Il grande fratello ci osserva (raccoglie i nostri dati) e… ci aiuta a trovare l’anima gemella, a scegliere il libro più adatto, la musica che ci piace, il film di nostro gusto, l’elettrodomestico che cercavamo, l’abbigliamento su misura… tutto ok. Ma poi?
Secondo alcuni ci confina nella bolla delle nostre cose preferite, il che non si sa bene fino a che punto sia un male .
Secondo altri ci priva di esperienze comuni, il che però va di pari passo con una sorta di massificazione.
Secondo altri ancora turba la nostra privacy, ma la cosa puo’ preoccupare solo chi 1) ha molto da nascondere e 2) non ha preso le comunque possibili precauzioni.
Infine c'è chi teme l'entrata in politica di chi raccoglie tante informazioni, ma la politica, per la massa, è sempre stata un gioco in cui divertirsi più che un'arena in cui esprimere in modo ponderato le proprie preferenze autentiche, e se a sfruttare gli effetti collaterali di questo gioco sono alcuni soggetti piuttosto che altri poco cambia.
Insomma, non ho ancora ascoltato una critica limpida, chiara e diretta a big data, ovvero al “mondo su misura”.