La sua fase di maggiore espansione dall’unificazione (1861) a oggi si verificò proprio nei tre decenni compresi tra il 1960 e il 1990.Read more at location 1544
tre periodi in cui la spesa pubblica è cresciuta maggiormente: 1960-1965: si registra un aumento della spesa pubblica di quasi 5 punti percentuali rispetto al PIL. La crescita della spesa risulta legata principalmente alle prestazioni sociali (sanità, previdenza, assistenza) e alle spese per i dipendenti pubblici. 1970-1975: la spesa pubblica aumenta ancora salendo a sette punti percentuali. L’influenza della spesa per prestazioni sociali è ancora molto forte, ma a essa si aggiunge la spesa per gli interessi sul debito pubblico, che comincia così la sua espansione passando dal 37,1% del PIL (1970) al 56,6% (1975). 1980-1985 si ha un aumento di quasi dieci punti percentuali, la cui crescita è riconducibile a una maggior incidenza delle prestazioni sociali e agli interessi su un debito pubblico che sta letteralmente esplodendo con un aumento di venticinque punti percentuali.Read more at location 1547
picco raggiunto nel 1993 con una incidenza sul PIL pari al 56,6%.Read more at location 1555
se infatti nel periodo che va dal secondo dopoguerra al 1980 la pressione fiscale si attestava su livelli del 25-30% del PIL, dal 1980 è iniziata una progressiva crescita fino a raggiungere, nel 1997, il 43,7%, un valore peraltro prossimo a quello odierno.Read more at location 1569
Per capire meglio la situazione, è possibile usare il classico esempio di una famiglia italiana fatta di gente che lavora e vive del proprio reddito. Per risolvere le proprie difficoltà economiche chiede aiuto a parenti o ad amici. Poi sopraggiunge un aumento dello stipendio mensile di 300 euro: a questo punto una famiglia avveduta non aumenterebbe i propri consumi, ma utilizzerebbe questa somma per superare la fatidica quarta settimana del mese, senza più chiedere aiuto a terzi. Invece, la famiglia Italia non si comporta così: a fronte di qualsiasi nuova entrata realizzata negli anni, il nostro Stato, i nostri amministratori, si sono sempre fatti rapire dall’entusiasmo utilizzando le nuove risorse non per una razionalizzazione della spesa ma per un suo ulteriore rigonfiamento che puntualmente ha inciso sul debito nazionale.Read more at location 1576
1981-1991, il decennio è caratterizzato da una crescita costante e rilevante della spesa pubblica rispetto alle entrate: è la fase che coincide con la crescita massiccia del debito pubblico; 1992-2000, periodo in cui si evidenzia (con eccezione del 1998) un contenimento della dinamica della spesa, dettato dalle necessità di risanamento dei conti pubblici al fine di rispettare i parametri europei per la moneta unica (parametri di Maastricht); 2001-2005, anni caratterizzati dalla stagnazione economica post attacco terroristico negli Stati Uniti, in cui la crescita della spesa risulta nuovamente superiore a quella delle entrate (a eccezione del 2002). Il 2006 e il 2007 sono in controtendenza con la spesa che cresce meno delle entrate. Infine, dal 2008 si profila una difficile situazione legata alla crisi economica che a partire dagli Stati Uniti ha interessato anche il nostro Paese e tutti gli altri Paesi europei.Read more at location 1588
In estrema sintesi, sono tre le fasi in cui suddividere l’accumulazione del debito:63 Dalla fine degli anni Sessanta agli anni 1975-’80, in cui il debito si è accumulato principalmente per l’estensione dello Stato sociale. A cavallo degli anni Ottanta, definita «fase clientelare», per cui, una volta venute meno le ragioni del debito, non si sono messe in atto misure di rientro. Successivamente, la «fase finanziaria», in cui l’aumento del debito è stato determinato dall’elevato ammontare degli interessi sul debito stesso che non hanno mai permesso e tuttora non permettono di riassorbire velocemente il disavanzo.Read more at location 1599