l’unica scienza capace di offrire definizioni al di sopra di ogni contestazione è la matematica astratta moderna.Read more at location 873
Sarebbe auspicabile mettere da parte questa ossessione definitoria. Sembra tuttavia che questo non sia possibile se non al prezzo di passare per un nemico della scienza.[63]Read more at location 875
Le menti dell’OMS non hanno saputo far di meglio che produrre la seguente definizione, che rappresenta un classico esempio dell’approccio detto “idealistico”, ovvero mirante a definire lo stato “ideale” di una persona: «La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non consiste soltanto in un’assenza di malattia o di infermità. Il possesso del massimo stato di salute che è capace di raggiungere costituisce uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano». A parte la retorica dei diritti, trattasi di una definizione tautologica. Essa rinvia alla definizione di cosa sia “benessere”, per giunta “completo”,Read more at location 880
Come ha osservato Grmek, questa definizione è uno slogan politico più che un prodotto della moderna epistemologia medica.Read more at location 888
«Tutti gli sforzi storici per definire tale concetto sono falliti. Spesso le definizioni della malattia rimangono prigioniere del circolo vizioso che consiste nell’affermare che essa è il contrario della salute. I due termini sono solidali, ed è impossibile definire il primo senza sottintendere il secondo; e, sfortunatamente, definire la salute non è affatto più semplice che definire la malattia».Read more at location 889
Tuttavia, nessuno può seriamente impedire di ragionare attorno alle idee di salute e di malattie. Quel che sarebbe assai opportuno (diciamo, “sano”) è di ragionare su di esse in termini informali,Read more at location 899
sarebbe sufficiente non dimenticare mai che, nel definire cosa sia salute, intervengono fattori soggettivi e personali,Read more at location 902
è banale osservare che quel che è perfettamente normale per un individuo, per esempio all’età di sessant’anni, e che gli fa ritenere di essere in una condizione normale, sarebbe stato anormale, anzi sarebbe stato addirittura una condizione menomante all’età di vent’anni.Read more at location 933
la rappresentazione quantitativa si risolverebbe in una impotente complicazione, povera e inefficace al confronto con la ricchezza che può derivare dalla considerazione saggia di un clinico esperto capace di valutare lo stato fisico e psicologico del paziente.Read more at location 947
La struttura dell’organismo di Kurt Goldstein (1878-1965).[67] L’autore fu direttore dell’ospedale militare dei feriti al cervello di Francoforte e trasse da questa sua esperienza sul campo una spinta a motivare in modo teorico il ruolo essenziale della clinica nella medicina e a criticare in modo radicale il punto di vista oggettivista. Per Goldstein occorre affermare una visione olistica e integrata della malattia, anziché disperderla nella considerazione di una moltitudine di sintomi.Read more at location 951
La salute è quindi vista come «la corrispondenza delle manifestazioni esteriori della vita in un individuo con le sue proprie necessità biologiche quali risultano dal confronto tra la sua situazione di vita esterna e la sua capacità funzionale fisiologica».[69] Questa corrispondenza, quando esiste, è qualificata come una responsività corretta. La malattia sarebbe allora una forma di responsività difettosa, che considerata soggettivamente, è sofferenza.Read more at location 962
dopo una malattia, «la salute nuovamente acquisita non è quella di prima»: «ritornare sano malgrado l’esistenza di una menomazione funzionale non va mai senza una perdita di essenza dell’organismo e senza una riapparizione simultanea di un ordine, cui corrisponde una nuova norma individuale.Read more at location 977
Si potrebbe aggiungere che lo stesso processo di invecchiamento si accompagna alla modificazione di certe costanti che corrisponde all’adattamento dell’idea di salute a un contesto mutato che impone nuovi livelli di responsività.Read more at location 990
La palpazione è, in molti casi, un elemento fondamentale che non può essere assolutamente essere sostituito da una visione “radiografica” del corpo del paziente, in quanto il rapporto fisico da conto della reattività del paziente, della sua psicologia, del suo modo di reagire al dolore e anche agli interventi strumentali.Read more at location 996
Occorrerebbe rendersi conto che il tentativo inquietante e profondamente antiumano di dare una definizione di cosa sia una “vita degna di essere vissuta” – con il corteo di conseguenze tra cui primeggia l’ammissibilità dell’eutanasia – è possibile se e soltanto se si ammette la possibilità di dare definizioni del genere in termini sovrapersonali e astratti, che prescindono dal soggetto.Read more at location 1006
Eutanasia ed eugenetica negativa – ovvero la soppressione degli individui “difettosi” – sono conseguenza di una definizione di salute, di “vita accettabile”, date in termini oggettivi assoluti e quantitativamente definiti,Read more at location 1011
sono avvilenti le discussioni che si sono sviluppate attorno alla definizione (impossibile) di un’idea (insensata) come quella di livello minimo di coscienza. Esistono metodi analitici precisi per determinare l’azotemia o la pressione arteriosa. Non esistono né esisteranno mai apparecchi che determinino lo stato minimo di coscienza,Read more at location 1017
6 Senza una visione umanistica la medicina non è una scienzaRead more at location 1023
la spersonalizzazione e la mera quantificazione, l’abolizione del vissuto del malato, rappresentano un approccio riduttivo dal punto di vista della razionalità e concettualmente sbagliato.Read more at location 1045
L’unico modo di realizzare la scientificità della medicina è di tener conto che il suo oggetto sono dei soggetti, e dei soggetti considerati nella loro individualità e particolarità, portatori di una storia personale situata in modo irripetibile nello spazio e nel tempo.Read more at location 1052
il desiderio di ridurre la medicina a una scienza meramente oggettivista in analogia con le scienze “esatte” è spesso dettato da due fattori: dalla pigrizia – è molto più semplice esaminare quanto più possibile meccanicamente dei risultati analitici che non farsi carico di un esame complessivo e complesso della persona che ci sta di fronte – e dalla soggezione esercitata dalle scienze “esatte”,Read more at location 1060
“Arte” qui sta per “tecnica”, ovvero per un complesso di capacità pratiche sostenute dalla conoscenza, ma non identificabili come mera conoscenza teorica.Read more at location 1072
perché non sognare una caccia ai geni eterodossi, un’inquisizione genetica? E, nell’attesa, perché non privare i genitori sospetti della libertà di seminare senza limiti? Questi sogni, lo sappiamo, per alcuni biologi […] non sono soltanto dei sogni. Ma sognando questi sogni, si entra in un altro mondo, limitrofo del migliore dei mondi di Aldous Huxley,Read more at location 1095
All’origine di questo sogno, vi è l’ambizione generosa di risparmiare a dei vivi innocenti e impotenti la colpa atroce di rappresentare gli errori della vita. All’arrivo del sogno, troviamo la polizia dei geni, coperta dalla scienza dei genetisti.Read more at location 1101