Siccome ricorre così spesso la fastidiosa espressione "... nei paesi civili si fa così e così... noi invece...". Ecco allora un'illuminante riflessione su corruzione, paesi scandinavi e concetto di civiltà.
“… I paesi scandinavi sono scolaretti diligenti nella lotta contro la corruzione, buona parte dei loro successi sono verosimilmente da accreditare al retroterra barbarico che ancora permea una certa mentalità nordica e che produce quell’attitudine quasi militaresca con cui vengono accolti taluni precetti che suonano a dir poco stravaganti quando giungono alle orecchie dei popoli con una civiltà pregressa più corposa… Così come certo folclore politically correct, anche il dogma dell’incorruttibilità richiede, per essere assimilato, una prolungata astinenza dalle tentazioni mondane, una mente naif che si offra come tabula rasa da “indottrinare senza residui” ai comandamenti della nuova “religione laica”, in questo senso non c’è niente di meglio di una tribù vichinga abituata a contemplare da sempre il nulla delle distese boschive e dei ghiacci… Ricorrendo ad un’analogia forse un po’ azzardata potremmo chiederci: dove nel XX secolo trovò più completa applicazione la "modernissima"
dogmatica marxista? Semplice, nel barbaro oriente russo, e ancor di più in Cina o in Cambogia: quanto più predomina il selvatico, quanto più ci si inoltra nella tundra o nella giungla, tanto più la regola è applicabile in modo “puro” e senza mediazioni… Non a caso già il Braudel di “Civiltà e Imperi” evidenziava come la civiltà fiorisca nella ricerca impulsiva e caotica della libertà dei singoli… un certo caos vitale è prerogativa della grande civiltà, affermava lo storico, perché solo una grande civiltà puo’ permettersi di annoverare tra le sue fila individui abbandonati a se stessi, ai propri errori, alla propria follia, alla propria ricerca… è tra costoro che troveremo i grandi nomi di domani… al contrario, più si fa sentire il peso di una religione soffocante, del moralismo, del politicamente corretto, più l’individuo è sorvegliato, protetto, coccolato, più l’influsso della passata barbarie è destinato a stagnare…” (Gaspard Koenig)