonde, non vedo motivi validi per un bando. E faccio tutto cio' mettendo al centro un' intuizione, ma un' intuizione a cui mi arrendo quando sono al grado zero del discorso, non quando mi hanno appena descritto in cosa consista la clonazione o l' incesto.

Strategie per superare un non-argomento come quello della ripugnanza di massa: link

Intuitus Personae

Nel precedente post presentavo una piccola divergenza con il pensiero di Don Giussani in tema di fede e ragione.

Gius enfatizza le differenze tra l' uomo comune e lo scienziato quando si tratta di "pensare" e "decidere". Non mi ha convinto, ritengo infatti che i meccanismi in gioco siano i medesimi, cambiano solo contesto e circostanze.

Rispondendo alla domanda "è avvelenato il risotto che mi serve la mamma?" io decido, magari a livello intuitivo, ma pur sempre su un intuito formatosi in base ai "precedenti", esattamente la via maestra che percorre la scienza a caccia di regolarità.

Contro Giussani sono portato a credere che lo scienziato nei panni dell' uomo comune pensi fondamentalmente come lui e viceversa. Non ci sono "metodi" diversi ma solo "panni" (circostanze) diverse. Gli uomini sono tutti uguali ed uguale è la loro ragione.

***

Ma vediamo come il Gius utilizza la sua premessa.

Incontro Gesù e devo decidere se costui dice la verità

La domanda, in questo caso, non è tanto "il risotto della mamma è avvelenato?", ma piuttosto "posso prestare 100 euro a Tizio?". Si tratta di una questione legata all' intuitus personae.

Gesù è affidabile? Tizio è affidabile? Il Cristiano e il Banchiere sono di fronte allo stesso problema, sebbene le poste in gioco siano differenti.

Ricordiamoci a questo punto la lezione del Gius, per questo genere di domande lui ritiene che esista solo il metodo dell' uomo comune, ovvero il metodo intuitivo.

Gius: Gesù è affidabile perchè intuisco che è buono e non mi tradirebbe.

Ma non basta! Un Gesù buono potrebbe ingannarmi in buona fede.

E allora il Gius scatena la sua intuizione anche sulla sapienza di Gesù. Gesù è buono e sapiente, me lo dice l' intuito, e dunque mi fido di lui. Il Gius è a posto.

E io, che ho dichiarato il disaccordo di cui sopra, come reagisco incontrando Gesù?

Bè, si tratta di questioni cruciali, devo usare tutta la mia memoria e la mia capacità di calcolo, inoltre non devo lesinare il tempo. Tempo e capacità non sono infinite, quindi l' intuizione non puo' mai essere del tutto espulsa, ma io, se voglio essere coerente con quanto detto prima, devo mettere in campo la mia razionalità calcolante oltre a quella intuitiva.

Per credere a Gesù sulle questioni chiave - quelle che, non prestandosi a verifiche, richiedono solo la fede - devo valutare al meglio come il mio dirimpettaio si esprime sulle altre.

Per credere se Gesù è figlio di Dio (inverificabile) devo ascoltare cosa mi dice Gesù sulla questione cruciale di Dio (questione che presenta molti punti verificabili). Lo confronterò con cio' che già so grazie alla ragione e metterò alla prova il mio presunto benefattore.

Ebbene, Gesù mi parla dell' esistenza del Dio unico, creatore del cielo e della terra, di un Dio che mi parla e si fa capire. Ma questa è una verità che io verifico mediante la ragione, quindi Gesù è un tale che dice la verità quando entrano in gioco questioni cruciali. Dunque è un uomo sommamente affidabile!

Molti mi parlano affermando l' esistenza di Dio, ma solo Gesù l' afferma in modo tanto perentorio, espressivo e chiaro. Cio' lo rende affidabile.

Gesù mi fornisce un precedente della sua credibilità. L' affermazione sull' esistenza di Dio è talmente complessa e articolata che in realtà sintetizza una miriade di affermazioni, una miriade di precedenti.

Con questi precedenti di inestimabile valore, con l' intuizione della sua bontà e l' alta posta in gioco, io posso finalmente deporre la ragione ed abbandonarmi nelle sue mani di uomo buono e sapiente.

Manifesto per una Destra Divina

Camillo Langone scende in campo e verga il Manifesto per una Destra Divina (tutto maiuscolo).

Non perdetelo! I suoi libri si succhiano come calippi, figuriamoci che refrigerio i suoi Manifesti.

Lui, l' impagabile esponente del cristianesimo più irrazionalista ed estetizzante, scende in campo a giocare da solo, visto che non c' è nessuno. E se anche ci fosse qualcuno, non conterebbe.

Scende in campo, in un campo vuoto, buio. Si fa lume sol suo duce preferito: Pasolini, lo spirito che gratta gratta sente più affine.

Sorpresa? E' naturale che sia così in Italia, un paese dove alla fine del novecento Antonio Tabucchi s' è inventato per i lettori da Libreria Feltrinelli un Pessoa quasi democratico! Ma i lettori boccaloni sono tanti e tutto è possibile.

E cosi Langone e il suo Mentore incedono scortandosi con la fierezza dei mangia-atei, avanzano verso la riva come Orche a caccia di foche.

In realtà non scende in campo contro gli atei - ormai perduti e da lasciar perdere perchè fungano da monito eterno - ma contro la destra.

Quale destra? Le sue parole non lasciano spazio ad equivoci.

La destra che entra negli antichi borghi con SUV neri e lunghi come carri funebri.

La destra che invoca leggi severe contro gli scippatori ma si ritrae come una lumaca nel guscio a sentir parlare di Pena di Morte.

La destra spaventata dai musulmani in preghiera a Piazza del Duomo che però il giorno dopo anzichè a Messa va al centro commerciale e al multisala.

La destra che invece di comportarsi virilmente va dall' avvocato.

La destra che dice "weekend" e poi addirittura li fa!

La destra che dice "centrodestra" e va alle mostre pensando che sia arte.

La destra che per dire "ateo" dice "laico".

La destra che a vent' anni punta alla laurea e a cinquanta alla pensione.

La destra dei ristoranti di pesce.

La destra che pur di evacuare il proprio risentimento invidioso arriva a militare nello schieramento avverso (vedi Antonio Di Pietro).

La destra che non crede più in niente se non in varianti del niente come la Costituzione o la Coscienza.

La destra che crede nell' "etica laica" e la pronuncia facendosela girare in bocca come un Brunello di Montalcino riserva 1988 - "etica laica"... ma dove?... roba che funziona solo negli editoriali di Claudio Magris, nella realtà non potrebbe nemmeno reggere un condominio, figuriamoci un popolo...

E' in gioco una battaglia dei simboli e il Lango intende combatterla all' arma bianca, spingendosi con la sua baionetta nella trincea avversaria.

Si tratta di rimpiazzare il "sesso sicuro" con "l' amore rischioso".

Si tratta di detronizzare la Psicanalisi in favore della Confessione.

Il Culto si avvicenderà al mito della Cultura.

la Messa dovrà desertificare le Mostre.

La Gonna è chiamata ad oscurare il ricordo del Pantalone.

Mai più un festeggiamento per il Compleanno. Solo Onomastici.

Le Domeniche eclisseranno il Weekend.

Se lo sforzo è comune ce la faremo.

"Comune"? Ho l' impressione che se anche un sol uomo si accostasse al fante Langone, questi perderebbe almeno metà delle motivazioni; nella lotta comune tradirebbe il suo credo elitista.

Come al solito un Langone da leggere... e basta. E basta?

No, anche da ascoltare. In appendice l' Ipod del militante immaginario di Destra Divina:

Edoardo Bennato: Torre di Babele
Angelo Branduardi: Il cantico delle creature
Calle della Morte: Symbolum 77
Banda dei Carabinieri: Inno al Re delle Due Sicilie
Luca Carboni: La mia ragazza
Alessandra Celletti: Salmo 55
Clapton/Winwood: Presence of the Lord
John Coltrane: Psalm
David Crosby: Orleans
CSI: Del Mondo
Francesco De Gregori: Finestre Rotte
Bob Dylan: Ring them bells
Marco Frisina: I cieli narrano
Jan Garbarek: Parce mihi Domine
Kasabian: Heroes
Mike Oldfield: The bells
Dolores O'Riordan: God be with you
PGR: Cronaca montana
Pride of Murray Pipe Band: Highland Cathedral
Padre Marcelo Rossi: Hino Nacional
Lynard Skynyrd: Sweet home Alabama
Bruce Springsteen: When the saints go marching in
Davide Van De Sfroos: Pora Italia.

Io per non sbagliare il cd me lo sono fatto... qualche assaggino:










Si prosegue con i film, non mancano naturalmente Il Cattivo Tenente e Apocalypse now...

giovedì 10 dicembre 2009

L' arte in punta di forchetta

C' è il migliore nel campo "forchette scolpite" che vende le sue sculture a prezzi modici. Che barba i regali.

link



La certezza matematica per Giussani

Don Giussani su fede e ragione:

"... la certezza morale, diversamente da quella matematica, si fonda sull' intuizione..."

In realtà Godel ha dimostrato che anche la certezza matematica, lungi dall' essere analitica, si fonda sull' intuizione.

La Ragione in Don Giussani

Giussani sulla ragionevolezza della fede:

"... la ragione come capacità di conoscere certi tipi di verità, segue un certo metodo; per altri tipi di verità, segue metodi diversi. Gente esperta in un metodo puo' essere deficitaria nell' altro..."

Secondo don Giussani c' è un "procedimento" che segue la Ragione particolarmente importante, è quello che ci aiuta a rispondere (ragionevolmente) a quesiti del tipo:

L' America esiste veramente?

Mi vuole bene mia mamma?

Il risotto cucinato da mia mamma è avvelenato?

Ancora il Gius sul punto:

"... non è attraverso dimostrazioni scientifiche che giungiamo a risposte certe per questo genere di domande, eppure la ragione gioca anche qui un ruolo decisivo. C' è un metodo che porta a certezze matematiche, un metodo che porta a certezze scientifiche, un metodo che porta a certezze filosofiche e uno che porta a certezze sull' "umano comportamento". Quest' ultimo è paragonabile al metodo del genio e a quello dell' artista: da un piccolo segno si passa ad un' intuizione universale..."

Davvero il metodo scientifico e il "genio dell' umano" si giustappongono?

Io penso di no: l' "umanista" è solo uno scienziato con meno "tempo" e "memoria" per il calcolo.

Ammettiamo che sia lo scienziato che l' umanista intuitivo siano persone razionali.

Togliete tempo e memoria allo scienziato e si convertirà al metodo intuitivo; date tempo e memoria all' intuitivo e per le sue conclusioni si affiderà al metodo scientifico.

mercoledì 9 dicembre 2009

Bobbio è affidabile?

Professor Bobbio, che secolo è stato il Novecento?

Sintesi della risposta:



Riassunto della sintesi: il secolo più violento della Storia umana.

Sembra una risposta scontata, in fondo l' abbiamo sentita ripetere più volte. Già dalla scuola ce l' hanno ficcata in testa.

Ma probabilmente l' abbiamo sentita ripetere fino a farla diventare un luogo comune proprio perchè a proferirla dall' alto è un papa Laico come Bobbio.

Eppure a me risulta diversamente: la guerra e la violenza segnano un costante declino da almeno duemila anni. Novecento compreso.

Naturalmente non parlo dei numeri assoluti, sarebbe infantile giudicare in base a quelli.

Se il Novecento avesse seguito il buon ritmo dei primi secoli, tanto per dire, avrebbero dovuto morire in guerra 2 bilioni di persone, quando invece ne sono morte "solo" 100 milioni.

Odiate la guerra e potete scegliere il secolo in cui venire al mondo? Non date troppo retta a Bobbio e scegliete pure il Novecento a discapito dei precedenti. Il rischio di morte violenta è mediamente più contenuto.

Mi chiedo dove stiano i fatti nelle affermazioni di Bobbio. Perchè siamo tanto abituati a far parlare i nostri intellettuali senza chiedere loro conto? Siamo forse innamorati della musica delle loro parole? Si tratta di avvenimenti troppo vicini e ci serve deformarli per costruire una mitologia che funzioni? So bene che l' amore per la verità non aiuta a vivere, eppure...

Bobbio forse è stato uno dei più placidi e convincenti costruttori di mitologie. E parlo di chi da noi avrebbe dovuto rappresentare la cultura positivista!

La comunità scientifica litiga per stabilire se è pacifica

Sempre global warming... sempre scienza politicizzata...

In un recente editoriale sul WSJ il climatologo Richard Lindzen dice che in ambito scientifico i conti sul global warming non quadrano...

... ed è subito bagarre.

Cosa inferire?

Un modello di rigore e di sintesi viene dalla lettera spedita da un lettore:

If a respected MIT scientist like Mr. Lindzen argues that “the science isn’t settled,” and other scientists disagree, then doesn’t the very dispute itself prove that the science isn’t settled?

La cosa ricorda il filosofo relativista Richard Rorty, il quale affermava:

“La Verità è cio' che i vostri contemporanei vi lasciano dire senza opinare"

Naturalmente molti opinavano su questa stessa affermazione, il che ci consente di buttarla nel cesso.

Allo stesso modo butterei nel cesso quella (pseudo) scienza che risponde: "la comunità scientifica su questo punto è pacifica...". Vale per l' evoluzionismo come per il global warming.

Finanziare la scuola?

Sì, attenzione però poichè c' è una forte correlazione tra i trasferimenti in favore della scuola e l' anti democraticità dei governi che li pongono in essere:

Governments use public education and public ownership of schools and the media to control the information that their citizens receive... More totalitarian governments as well as those with larger wealth transfers make greater investments in publicly controlled information...

Sorprendente?

Direi di no, specie per chi pensa che il ruolo primario della scuola non sia affatto quello di istruire.

Molti di questi ruoli alternativi gli abbiamo già visti. Possiamo ora tranquillamente aggiungerci la necessità di propagandare.

Certo che ripensando alla questione, nella testa rimboba l' eco delle parole:

... Governments use public education and public ownership of schools and the media to control the information that their citizens receive...

Forse nell' Italia Berlusconiana, per setacciare chi veramente si preoccupa delle sorti della libera informazione da chi brandisce questa materia a soli fini politici, dovremmo verificare chi sfila in piazza all' anti-B day e contemporaneamente si batte contro il monopolio della scuola pubblica. Forse scopriremmo che l' ipocrisia in politica è (quasi) tutto.

P.S. E non venite a dirmi che è una teoria stramba o "ostile", visto che spesso la cosa è rivendicata da coloro che sostengono a viva voce la scuola pubblica.

Esempio? Decisione di un tribunale della California contro l' homeschooling:

“A primary purpose of the educational system is to train school children in good citizenship, patriotism and loyalty to the state and the nation as a means of protecting the public welfare.”

Di primo acchito, chi non penserebbe di vivere in uno stato fascista (o socialista)?

P. P. S. Volete ancora una ragione per non far piovere risorse sulla scuola? I suoi rendimenti sono fortemente decrescenti, chi ha aperto i rubinetti della spesa non ha poi incassato granchè.

Matrix

Visto il film.

Non ho capito molte cose. Troppe.

Ma se il mondo è un' allucinazione, una specie di videogioco, come è possibile morire realmente una volta che si muore nel "videogioco"?

Per le macchine non era più semplice "immergere gli uomini" in un videogioco che assomigliasse ad un sonno senza sogni? Non è quest' ultimo un software più semplice da sviluppare rispetto a quel gran casino che è Matrix?

Vabbè, il problema veramente serio è il primo: quando il mio io muore in sogno il mio io reale non ha nessuna conseguenza.

Why Women Have Sex?

Why Women Have Sex?

Cosa conta veramente?

1) l' odore del partner

2) il suo status sociale

3) il suo senso dell' umorismo

4) il giudizio che le altre donne danno di lui

5) la necessità di mandare messaggi ad altri

6) la voglia di apparire sessualmente esperte (tacca sulla cintura)

7) l' istinto competitivo con le altre donne

8) la curiosità (diverse età, diverse etnie, diverse dimensioni...)

9) la necessità di selezionare un buon partner e un buon padre (il rapporto sessuale è una miniera d' informazioni)

Se queste sono le ragioni, si capisce come i rapporti diminuiscano una volta sposati (e anche perchè l' orgasmo non sia così centrale).

Urge una teoria sul sesso nel matrimonio.

Provvede Hanson:

Marriage is a deal men enter into part to get sex, but... Most parts of the deal, such as who earns and spends how much, who does what chores, where they live, and so on, become entrenched in stable habits, which are hard to change from day to day. But due to complex female sexuality, the man is supposed to accept the sex part of the deal fluctuating from day to day and year to year for unknown and unexplained reasons.

So the wife is less committed to her sex part of the deal than the husband is to most of his parts. The wife can implicitly threaten to withhold sex for last minute demands, but even if he meets those demands she may still decline. And if she is not in the mood there is little he can threaten to withhold at the last minute that is of comparable value. Without kids he might threaten to leave the marriage, but that is a dangerous game to play...


E il motivo "faccio l' amore con lui perchè gli voglio bene"?

Già, e come mai nessuna si fidanza e fa l' amore con il barbone puzzolente che chiede l' elemosina sotto i portici per poi andare a dormire nel tombino? Tranne eccezioni, ovviamente. E pure lì, come non intravvedere una certa civetteria.

Macchiati dal peccato originale non possiamo eludere le cause materiali. Il "voler bene" è una causa spirituale e, al contrario delle altre, non puo' essere verificata. Cio' non significa certo che non esista e abbia un ruolo. Ma sulla coscienza e sulle motivazioni intrinseche possiamo giusto dire che esistono e poco più. Già, esistono, ma possono essere pesate solo in sede di giudizio divino.

Aiutare sul serio

link

Il link di cui copra testimonia il fallimento del microcredito, una pratica con la quale si è creduto di combattere la povertà nel mondo. La pratica si espande ma la povertà non si ritira.

Non dico che bisognerebbe ritirare il Nobel per la Pace a Janus, il padre nobile del Microcredito, ma perlomeno prenderne atto e fare una riflessione sull' ennesimo fallimeno nella lotta allo spettro della povertà.

Dubbio: ma questa lotta vogliamo davvero combatterla?

Dubbio legittimo visto che sappiamo già qual è la ricetta che meglio funziona: favorire l' immigrazione.

Dubbio rinforzato quando si scopre che il "donare" migliora la condizione del donatore piuttosto che quella del presunto beneficiario (link).

venerdì 4 dicembre 2009

Il richiamo della foresta

... rispondono subito gli strumenti inventati da Hans



link

Piccolo inconveniente dell' imposizione progressiva

Spinge il governante razionale a perseguire una società con sempre maggiori diseguaglianze.

Le casse statali ridono se i ricchi saranno sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.

link

Un posto sulla terra

Se ambisci a non essere rispettato, presto diverrai invisibile; se ambisci a perdere i tuoi i diritti, sarai denudato prima del previsto.

In Quel Posto vige il credo della rinuncia.

Per questo la Polizia vi entra divertita smanganellando a destra e a manca e distribuendo calcioni non contestati per quanto fuori ordinanza. Solo quando mostra l' intenzione di prelevare un adepto sospettato, il guru ne chiede la liberazione in lacrime prostrandosi sullo stivale lucente. Per essere più convincente, forse come omaggio, rosicchia la carcassa di un ratto in agonia. Del resto i ratti non mancano in Quel Posto sulla Terra.

Si è capito dove siamo? Forse ancora no, siamo comunque in un posto dove uno pensa di essere più convincente se fa quello che ho detto. Siamo tra chi ritiene il sacrificio e la degradazione di sè fonte di tutte le salvezze.

Intanto, i bambini della setta giocano accanto al topo stuzzicandolo con un legnetto mentre chiedono ad una delle mamme che passa cosa fa il profeta. Poi ridono. Tutti gli altri piangono. Dopo un po' piangono anche loro.

Il Tempio dell' Amore si dedica all' amore dei più sfortunati.

In cosa consiste l' amore per i poveri?

Semplice, nell' abbracciare i poveri mentre infreddoliti chiedono l' elemosina alla periferia di Mosca.

Ma si puo' fare di più se la fede ci sorregge. Si puo' baciarli.

Si puo' baciarli a fondo entrando in contatto con i loro umori più intimi, con le loro ormai rinsecchite mucose. Si possono stupire parti del corpo che ormai avevano rinunciato a qualsiasi tocco umano.

Perchè fermarsi qui? Si puo' fare l' amore con loro, ci si puo' unire nell' intimità ai loro corpi puteolenti, si puo' ambire al rimescolamento dei dolori e delle salive, si puo' cercare l' amplesso appartandosi nei loro tuguri così affollati di bestiole, generalmente nere, che zampettano ovunque.

La setta dell' Amore per i Poveri non conosce mediazioni e pratica il suo credo orgiastico e mortificante ogni giorno.

Sono orge dello Spirito e mortificazioni del corpo. O viceversa?

Quando l' Amore per il prossimo viene prima, allora la cura di se' viene dopo. Infatti quel Posto sulla Terra è abitato ormai solo da ex persone tramutatesi in feccia umana.

Quando l' Amore viene prima, allora la pulizia e l' igiene vengono dopo. Infatti quel posto sulla Terra è una cloaca a cielo aperto con bambini che scorazzano inconsapevoli sull' orlo dell' abisso.

Quando l' amore viene prima, allora l' amore è ovunque e in nessun posto; proprio come la toilette.

Quando l' amore viene prima, allora l' amore per la propria fidanzata viene dopo. Infatti, quando lui si scopre ancora innamorato, si evira lanciando l' urlo più lungo della storia del cinema (7 minuti).

Quando l' amore viene prima, allora l' identità delle persone non conta. Così, in quel Posto sulla Terra, il neonato succhia un niveo seno della mamma, con l' altro giocano i denti gialli del disadattato dall' ispida guancia.

Quando l' amore viene prima, la stanchezza viene dopo.

La stanchezza per il troppo amore è particolarmente spossante. La stanchezza dei senza fissa dimora assommatta alla stanchezza dell' amore poi, sfibra anche la tempra più resistente, ti fa cadere nel letto, se ne rimedi uno, come un corpo morto. E non c' è salvezza per il cartilaginoso cranio del neonato sistemato temporaneamente sul materasso da una mamma che nell' altro locale della stalla scalda il latte per il piccolo.

Quando l' amore viene prima, tutto il resto viene dopo.

Con diabolica abilità, la setta è specializzata a rintracciare questo "resto" e a farti capire quanto ce n' è in giro.

E' un "resto" particolarmente esteso e assomiglia maledettamente a quello che credevi essere il "tutto".

Forse a qualcuno "Iinizio" e "Fine" di una storia del genere parranno prevedibili.

L' Inizio: da una parte, borghesi fanatici con una gran voglia sincera di dedicarsi anima e corpo alla Causa. Dall' altra, straccioni sgradevoli, incattiviti e scettici sul trasporto dei loro "amanti" così desiderosi di contaminarsi e di mettere alla prova la loro resistenza al conato.

La Fine: i borghesi disillusi abbandonano la comune tornando in banca. I diseredati restano soli nel loro marciume a grattarsi le pulci.

Eppure, con l' aiuto di Sara ho scovato un finale diverso.

Guardalo meglio il mentecatto spiaccicato sul selciato che biascica qualcosa ondeggiando il barattolino delle elemosine. Guardalo meglio, perchè non litiga più per la piazzola con gli altri cenciosi? Guarda il suo occhio allucinato. E' un occhio che vive nel passato, come quello di certe star hoolywoodiane ricoverate in geriatria. E' l' occhio di chi vive e si bea nel ricordo dell' amore ricevuto.

E' l' occhio di chi è felice perchè sa che esiste "Un posto sulla Terra".

Stramaledetto profeta che adesso aspetti il 27 all' ufficio Fidi della Succursale. Avevi torto! Avevi maledettamente torto, avevi puerilmente torto. Ma forse avevi ragione.

Mi ricordi qualcuno.

P.S. la colonna sonora è composta da una sola canzone: Alfie-Alifib. Quella in cui RW si rivolge in un linguaggio puerile ad Alfie, la donna che, dopo che cadde ubriaco dal terrazzo rompendosi l' osso del collo, gli stette vicino spingendo la carozzella e ispirandolo per il resto della sua vita (sax Gary Windo).

Avventure controvoglia

Ho perso molto presto il gusto per i film d' avventura, ma solo da qualche decennio l' ho azzerato.

Non c' è niente da fare, seguendo le peripezie di Tizio e Caio il fiato non mi si mozza. Mi distraggo, chiedo l' ora, apro il frigo, dò fastidio e sporco in giro. Almeno finchè la palpebra non mi si abbassa sono un vero disastro, lo ammetto.

Se vengo poi a sapere che un film ha una trama raccontabile, cerco di evitarlo accampando scuse inverosimili.

Sarà per questo che sono un fan de "Il Grande Lebowski", un film d' avventura con tanto di trama?

D' avventura sì, ma è un' avventura controvoglia.

La trama del film è una strada dritta e ben tracciata, solo gli americani la sanno asfaltare in modo tanto levigato, e i Coen sono americani da cima a fondo. Ma è anche una strada orribilmente ostruita da personaggi logorroici che, affinchè muovano un passo in avanti, devi spintonarli con una maleducazione che solo i F.lli Coen possono permettersi. Come se non bastasse questi idioti che credono di saperla più lunga del regista, imboccano in continuazione delle scorciatoie. Ci vuole un attimo e te li ritrovi sull' ordito a fare i cretini.

Neanche Drugo, infatti, ama le trame. Qui, fortunatamente, è lui il protagonista. Di Indiana Jones neanche l' ombra.

Non so quali siano i film preferiti da Drugo, per certo so solo che non sopporterebbe mai una vita con la trama!

La concepisce piuttosto come un' infinita e informe seduta al bowling inframezzata da spinelli e bagni caldi da prendere con moooolta calma a lume di candela. Ogni tanto, ma con moooltissima calma, si molla la coca e il divanetto per alzarsi ed impugnare la boccia traforata. Poi la si scaglia e la si guarda che rotola, rotola, rotola. La si guarda con gli occhi che girano, girano, girano. La si guarda a lungo, mentre si sognano tanti strike. Lo strike non arriva ma si è contenti lo stesso per il solo fatto che la palla, finita così distante, non necessita di essere recuperata, un portentoso marchigegno lo farà per noi! Grande!

Attenzione, non dico che sia una vita priva di soprassalti, ogni tanto spuntano quesiti che diffondono una certa turbativa. Quando comincia il torneo?

E non crediate che sia un' esistenza priva di asprezze. Può fare capolino una dura monotonia... tutti quei cambi di scarpe per entrare in pista, solo per fare un esempio...

Come potete notare dall' asse del cesso alzata, Drugo è single.

Il suo motto potrebbe essere: "Perchè comprarsi una vestaglia quando c' è l' accappatoio?", oppure: "Perchè comprarsi qualsiasi vestito, quando c' è l' accappatoio?".

Non pensate nemmeno che Drugo sia un pazzo disadattato in cerca di sfide, si dà dei limiti; sì, è vero, in drogheria a prendersi una birra d' emergenza scende in accapatoio e ciabatte. Ma non va oltre, non arriva a fare cose che possano segnalare in modo troppo evidente la sua presenza creando allarmismo. Ha una reputazione da difendere, è pur sempre stato uno degli estensori della Dichiarazione di Port Huron ("La prima, non la seconda"). Eccheccazzo!

Mi viene da cadere in ginocchio quando vedo John Goodman in questo film.

Walter Dice esattamente tutto quello che deve dire chi non ha impegni da qui a dieci anni, chi probabilmente nella sua vita non avrà mai altri veri impegni che non siano il Torneo. E non pensate che le cose che ha da dire siano inezie! Anzi, essendo reduce del Vietnam in genere una parola su due che gli esce dalla bocca merita di essere scritta con la maiuscola (lui le scriverebbe tutte in maiuscolo).

Come un segugio sniffa l' aria a caccia di situazioni in cui possa sollevare questioni di principio da portare alle estreme conseguenze infervorandosi sul nulla.

Se ho avuto voglia di rivedere uno dei miei film preferiti, forse non doveva proprio essere tale. Non lo so, di solito evito di frequentare il posto delle fragole.

Quello che so è che regge ancora maledettamente bene questo film maledettamente seducente.

Ma la Sara lo rifiuta, è un po' in soggezione quando deve calarsi in atmosfere mai definite. Piene di personaggi pronti a sabotare qualsiasi atmosfera.

L' indolenza, la vera protagonista del film, e i metodi per conviverci, sono a lei estranei.

Mi sente ridere dall' altra parte del divano e non capisce mai bene perchè. Tutto cio' la disturba, è normale. Bisogna pur masticare un po' di napoletano per vedere ricomincio da tre.

Non è certo un film per coppiette, semmai il perfetto contrario. E' naturale, l' apoteosi dell' accidia non puo' che essere l' apoteosi della solitudine.

Forse per questo ho terminato in perfetta solitudine la visione di un film quasi perfetto.

I Guano-Padano, con le loro musiche in cerca di un film, evocano al meglio le pimpanti avventure che sembrano accanirsi su persone come Drugo, persone in cerca solo di rilassatezze paludose in cui millantare qualcosa prima di perdersi. [al fischio il maestro Alessandro Alessandroni in persona].



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Primo tentativo fallito

Abbiamo tentato di vedere Wiseman ma è stato un vero fallimento, la Sara ha rinunciato praticamente subito e anch' io, devo dire, non ho avuto la scossa provata quando mi sono imbattuto per la prima volta nella sua opera.

Ho fatto arrivare direttamente dalla Zipporah 3 suoi documentari, il primo, Basic Training (1971), era proprio quello che mi aveva stregato in orari antelucani su Fuori Orario.

Probabilmente la mancanza di sottotitoli e la comprensione difettosa hanno giocato un ruolo decisivo. Non mi do' certo per vinto, so di avere a che fare con un "grande" e presto, in un modo o nell' altro, tornerò alla carica.

Nel frattempono "giacciono", oltre a basic Training, anche Hospital e Domestic Violence.

Tirata per i capelli

Abbiamo visto La ragazza del lago. L' interpretazione del film è stata divergente.

VERSIONE 1. La futura vittima ricattava moralmente il padre dopo averlo visto commettere un delitto: lasciava morire il figlio autistico sotto i suoi occhi.

VERSIONE 2. La vittima stressava il padre ricordandogli l' incuria che costò la vita del figlio autistico.

La morte del figlio è cruciale, il regista ci fa solo capire che figlio e padre, in quel momento, stanno in due stanze separate. C' è però anche una madre disperata che non vuole sapere nè ricordare.

La seconda versione è un po' tirata per i capelli, lo ammetto. E' la mia.

Mi piace di più, primo perchè fa dell' assassino una persona più vicina a noi: chi non ha momenti di sconforto accudendo un figlio autistico che grida tutto il giorno? Chi non ha quei fugaci momenti di odio nei suoi confronti?

2 punti deboli

Ieri sera rivisto un super classico: Che fine ha fatto Babe Jane.

Qualche punto debole però, resta:

1. che bisogno aveva Blanche di trascinarsi con la spina dorsale spezzata fino al cancello? Ha improvvisato un piano B sul momento? Poco credibile.

2. Perchè quando Blanche lancia il suo messaggio in bottiglia non chiede aiuto urlando?

giovedì 3 dicembre 2009

Far finta di amare la vita grazie al cancro

Non mi aspetto che la mutua "passi" le cure crioniche, eppure, come abbiamo visto, i motivi razionali per farlo non mancherebbero.

Poichè su queste questioni a contare è la razionalità politica, dobbiamo deporre le nostre speranze e non farci illusioni. Infatti:

1. Parliamo di trattamenti con effetti sulla lunga distanza, una distanza che non viene considerata nella razionalità del politico destinato a transitare velocemente sulla scena; come ben sappiamo, solo il privato è lungimirante.

2. Nonostante certa retorica, noi non amiamo la vita al punto di desiderarne un prolungamento probabilistico, per quanto esso sia godibile in perfetta salute.

3. Le probabilità di successo dei trattamenti misurate sulla distanza secolare sono piuttosto basse (10-15%); i costi, invece, non sono poi così irrisori. Certo, c' è la possibilità di andare oltre il secolo, ma...

Le prime due giustificazioni sono accettabili, la terza decisamente meno. Alla luce di pochi esempi appare subito quanto sia abborracciata.

Basta dare un' occhiata al lussuoso ed inutile trattamento che già oggi la mutua passa per "curare" il cancro.

Qulasiasi persona razionale, per quanto benestante, declinerebbe l' invito a farsi curare qualora debba pagare di tasca propria.

... When it comes to cancer care, we’re not getting what we pay for. … Few cancer clinical trials are designed to “cure” patients. They are commonly aimed at … an extension of average survival from 5 months to 6 months...

... the treatments alone cost more than $15,000 a month, yet on average add only a few months to survival...

I frequently ask my students and peers if there is a cancer drug today that they would pay for out of pocket if they had to. … After a long pause, someone invariably will say “Gleevec,” … a true magic bullet!


Una montagna di soldi per garantire - forse - qualche mese di vita da passare tra le sofferenze o completamente rincoglioniti. Per contro, quando si tratta di dare una chance reale all' immortalità, facce scandalizzate.

Spiegazioni per tutto cio'? Forse dobbiamo far finta di amare la vita e ci serve un pretesto.

link

Il proprietario di tutti media scende in politica

E' uno scandalo?

Bè, se i media incidessero sul voto...

Ma non incidono.

... We find no evidence that partisan newspapers affect party vote shares, with confidence intervals that rule out even moderate-sized effects...

mercoledì 2 dicembre 2009

Un giorno qualunque in accademia

La comunità scientifica alle prese con la peer review...

Labilità delle prove



particolari

Nazionalismo e Socialismo. Vota il meno peggio.

Qualcuno giudica la struttura ideologica, altri privilegiano i fatti.

One big problem with nationalism is that it is a leading cause of mass murder. Fascism and Nazism were, of course, extreme forms of nationalism and the mass murders Nazi and fascist regimes committed were justified on the grounds that they were necessary to advance the interests of racially or ethnically defined peoples. Obviously, most nationalist governments do not commit mass murder on that scale. This is one reason why nationalism is not quite as pernicious as socialism. Nearly all full-blown socialist regimes that have lasted for any length of time have engaged in mass murder; "only" a substantial minority of nationalist regimes have done the same.

Sono abbastanza d' accordo.

Spesso, da noi, chi è chiamato a sbilanciarsi sulle questioni in oggetto, cerca immediatamente asilo nella storia patria ("... noi abbiamo avuto il fascismo..."). Un po' come se l' astronomo chiamato a giudicare le traettorie astrali giustificasse la sue ipotesi conferendo centralità ad un particolare punto di osservazione: il balcone di casa sua.

Darwinisti conservatori alla riscossa

"Se il mercato non ha bisogno di un pianificatore centrale, perché la vita dovrebbe necessitare di un artefice intelligente?”.

La teoria darwiniana, come teoria scientifica, a volte lascia dei dubbi a chi l' approccia per la prima volta. Probabilmente perchè è troppo semplice, non abbisogna nemmeno di formalizzazione matematica! Come si puo' spiegare "tutto" senza nemmeno una formuletta?

In realtà non è altro che una trasposizione in ambito naturalistico della teoria economica del Laissez Faire (liberismo?): anche organizzazioni complesse e funzionanti possono emergere spontaneamente senza un pianificatore che modelli il tutto dall' alto.

Non solo, l' economia vanta una primogenitura: Darwin mutuo' i formalismi di cui abbisognava dal suo amico Malthus. Solo con i classici argomenti dello "small government" la macchina di Darwin poteva lubrificarsi al punto giusto e intraprendere la sua inarrestabile corsa.

Se l' evoluzionismo fila via liscio ridicolizzando i tentativi "creazionisti", perchè mai quei concetti non vengono ripresi in ambito sociale per ridicolizzare la necessità di un governo centrale robusto?

Sono concetti piuttosto abrasivi se trasposti con gli opportuni ritocchi nelle scienze sociali, questa ammissione va fatta. Guai comunque a chi se li dimentica e a chi evita di accennarli anche solo sottovoce.

A tener sveglia la mente possono aiutare due recenti pubblicazioni: La Politica secondo Darwin e Darwinian Conservatism

Probabilmente si puo' credere sia a Darwin sia al paternalismo progressista. Anzi, si puo' senz' altro visto che in molti ci riescono. Sarebbe bello però che costoro ci spiegassero come fanno.

martedì 1 dicembre 2009

Ragione ed erudizione

Paolo Giordano la fa semplice, per lui tutto è naturale: Mahmoud Vahidnia, essendo un matematico, odia i dogmi e, con una forma mentale del genere, non puo' che opporsi al regime iraniano.

Risponde Israel con "mille controesempi" (che in realtà sono quattro).

La teoria di Giordano ha i suoi pregi, ma i fatti dove stanno?

I contro-esempi di Israel sono eclatanti, ma i fatti dove stanno? Non c' è materiale per supportare la la null-hypothesis.

Da che parte stare? I contro-esempi di Israel neutralizzano gli esempi di Giordano? Il cigno nero è stato trovato? Popper sta con l' uno o con l' altro?

Non scherziamo, Popper faccia il piacere di restare a casa propria, qui tutto rimane a livello di chiacchiericcio stimolante e polemico, godiamoci semplicemente lo sfoggio di erudizione.

Se invece siamo interessati a soluzioni rigorose di questo come di altre centinaia di enigmi del genere, sappiamo tutti cosa fare, sono lì a portata di mano, ma sono faticose e bisogna tirarsi su le maniche. Consistono essenzialmente nel contare.

Soluzioni forse troppo pedanti per trovare ospitalità in giornali dediti all' intrattenimento colto. Per quello ci vogliono i fuochi d' artificio con "mille esempi e mille controesempi". Purchè il "mille" non vada mai oltre il "tre" o il "quattro" perchè le pause caffè sono molto brevi e la campanella suona per tutti.

Chi sei?

Scommetto che non lo sai nemmeno tu così bene.

Forse posso ucciderti senza danno per nessuno e senza rimorsi di coscienza.

Forse non tutti gli omicidi sono uguali.

Ma chi sei veramente, si puo' saperlo?

Decidilo pure con calma e poi me lo spieghi, ma solo dopo aver dato un' occhiata al filmetto.

https://www.youtube.com/watch?v=KfHbsMa_wao



... urge teoria dell' identità!

Sembra proprio che non ci si possa identificare con le proprie funzioni psicologiche. In fondo il gemello le mantiene inalterate senza essere "me".

Ma nemmeno possiamo dire che l' identità risieda nei corpi! In questo caso eludere l' accusa di omicidio sarebbe un gioco da ragazzi: basterebbe creare una copia innocente di noi stessi e autodistruggerci.

Forse parliamo di anima proprio per eludere la doppia impossibilità.

n.b il video è recuperabile qui https://vimeo.com/72696357 john weldon to be




lunedì 30 novembre 2009

Prima che sia troppo tardi

Alla mia morte potrei farmi ibernare per poi chiedere uno scongelamento il giorno in cui la medicina sarà in grado di curare la malattia che mi affligge.

Non ci vuole poi molto, basta una firmetta qui e qualche garanzia economica. I prezzi sembrano convenienti.

Ma arriverà mai il mio momento? Quando rinascerò a nuova vita? Basta andare in là solo 100 anni e le possibilità cominciano a diventare concrete.

Se prendo sul serio la scommessa di Pascal, non vedo perchè dovrei snobbare la criogenetica. Si tratta pur sempre di vita eterna, magari non paradisiaca, ma eterna (o giù di lì). E con possibilità più che concrete di realizzarsi!

Sono sicuro che molti, non gradirebbero l' estensione di una vita che già ora giudicano grama. Ma per un vero credente è diverso, lui è chiamato ad amare la vita! Di fronte alla possibilità di prolungarla darebbe cattiva prova di sè tirandosi indietro con una rinuncia immotivata. E questa è una possibilità di vita eterna, inutile girarsi intorno e cercare l' inghippo. E' una possibilità per noi e per il nostro prossimo. Cosa stiamo facendo per favorirla? Forse dobbiamo già batterci ora per trasformare in un un diritto cio' che al momento si configura solo come mera possibilità. Riflettiamoci senza lasciarci prendere dal panico per il semplice fatto che il buon senso non puo' soccorrerci. Riflettiamoci traendo ispirazione dalla scommessa di Pascal.

Forse gli entusiasmi ci obnubilano nascondendoci alcuni problemi filosofici. Perchè di problemi ce ne sono, e non pochi. Penso solo ai problemi legati all' ambiguo concetto d' identità.

E' urgente comunque che il credente si dia una risposta anticipando i pronunciamenti ufficiali della sua Chiesa. Qualora vi rinunciasse potendo compiere autonomamente la riflessione richiesta, perderebbe la possibilità di un confronto, sarebbe portatore di una fede passiva e pigra, una zavorra mortifera che rallenta ed intralcia la marcia vitale della Chiesa nella storia. Non mi prolungo oltre sul punto, visto che in questa sede m' interessa solo il caso concreto.

Problemi filosofici, dicevamo; problemi d' identità, dunque. Per esempio, sono ancora "io" il resuscitato?

E perchè non dovrei essere "io"?

Purtroppo le cose potrebbero complicarsi.

Molti chiedono di conservare solo il proprio cervello al fine di "uploadarlo" su computer idonei. Questa macchina che pensa esattamente quello che avrei pensato "io", sono ancora "io"?

Per molti l' identità è ovvia, visto che l' uomo si identifica con la sua ragione; eppure io tenderei a rispondere negativamente. Basta fare un esperimento mentale immaginando che certe tecniche siano disponibili già ora. Se clonassi il mio cervello in una macchina, ora ci saremmo sia "io" che il mio clone sintetico, dunque quest' ultimo non puo' identificarsi con me.

I problemi che presenta la criogenetica sono davvero entusiasmanti e sicuramente meritano una tag nel blog. Purtroppo restano anche aperti e potrebbero disturbare chi vuole andare sempre a nanna con tutte le questioni chiuse a doppia mandata.

Ma guardiamo anche al positivo della faccenda: se molte questioni si aprono e ci costringono alla meditazione, altre vengono finalmente chiuse. Una in particolare, ovvero: non ha senso credere in Dio per il fatto che Dio ha vinto la morte; quella la vincerà anche la criogenetica! Chi crede perchè in preda a queste paure e a questi bisogni, preghi un altro Dio. Dobbiamo credere per placare la nostra sete di verità lasciando che la sete di immortalità trovi altre fonti a cui abbeverarsi.

sabato 28 novembre 2009

Sete di martirio

Innanzitutto Pascal Bruckner scrive da dio, il che lo rende imprescindibile anche quando si cimenta in variazioni su argomenti triti. Ho sempre invidiato chi puo' concedersi questo lusso, la sfibrante ricerca di originalità, alla lunga, elargisce come unico regalo la paralisi.

Il libro che ho in mano è suo ed è un saggio, uno dei pochi che non riesco a trascurare pur sapendo che apprenderò ben poco dalla sua lettura e ben sapendo che lo inizierò, senza inconvenienti, aprendo a caso.

E' un libro in cui si replica un glorioso precedente aggiornandolo. Parla di vecchi che amano dare buoni consigli non potendo più dare cattivi esempi. I vecchi in questione siamo noi, quelli che da qualche secolo godono, unici al mondo, di uno stranissimo quanto raro diritto: la libertà di parola.

Basta leggere il titolo per capire che se la prenderà con i soliti tic. Per esempio l' automatismo con cui l' Occidente guarda al mondo e conclude denunciando se stesso come una lebbra che imbratta nivee epidermidi. Il reo confesso, consultando l' Atlante dalla sua confortevole poltrona imbottita, troverà sempre in qualche periferia planetaria una rivoluzione religiosa da giustificare o un regime illiberale per cui trepidare; una terroristica bellezza con cui esaltare il suo estetismo o una banda di guerriglieri cocainomani da sostenere in quanto resistenti alle logiche imperialiste.

Come al solito si abbandonerà alla piacevole frivolezza con cui puntualmente fustiga la propria cultura, incamerando così i vantaggi di chi si barrica dietro la facciata del criminale perpetuo della Storia che si auto-carcera. Prima fra tutte, il potere, da carcerato, prendere le distanze da ogni realtà spinosa, quelle che come le tocchi ti pungono.

Probabilmente PB ha imparato da Nietzsche che, in nome dell' Umanità, le ideologie laiche non hanno fatto altro che sovracristianizzare il Cristianesimo potenziandone un messaggio; ora però quel messaggio ci entra in testa solo se trinciato in pezzettini minuti. In questo ampio cavallo di millennio, PB ne è certo, il "pezzetino" che va per la maggiore è quello relativo al dovere penitenziale con allegata auto-flagellazione lirica. Solo affondando preventivamente l' affilato bisturi nelle carni, si riceve regolamentare diritto di parola dai nuovi sacerdoti del culto. Ma il via libera si limita alla parola necessaria per macerarsi nella vergogna prima di rintanarsi in un riserbo taciturno sulla condotta altrui: l' Occidente, con la sua Storia costellata di cadaveri, non giudica. Rinuncia. D' altronde il mondo intero non lo ascolta, è chiaro: lo odia perchè se l' è meritato.

Quanto più il cocktail di disastri costituito dalle alternative all' ortodossia liberal-democratica si allontana dalla navicella della Storia che ci trasporta, tanto più puo' risorgere la loro dottrina liberata finalmente dal noioso confronto con il reale. E così Minà riparte per la foresta alla ricerca di qualche dittatore che lo possa redimere dall' alienazione di civiltà ormai tenute in ostaggio da pubblicità pervasive e dal web 2.0 Per fortuna ha incontrato Hugo Chavez e le baracche cubane, una tenue speranza puo' essere ancora alimentata.

Lo schema di riferimento come al solito lo fornirà San Bernardo per cui: c' la coscienza buona e tranquilla (Paradiso), la buona turbata (Purgatorio), la cattiva turbata (Inferno) e la cattiva pacifica (Disperazione). Abitando la parte più ammuffita dell' Europa, PB ritiene di conoscere bene solo l' ultima, e di quella parla sempre.

Da polemista di razza, PB non si risparmierà i nomi. E non parlo di certa impresentabile feccia antidemocratica del secolo passato, nemmeno della sponda più nobile ma morta e sepolta (Dostoevski, Mann, Heidegger...), parlo di personalità, magari non sempre vive, ma sempre molto trendy, e con schiere di seguaci incazzosi verso chi allunga una mano con l' intento di trarre il bambino travolto dallo sciacquone del pensiero critico; verso chi tenta un passo in avanti (giudicando, parlando, rispondendo, agendo...).


I Maestri più recenti verranno riesumati, ci scommetto. Magari comincerà da Claude Levi-Strauss, noto per considerare lo sviluppo della civiltà occidentale come un mostruoso e terribile cataclisma che minaccia il mondo più innocente. Una civiltà, la nostra (e la sua), colpita irrimediabilmente da un maleficio che ne corrompe il senso minacciandone la grandezza. Da come la descrive viene naturale l' idea di neutralizzarla con la formalina.

Figuriamoci se si dimenticherà di Edgard Morin, proprio colui che incita la massa a concentrarsi sulle barbarie europee perchè siamo in condizioni storico-politiche che le favoriscono. E' lui uno dei bachi più produttivi nel formare il bozzolo di pentimento in cui amiamo rinchiuderci assumendo rassicuranti posizioni fetali.

Serge Latouche sarà di certo un bersaglio che PB inquadrerà, segnale da sempre il modo in cui chiude ogni sua riflessione con la domanda: chi è il colpevole? Di più monotono c' è solo la risposta: Noi. Ma anche come gialli i libri di Latouche funzionano poco visto che pongono il cruciale quesito dopo avreci appena dipinti per pagine e pagine come una congrega di visi pallidi privi d' anima e appena reduce dall' aver sottomesso l' Umanità al proprio servizio. Ogni atrocità commessa in Africa, Asia e Medio Oriente vede la decisiva complicità di mia mamma che fa la spesa al supermercato.

Visto che un concetto per cui "lo sterminio è il nocciolo del pensiero europeo", sta al cuore della poetica di Sven Lindqvist, vuoi vedere che pure lui finirà nel mirino?

Magari, tanto per divertirsi, partirà da lontano. Si divertirà rievocando la vibrante quanto insensata conferenza che il sommo Poeta Louis Aragon tenne di fronte agli studenti assiepati, quella nella quale senza tante licenze poetiche si augurava la distruzione della maledetta civiltà europea, una civiltà che ci modella uno per uno come fossili nello scisto. Per chiudere poi in crescendo con la visione del grande Brahma leggendario venuto a schiacciarci tutti sotto il tallone. Ma che nessuno si preoccupi: la nostra morte sarà concime per la fioritura di nuove bellezze e nuovi mondi. Ottant' anni dopo la stessa idea è ripetuta con la noia di chi la dà per scontata dal sociologo Latouche.

Pregusto già nel vederlo punzecchiare la buonanima di Braudillard, il primo dopo "le due torri" a dichiarare, con grande sfoggio di sottigliezze e i cadaveri non disintegrati ancora sull' asfalto, che "gli americani se l' erano voluta". Un riequilibrio si era ristabilito, le "condizioni oggettive" avevano fatto scattare l' anonima azione. A distanza di anni parole del genere dette a caldo sono un titolo di merito, e contano un casino per la carriera e l' endorsement di le Monde Diplomatique.

Vi ricordate quando il sindaco di londra Ken Livingston, impegnato anche lui a poche ore dalle stragi nella sua città in una ricostruzione degli eventi, sembrava aver finalmente scoperto le cause delle bombe: il fatto era che i paesi Arabi avevano subito troppe pressioni dopo la prima guerra mondiale, e la cosa non poteva non aver pesato sulla catastrofe della metropolitana. Sono certo che PB saprà pennellare al meglio questi episodi innalzandoli da gaffe ad archetipi platonici del penitente compulsivo.

John Le Carrè vede nell' "umiliazione" subita dai popoli arabi le fonti del terrorismo. Uno entra in casa tua e crea lo Stato di Israele, ma dove siamo? il bombarolo esercita così un regolare diritto di rivalsa, manca solo il timbro in calce dell' ONU. Il pendolare di treni spagnoli e metropolitane inglesi sta dunque pagando un risarcimento dovuto, di cosa si lamenta? Ho già constatato che nell' indice dei nomi John è presente. E come poteva mancare?

Per lo stoico Mario Soares non si tratta mai di "combattere" - errore fatale - ma di "cercar di capire". Anche quando ti cade una bomba in testa? Da tempo siamo in molti a voler porre la questione a Mario. Così, tanto per sapere. Sono sicuro che l' imbarazzante quesito è stato formulato nel modo più gustoso e inevadibile proprio da PB. Quindi io mi ritiro e anzichè porla, mi limiterò a leggerla puntellata di tanti piccoli corollari che la rinforzano.

I predicatori d' odio non avrebbero vita tanto facile senza i predicatori di vergogna. Tra questi si distingue Jacques Derrida, il quale conclude il suo saggio sugli Stati Canaglia come Ghezzi - recentemente riuscito nell' impresa di spettinarsi il cervello più della lubrica e rada chioma - concluderebbe una sua assonnata e sfocata recensione al film delle due di notte: siamo tutti Stati Canaglia. Poi, per distinguersi dal trasandato cinefilo e darsi un contegno, aggiungerebbe: noi in particolare. Ma il mitico Ghezzi, offeso per il sorpasso, metterebbe di nuovo la freccia facendo osservare come American Beuty dimostri genialmente che siamo tutti serial killer senza che nessuno lo sia. La gara dei paradossi è solo all' inizio ma io mi sono già annoiato. D' altronde gli allibratori non consentono più di scommettere sulla presenza del decostruzionista nel tomo di PB, lui è un fuori quota in questo campo.

Come tutti noi da tempo sappiamo, le zone di fermo degli stranieri irregolari, specie in Italia, sono praticamente indistinguibili dai lager nazisti. E pensare che se non me lo diceva Giorgio Agamben, mica c' avevo fatto caso. Dopo un' osservazione del genere tengo la lingua a freno nel giudicare Foday Sankoh, l' inventore della mutilazione "short sleeve", al gomito, e "long sleeve", alla spalla. Da che pulpito potrei mai rivolgere un monito io in quanto europeo a questo dilettante africano dell' orrore. Sto qui e me ne sto zitto. Certo, almeno al Prof. Agamben avrei una voglia matta di chiedergli se mi fa vedere dove sono le camere a gas, ma è un tipo irritabile e non oso. Speriamo che PB, da accademico ad accademico, osi; perchè sono certo che anche lui ha questa voglia matta.

"O dio, assolvimi dalle colpe che ignoro e perdonami da quelle altrui". Quando non prega con le parole del salmo, il vanitoso Josè Saramago è impegnato a fare paralleli tra Isrele e il regime nazista. Intanto il tempo passa e Josè, a corto di paralleli, è passato all' identificazione. La cosa è inevitabile visto quanto somiglia al nostro lo stato di Israele e quanto stimoli dunque quello specifico vanto che è l' odio di sè. Probabilmente la presenza di JS su questa terra porterà via un paragrafetto del libro che ho già letto senza bisogno di aprirlo.

Se PB scrive da dio, Cioran scrive da Dio. Ma è avvantaggiato dal nutrire pensieri che con la bellezza si sposano al meglio. Per lui, rifiutarsi di ammettere la completa interscambiabilità delle idee significa condannarsi a far scorrere del sangue. Mi spiace che il grande rumeno finisca in lista con Gianni Vattimo ma il suo posto è quello, e PB non guarda in faccia a nessuno.

Sì, Gianni Vattimo, anche lui. Lui che chiede al Cristianesimo di "tacere" per mettersi in ascolto dell' altro in modo da non favorire forme di colonizzazione. Per me questi dialoghi con uno che tace, più che altro favoriscono il monologo. Siamo alla caricatura dello spirito critico. Del resto ci si guarda bene dal rivolgere il medesimo invito all' Islam o al Buddismo o all' Induismo. La Rochefoucauld aveva un' espressione per definire il motore di simili richieste unilaterali: "l' artificio dell' orgoglio". Cosa sia lo spiegherà di sicuro meglio PB fuori dal vincolo aforistico.

Lo spirito critico si muta in odio di sè e diventa voglioso di espiare ininterrottamente, coltivando così un orgoglio tutto particolare. L' importante è non pentirsi ma limitarsi al rimorso. Solo il rimorso "coltiva e conserva la colpa per il bisogno di continue trafitture". E infatti chi si limita a pentirsi è malvisto. La Chiesa Cattolica, per esempio, recentemente ha ammesso alcune mancanze storiche porgendo scuse solenni, ora alla comunità ebraica, ora agli indios sudamericani. E poi sono venuti i popoli africani e poi protestanti e ortodossi. La cosa ha fatto irritare enormemente il noto giornalista inglese Robert Fisk che su quante più colonne poteva è saltato su a urlare "... cosa aspetta la Chiesa a chiedere scusa ai musulmani per la sanguinosa invasione dell' Iraq?". Siccome sono sicuro che PB sappia che la Chiesa Cattolica non ha invaso l' Iraq, siccome penso anche che sappia quanto la CC fosse contraria a quella guerra (arrivò a ricevere l' ambiguo Terek Aziz), ritengo che per il suo libro l' esistenza di un tale come Robert Fisk sia molto preziosa e vada valorizzata.

Per Oliver Roy e Franco Cardini si è parlato di "sindrome dello specialista". Ci si innamora dell' oggetto dei propri studi difendendolo con le unghie anche nei casi disperati. Presto si perde il senso della misura. I due hanno dedicato un due terzi della loro vita allo studio dell' Islam. PB non ama la Chiesa Cattolica e non manca mai di tirare una frecciatina appena puo', ma so anche che sposa la tesi di Eric Conan: "le religioni cristiane sono state sanguinose e assassine allontanandosi dai propri testi, l' Islam avvicinandosi ai suoi". Dello stesso parere sono molti islamici moderati che caldeggiano una revisione del canone. Per questo motivo e non per altro sono fiducioso di ritrovare Roy e Cardini nella foto di famiglia scattata da PB.

Jean Genet ha cantato la bellezza delle SS, dei criminali, degli assassini, delle Black Panthers, dei fedayn. Tutti scappano sciamando quando lui sta per scoccare il suo bacio della morte. Ma i palestinesi non hanno fatto in tempo a ritrarsi e Genet, con mossa fulminea, ha sposato la loro causa fornendo la sua egida di intellettuale controverso ma ben inserito. Su le Monde Diplomatique è stato chiaro nell' esporre a Tahar Ben Jelloun i motivi dell' imbarazzante abbraccio. In giro non vedeva niente di più anti-occidentale. E poi sono poveri e musulmani! Mi sembra che la cosa fornisca spunto di riflessione per un libro che non cerca altro che casi del genere.

Tutti tratteniamo il fiato ingoiando pillole di Prozac, il momdo trema, la pace è in pericolo, siamo sull' orlo del baratro. L' unica nota positiva è che tutti in Europa conosciamo bene il nostro nemico, ovvero colui che sta minando la sicurezza dell' intero mondo: Israele. Bè, "tutti" proprio tutti no, diciamo il 59% degli intervistati in merito. Di sicuro lo sa bene Gilles Deleuze, il quale è fine analista del genocidio che Israele compie sotto i nostri occhi tutti i giorni, nonchè fine analista del mimetismo tra Israele e il regime hitleriano. PB invece è un fine analista dello strano fenomeno-Deleuze, spero che in questo libro voglia andare ancora a fondo nel decifrare l' oscuro mistero di tanta fama.

A proposito di Israele, da quando ha smesso di essere il migliore per diventare non-peggiore degli altri, nessuno lo perdona più. E gli arabi (a cui nessuno frega niente) sono diventati il bastone da dargli in testa. Il bello che spesso dello stesso Israele facciamo un bastone per auto-bastonarci. Il filosofo norvegese Jostein Garder è un bastonatore folle e ormai va dicendo a destra e a manca che Israele premedita una "soluzione finale" attraverso la quale farla finita con i palestinesi. Il tutto con l' aiuto di Dio. Prendo atto e trasmetto la pratica al dott. PB. Il quale probabilmente l' archivierà nel cassetto che già ospita da tempo Alain Badiou e Saramago, altri due per cui Israele sta pianificando genocidi in gran segreto. E alla solita domanda: e le camere a gas? Rispondono come un sol uomo: non tarderanno!

Altro caso di cui occuoparsi: Harold Pinter ritira il Nobel appena dopo aver firmato il suo sostegno a Milosevic, evidentemente l' ultimo autocrate nazi/comunista d' Europa lo faceva ancora sperare. Chissà con quale interesse si accosterebbe al pensiero neo fascista di de Benoist che teorizza un' alleanza tra terzo Mondo e Europa contro l' Occidente (aiuto, mi gira la testa!). Cosa abbiamo mai noi da insegnare al mondo visto che riposiamo sul trionfo della vacuità sostanziale e su un passato maledetto? Senza abiure non potremo mai muovere un passo. L' Europa è e deve restare preda di un "un paralizzante dolore". Per precisazioni intorno a questa poetica citofonare Ulrich Beck.

Il predicatore Tariq Ramadan sostiene che i musulmani di oggi sono paragonabili agli ebrei degli anni trenta. Siccome con un piccolo passaggio è abbastanza facile capire chi sia il regime hitleriano, queste parole mandano regolarmente in visibilio i fantici della modestia che finalmente possono predersela con se stessi e con la loro cultura intrinsecamente totalitaria.

Le Cour Grandmaison possiede una particolare bacchetta magica. Pensate per un attimo alla banalizzazione del male: il carnefice trasformato in contabile e viceversa. Basta un tocco della masochistica bacchetta magica ed ecco che chiunque lavori in azienda viene mutato ipso facto in un kapo'. Marx aveva edulcorato la realtà, chiamava "sfruttamento" dell' uomo sull' uomo cio' che è "sterminio" dell' uomo sull' uomo. Quadra tutto? C' è ancora qualcuno che riesce a distinguere il capitalismo da Aushwitz? E non rompete con le camere a gas! Leggetevi piuttosto due paginette di storia della Rivoluzione Industriale e ci troverete pure quelle: come chiamereste infatti le fabbrica dove i deportati dalle campagne venivano stipati? Leggetevi poi due romanzetti contemporanei sull' angoscia da precariato e noterete come da quei lager ottocenteschi siamo evoluti con il passo del gambero. La bacchetta magica di Le Cour sembra proprio essere l' arma del delitto e nel giallo di PB avrà di sicuro un posto centrale.

Il binocolo di PB è da sempre puntato su una certa Europa che si va trasformando in un misto di "rimorsi & comodità". Poichè i secondi sono imprescindibili, per dare sfogo ai primi si proietta la propria immagine sull' America, che viene bestemmiata come l' ateo bestemmia un dio per meglio resuscitarlo. Ci si crede votati allo Spirito sebbene il proprio ethos rimanga esclusivamente mercantile: dai no global al pacifismo, ogni richiesta concreta al fine formulata si riduce in un differente circuitazione delle risorse materiali; l' anticapitalismo segnala la forte dipendenza dal mercato. Amano Jeremy Rifkin che spiega loro quanto in Europa lo Spirito sopravanzi la ricchezza, proprio nel mentre persino l' amor di patria, il primo embrione della mistica, viene ormai liquidato come un arcaismo.

Spero si sia capito quanto il brodo possa essere allungato. Senonchè, solo un virtuoso puo' suonare la stessa solfa per un ventennio. E PB, su questo non ho dubbi, ha tutte le carte in regola per esibirsi. Chi non ama il senso delle sue parole, ne apprezzerà perlomeno il concerto

venerdì 27 novembre 2009

Teologia portatile 1

La fede in Dio non è altro che fede nell' esistenza di una "verità" e, indirettamente, nell' esistenza di un "significato".

Ma è davvero tanto preziosa la "verità"? E il significato? Cosa ce ne dovremmo fare del "significato"? Ci interessa veramente?

Probabilmente al relativista interessa poco, così come si sente autorizzato a disinteressarsi dei "significati", lo capisco. Ma chi coltiva anche solo una morale oggettiva, non è autorizzato a seguirlo oltre su quella via.

E' difficile interessarsi a qualcosa prima ancora di capire bene cosa sia, eppure non è molto che abbiamo le idee un po' più chiare in merito. Il logico polacco Alfred Tarski ci ha offerto probabilmente la penetrazione più incisiva di un concetto centrale come quello di "verità".

I suoi teoremi ci descrivono la verità come un affare informe, come qualcosa di indefinibile all' interno del linguaggio che intenderebbe esprimerla. Ma tutto cambia se si trascende il "linguaggio-oggetto" per passare ad un "meta-linguaggio".

Con le sue trovate Tarski, da un lato blandisce il buon vecchio Wittgenstein poichè conferma come fosse assurdo per un linguaggio esprimersi sulla propria forma logica, dall' altro lo smentisce caregoricamente perlomeno quando l' austriaco invocava il silenzio: infatti si scopre che, quanto non puo' essere detto in una linguaggio non ci zittisce per nulla, basta adottarne un altro e il gioco è fatto.

In fondo, la vera innovazione introdotta da Tarski nella logica furono le virgolette: "la neve è bianca" è vero perchè la neve è bianca. Punto e basta. Anche i discorsi architettonicamente più involuti poggiano su piloni del genere.

Evidentemente, da qualche parte si annida una particolare (e provvidenziale) proprietà che trasferisce la verità del linguaggio senza virgolette al metalinguaggio tra virgolette. Ma l' esistenza di qualcosa del genere puo' essere dimostrata o dobbiamo rinunciarci?

Penso proprio che la risposta sia affermativa.

Essendo una proprietà positiva, almeno per la compagnia che indicavo più sopra, puo' essere dimostrata l' esistenza di almeno un ente che la annovera tra le sue proprietà peculiari: Dio (l' ente perfetto che detiene tutte le proprietà positive e solo quelle).

L' esistenza di Dio ci rassicura sull' esistenza della proprietà che trasmette la verità dai linguaggi ai metalinguaggi. Possiamo costruire delle Tavole della verità in grado di attribuire i significati. Il significato dei concetti che utilizziamo, quindi, è garantito al di là del loro senso. La cosa c' interessa? Forse a molti basta il senso, ma io di un senso senza significato non saprei che farmene.


mercoledì 25 novembre 2009

Meta-teismo

Bertrand Russell disse: "è più facile convincersi che l'argomento ontologico sia viziato che trovare dove stia l'errore".

Oggi è un po' come allora: ascoltiamo l' argomento e facciamo un risolino. Poi il tempo passa, l' analisi si approfondisce ma non riusciamo ad andare molto oltre.

Non che spremendosi manchi la possibilità di produrre delle critiche. Insigni filosofi si sono cimentati nell' impresa. Ma...

Ne prendo in considerazione solo un paio: l' argomento dimostra l' esistenza di Dio dopo averlo definito come l' ente che possiede tutte le proprietà positive. Dopodichè l' "esistenza" viene definita una proprietà positiva. Ma perchè mai dovrebbe essere tale? Perchè mai dovrebbe essere più "positiva" dell' inesistenza. Dirò di più, perchè mai dovrebbe essere una proprietà?

Lo sconcerto si diffonde e l' ateo a prescindere rifiata.

Ma come puo' l' Uomo (a prescindere ateo o credente) far finta di essere ragionevolmente interessato a dissipare queste nebbie? Forse affidandosi al dato sperimentale.

Soccorre in particolare il metodo-Rey. Il poco diplomatico filosofo mette a punto una strategia per individuare gli atei che dicono di credere. Si potrebbe rubargli l' idea e andare a caccia di credenti che si dicono atei.

Non consideri l' esistenza una proprietà positiva? Per te "esistere" o "non-esistere" è indifferente? Dimostramelo nei fatti, suicidati cessando di esistere!

Per altri l' "esistenza" molto semplicemente non è una "proprietà" che appartiene al soggetto, è solo una copula che si esprime con il verbo essere.

Sei di quell' avviso? Dimostramelo suicidandoti, noi continueremo a pensarti in modo che continuerai a vivere nell' immaginario collettivo. Come è naturale che sia continueremo a parlare di te senza risparmiarci nell' uso della copula. Promesso.

Dato che il tasso dei suicidi è un' infima percentuale sulla popolazione complessiva, siamo circondati da gente con le carte in regola per snobbare le critiche più serie alla prova ontologica.

Avviso per loro: la Messa è alle 10.30 in Basilica, ci vediamo lì.

Oppure non piace l' approccio sperimentale?

martedì 24 novembre 2009

Primo amore





solo chi è felice è amato
la sua voce la si ascolta volentieri
il suo volto conquista
sott' acqua tine gli occhi aperti

Odifreddi in ginocchio

Al buon Odifreddi non difetta la sensibilità religiosa, chi non lo legge per partito preso potrebbe trasalire nel venirne a conoscenza.

E' più che disposto ad accettare una presenza divina, anzi, sembra non poterne fare a meno.

La prova teologica che più lo seduce è quella teleologica: poichè esiste un ordine, esiste anche un ordinatore.

Il buon Odi potrebbe apporre qui un bel punto e recarsi in una Chiesa monoteista qualsiasi.

Malauguratamente prosegue i suoi ragionamenti scortato questa volta da Leibniz. L' insigne tedesco, speculando sul concetto di "ordine", così si pronuncia:

... supponiamo che qualcuno segni sulla carta una quantità di punti a caso... sarebbe sempre possibile ricavare una curva geometrica che passi per tutti quei punti ed esprimere poi quella stessa curva mediante un' equazione. In qualsiasi modo Dio avesse creato il mondo, il mondo sarebbe stato sempre "regolare"...

Odifreddi ne ricava dunque che Dio non è l' ordinatore ma piuttosto l' ordine. Dio non è che la descrizione matematica dell' universo.

Il passo successivo è agevole e consiste nella "divinizzazione" della matematica. Lo spirito religioso latente nello scrittore impone che qualcosa debba essere divinizzato.

In realtà, a quanto colgo, Leibniz ci dice che l' universo è sempre spiegabile in astratto, da cio' non possiamo ricavare che sia sempre prevedibile.
Anzi, nel caso fatto dal filosofo non lo è per definizione.

Qualora l' universo fosse prevedibile, e non solo spiegabile, dall' osservazione di L. non ricadrebbero talune conseguenze e la prova teleologica potrebbe essere ripristinata nella sua forma tradizionale, quella che divinizza il "programmatore" anzichè il "programma" (... e a Odi toccherebbe andare a Messa).

Pensare l' Universo come "prevedibile" è un atto di fede, su questo non ci piove. Ma è un atto di fede sensato oppure è degno solo di un "cristiano" "cretino"?

Bè, avendo un' idea per quanto vaga di cosa sia la Scienza, sappiamo che quello è l' atto di fede per eccellenza che compie ogni scienziato appena indossa il camice ed entra in laboratorio. Che senso avrebbe infatti la sua dedizione per il lavoro se solo fosse scettico su questo punto?

Ecco allora una prima conclusione: siccome la Scienza è una forma di sapere particolarmente autorevole nella società contemporanea, possiamo concludere che l' atto di fede di cui sopra è sensato, anzi, probabilmente è il più sensato che abbiamo a disposizione oggi.

Odi, in ginocchio!

Climagate

Avevamo appena finito di teorizzare sull' Accademia, che l' Accademia stessa si incarica di fornirci un brillante esempio del lavoro svolto dietro le quinte.

La climatologia è una scienza seria? Senza dubbio. Eppure... un taroccamento di qua, un veto politico di là, e la prossima riunione dell' IPCC è pronta per partire con l' esito finale già in tasca.

Fortunatamente ora abbiamo una teoria per spiegare cio' che succede dietro la cortina fumogena del "prestigio accademico" e della "comunità scientifica", altrimenti ci avrebbero preso veramente alla sprovvista!

Facciamoli scommettere questi professori! Forniranno indicazioni più utili e avranno meno tempo per concordare e taroccare via e-mail le conclusioni da apporre ai loro noiosissimi paper sul clima da leggere poi all' assemblea dormiente dell' ONU che deciderà per tutti.

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lunedì 23 novembre 2009

Il gioco delle tre carte

Ci sono i mammiferi prensili... e poi c' è Dimitri Arleri...

Intuizionismo etico

This is an outstanding defense of the straightforward view that there are objective ethical facts, that such facts are not reducible to other kinds of (e.g. natural) facts, and that some of these ethical facts are simply seen to be true without being inferred from other things we know.

La posizione a cui mi sento più vicino.

Razionalità impensabili

Il problema sembra essere questo: perchè valutando un atteggiamento prudente siamo portati a giudicarlo come razionale mentre invece, quando prendiamo in considerazione gli slanci entusiastici di Tizio o di Caio, li bolliamo come irrazionali?

Effettivamente non c' è ragione che tenga: a priori un comportamento ad alto rischio è tanto razionale quanto un comportamento prudente.

Come giustificare allora la stranezza?

Risponde Vallauri: il Potere da sempre ci vuole timidi, timorosi, rispettosi. Non ci vuole certo scatenati e iperattivi. Per questo, da sempre, associa la razionalità - parola che gode di ottima stampa - alla prudenza guardinga.

Le cose quadrano ma, non so perchè, ancora non convincono.

Sarà che il potere più desideroso di controllo sociale subito da noi italiani nella storia recente, non si presentava certo con queste fattezze. Il fascismo esaltava l' intraprendenza, il rischio, la vitalità, l' ardimento. L' understatement era prerogativa dell' oppositore. Ad essere timido, impacciato e piuttosto pauroso era l' antifascista, con i suoi compassati occhialini...

D' accordo sulle premesse, propongo quindi una spiegazione alternativa: il prudente pensa, l' entusiasta no.

Eh sì, perchè l' errore che commettiamo non è tanto quello di giudicare razionale il prudente e irrazionale l' entusiasta, quanto quello di associare la razionalità al pensiero.

Come dirlo in due parole... dunque, potrei dire che mia mamma è costituzionalmente incapace di pensare o di inferire alcunchè, eppure, se la giudicassi dai suoi comportamenti, è l' essere più razionale al mondo tra quelli che conosco.

E' un illusione ottica ritenere che la razionalità per essere applicata debba essere pensata. La stessa illusione che ci inganna quando giudichiamo il "prudente" e l' "avventato".

Teoria dell' Accademia

Il colloquio intrattenuto con Vallauri mi stimola a stendere in modo più organico una teoria dell' Accademia.

Ma perchè sono tanto scarse le risorse che s' indirizzano verso la formazione superiore? Ma perchè languono gli stipendi dei professori universitari!? Eppure lo constatiamo tutti i giorni, avere un sistema accademico di prim' ordine non è mai dsgiunto da ricchezza e progresso sociale.

Difficile rispondere. Comincerei con il cassare la "logica della zucchina", quella secondo cui si tende a non premiare i fattori produttivi che intervengono "lontano" dal consumatore. La respingo poichè irrazionale.

Cos' altro ci resta?

Ci sarebbero pur sempre le teorie standard, quelle per cui la riluttanza ad applicare le logiche del libero mercato in questi settori finisce per colpire i migliori livellando tutto verso il basso. Ma anche qui c' è qualcosa che non convince.

Dobbiamo dunque rinunciare ad una comprensione del fenomeno?

No, ci sono pur sempre le teorie radicali dell' Accademia.

Di cosa si tratta?

Attribuiscono all' Accademia funzioni ausiliarie che si affiancano a quella formativa.

Ovvero?

Alcune ritengono che l' Accademia sia anche un' agenzia matrimoniale, altre che sia un' agenzia di accreditamento; poi c' è chi ritiene che sia una griffe. Altri la reputano una palestra dove i cervelli sono chiamati a fare esercizi anche banali purchè faticosi al fine di allenarsi allo sforzo continuato. Potrei continuare.

Mi chiedo perchè mai ipotesi all' apparenza tanto stravaganti.

Per spiegare un dato di fatto: non esiste una relazione chiara tra la qualità degli studi superiori e la produttività sul posto di lavoro di coloro che hanno portato a termine quegli studi.

Strano, di solito chi frequenta corsi di studio prestigiosi ha poi una posizione invidiabile in campo lavorativo.

E infatti la relazione tra qualità degli studi ed entità dello stipendio percepito a posteriori esiste eccome!

Ma tutto cio' come si ricollega al quesito iniziale?

Per l' Accademia diventa decisivo produrre una risorsa particolare: il "prestigio accademico".

Perchè?

Pensaci un attimo. Facciamo il caso dell' Accademia agenzia matrimoniale. Cosa garantisce all' Accademia di essere un' ottima agenzia dove fare incontri esclusivi? Il prestigio che puo' vantare!

Vabbè, e se bisogna produrre "prestigio", come si procede?

Ci sono vari modi, ma adesso voglio concentrarmi su uno particolare. Ad uso e consumo dei profani (ovvero di coloro per cui è troppo costoso approfondire) viene fatta circolare una "versione eroica dell' insegnamento". Chiamiamola versione essoterica. Nella vulgata, quindi, la qualità dell' insegnamento diventa decisiva.

E qual è la versione esoterica corrispondente?

Se ci limitassimo alla produttività reale dell' Università, avremmo delle Università à la Murray, un posto dedito alla selezione prima ancora che alla formazione. Qui l' insegnante non è un eroe, bensì un semplice ed onesto operaio. Usando il gergo del post d' origine diremmo che è un semplice "Giovanni" con tanti "Carlo" dietro pronti a sostituirlo. Quello che fa è essenziale, ma lui non è essenziale, lui è sostituibile. Questa è la versione degli iniziati.

Conseguenze?

Innanzitutto ci sarà una discrepanza tra lo stipendio effettivamente percepito dall' insegne docente e quello che per lui attende l' opinione pubblica. Il prestigio che aleggia intorno alla sua figura, abbiamo visto, non riguarda la crucialità del suo ruolo, serve invece all' Accademia per assolvere al meglio quelle che ho chiamato "funzioni ausiliarie". Lo stesso dicasi sull' entità dei fondi destinati al settore.

Altre conseguenze?

Che la "discrepanza" è giustificata e non ha senso intervenire per sanarla.

Tutto quadra, ma io non ce li vedo questi "iniziati" che complottano per diffondere l' ideologia del "prestigio accademico".

Nessuno crede al "complotto". Sta di fatto che un comportamento del genere, per quanto detto, è razionale, e la razionalità non ha certo bisogno di essere pensata per realizzarsi!

link ai link.