martedì 3 novembre 2009
La sveglia
Ottimo! Sarà difficile per gli ambienti cattolici non udire il trillo argentino di questa sveglia! Speriamo li ridesti dal sonno inciucista (vedi ora di religione) di questi ultimi anni e li riconduca su uno dei pochi fronti in cui hanno sempre combattuto come vera "avanguardia" di libertà; parlo naturalmente della lotta per dare anche da noi un ruolo centrale alla scuola privata.
I promessi sposi
Poichè non ho potuto leggere tutto quanto precede, chiedo in anticipo di essere scusato se le mie considerazioni sono state anticipate o se i miei interrogativi hanno già ricevuto risposta.
Miriam ha proposto argomenti interessanti per un adolescente di oggi. Visto che non si lascia mai sola una signorina in questi frangenti, mi affianco a lei nel sostenere la debordante ricchezza tematica dei Promessi Sposi.
Ammetto subito di non avere nessun rapporto con le attività didattiche e di non sapere nemmeno cosa passi per la testa di un minorenne, cio' nonostante mi rifiuto di considerare poco attrattivi alcuni temi che informano il Romanzo. Sopratutto sostengo con forza la loro bruciante attualità.
Miriam, hai già parlato di Don Abbondio, un tale che ci passa davanti ogni giorno tre volte al giorno. E in più, come se non bastasse, me lo ritroverò nello specchio anche domani mattina. Ti ringrazio di avermi tolto questo peso, una fatica in meno.
Il mio contributo arricchirà la tua lista con altri tre soli punti.
Il capitolo sulla peste contiene la prima lezione di un corso di Sociologia. Poi anche la seconda e la terza. Siamo introdotti alla Psicologia delle Masse senza che si debba rinunciare al godimento artistico. Siamo pronti per Ortega Y Gasset o per Elias Canetti. Penso al fenomeno dell' untore: si potrebbero estrarre citazioni buone, ad esempio, per una discussione ogni tre che si fanno nei vicini forum di fahre improntati all' attualità. E' abbastanza attuale?
Il capitolo sull' assalto ai forni contiene la prima lezione di ogni corso di Economia degno di questo nome. Poi anche la seconda e la terza. Penso all' aberrazione dei prezzi controllati e al popolo bestia pazza: si potrebbero estrarre citazioni buone, ad esempio, per una discussione ogni due che si tengono nei vicini forum sull' attualità. Si va dalle commissioni sulle ricariche telefoniche, fino ai problemi negli stadi e alle manifestazioni di piazza. E' abbastanza attuale?
E non dimentichiamoci infine il "sugo" della storia. Contiene la prima lezione di ogni corso rispettabile di Etica. Poi anche la seconda e la terza. Penso al concetto manzoniano di Provvidenza e alle incomprensioni a cui va soggetto, mi impressiona la ricchezza di riferimenti all' attualità che si potrebbero fare: un arguto commentario alle spericolate cronache intorno al recente tsunami, uno scavo sulle basi logiche delle ossessioni climatiche e del pensiero isterico-catastrofista, una delucidazione quanto mai urgente sui concetti oggi indistinguibili di male e di ingiustizia.
Mi fermo qui per ora, basta che sia chiaro che Manzoni vive e lotta insieme a noi, la sua spada ci divide ancora profondamente e, se compresa, deve farci litigare nel dialogo proprio per quello che dice.
Le sue tematiche sono roventi e seminatrici di zizzania, la sua semina si tiene oggi, ora.
Forse chi propone una "soluzione" non va di moda, forse l' adolescente preferisce il lamento del disperato che si limita a comunicarci il suo fremito. Io invece considero l' interiezione, i bronci e i musi lunghi abbastanza demodé.
Questo per quanto riguarda "il contenuto". Il linguaggio è tutt' altra cosa. Probabilmente, qua e là, devono soccorrere forme di "mediazione", ma su questo punto lascio volentieri la parola al didatta.
lunedì 2 novembre 2009
Ricostruisci ogni giorno e per sempre la mia dimora
***
Dio, benedici qesto pane. Mio Dio, non ti lascio finchè non benedici questo pane.
Dio, tu che sei possente ricostruisci la mia dimora. Apparecchia la mia tavola. Fallo presto, prestissimo. O Dio, ricostruisci la mia dimora ogni giorno e porta il pane alla mia tavola.
Egli Che è prescelto ricostruirà la Sua dimora presso la mia, lo farà presto, prestissimo, nel corso della mia vita lo farà. O Dio, ricostruisci, ricostruisci presto la tua dimora presso la mia!
Egli Che è grande ricostruirà la Sua dimora presto, prestissimo, già durante la mia vita l' avrà ultimata. O Dio, ricostruisci, ricostruisci presto la tua dimora presso la mia!
Egli Che è onorato, fedele, giusto, pio riapparecchierà la Sua tavola presto, prestissimo, durante la mia vita lo farà. O Dio, ricostruisci, ricostruisci presto la tua dimora e apparecchia la tua tavola accanto alla mia, mangeremo insieme già nella sera della mia vita!
Egli Che è puro, unico, possente, saggio, re, dotto, forte, prode, liberatore, giusto ricostruirà la Sua dimora presto, prestissimo, già durante la mia vita lo farà. O Dio, ricostruisci, ricostruisci presto la tua dimora presso la mia!
Egli Che è santo, pietoso, onnipotente, forte ricostruirà la Sua dimora presto, prestissimo, durante la mia vita già potrò vederla. O Dio, ricostruisci la tua dimora presso la mia e apparecchia la tua tavola accanto alla mia. Mangeremo insieme il pane di vita eterna di cui mi farai dono. Lo mangeremo come amici. Lo mangeremo presto, prestissimo.
riadattamento di una preghiera ebraica pasquale link
L' illusione dell' ateismo
Poniamoci dunque la domanda concentrati sulla biologia. Per una risposta affermativa si raccomanda di notare come i processi evolutivi appaiono "direzionati": dal semplice al complesso. E, inoltre, come sommamente complessa sia quel prodotto che chiamiamo intelligenza umana. Attenzione però a non confondere quanto detto con la fantomatica spinta interiore di lamarkiana memoria che gli organismi avrebbero ad evolvere in un certo senso.
Il mondo che ci circonda esiste per filtrare e produrre intelligenza? La scienza non si pone queste domande, tuttavia, trasferendo il piano del discorso in ambito filosofico, è lecito valutare se l' interpretazione sia compatibile con i fatti che la scienza stessa ci mette a disposizione.
Le mutazioni saranno anche casuali, l' ambiente sarà anche costituito da un insieme di fenomeni dall' origine casuale, sta di fatto che questo impulso e questo filtro, selezionano gli organismi in modo da privilegiare nel tempo una crescente complessità organizzativa fino a raggiungere livelli sorprendenti, come nel caso dell' intelligenza umana.
Se il mondo è un posto dove i tipi intelligenti sono anche i più adatti a campare, allora una certa spinta verso la complessità esiste. Uscendo dall' ambito scientifico, la domanda "chi spinge?" diverrebbe ragionevole.
Obiezione dell' onnipresente Gould: l' ambiente seleziona il più adatto, ok. Ma se andiamo a vedere quali organismi siano risultati i "più adatti" nella storia della vita, ovvero quali organismi resistono meglio alla selezione, notiamo che tra essi la maggioranza è estremamente semplice.
Vero, cio' non inficia l' esistenza di una spinta verso la complessità, almeno sul nostro pianeta.
Si potrebbe insistere che, per quanto sia inconfutabile una spinta verso la complessità, bisogna mettere in conto eventi catastrofici - sempre possibili - tali da estinguere anche le intelligenze più sofisticate. La spinta in "avanti" sarebbe dunque compensata da una pari spinta all' "indietro".
Gould convince: i meccanismi dell' evoluzione non garantiranno mai un progresso lineare e generale verso forme di vita più sofisticata, si avanza a tentoni, non tutti avanzano, e a volte si torna indietro.
Resta vero comunque che esiste una tendenza statistica alla comparsa nel tempo di forme mediamente (non modalmente) sempre più complesse. Si procede in avanti a tentoni ma si procede. Perchè, tanto per fare un esempio la vita non tende ad arretrare ma piuttosto ad avanzare? Non tutto è una lotteria, come potrebbero concludere i lettori frettolosi di Gould.
A proposito, importante: l' approccio proposto è indifferente all' intrinseca probabilità che sorga la vita umana date certe premesse iniziali. La "spinta direzionale" (trial and error) esisterebbe comunque, indipendentemente dal numero di "trial" che forza e dal numero di "error" che frena. Nel tempo, prima o poi, l' improbabile accade. Se sulla terra l' uomo sia comparso sfidando leggi probabilistiche, l' importanza è relativa. Cio' che conta è che la "direzione" sia quella.
Ironia: l' analogia proposta si attaglia meglio all' evoluzione pensata nei termini di un ultradarwinista ateo come Dawkins, rispetto ai medesimi processi pensati da uno studioso come Gould che appare molto più incline a concessioni verso la sensibilità religiosa. Non a caso è Dawkins a parlare di "gene egoista", ovvero ad introdurre la metafora di una volontà in azione che spinge e spiega i processi evolutivi. La metafora di Gould è invece quella della "lotteria", una metafora decisamente inservibile ai nostri fini.
E' pur vero che ad un Dio di questo genere l' appellativo di "architetto" sta un po' stretto; pensiamolo pure senza inconvenienti come un "chimico" o un biologo.
Quale mondo dovrebbe consegnarci la scienza per mettere in crisi l' ipotesi appena formulata? Semplice, un mondo caotico dove ricorsivamente e ineluttabilmente si ripropongono sempre le medesime forme di vita prive di una complessità minimale nonchè di un' ambizione a raggiungerla intrappolate come sono nella loro gabbia ciclica.
Da notare che chi accoglie questa versione della prova cosmologica, deve dismettere ogni condanna e disprezzo del mondo, atteggiamento diffuso tra molti religiosi "puritani": la prova di Dio dipenderebbe infatti dalla particolare attitudine dell' intelligenza a valorizzare le risorse mondane e a potenziarsi con esse.
add: link
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Considerazioni sul cap. IV par. 5 di Roberto Timossi: "L' illusione dell' ateismo"
venerdì 30 ottobre 2009
Timossi colpisce ancora
«Userei la famosa diade del matematico e filosofo Gottlob Frege: senso e significato. La scienza ci mostra come non sia il caos a prevalere, come esistano delle leggi, un’intelaiatura del reale. Questo è quello che potremmo chiamare il ' senso'. Il problema su cui devono lavorare invece filosofia e teologia, partendo da quanto è mostrato dalla scienza, è quello del ' significato'».
senso e significato
il libro
Breve Teoria del Male
Ma il Male innocente?
Bel problema.
In passato mi affidavo alla necessità di particolari "prove" affinchè Dio potesse giudicare l' uomo. Mi spiego meglio, forse Dio puo' giudicarci solo se osserva la nostra reazione di fronte ad una catastrofe. E allora la catastrofe è necessaria.
Ma la soluzione migliore (nonchè canonica) al problema del "Male Innocente" è di natura economica. Mi riferisco alla teoria del "Migliore dei Mondi Possibili": attraverso una "race" evolutiva dal Male esce il Bene. In altri termini, se Dio ci avesse risparmiato quel male, non godremmo del suo prelibato frutto.
Notare che questa visione si accorda meglio con una mentalità speranzosa e ottimista verso il futuro. Così come la sua negazione comporta la negazione di un futuro migliore.
link
La più innamorata del mondo
Durante lo shopping la scorsi tra polveri vellutate che occhieggiava dal fondo di una cieca feritoia cartacea.
Nidificava quieta senza cipria nè lacche, reclinata languidamente verso un tomo suo compagno di scaffale.
Ero all' ultima vetrina, all' ultimo minuto commerciale della settimana. Le sette e mezza del Sabato sera.
Per quanto male in arnese (sembrava piuttosto "usata"), da quell' anfratto inaccessibile, la "scienziata del riserbo" si smentì sciorinando una moina che mi fece gemere in tutte le giunture.
Intanto, dalla Cassa, un Bravaccio del Libraccio in piena Febbre del Sabato Sera ci lumava palleggiando lo sguardo ansioso tra noi, lo Swatch e l' ingresso.
Decisi di affrontarlo, ci volle poco, con 3,5 euri ottenni di passare la serata con Marina la Russa, ero ufficialmente autorizzato a fendere la fitta siepe di spine che la circonda a protezione.
Chiusa la transazione, il tempo per lei di mettersi un po' in ordine pettinandosi le pagine, definendo gli inchiostri...e prendemmo alla cieca, uscendo come pula soffiata per le srade dalla saracinesca che sbatteva.
Allo sbaraglio, a rompicollo, allo stordimento, a vuoto...
Fin da subito, poichè lo sguardo era più grande degli occhi, fu necessario spalpebrarsi per guardarsi meglio nel vivo dell' animo. Con Marina la Russa va così.
Fin da subito, poichè i gesti erano più ampi delle braccia, fu necessario smembrarsi per comunicare meglio l' intimità. Con Marina la Russa funziona così.
Non so da voi (12 Novembre), ma qui un' uggiosa serata autunnale senza nome trasfigurò in una notte di canicole. Investito da brividi afosi contavo sul suo fresco palmo per mitigare le contagiose febbri.
Ancora non mi spiego una simile saturazione di energia elettrica in assenza di cavi nei paraggi.
Poi la Poetessa prese la Parola.
E la Parola ci portò lungo un baratro senza ringhiere.
Dapprima si scatenò la complicità tipica di chi rompe insieme le regole, che birichini! Imbrogliavamo le carte, baravamo sui conti, rubavamo sul peso.
Violavamo tutto pur restando miti e mansueti come foglie d' insalata.
Al momento giusto la spinsi nel portone giusto e quando le scale terminarono di scricchiolare entrammo in casa.
Lì potei s(f)pogliarla delle sue carni residue e avvolgermi nel calore odoroso della sua Serra Cartacea.
Tattica: la feci sognare un po' - ci volle poco, parte subito la Russa - in modo da poter frugare meglio nell' anima fitta di ferite e misteri.
Figurati te che al primo profondo fischio dell' uccello mattutino, nell' ora che manca sui quadranti, quando il sonno è più Santo che mai, io ero ancora lì, incastrato in un rosato mucchio di corpi senza carne, tutto sospiroso e con l' occhio a palla.
Naturalmente, fin dal giorno dopo, non mancai di relazionare il mio migliore amico (noi ce le scambiamo!).
La presentai senza reticenze come si conviene: la Russa più innamorata del mondo, Marina Cvetaeva.
Amante perfetta non lascia tracce, non proietta ombre, scompare da tutti gli specchi, si disfa senza ceneri residue, mai un bigodino, fuoriesce da ogni orizzonte, non perde capelli, sussurra fantasmatica...
...la sua posologia è singolare: da sfogliare/spogliare nottetempo, preferibilmente negli ispirati week end novembrini.
Al mio migliore amico l' ho caldamente consigliata. Mi permetto di consigliarla anche a voi.
giovedì 29 ottobre 2009
Circoncisione e infibulazione
Le due pratiche vengono respinte e considerate abusive: mancano buone ragioni.
Ma la ragione religiosa non puo' considerarsi buona?
Ammettere la circoncisione e respingere l' infibulazione è possibile solo gettando alle ortiche il relativismo culturale.
E il libertario che fa? Lascia libertà?
Non riesco a prendere una chiara posizione, specie se si da' corso a queste pratiche animati da un amore in buona fede per i figli. In questi casi non vedo come poter respingere la soluzione liberale.
Inutile, quando ci sono di mezzo i bambini, il liberale va sempre in crisi.
Dawkins e il creato
Evolution is God’s redundancy notice, his pink slip. But we have to go further. A complex creative intelligence with nothing to do is not just redundant. A divine designer is all but ruled out by the consideration that he must be at least as complex as the entities he was wheeled out to explain
Landsburg si acciglia:
But Darwinian evolution can’t replace God, because Darwinian evolution (at best) explains life, and explaining life was never the hard part. The Big Question is not: Why is there life? The Big Question is: Why is there anything? Explaining life does not count as explaining the Universe.
Il discorso si fa serio e l' inglese non demorde:
D.: Making the universe is the one thing no intelligence could do, because an intelligence is complex—statistically improbable —and therefore had to emerge, by gradual degrees, from simpler beginnings.
Qui non seguo più L. e se voi colete farlo linkatevi più sotto. Io mi astengo poichè L. segue fin troppo D. e condivide con lui l' espressione "making the universe" nel senso di assemblare. Ma l' universo è costruito o creato? E' un bricolage o una creazione ex nhilo? Poichè un Cristiano - ma non solo lui - compie la seconda opzione, il seguito dell' argomento decade. Lo scienziato non coglie questa differenza fondamentale e inferisce in modo all' apparenza scorretto. La complessità divina non è dunque del genere di quelle osservabili poichè noi non assistiamo ad alcuna creazione quaggiù. Taciamo agnosticamente dunque sulla struttura e teniamoci la dimostrazione dell' esistenza.
"Esistere", ecco il verbo che gli atei dovrebbero togliere di mezzo per convincerci. Purtroppo per loro la parolina sembra godere ancora di buona salute.
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La Beltà delle donne comparisce la sera
Strano che da un pennino femminile sgorghi una potente quanto inattesa apologia del Patriarcato e delle sue ragioni. Ma le ragioni in realtà sono flebili e sfumano quasi subito risolvendosi in bellezza, unica vera "ragione" residua. E in tanta bellezza, la bellezza del ruolo femminile - sapientemente incastonato nell' articolata struttura oppressiva - rifulge facendole sembrare tutte Madonne che tramutano la Morte in un travestimento. Quelle donne sono invece solo Madri, ovvero la nostra prima e indimenticabile compagnia.
L' uomo - unico essere autorizzato ad uscire di casa, bambino in difficoltà tra i flutti di una vita attiva che è chiamato a vivere da solo - conosce a fondo una sola elaboratissima arte: quella di chiedere aiuto. Lo fa nei modi più disparati e strani, ricorrendo ad una fantasia pittoresca quanto ignorante.
Solo la preziosa conchiglia dell' orecchio femmineo puo' echeggiare e percepire l' ingiunzione, solo un muliebre talento puo' decodificare l' esse o esse.
E' un mondo che pullula di marmocchi travestiti da grandi, tutti smaniosi all' apparenza di accaparrarsi l' odio di lei con occhiate bellicose. La cattiveria si fa immaginifica per offenderla più in profondità. La crudeltà s' ingegna per sorprendere e deturpare la passività accogliente dei grembi.
Insopportabile per noi ragionatori quell' amore non perturbato da alcun pensiero.
Irritante la presenza di tanti motivi d' infelicità, tutti resi irrilevanti da un empito misterioso.
Fastidiosa quella bontà automatica, indifferente quanto la bellezza del fiore notturno. Una bellezza che comparisce la sera e si svela del tutto solo violandola.
Intollerabili quei seni che danno solo latte cristiano e convertono creature ombrose, creature cresciute inventando parole selvatiche mentre poppano latte caprino.
Che rabbia quella debolezza sempre opposta e che ci impedisce di sfogare al meglio la nostra ira! L' unica via d' uscita consiste nel colpire di rimbalzo.
Non aspettarmi più! E soffri il colpo che m' infliggo.
Non scaldarmi più. E vergognati per l' azione che mi degrada.
Non rincuorarmi più. E soccombi alla sciagura che mi attinge.
Non cucinarmi più. E piangi la sventura che mi procuro.
Non accudirmi più. E disperati alle mortificazioni che m' intaccano.
"Perchè non ti vergogni di me! Voglio che ti vergogni di me!".
Ricordati che da vecchia mi chiederai il pane e ti darò un sasso. Ti colpisco, e grazie al disonore mi metto in salvo.
Voglio salvarmi dal vizio della tua santità e tornare a respirare con i miei polmoni in un mondo freddo, liberato dalle pastoie del sentimento.
E' un inferno essere amati da chi non ama nè la felicità, nè la vita, nè se stesso ma solo te. Donne, tacete, non opinate, se dite ancora una parola vi ammazzo... non mi servite... l' amore delle femmine è il contrario dell' amore... vi lascio volentieri a quei disgraziati che sono liberi solo la Domenica... mi sdoganate l' impropero per il solo fatto d' ingombrare l' aria... guardate come vi guardo, vi guardo come il dotto guarda l' ignorante... occhi bassi quando vi leggo il Codice della verità Assoluta... io sono scandaloso, ricordatevelo sempre, ficcatevelo in testa... e adesso che ore abbiamo fatto con tutta sta tiritera, guardate l' orologio al mio polso... non tengo voglia di alzare il braccio...
Una Madre in declino non capirà mai che la bellezza di noi Figli è impermeabile e rifugge il suo sfacelo, che accostare le due cose produce scintille mortali per entrambi. Ma da quell' amore, eterno parassita, nulla scampa. Se piove, nel suo pensiero è pioggia che ti bagna; se boffa, è vento che ti sferza; se rischiara, è sole che ti essica. Scappa pure lontano, sarà sempre vicino a te, sarà sempre incinta di te.
Sazio di negazioni, il bambino fanfarone impartisce i suoi ordini contraddittori e scoordinati con voce soffocata dal piacere d' infierire. Lei tace ed esegue scevra d' insubordinazioni, sa a memoria che quando tutto venne stabilito lei non era presente; è appena nata e, inoltre, è nata stupida come solo una donna puo' esserlo. Un simile destino d' ignoranza eterna non puo' avere l' ardire di scancellare leggi sacre confitte nel nostro cuore come piloni a sostegno di pianeti gravosissimi. Solo un' ombra leggera d' interrogazione stupefatta è consentita.
Non resta che la fatale semplicità dell' inazione peritosamente descritta una volta per tutte. Non resta che la concavità dell' accoglienza geometricamente misurata da goniometri professionali.
La società patrircale è resa quale barca con timone saldamente retto dalla callosa e virile mano maschile. Le sue ragioni e le sue rotte sono Sacramenti da non dibattere. Ma pur sempre barca che naviga in un mondo dove la donna è vento, mare, notte e tutto. Vento che incoraggia, mare che agevola, notte che giustifica (occultando); e poi Tutto: proscenio colossale che regge e osserva impietosito il beccheggio e il rollio della barchetta alla deriva.
Ora, non fraintendetemi: mai mi convertirò ai "bei" tempi andati. Ma proprio questa repulsione mi aveva impedito di capirli. Strano e bello, poi, che l' illuminante spiega provenga da una delle poche donne italiche inserite di diritto nel solco della grande letteratura. E pensare che il fantasma aleggiante di una "quota rosa" che potesse schizzarla col suo fango mi stava facendo perdere qusto autentico talento. Ah... i dannosi effetti collaterali dell' azione affermativa!
***
Un libro da leggere, dunque, raccomandato soprattutto ai lettori miopi, a chi reca nel corpo il prezzo della sua passione: quando la qualità della scrittura si mantiene alta e costante, il principiante cessa quasi subito di percepirla; quando la tensione non si allenta, il neofita s' imbambola come su una vetta senza ossigeno. Che spreco. Alla larga.
mercoledì 28 ottobre 2009
Ve la cantano e ve la suonano
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Zingales contro il Glass-Steagall Act
1) alza il costo del credito;
2) la crisi viene dalle banche d' investimento, non da quelle commerciali;
La distinzione che conta non è quella tra banche d' affari e banche commerciali, ma tra banche "too big to fail" e le altre.
(24 ore 20.10.2009 "C' era una volta il senatore Glass)
Qualcosa batte in testa
lunedì 26 ottobre 2009
E' facile essere più buoni...
Le questioni in ordine crescente di interesse: 1) è vero? 2) perchè per molti non puo' essere vero a prescindere?
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sabato 24 ottobre 2009
Diseguali di fronte alla legge?
Perchè la privacy dei cosiddetti "personaggi pubblici" dovrebbe valere meno rispetto a quella degli altri cittadini?
venerdì 23 ottobre 2009
RAZZI-AMORAZZI
giovedì 22 ottobre 2009
Tragedia e bellezza
Ma la rete non è solo un luogo di depravazione, nella sua cameretta Yonlu ha creato anche tanta bellezza. Peccato si sia ucciso a 16 anni in quel di Puerto Alegre dopo una breve vita passata quasi interamente su internet. Tutti lo conoscevano come creativo e svitato. Solo la mamma lo ricorda invece come un ragazzino un po' troppo serio. Chissà cosa c' era sotto.
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Breve Storia di una Secessione mancata
In breve: la LN ha cercato seriamente di dare la secessione, ha avuto vigoroso consenso su questo programma in parte del Nord nel 1996-1998 ma non sufficiente ad arrivare al risultato. Questo e' il motivo principale per cui la LN non fa veramente la secessione. Nessuno in Italia specie tra i politici e' in grado di fare un bilancio attendibile dei vantaggi e svantaggi della secessione, questo e' uno dei tanti motivi per cui non e' certo da queste valutazioni che la LN ha (ad oggi) abbandonato l'indipendenza della Padania. Personalmente ritengo una secessione altamente nel medio-lungo periodo benefica sia per il Nord e forse anche piu' per il Sud, esattamente come e' avvenuto nel caso della secessione Cecoslovacca, ma non e' certo questo che determina i programmi politici che dipendono invece dalle preferenze degli elettori e dal consenso politico e dalla percezione che di tutto questo hanno i politici.
Ora espongo piu' in dettaglio. Bossi ha cercato seriamente di fare la secessione, a partire dalla campagna per le elezioni del 1996 quando la LN si e' presentata sola, prendendo piu' voti di ogni singolo altro partito nel Nord geografico dall'Emilia Romagna inclusa in su. Di seguito ci sono state la dichiarazione di indipendenza della Padania, e la manifestazione che secondo Massimo Fini ha raccolto se ricordo bene 300-600mila persone sulle rive del Po. Inizialmente il programma indipendentista della LN ha raccolto ampio consenso, specialmente nelle province pedemontane e montane, dove la LN ha preso tra il 30% e il 42% nel 1996, incrementando questi numeri gia' elevati dopo aver ulteriormente chiarito di voler puntare all'indipendenza. Ad esempio, nel giugno del 1997 la LN ha vinto le supplettive per il seggio di Tradate con il 46.2% aumentando il gia' largo consenso del 38.2% con cui aveva vinto lo stesso seggio nel 1996. Sempre nel 1997 alle elezioni amministrative la LN ha vinto da sola le province di Varese, Como e Vicenza e i comuni di Alessandria, Lecco e Pordenone. Nel Veneto i sondaggi indicavano un consenso alla LN aumentato dal 30% del 1996 al 47% nel 1997 - 1998. Tuttavia il consenso all'indipendenza della Padania, pur vigoroso in alcune delle aree piu' economicamente forti e produttive del Nord, non ha raggiunto il livello (maggioranza assoluta in un insieme ragionevole di province) che potesse innescare una secessione di fatto sia pure iniziale. Inoltre a partire dal 1999 gli elettori padani hanno progressivamente deciso di puntare Berlusconi piuttosto che sulla LN per raggiungere una soluzione piu' rapida ai danni che loro provocava il governo dell'Ulivo del tempo. Indicativi di questa tendenza sono i risultati delle amministrative del 1999 quando per un soffio la LN ha perso la provincia di Bergamo a favore del centro-destra. Da quella data Bossi cambia programma nella direzione di un accordo con Tremonti e SB per arrivare ad una riforma federale dello Stato, un accordo che SB effettivamente mantiene nonostante il magro risultato (3.9%) della LN nel 2001, approvando le riforme nella legislatura 2001-2006. Il resto e' storia recente, la LN sta riprovando la riforma elettorale, ma questa volta ha preso l'8.4% e poi il 10% alle europee invece del 3.9% del 2001.
Il bilancio dei trasferimenti di ricchezza tra Nord e Sud Italia
In passate discussioni su nFA l'entita' dei trasferimenti di ricchezza da Nord a Sud era stata gia' approfondita. Ricordo come riassume la situazione Mario Draghi nelle considerazioni finali del 2008:
La spesa pubblica è tendenzialmente proporzionale alla popolazione, mentre le entrate riflettono redditi e basi imponibili pro capite che nel Meridione sono di gran lunga inferiori. Si stima che il conseguente afflusso netto verso il Sud di risorse intermediate dall'operatore pubblico, escludendo gli interessi sul debito, sia dell'ordine del 13 per cento del prodotto del Mezzogiorno, il 3 per cento di quello nazionale. È un ammontare imponente; per il Sud, è anche il segno di una dipendenza economica ininterrotta. La sua incidenza non è uguale dappertutto: varia dal 5 per cento del prodotto regionale in Abruzzo al 20 per cento in Calabria. Nonostante un tale impegno finanziario, resta forte la differenza tra Mezzogiorno e Centro Nord nella qualità dei servizi pubblici prestati, a parità di spesa. Divari si trovano in tutti i settori: dalla sanità all'istruzione, dall'amministrazione della giustizia a quella del territorio, dalla tutela della sicurezza personale alle politiche sociali, alla stessa realizzazione di infrastrutture.
Negli interventi Spesa pubblica e tributi pagati nelle Regioni d'Italia e Mezzogiorno, Villa La Pietra, 2009 (pdf) (trasparenze 10 e 13) sono elencati i residui fiscali pro-capite per Regione, cioe' quanto ogni cittadino in media paga di tasse meno la spesa pubblica mediamente erogata nel suo territorio: questi numeri sono piu' concreti dei tuoi dati che contengono un profluvio di dati assoluti e di percentuali le cui conseguenze pratiche per il contribuente medio sono piuttosto nebulose. I dati elencati sopra spiegano che ogni famiglia lombarda di 4 persone invia verso Roma e verso il Sud 20mila euro all'anno (senza ottenere alcun risultato, aggiungo io). Questo in fin dei conti e' il numero che conta, e che le riflessioni sul fatto che lo Stato spende per acquistare prodotti delle industrie settentrionali non intacca se non marginalmente. Anche nel caso del Belgio i trasferimenti tra fiamminghi e valloni venivano efficacemente riassunti nella considerazione che ogni 3 anni ogni famiglia fiamminga regala un'automobile ad una famiglia vallone: in Italia e' molto di piu', per i lombardi, e anche le altre Regioni del Nord contribuiscono pesantemente.
Non ci puo' essere dubbio alcuno che questi soldi che i settentrionali "regalano" a Roma e al Sud senza ottenere alcuno sviluppo anzi ricevendo indietro servizi statali che l'Economist correttamente definisce "miserabili" sono una perdita netta per tutta la societa' italiana, incluso il Sud dove drogano e distorcono l'economia e la stessa societa'. Non c'e' dubbio alcuno pertanto a mio parere che in base a queste considerazioni sia opportuno dividere i destini economici e politici del Nord e del Sud Italia, a beneficio di entrambi. E' corretto che ci saranno anche conseguenze negative, di rilevanza minore, come ce ne sono state nel caso cecoslovacco, ma non mi risulta che nessuno dei due Paesi voglia tornare indietro e anzi mi sembra che entrambi stiano progredendo autonomamente e serenamente senza rimpiangere il passato unitario.
Alberto Lusiani su nfa
mercoledì 21 ottobre 2009
La scommessa del professore
Dopo aver riscontrato come in queste materie il giudizio speculativo degli scienziati non sopravanzi in modo significativo quello del dilettante esperto, dopo aver rilevato che un semplice algoritmo è sufficiente per ottenere prestazioni migliori, dopo aver indagato sugli stili cognitivi più congeniali a chi fa questo mestiere, tenta di chiudere il suo libro con qualche suggerimento di policy.
Parlando di politica si entra in un dedalo e in simili labirinti occorre un filo d' Arianna; speculando intorno agli scenari possibili, cala un nebbione in men che non si dica e in un mare tanto periglioso si cerca avidamente un faro.. In altre parole, occorre un "mercato delle predizioni politiche", un' arena in cui scommettere parte del proprio stipendio (gettoni di presenza per le comparsate TV compresi).
Che gli esperti vengano dunque chiamati periodicamente a formulare delle previsioni pubbliche e verificabili, meglio se in forma di scommessa.
Avrebbero un incentivo economico e, ancor più importante, un incentivo reputazionale.
Non partecipare al giochetto fornirebbe segnali non meno preziosi. Un vero atto di sfiducia verso le capacità predittive della propria disciplina. Non è un dramma, significa che verranno valorizzate altre funzioni.
Ci sarebbe poi il fatto che una borsa delle predizioni darebbe indicazioni migliori di quanto potrebbe fare il singolo esperto. Conosciamo bene il fenomeno.
Non ultimo, il pubblico potrebbe rendersi conto di quanto poco gli esperti abbiano da dirci sugli scenari futuri. Una consapevolezza che oggi manca, forse per il linguaggio forbito che sfoggiano gli accademici quando vengono interpellati in TV.
Un inconveniente ci sarebbe: il concetto di "errore giusto". Pensiamo a titolo esemplificativo alla necessità di evitare il grido "al lupo al lupo". Sapremmo tutto dell' esperto che c' azzecca, meno di quello che sbaglia facendo gli "errori giusti". Naturalmente questo concetto condensa tutta la soggettività ineliminabile che un progetto del genere porta necessariamente con sè.
Eppure vale la pena affiancare qualcosa alla scontata e autoreferenziale certificazione degli albi professionali.
p.s. Hanson è già avanti su questa strada, lui. Link.
aggiornamento: Finance Profs Won’t Bet
martedì 20 ottobre 2009
Inspiegabili discriminazioni
Cercasi teoria urgentemente. Chi ne ha una credibile da prestarmi?
I rendimenti decrescenti delle profezie
Peace Through Music
Playing For Change | Song Around The World "One Love" from Concord Music Group on Vimeo.
Apologetica dell' IT
link
E allora perchè lo si vieta? Perchè, senza sfavorire la società, sfavorisce la maggioranza dei votanti.
Meglio il Potere che la Felicità
Inevitabile pensare alla reazione offesa verso chi si rivolge loro appellandole "Signora".
lunedì 19 ottobre 2009
L' inutile relativismo radicale dei dogmatici
Per lui la realtà era una costruzione intersoggettiva alla cui realizzazione dedicava sforzi indefessi il Potere. La battaglia contro il Potere era dunque una battaglia delle idee al fine di garantirsi l' accesso alla cabina di comando, una cabina da cui era possibile "costruire" il reale e spacciarlo ovunque traendone beneficio.
La parabola di questo esimio intellettuale si concluse con un paradosso tragico.
Mentre bollava cio' che si soleva chiamare la "piaga dell' AIDS" come un costrutto sociale ordito per colpire la comunità gay internazionale, contrasse la malattia e morì.
Viene in mente la scenata con cui il Dott. Johnson rigettò il relativismo del Reverendo Berkley. Lo fece con parole passate a proverbio: "Non posso accettarlo per questo...", e così dicendo sferrò un calcio ad una pietra rompendosi il piede. Aveva "solidi" argomenti.
Cio' non toglie che anche i relativisti ne abbiano e riescano ad insinuarli, specie nelle scienze sociali.
Osservando come la neutralità sia impossibile e come i giudizi di valore pervadano ogni osservazione, concludono con un rinvio radicale al soggettivismo.
In questo caso i relativisti sfruttano anche la sponda loro offerta dai molti che enfatizzano il ruolo dei valori, per esempio da chi aderisce ad una credenza religiosa. Vero Davide?
Strana alleanza, ma non necessaria. Il metodo positivista potrebbe tranquillamente procedere in parallelo con la fede in alcuni valori non negoziabili. Eppure non lo fa mai come potrebbe, si preferisce confondere il metodo positivista con la filosofia positivista.
Ammettiamo che esca una ricerca condotta con i classici metodi neo-positivisti la quale asserisca che la felicità media delle donne è precipitata dopo l' avvento del pensiero femminista degli anni 60 e 70.
Ecco che, anzichè rispondere nel merito, si adottano i classici argomenti relativistici per revocare senza appello i metodi adottati nella ricerca, e lo si fa infervorati da valori senz' altro condivisibili. Come se il metodo positivista, da solo ordisse un attentato contro un sistema di valori. Invece i valori possono tranquillamente restare anche a fronte dell' esito di certi studi.
Altri lavori indicano come l' introduzione dell' aborto, a decenni di distanza, riduca la criminalità nei paesi studiati. Molti reagiscono ribellandosi allo studio, come se lo studio avesse implicanze morali. Forse lo studio invita chi professa un' etica utilitarista a cambiare posizione, ma nulla dice di significativo agl' altri. Temiamo forse di essere degli utilitaristi mascherati? Oppure che tali siano i nostri vicini? In caso contrario, perchè preoccuparsi? In base a quale logica?
Per le stesse ragioni non ha nessun senso tirare un sospiro di sollievo quando lo studio viene criticato entrando nel merito.
Eppure "rabbie" e "sospiri di sollievo" esistono eccome. Eppure anche chi abitualmente si presenta come apodittico nelle sue affermazioni, tutto ad un tratto ripiega su un relativismo radicale revocando in dubbio il metodo scientifico per il semplice fatto che l' esito è affetto da inevitabili imprecisioni e approssimazioni statistiche, come se cio' fosse sufficiente a fare tabula rasa di tutto. E' un sentimento irrazionale, pigro e controproducente, eppure esiste. Forse è anche il sentimento per cui i "credenti" sono così sottorappresentati nella comunità scientifica. Vale la pena farsi un esame di coscienza.
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Cacciari sul "Date a Cesare..."
Ma non concordo.
Se simili posizioni (dialettiche) fossero prevalse, probabilmente la Chiesa sarebbe soccombuta nel giro di qualche decennio.
Viene il dubbio che l' esito non sia sgradito a chi propone certe esegesi.
Che malizia, la cosa non vale certo per il sindaco/filosofo...
Da ascoltare comunque.
venerdì 16 ottobre 2009
Perchè i libertari stanno con la Binetti
"All'articolo 61, comma 1, del codice penale, dopo il numero 11-ter), è aggiunto il seguente: «11-quater) l'avere, nei delitti non colposi contro la vita e l'incolumità individuale, contro la personalità individuale, contro la libertà personale e contro la libertà morale, commesso il fatto per finalità inerenti all'orientamento o alla discriminazione sessuale della persona offesa dal reato».
Cerco di pensare, non sono un giurista, come un liberale giustificherebbe un' aggravante sulla base delle funzioni della pena di solito riconosciute: deterrenza e rieducazione. Si tratta di questioni importanti poichè parliamo della stessa azione punita in modo diverso, dobbiamo procedere con i piedi di piombo.
Prendo come esempi due aggravanti: l' associazione mafiosa e i "futili motivi".
L' aggravante per associazione mafiosa è giustificata dal fatto che il mafioso gode di un reticolo di complicità che ne ostacla la cattura. L' elevato rischio di sfuggire alla pena ne giustificherebbe l' inasprimento. Posso anche accettarlo.
L' aggravante per futili motivi è attribuita a chi, poco meno che folle e con gravi problemi di self control, necessita di una lunga rieducazione.
Ma l' aggravante per "reati commessi con finalità inerenti all' orientamento sessuale della vittima"?
Per me, anche giudicare socialmente pericoloso o fonte di corruzione morale l' ostentazione orgogliosa di un certo orientamento sessuale, costituisce un' idea perfettamente lecita finchè non degenera. Probabilmente è l' idea della Binetti e del Papa. Ma se è così, non esiste nessuna rieducazione extra da fare, e quindi nessuna aggravante da imporre.
Nessuno del resto potrebbe sostenere che un' idea simile sia più criminogena della sete di ricchezza che anima una comune rapina, non c' è quindi neanche una extra deterrenza da imporre.
Inoltre, perchè pensare al gay come ad un soggetto particolarmente debole circondato dal comune disprezzo e non in grado di difendersi quando interviene la violenza nei suoi confronti (l' altro giorno due aggressori sono stati suonati di santa ragione)?
O perlomeno, perchè pensarlo più debole di altre categorie, del barbone, della vecchia, della persona comune quando cammina in una periferia isolata, del pedofilo appena scarcerato, tutte potenziali vittime di reati per cui nessuno si sognerebbe di proporre aggravanti?
Sicuramente esistono altri modi che io non conosco per giustificare la presenza di un' aggravante, ma sono modi accettabili per un liberale desideroso di non interferire nella libertà di pensiero e di espressione altrui?
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Fare figli è un cattivo investimento
Non resta che farli perchè piacciono!
P.S. nell' articolo però c' è qualcosa che non va: è pur vero che anche nelle sociatà di cacciatori e di agricoltori le risorse investite nel figlio non tornavano per intero, ma non c' era altro modo per cumularle che questo secchiello, per quanto bucato era sempre un secchiello! Il figlio quale bene di consumo, quindi, sarebbe una novità recente.
mercoledì 14 ottobre 2009
Cosa deve fare la scuola
La scuola deve sollecitare domande di senso o insegnare dei metodi per risolvere problemi concreti?
La scuola deve instillare valori o deve far "apprendere come apprendere"?
La scuola deve presentare una visione del mondo o deve proporre un sapere operativo?
La scuola deve educare o formare?
La scuola deve trasmettere un sapere disinteressato o un sapere che si confronti con i problemi della realtà?
La scuola deve trasmettere un sapere qualitativo o un sapere in qualche modo quantificabile?
La prima ipotesi è fortemente sostenuta dalla CEI in questo libro, la seconda rappresenta la vulgata oggi di gran lunga dominante.
La visione della CEI parte dall' osservazione che l' Uomo è un soggetto di libertà e non un uomo-macchina che agisce secondo procedure determinate.
Questa distinzione non puo' comunque essere decisiva, poichè l' Uomo è entrambe le cose.
Ancora pieno d' incertezze, esprimo la mia idea sul tema: la visione educativa della CEI probabilmente è più vicina alle mie corde, ma poichè si è fatto della scuola un bene pubblico che solo una "burocrazia" centralizzata è in grado di produrre, la seconda visione s' impone necessariamente per evitare degenerazioni. I motivi sono ovvi: ad un sistema burocratico è applicabile qualche incentivo solo se le prestazioni sono misurabili oggettivamente.
Attenzione a non intendere il riferimento ai "burocrati" in senso dispregiativo; in realtà ho in mente gente a cui non resta che incentivarsi mediante l' autoresponsabilizzazione. Giù il cappello quindi a chi ci riesce, mi chiedo solo se un sistema dove l' autoresponsabilizzazione riveste un ruolo tanto centrale potrà mantenersi su alti livelli a lungo?
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Stoccolma dichiara guerra all' obesità...
martedì 13 ottobre 2009
Il declino dell' Impero Americano
Vite salvate e vita bruciate dal casco
L' esperto degli esperti
Al contrario di noi, però, lui è andato in fondo alla questione. Per vent' anni ha raccolto dati e verificato con puntiglio le sentenze della scienza politica, in questo libro emette il suo verdetto sulla sostituzione di cui sopra. E' un libro che vale la pena leggere, le perplessità maggiori di un simile lavoro le ho lette nel libro medesimo, e questo depone a suo favore.
I motivi di scetticismo nei confronti dell' "esperto" abbondano. L' Uomo è una bestia ben difficile da ingabbiare, un protagonista molto più recalcitrante dell' atomo o del gene, diversi ostacoli si frappongono a chi cerca di prevederne le mosse. Elenchino ad uso e consumo di chi sceglie la riposante posizione dello scettico radicale:
Path-dep - Da un' urna contenente una pallina bianca e una nera, pescane una a caso e ributtala dentro insieme ad un' altra dello stesso colore. Ripeti l' operazione finchè, poniamo al centesimo pescaggio, l' urna è piena di palline. Di che colore saranno? Al primo pescaggio regna l' imprevedibilità, al novantesimo saremo invece tutti professori. Molti processi storici potrebbero essere formalizzati proprio così. Tutti professori alla fine, tutti scimmie con la monetina in mano all' inizio. Senonchè a noi interessa l' inizio.
Complessità - Giovanni denuncia Franco: quel fatale mattino lo fermò per un cordiale saluto facendogli perdere il treno. Prese quello successico, quello che deragliando lo rese invalido per sempre. Ma la denuncia venne respinta, è ovvio: la vita è fatta di mille eventi insignificanti da cui scaturiscono eventi decisivi, impossibile fare previsioni quando la farfalla batte le sue ali, impossibile addossare colpe. Impossibile? Già, proprio così...
Giochi - Sherlock Holmes vs. Dr. Moriarty (genio del male). Per uccidere H., M. deve conoscere la stazione in cui farà scalo: è logico che scenda a Parigi se vuole sbrigare efficacemente i suoi affari, questo il Dr. M lo sa bene, ma sa anche che H. è a conoscenza del suo criminale progetto. D' altronde H. sa che M. sa che lui sa. Dove si fermerà quindi H.? Magari proprio a Parigi prendendo due piccioni con una fava: scampare l' assassinio e sbrigare i suoi affari. Sta di fatto che l' esito di un simile gioco è indeterminato perchè affetto da "conoscenza profonda" (lui sa che io so che lui sa...), esattamente come la gran parte dei giochi a cui partecipiamo durante la nostra giornata fatta di relazioni umane. Mille rapporti, tutti con esito indeterminato... e tu vorresti renderli tutti prevedibili?
Probabilità - Nel nostro mondo le variabili possono essere studiate solo in gruppo, possiamo solo dire timidamente che da A e B deriva C, ma anche qui senza garanzie di essere di fronte ad una reale relazione, poichè quanto osservato potrebbe essere il frutto di una compensazione di errori. In altri termini, una teoria sbagliata e sperimentata con metodi erronei puo' risultare conforme a quanto si osserva. Se questo è vero per le scienze tradizionali, figuriamoci per quelle umane dove le variabili sono moltissime e ancor meno isolabili. Meglio allora rinunciare.
La semplicità - La nostra mente si è formata per facilitarci la vita nella savana africana. Il ragionamento probabilistico proprio non lo digeriamo. Purtroppo è l' unico ragionamento compatibile con una descrizione delle attività umane.
L' ambiguità - Siamo attratti dai discorsi quando filano via lisci come treni nella notte, pur di mantenerli ci costruiamo sempre dei mondi paralleli che giustifichino le stranezze di quello in cui viviamo. Il marxista, quando crolla l' URSS, ci intratterrà a lungo sugli agitprop infiltrati. Simili trucchetti ci sono sempre consentiti e noi ne approfittiamo.
La dissonanza - Vorremmo che dal bene derivi il bene e dal male derivi il male, ma abitiamo in un posto dove una simile semplificazione non vige; ci rifiutiamo di prenderne atto perchè districare la matassa sarebbe scoraggiante. Con una testa siffatta come potremo mai avere un' idea del mondo degli uomini?
Il controllo - Ci irrita pensare che il caso (o la Provvidenza) abbiano tanta parte nelle cose terrene. Prendere decisioni "capitali" forse ci atterrisce, ma quando ci dicono che non sono affatto "capitali" diventiamo molto nervosi e rimpiangiamo quelle paure vitali. Ci piace pensare che il fato non sia affatto capriccioso. Invece, purtroppo...
Il culto della "legge" - Il cibo puo' comparire sia a destra che a sinistra, dipende da un algoritmo random che ha un unico vincolo: fare in modo che a destra compaia 60 volte su cento. Un topo gareggia con una classe di laureati a Yale. Vince il topo. La bestia segue una strategia del tipo: vado dove il formaggio compare più spesso. I laureati, loro no. Loro erano convinti che dietro ci sia una regola da scoprire, e così facendo hanno finito per seguire quella che via via ritenevano la regola confermata trascurando la semplice probabilità. Gran parte dei nostri errori sono dovuti al fatto che siamo degli intelligentoni, che non ci rassegnamo a minimizzare l' errore ma vorremmo eliminarlo scoprendo una "legge". Ma nei fenomeni troppo complessi bisogna deporre le armi: rinunciare alla precisioni delle leggi e limitarsi molto più modestamente a contare le probabilità. L' uomo è uno di questi "fenomeni".
***
Per chi è curioso, la sentenza di Tetlock è questa: l' esperto mediamente batte la scimmia (non il dilettante informato). Ma di poco, veramente di poco. E' impressionante questa pochezza.
Il libro prosegue indagando a cosa si debba l' esiguo margine e quali siano gli esperti con le migliori performance.
In proposito vengono introdotte due figure: le volpi, coloro che sanno molte cose approssimativamente e i ricci, coloro che sanno una cosa ma molto bene.
In media la prestazione di un esperto-volpe è migliore rispetto a quella di un esperto-riccio. Eppure la prestazione del gruppo esperti-ricci è mediamente superiore, o almeno pari, rispetto a quella del gruppo esperti-volpe.
Come valutare un docente universitario?
Per valutare l' ateneo esistono criteri meno problematici: per esempio si guarda alla sistemazione lavorativa dei laureati che sforna in relazione al numero di matricole che iscrive.
L' ultima parola
—Raymond Kinnamon, 53 anni, assassino durante una rapina...
***
I "dead man walking" del Texas parlano prima di tacere per sempre.
lunedì 12 ottobre 2009
Applausi
Applaudono anche gli anarchici, ormai ben inseriti nell' accademia: Elinor Ostrom ha spiegato con dovizia di particolari come spesso siano i privati a produrre i beni pubblici (comprese le leggi).
Dopo un nero premiato in quanto nero, una donna premiata non in quanto donna.
Un suo libro da bruciare lo misi nelle cataste di Fahrenheit, che infatti lo brucio' (evitando accuratamente di parlarne).
Salvati dalla "fine del mondo"
***
Solidi valori religiosi in senso tradizionale, rendono più stabile il comportamento economico di un operatore.
Credere alla fine del mondo, per esempio, ci fa mantenere i nervi saldi di fronte alla catastrofe e all' eccitazione generale.
Sarà per questo che le comunità statunitensi dove più si concentra la presenza evangelica hanno attraversato indenni la crisi finanziaria: per loro nessun boom immobiliare.
Se cio' fosse vero, una credenza del genere diverrebbe "bene comune" e andrebbe sussidiata e diffusa. Argomenti contrari?
Ricordo per inciso che il 70% degli evangelici crede alla "fine del mondo" (per i protestanti si scende al 28% e per i Cattolici al 18%).
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Per avere più bambini basta tagliare le pensioni
venerdì 9 ottobre 2009
Alla Facci(a) delle statistiche
Ma un simile ragionamento è tutt' altro che una primizia, si ripete spesso sotto altre vesti:
A new study by the Guttmacher Institute and the World Health Organization shows that abortion rates are similar in different countries whether the procedure is legal or not. Shocking, I know. Of course, what wasn't similar was the risk to women's health.
Megan McCardle rievoca il suo passato di femminista quando era di moda ripetere la filastrocca "facciana". Ora, rinvenuta dallo stordimento sembra riflettere con più accuratezza
... I'm not quite sure why I thought that abortion was a magical exception to the rule that when you make something much harder and more costly to do, fewer people do it...
Il trucco che c' è sotto non è certo dei più sofisticati:
abortions are generally high in the developing world, where it is usually illegal, and low in the developed world, where it is usually legal
Naturalmente i numeri che abbiamo a disposizione sul modo migliore di difendere i nascituri raccontano una storia ben diversa: dove l' aborto è legalizzato c' è strage di feti, dove è interdetto si impennano le nascite.
Respiro, forse non ero io ad avere le traveggole.
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Chicago e Vienna: i due liberalismi
Piace pure a Vienna perchè fa emergere informazioni altrimenti destinate a restare sepolte.
Chicago riconosce che il mercato puo' fallire nella produzione di beni pubblici. In questo caso bisogna intervenire.
A Vienna questi interventi dispiacciono enormemente: verrebbe sabotato irreparabilmente quel prezioso crogiolo informativo costituito dal sistema dei prezzi.
Per Chicago l' Uomo è tutto sommato prevedibile: il problema è quello di motivarlo spingendolo all' efficienza.
Vienna vede nell' uomo un mistero sempre pronto ad innovare cambiando tutto, anche la sua testa.
A Chicago piaccioni i numeri e la matematica: qualche statistica è meglio che niente per dichiarare su basi di fatto inefficiente un mercato e far scattare l' intervento governativo.
A Vienna i numeri non servono: di interventi non ne vuole sapere, i mercati non falliscono e l' Uomo è troppo imprevedibile per essere ingabbiato in un' equazione.
Chicago è pragmatica, i fatti cambiano i suoi giudizi: un mercato efficiente nel secolo scorso puo' anche rivelarsi inefficiente oggi.
Vienna è più costante nel suo giudizio: chiede di aspettare e mantenere la calma, la verità emergerà e le previsioni giungeranno a compimento. Anche per questo la sua visione può essere agevolmente trasformata da economica a filosofica.
Non accetto richieste su chi buttare dalla torre, non saprei rispondere. Innanzitutto perchè le due visioni non sono poi così distanti e una conciliazione è possibile.
Ma poi, come potrei rinunciare al realismo di Chicago, ai suoi argomenti che consentono di intervenire con pertinenza nel dibattito contemporaneo? D' altro canto: come potrei mettere da parte la ben più ricca antropologia viennese, le sue intuizioni sulla razionalità limitata, la sua lotta culturale contro l' abuso delle conoscenze e i suoi input etico-filosofici?
Chiudo con una curiosità. In questi anni il liberalismo è sotto assalto, specie quello chicagoano. Lo difendo volentieri ma resto spiazzato quando le accuse, portate da autentici nemici del mercato, echeggiano quelle che i viennesi, veraci amici del mercato, rinfacciano di solito ai loro cugini.
Un pugno di mosche morte...
Una mente creativa pronta ad oscillare tra il macabro ed il puerile puo' tirarci fuori una serie di sketch...
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giovedì 8 ottobre 2009
Le conseguenze politiche dell' ignoranza
Certo, lo spiega bene David Brooks in quello che si candida ad essere il miglior editoriale 2009 del NYT.
ps trattasi di conseguenze anti-obamiane.
Lo sapevate che la morte è azzurra?
One reason that real violence looks so ugly is because we have been exposed to so much mythical violence. … Contemporary film style … may give many people the sense that entertainment violence is, if anything, too realistic. Nothing could be farther from the truth
Un paio di esempi? Lo scontro violento non è affatto contagioso (come sembrerebbe osservando le risse da saloon); lo scontro violente è quasi sempre molto breve, la resistenza prolungata è una rara eccezione. Per chi è avido di altri particolari ecco il link al primo capitolo del libro di Collins: Violence.
Solo il sesso puo' ambire ad una rappresentazione ancora più distorta.
P. S. Con tutti quei morti in TV anche della morte potrebbe sfuggirci un' idea realistica. Forse possiamo recuperarla grazie alla rete. Qui sotto la morte reale arriva a cavallo dei respiri e dei singulti dello sciatore sotto la valanga. Il tempo della morte è fatto di noia, terrore, rassegnazione... e molto azzurro. La morte è azzurra, non lo sapevo. Penso che sotto la valanga o sull' asfalto sia molto simile. Ma non preoccupatevi, in questo caso tutto finisce bene, anche se non è un film di John Ford, dopo quattro minuti anche qui "arrivano i nostri".
Avalanche Skier POV Helmet Cam Burial & Rescue in Haines, Alaska from Chappy on Vimeo.
mercoledì 7 ottobre 2009
Punito per aver limitato i danni
Perchè la legge punisce il ricattaore e non il pettegolo?
Il secondo è ben più dannoso: mentre il ricattatore ti mette nelle condizioni di limitare i danni, il pettegolo non ti dà scampo.
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Psicologia del terzomondismo
Quanto sia lacunosa una simile posizione lo ricaviamo dal fatto che quella contraria è ancor più vera e più documentata: maggiori informazioni abbiamo dell' "altro" e più lo disprezziamo.
Non solo. La tesi contraria è anche più facilmente spiegabile: amare l' "altro" ci rende più amabili e compensa le nostre insicurezze. Inoltre, finchè l' "altro" se ne sta ben lontano, difficilmente "sfrutterà" il nostro amore imponendoci dei costi.
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martedì 6 ottobre 2009
Perchè non sono un utilitarista
Personalmente non posso accettare l' impostazione utilitarista, ci sono troppi contro-esempi che la invalidano.
Bottom line, tanto per evitare equivoci: sto dicendo che non tutto puo' essere ricondotto all' utilitarismo; in altri termini: scelgo di dare ancora un ruolo importante ai dogmi.
venerdì 18 settembre 2009
giovedì 17 settembre 2009
Anti-semitismo come forma di anti-capitalismo
George Gilder intervistato da Front Page Magazine
FP: Israel has a powerful and progressive government. Why does the left hate Israel so much?
Gilder: The left loved Israel as long as it was socialist and utopian, pacifist and beleaguered. The left loved the Kibbutzim with their fatuous and always unfulfilled dreams of transcending family and property. The left loves Jews as victims. When Israel emerged as a leading capitalist state, capable of defending itself from deadly enemies, and pragmatic in its policies, the Left turned against it. But whether in Russia, Hungary, Germany, or Israel itself, socialism has always brought catastrophe for Jews. Socialism focuses on gaps between groups rather than on achievements of superior individuals. Socialism concentrates on equalizing excellence rather than promoting it. Historically, equalizing excellence has always meant suppression of Jews. This rule applies everywhere, whether by quotas as in the United States, or by pogroms in Stalin’s nationalities policy designed to equalize ethnic groups in the USSR.
FP: But isn’t hatred of Israel chiefly an effect of anti-Semitism?
Gilder: Anti-Semitism is chiefly a virulent form of anti-capitalism. In my book I closely scrutinize Hitler’s Mein Kampf . His fundamental objection to Jews is their superiority to Aryans as capitalists, as financiers, as entrepreneurs, as “middlemen.” Thomas Sowell has shown in several books that during bad times such hostility to “middleman minorities” flares up wherever an identifiable ethnic group outperforms the rest of the population in the economy.
martedì 15 settembre 2009
Offensiva contro la charter school
I ragionamenti a pancia piena di Greenpeace
Madre Teresa di Calcutta o Norman Borlaug?
Sarei stupito e dispiaciuto di abitare in un mondo che ignora queste due grandi figure.
Sarei dispiaciuto ma nient' affatto stupito di abitare in un mondo che si limitasse ad ignorarne una delle due, sicuramente quella che c' ha lasciato ieri.
Quanto all' opzione poi, che ognuno, sulla base dei propri valori, scelga chi vuole.
Se però date un peso alle vite salvate (magari con intenti egoistici), sappiate che non c' è partita. L' uomo di Cresco, il padre della rivoluzione verde, con il suo bilioncino all' attivo, non puo' essere insidiato neanche da lontano.
Bush, consegnando un premio, ebbe a dire che Barlaug era la dimostrazione vivente di come un uomo e un' idea potevano cambiare il mondo. Julian Simon avrebbe detto che B. è la dimostrazione vivente di quanto sia rischioso il controllo demografico.
P.S. Reason: Why do you think people still listen to Ehrlich? One can go back and read his doomsday scenarios and see that he was wrong.
Borlaug: People don't go back and read what he wrote. You do, but the great majority of the people don't, and their memory is short. As a matter of fact, I think this [lack of perspective] is true of our whole food situation. Our elites live in big cities and are far removed from the fields. Whether it's Brown or Ehrlich or the head of the Sierra Club or the head of Greenpeace, they've never been hungry.
Tolleranti alla riscossa. Nuove vite blindate in arrivo?
La Gelmini a questa riforma sta dando solamente il nome e la faccia. In realtà, l'artefice dietro le quinte di essa, il puparo, è
l'ebreo Giorgio Israel. Come lo era Biagi, il riformatore della legge del lavoro, come lo è quel nano malefico di Brunetta...Chi è Giorgio Israel?...Ti è venuto il prurito a leggerne il cognome?
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