"Fish is fish" è una fiaba in cui Lionni racconta la storia di un vivace pesciolino che, avendo imparato presto il "giro del fumo" nel suo stagno, è ora tremendamente interessato a quanto accade sula terra ma, poichè puo' respirare solo nell' acqua, vede questo suo desiderio frustrato, almeno finchè non fa amicizia con un girino destinato a diventare rana: lui, scorazzando sulla terra, potrà compiere cio' che è impedito al piccolo pesce e riferire tutto cio' che vede. Proprio come nei piani, il girino, ormai diventato rana, fa la spola tra i boschi e lo stagno imbastendo mille racconti ricchi di particolari: uccelli, mucche, uomini. Sul libro delle fiabe questi "esseri" sono illustrati come se li raffigura l' intelligenza del simpatico discente, ovvero, grandi pesciotti a cui vengono aggiunti qua e là i particolari riportati dalla rana: gli uomini sono dei pescioni che camminano sulla coda, gli uccelli sono pesci con le ali, e le mucche sono pesci che brucano l' erba. Il punto forte di questa fiaba consiste nell' illustrare bene i pericoli costituiti dalla conoscenza pregressa e le interferenze distorsive spesso cagionate all' apprendimento di nuove cose.
AAVV - How the people learn.
Ho letto questo libro che offre una completa panoramica degli studi scientifici su come apprende la mente umana.
Una cosa mi ha colpito: è incredibile come sia difficile "trasferire" la propria conoscenza. Chi conosce molto bene A non è detto che parta avvantaggiato qualora si debba imparare B: e questo persino quando A e B sono campi del sapere molto vicini tra loro! Direi di più: spesso la conoscenza pregressa è un ostacolo.
Il libro (voluminoso) purtroppo ha uno stile accademico che alla lunga annoia un profano come me. La parte più capace di trattenere l' attenzione sta nella messa in scena degli esperimenti, ce ne sono a bizzeffe, specie in materia di "trasferimento" della conoscenza:
- Un tale deve imparare dei "numeri" a memoria, con il tempo diventa fortissimo e ne riesce a memorizzare anche una ventina. Ma se di punto in bianco si passa alle "lettere", ecco che puo' batterlo anche un principiante.
- A dei tizi forniti di contenitori viene assegnato il compito di trasportare certi quantitativi d' acqua: con il tempo diventano sempre più esperti nel dosare i carichi; ma quando con gli stessi strumenti il compito cambia radicalmente, ecco che in una competizione con dei novellini perdono regolarmente;
- La mamma di un ricercatore famoso faceva la sarta e adattava i modelli con tecniche empiriche molto raffinate e di sua invenzione: lo stesso figlio si rompeva la testa per poterle ricostruire logicamente; una volta che il figlio testò le abilità geometriche e topologiche della mammina fu sorpreso da tanata pochezza;
- bisgna conquistare un Forte nemico, ci sono molti fragili ponti intorno ad esso. Come fare? Semplice: basta suddividere la truppa in molte pattuglie poco numerose e attaccare indirizzando ogni pattuglia su un ponte diverso. C' è un tumore inoperabile circondato da tessuti fragili, come programmare la chemio per renderla meno invasiva possibile? Semplice, basta indirizzare deboli dosi attaccando su tutti i fronti. Ebbene, nel corso della stessa lezione agli studenti di medicina, tra le altre cose, fu raccontata la prima parabola. Al termine fu posta invece l' ultima domanda. Scena muta.
- Gli studenti afro-americani con capiscono le frazioni se spiegate con la "torta di mele"; le capiscono invece subito se spiegate con la potato-pie. Bè, qui sono stato un po' sintetico ma vi assicuro che è una storia illuminante.
Dalla lettura del libro si ripassano verità facilmente intuibili: che studiando bisogna verificare spesso quel che si è appreso e bisogna farlo in contesti differenti, che la conoscenza va gerarchizzata intorno a poche "big ideas", che l' insegnante deve innanzitutto conoscere la propria materia; che l' esperto differisce dal novizio perchè sa vedere i problemi prima ancora che risolverli. C' è molto anche sui bambini: con loro è utile fare molte domande retoriche, nascondere e tirar fuori oggetti in continuazione... in fondo tutta roba di buon senso...
Ecco perchè i problemi legati al "trasferimento" della conoscenza colpiscono tanto: sono forse l' unica conclusione decisamente controintuitiva e merita quindi di essere rimuginata.
Chi sa "A" non parte avvantaggiato quando si tratta di conoscere "B". Mmmmmmmm... questo mi detta almeno un paio di considerazioni.
1. Forse chi sa A non parte avvantaggiato allorchè deve intraprendere una nuova conoscenza, ma poichè in genere crede di esserlo, cio' lo rende presuntuoso. In molti casi direi che questa presunzione costituisce addirittura uno svantaggio! D' altronde ai nostri giorni da chi sentiamo sparare le più enormi stronzate?: da intellettuali in gita turistica fuori dal loro seminato. Scienziati che s' improvvisano teologi o artisti che preconizzano scenari politici danno spesso un pessimo spettacolo e svalutano ingiustamente arte e scienza agli occhi del popolo più umile che li ascolta basito improvvisare su materie dove in realtà sono incompetenti.
2. A scuola conosciamo "A" ma poi nella vita ci serve sapere "B". Mi chiedo, in assenza di "trasferimento del sapre", in assenza di quell' arte nota come "imparare ad imparare", qual è l' utilità della scuola? La cosa più logica è pensare che la scuola ci alleni al sacrificio (mentale), esercizio in effetti sempre utile. In un certo senso la scuola è una specie di Venerdì di quaresima; strano, vista la logica affine, che il primo istituto goda di tanta buona stampa mentre il secondo, nella mentalità comune, passa come roba da medioevo.