giovedì 11 giugno 2020

CRITICHE DISONESTE.

CRITICHE DISONESTE.
Il mio temperamento da bamboccione rifatto si accorda bene al lockdown, sento d'istinto il Potere come protettivo, lo cerco, il mio stile di vita si sintonizza facilmente su questa misura e la mia pancia benedice chi la adotta. La mia pancia, ma la mia testa, ahimé, no. La mia testa si dissocia. Perché questa schizofrenia?
Da un lato sono mosso da una paura istintiva del virus, non so che fare, entro nel panico e cerco di deresposabilizzarmi delegando un Padrone. Dall'altro lato, il lato della testa, mantengo una forte presunzione in favore della libertà individuale. Mi dico che non puoi ordinare alle persone di rimanere a casa - di fatto ai domiciliari - come misura "prudenziale", se lo fai hai l'onere di dimostrare che i benefici così ottenuti superano drasticamente i costi, e quando dico "drasticamente" intendo con un rapporto di almeno 5 a 1. Quasi nessuno ha nemmeno provato a sobbarcarsi questo onere. E, vi prego, non venitemi a parlare di quella pseudo-scienza a base di "modelli predittivi", fossero anche quelli inutilmente sofisticati dell'Imperial College. Aggiungo subito che questa è la mia filosofia, molti ne fanno volentieri a meno e invocano ogni tre per due il mitico "principio di precauzione".
Consentire ad un governo di "sbagliare per eccesso di prudenza" significa spianare la strada all'oppressione e/o alla codardia. Fateci caso, il tiranno come il codardo non fanno che invocare "prudenza", non esiste altro per loro, è l'unica bussola. Purtroppo, non c'è Male sulla Terra che non possa essere giustificato sventolando questo vessillo. Il nostro, per fortuna, è un caso di codardia, di un tale capitato lì per caso che cerca affannosamente qualcuno che gli scriva le leggi affinché possa declamarle in prima serata con tutto il contegno del caso, e naturalmente questo qualcuno lo trova nei soliti tecno-burocrati che fanno quello di mestiere: scrittori di decreti ministeriali ritagliati sulle esigenze dei burocrati stessi e sull'ampliamento del loro arbitrio. Uso parole dure perché il bersaglio è troppo facile, ma sono parole "disoneste", lo so, chissà quanti altri si sarebbero comportati in modo simile, probabilmente anche i nostri beniamini. E' la politica ad avere nel suo DNA certi automatismi, non si scappa. Più o meno hanno fatto così tutti, non vedo né colpe né meriti particolari. Per questo i modelli "sc-sc-scientifici" che fanno finta di mettere da parte le dinamiche politiche e la psicologia delle masse con lo scopo dichiarato di isolare la parte sanitaria del fenomeno sono solo complicati giochetti che consentono giusto a qualche professore di mettere per un attimo il naso fuori dalla noiosissima accademia.
E sia chiaro che, se il governo deve difendere i nostri diritti e non le nostre vite, gli individui, al contrario, hanno tutto il diritto di sbagliare per eccesso di prudenza. Se mi chiudo in casa e declino ogni invito, non accetto critiche di incoerenza.
Con la testa, poi, penso ai possibili errori fatti (più o meno da tutti) e mi stupisco di come non si sia sfruttata l'estrema eterogeneità del rischio contagio: le persone sane avrebbero dovuto avere una vita avvertita ma approssimativamente normale, mentre le persone con disturbi di base avrebbero dovuto essere molto più prudenti. Chiudere tutto a prescindere dai soggetti e dai luoghi significa somministrare la stessa medicina a tutti i malati. Ci siamo trasformati in un ospedale con una sola medicina, chi andrebbe a farsi curare in un posto del genere? Oltretutto, una medicina rozza: mia nonna con la terza elementare sa benissimo che senza contatti la malattia non si diffonde. I virologi che hanno studiato mezzo secolo più di lei non hanno davvero nulla da aggiungere? Un intervento governativo, semmai, avrebbe dovuto garantire alla minoranza vulnerabile di potersi isolare, procurare stanze d'albergo o strutture ad hoc disponibile per chi convive con gente attiva in case troppo piccole. Ma noi abbiamo un' idiosincrasia per i "vestiti su misura" e un amore inquietante per le uniformi. E allor ecco una legge uguale per tutti: ottuagenari, giovanotti, Lombardia, Sardegna... per il grande capo nulla cambia. A proposito, fossi stato un terrone allora sì mi sarei veramente incazzato, da lombardo non posso nemmeno concedermi uno sfogo adeguato: ma come è possibile che regioni con un numero di casi irrisori vengano letteralmente congelate per mesi? Come e più delle regioni letteralmente impestate? Perché non ci si ribella? Al malizioso viene il dubbio che facciano più gola gli appetitosi sussidi che la possibilità di lavorare. Sarò un caso particolare ma non mi offendo affatto se una regione meridionale chiude le porte ai lombardi: in questa vicenda abbiamo avuto un destino differente ed è giusto prendere misure differenti. L'uniformità inefficiente ha invece trionfato, forse anche perché giova alla Santa Alleanza tra burocrazia e politica, evita che politiche diverse entrino in concorrenza e si confrontino, evita che ci siano vincitori e vinti, che ci sia chi ha fatto meglio e chi ha fatto peggio, consente al politico di turno di poter liquidare in modo evasivo le domande e le obiezioni.
Mi tolgo l'ultimo rospo: se un invasore facesse piovere i suoi missili sulle nostre città uccidendo migliaia di persone, reagiremmo, non ci limiteremmo a nasconderci nel buco. Ecco, noi abbiamo speso montagne di soldi in sussidi per far fronte alle conseguenze economiche di COVID-19, ma abbiamo speso relativamente poco a combattere il virus, o anche solo per conoscerlo meglio. Il virus ci attacca ma noi non lo combattiamo. Lasciamo che lo facciano altri per poi salire sul carro del loro vaccino. Quanto abbiamo investito per aumentare la capacità nel fare i vari tipi di test? Quanto abbiamo investito per il vaccino? Come abbiamo organizzato la sperimentazione su esseri umani volontari? Dopo mesi di crisi i soldi spesi per "tener buoni" i reclusi (l'unica cosa che interessa alla politica) sono una montagna che ci indebita a vita, quelli spesi per affrontare le cause del male un'inezia. Oltretutto, le conseguenze economiche della crisi si possono affrontare in due modi: deregolamentando l'economia (meno tasse, meno burocrazia) oppure sussidiandola (coldi a pioggia per tutti). Nel primo modo si libera il cittadino, nel secondo lo si rende dipendente e debitore. Secondo voi qual è stata la via scelta? Senza contare che nelle elemosine mafiose dei sussidi, i furbetti sguazzano. Devo anche spiegarvi il perché? Non ve lo spiego, non c'ho tempo, devo andare sul sito dell'INPS ad inventarmi una nuova babysitter, chiedere il PIN e incassare altri 600 euro di giugno. Se queste cose uno non le capisce, meglio, c'è meno concorrenza.