Georges Canguilhem: la medicina esiste perché gli uomini si sentono malati e non soltanto perché qualcuno (il medico) li dichiara tali.Read more at location 728
Grmek ricorda che gli autori anglofoni hanno distinto queste due visioni rispettivamente con i due termini “illness” e “sickness”.Read more at location 735
La visione “prescientifica” della malattia e della normalità si riduceva in larga misura al “sentirsi malato”, ovvero alla dichiarazione del paziente di non sentirsi in stato di salute e alla descrizione delle sue esperienze e dei suoi sintomi.Read more at location 747
la sostanziale inesistenza di strutture centralizzate per la cura accentuava il rapporto personale tra medico e paziente.Read more at location 753
il medico può svelare al paziente che egli è malato anche quando questi pensa di non esserlo affatto, ovvero non si sente malato.Read more at location 758
Sotto questo profilo l’immagine emblematica della nuova tendenza è ancora una volta Claude Bernard: un medico che in vita sua non ha curato un solo malato.Read more at location 763
il paziente può essere dichiarato malato inconsapevole, ma anche potenziale malato inconsapevole.Read more at location 782
Sulla scena non è più presente alcun malato, bensì soltanto la malattia.Read more at location 783
Che, nel far questo e inseguendo l’illusoria speranza di una soluzione finale delle patologie si getti alle ortiche il problema della cura del singolo e del rapporto col malato, rischia di essere prima ancora che una scelta antiumana, un errore concettuale e “scientifico”. Compiere una scelta del genere significa accantonare la clinica, ed è di fatto quel che sta accadendo nella medicina contemporanea: la pratica clinica sta progressivamente contraendosi fino a sparire. E talora un simile esito viene auspicato, immaginando diagnosi a distanza, via computer, in cui il rapporto medico-paziente viene completamente dissolto.Read more at location 839
Non vi sono soltanto dati oggettivi da rilevare: temperatura corporea, pressione sanguigna, tasso di glucosio, di azoto o di colesterolo nel sangue, o anche informazioni genetiche. C’è da considerare il modo con cui il paziente vive il suo stato, e questo modo di viverlo non è soltanto importante per determinare che cosa egli considera come condizione di saluteRead more at location 849
È bene ricordare che il medico deve anche essere uno psicologo, ovvero deve interessarsi alla psicologia della persona che ha di fronte e saperne valutare l’interazione con i fattori meramente corporei.Read more at location 852
È sorprendente la leggerezza con cui, proprio in un’epoca in cui non si fa altro che riempirsi la bocca – a proposito e a sproposito – di “complessità”[62] si introduca attraverso un processo di specializzazione sempre più marcata e frammentata un approccio riduzionista estremo;Read more at location 854