domenica 3 marzo 2019

PIU' CHE IL POPULISMO POTE' TWITTER

PIU' CHE IL POPULISMO POTE' TWITTER

Il sogno tecnocratico è fallito e non tornerà tanto presto. La colpa? Dei social.

Difficile coltivare un progetto articolato, coerente e noioso da assimilare quando politicamente rende molto di più stendere su due due righe una buona battuta e renderla virale.

http://www.arnoldkling.com/blog/martin-gurri-watch-7/

NON VOLETE UN MERCATO DEI RENI?

NON VOLETE UN MERCATO DEI RENI?

Alternative:

1) I donatori abbiano la precedenza nelle liste di attesa.

2) Funerali, cure gratuite e rimborsi generosi per i donatori.

3) Lo stato unico compratore e venditore (no contatto diretto tra le parti).

4) ISEE sopra una certa soglia per chi vende.

5) …

https://www.econlib.org/alex-tabarrok-on-the-kidney-market/

L’EUGENETICA DEL XXI SECOLO

L’EUGENETICA DEL XXI SECOLO

E’ moralmente molto più problematica di quella che l’ha preceduta. Non è una prospettiva, poi, è già presente tra noi, stiamo già progettando i bambini: test genetici estesi sugli embrioni prefigurano una nuova pianificazione familiare. Ma fino a che punto dovrebbe spingersi la tecnologia?

In Islanda, ad esempio, la diffusa disponibilità di test genetici prenatali ha fatto sì che quasi il 100% delle donne scelga di abortire un feto con sindrome di Down, il che ha portato ad una quasi estirpazione dei bambini nati con la condizione. Tutto regolare?

https://www.gnxp.com/WordPress/2019/02/27/the-age-of-prenatal-genetic-screening-is-here-lets-call-it-that/

L'UOMO DEL NORD

L'UOMO DEL NORD

Una civiltà non la vedi dalle norme che produce ma da come reagisce a quelle che si dà, per questo ha senso dividere le civiltà (o le razze?) in lassiste (diffidenti) e rigorose (credulone).

Il lassismo è un’assicurazione contro il rischio, il rigore un moltiplicatore di effetti. I popoli nordici, che oggi – in epoca di democrazie liberali - tanto invidiamo, sono anche quelli che ieri – in virtù delle medesime caratteristiche - hanno prodotto i disastri più terrificanti, dalle inutili guerre mondiali alle tentazioni eugenetiche più repellenti.

A Pontida, nel pratone storico dei raduni leghisti, campeggia da sempre uno striscione: “Tre vòlti "bon" ...s'è cojon !”.  L’uomo del nord non è “buono”, è credulone. Sa che il suo punto di forza puo’ trasformarsi in una debolezza e ne è ossessionato, ogni ossessione produce reazioni esagerate,  vale per i leghisti come per i crucchi.

https://youarenotsosmart.com/2019/03/01/yanss-148-how-their-tightness-or-looseness-predicts-how-cultures-will-react-evolve-innovate-and-clash/

sabato 2 marzo 2019

IL CIRCOLO DELLE BOTTE E L'ODISSEA DEI LIBERALI/SENSIBILI

IL CIRCOLO DELLE BOTTE E L'ODISSEA DEI LIBERALI/SENSIBILI

L’ universo liberale ha al suo centro un sole che si chiama “libertà di scelta”, tutto ruota intorno ad esso.

A volte però il soggetto non è in grado di esprimere una preferenza, in questi casi il liberale tenta di inferirla in modo attendibile. Chi non ricorda il caso di Eluana?

Ora però pensiamo ad un bimbo che viene sistematicamente picchiato dai suoi per altri versi amorevoli genitori e chiediamoci se sia legittimo un simile trattamento.

All’interessato non possiamo chiedere in modo diretto poiché il suo carattere non è ben formato (risponderebbe che non è legittimo nemmeno fare i compiti). Non resta che inferire la sua “preferenza” futura, e qui molti liberali/sensibili entrano in un terreno minato.

E’ plausibile ritenere infatti – per questioni di vissuto ma soprattutto di ereditarietà caratteriale (il figlio di una coppia violenta sarà un tipo aggressivo) - che il bambino pestato valuterà tutto sommato come legittime le botte ricevute, anzi, non mancherà di somministrarle anche a suo figlio.

Ecco, in questi casi al liberale-sensibile non resta che tradire (per l’ennesima volta) i suoi principi.

Essere coerenti è dura, tanto è vero che il termine “liberal” suona ormai come un omaggio che il vizio rende alla virtù.

HL The Virtues of Direct Realism michael huemer

The Virtues of Direct Realism
michael huemer
Citation (APA): huemer, m. (2019). The Virtues of Direct Realism [Kindle Android version]. Retrieved from Amazon.com

Parte introduttiva
Evidenzia (giallo) - Posizione 2
The Virtues of Direct Realism By michael huemer
Evidenzia (giallo) - Posizione 7
1. Epistemological DR versus IR
Nota - Posizione 7
Tttttttttttttt
Nota - Posizione 7
Tttttttttttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 9
Direct Realism (DR) holds that normal perception gives us non-inferential justification
Nota - Posizione 9
DEFINIZ EPISTEMOLOGICAL
Nota - Posizione 9
DEFINIZ EPISTEMOLOGICAL
Evidenzia (giallo) - Posizione 11
only inferential justification, for external-world propositions.
Nota - Posizione 11
X IR INVECE
Nota - Posizione 11
X IR INVECE
Evidenzia (giallo) - Posizione 11
skepticism and idealism are false,
Nota - Posizione 11
ASSUNZIONE DI PARTENZA...SIA CHIARO
Nota - Posizione 11
ASSUNZIONE DI PARTENZA...SIA CHIARO
Evidenzia (giallo) - Posizione 13
IR is a universal generalization, but DR is not:
Nota - Posizione 13
NESSUNO DICE CHE TUTTO CI È RIVELATO...ESISTONO LE ALLUCINAZIONI
Nota - Posizione 13
NESSUNO DICE CHE TUTTO CI È RIVELATO...ESISTONO LE ALLUCINAZIONI
Evidenzia (giallo) - Posizione 15
2. A Version of DR
Nota - Posizione 15
Ntttt TTt
Nota - Posizione 15
Ntttt TTt
Evidenzia (giallo) - Posizione 15
“Phenomenal Conservatism”
Nota - Posizione 15
UNA BUONA TEORIA DELLA GIUSTIFICAZIONE
Nota - Posizione 15
UNA BUONA TEORIA DELLA GIUSTIFICAZIONE
Evidenzia (giallo) - Posizione 16
P has at least some justification, provided (i) that it seems to you that P, and (ii) you have no reason to doubt this appearance.
Nota - Posizione 16
ESPOSIZIONE
Nota - Posizione 16
ESPOSIZIONE
Evidenzia (giallo) - Posizione 20
What appears to be the case is not some mental proposition.
Nota - Posizione 20
NEL REGNO DELLA XCEZIONE
Nota - Posizione 20
NEL REGNO DELLA XCEZIONE
Evidenzia (giallo) - Posizione 21
there’s a table in front of me; it doesn’t appear that there’s a table-like mental image.
Nota - Posizione 21
ESEMPIO
Nota - Posizione 21
ESEMPIO
Evidenzia (giallo) - Posizione 25
3. The Basing Problem
Nota - Posizione 25
Tttttttttttttttt
Nota - Posizione 25
Tttttttttttttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 26
I am having a table-like sense-datum (or mental image, etc.).
Nota - Posizione 27
X IR...LA PRESENZA REALE VIENE GIUSTIFICATA DA DA QS BASE
Nota - Posizione 27
X IR...LA PRESENZA REALE VIENE GIUSTIFICATA DA DA QS BASE
Evidenzia (giallo) - Posizione 29
Therefore, probably there is a real table.
Nota - Posizione 29
Cccccccccccc
Nota - Posizione 29
Cccccccccccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 33
We do not in fact base our external-world beliefs on anything like the inference A-C above.
Nota - Posizione 34
PROBLEMA....NESSUNO COMPIE QS INFERENZE LOGICHE ....NESSUNO HA LO SCETTICISMO DI IR...DR SEMBRA PIÙ CONFORME AL NS ATTEGGIAMENTO
Nota - Posizione 34
PROBLEMA....NESSUNO COMPIE QS INFERENZE LOGICHE ....NESSUNO HA LO SCETTICISMO DI IR...DR SEMBRA PIÙ CONFORME AL NS ATTEGGIAMENTO
Evidenzia (giallo) - Posizione 35
On DR (as defended by me), appearances are an adequate source of justification
Nota - Posizione 36
DR NN HA DI QS PROBLEMI
Nota - Posizione 36
DR NN HA DI QS PROBLEMI
Evidenzia (giallo) - Posizione 37
4. The Asymmetry Problem
Nota - Posizione 37
ttttttttttttt
Nota - Posizione 37
ttttttttttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 38
perceptual appearance isn’t enough for justification,
Nota - Posizione 38
LA POSIZIONE DI IR
Nota - Posizione 38
LA POSIZIONE DI IR
Evidenzia (giallo) - Posizione 39
(introspection, intuition, memory, reasoning).
Nota - Posizione 39
ALTRE FACOLTÀ A CUI APPELLARSI
Nota - Posizione 39
ALTRE FACOLTÀ A CUI APPELLARSI
Evidenzia (giallo) - Posizione 39
These other faculties could not themselves be treated in the same way; otherwise, there would be an infinite regress.
Nota - Posizione 40
MA QUI SORGE UN PROBLEMONE
Nota - Posizione 40
MA QUI SORGE UN PROBLEMONE
Evidenzia (giallo) - Posizione 42
to be justified in believing there’s a table in front of me, I have to use introspection
Nota - Posizione 42
ESEMPIO
Nota - Posizione 42
ESEMPIO
Evidenzia (giallo) - Posizione 47
IRist posits an epistemological asymmetry between perception and our other cognitive faculties.
Nota - Posizione 47
X USCIRE DALL IMPASSE
Nota - Posizione 47
X USCIRE DALL IMPASSE
Evidenzia (giallo) - Posizione 51
DR doesn’t postulate an unmotivated asymmetry:
Nota - Posizione 52
UN BEL VANTAGGIO
Nota - Posizione 52
UN BEL VANTAGGIO
Evidenzia (giallo) - Posizione 53
5. Summary
Nota - Posizione 53
Tttttttttttt
Nota - Posizione 53
Tttttttttttt

H2O

H2O

Un robot intelligente inventa storie: “l’hobbit schizzò con dell’acqua un nano che si ritrasse tutto fradicio brontolando…”.

BAMBINO/BAMBINONE (in ascolto del robot): cavolo, il nostro robot intelligente sa anche cos’è l’acqua. Figo!

BAMBINO/SECCHIONE (in ascolto del robot e del suo amichetto): no, stupido, mette solo in congruente relazione statistica delle parole, non sa minimamente cosa sia l’acqua in realtà.

SCIENZIATO INGENUO (in ascolto dei bambini): cavolo, il bambino secchione ha sgamato le illusioni dell’intelligenza artificiale. Figo!

SCIENZIATO FILOSOFO (in ascolto dei bambini e del suo collega): calma, anche lui si limita a mettere solo in congruente relazione statistica alcuni dati sensoriali, in realtà nemmeno lui sa cosa sia veramente l’acqua, ovvero H2O.

DIO (in ascolto degli scienziati): ma i due scienziati non capiscono che anche loro stanno solo mettendo in congruente relazione statistica alcune osservazioni empiriche di laboratorio e che quindi nemmeno loro sanno minimamente cosa sia l’acqua?, ovvero…

Chi ha ragione? Il robot, i bambini, gli scienziati o Dio?

P.S. ho scelto l’acqua ma avrei potuto scegliere anche un quartetto di Beethoven, eh? 😜

http://fakenous.net/?p=248

lo stacco chiave è dal robot ai bambini, ma occorre adottare una filosofia di realismo diretto. al link due motivi per farlo. segui anche la tag

MMT

MMT
Poiché ad ogni turbocapitalismo corrisponde un turbokeynesismo, ecco entrare in scena la Modern Monetary Theory (MMT), nella blogsfera ferve il dibattito.
La teoria non deve essere semplicissima poiché ogni volta che fai un’obiezione i suoi adepti (sì, esiste una specie di setta con veri e propri adepti) rispondono che “non l’hai capita”. Ad ogni modo la sintetizzerei così:
Ci sono disoccupati? Lo stato li assuma.
Il deficit si alza? Finanzialo stampando moneta.
C’è pericolo inflazione? No, finché c’è disoccupazione l’inflazione non minaccia nessuno.
Tutto ok? Tutto quadra? E dopo?

Almeno una cosa non quadra, comunque: come mai i giallo-verdi non hanno ancora fatto garrire al vento il glorioso stendardo MMT?

penso che la domanda chiave sia "e dopo?". il punto debole della teoria, infatti penso stia nell'illusione dell'aggregato: lo stato assume ma nei lavori sbagliati, il double deep è il destino di ogni mmt. porta la teoria all'estremo: lo stato assume tutti e realizza il socialismo. ebbene, un sistema del genere crolla con dinamiche misesiane.

Oppure guardala così: lo stato "sequestra" i disoccupati che non sono più disponibili, l'economia diventa meno competitiva e si entra in una crisi da offerta.

https://feedly.com/i/entry/0qYIiqRydIWlymK7ino8KyHfPm408U2ptNRiQ03rbco=_1693ce8a7af:23fb9ec:3a104d3b

https://www.econlib.org/more-mmt-follies-sympathy-for-krugman/

https://www.econlib.org/keynesianism-neofisherism-and-mmt/

giovedì 28 febbraio 2019

PERCHE' NON ESISTE UNA MEDICINA PER IL CANCRO?

PERCHE' NON ESISTE UNA MEDICINA PER IL CANCRO?

Perché l’intelligenza artificiale non è ancora tra noi?

Fondamentalmente perché non ci interessa, altrimenti esisterebbe da almeno 20 anni.

Perché non abbiamo ancora colonizzato gli altri pianeti?

Perché non ci interessa, altrimenti lo avremmo fatto da decenni.

Perché ancora non abbiamo una medicina per il cancro?

Perché non ci interessa, altrimenti avremmo sconfitto la malattia da tempo.

Centrare anche uno solo di questi obbiettivi costituirebbe una svolta epocale, un grande progresso per l’umanità. Ma l’umanità non è interessata né alle svolte epocali, né al progresso. L’interesse dell’umanità in realtà nemmeno esiste, è un coacervo di interessi differenti che si incastrano tra loro in modo per lo più casuale.

Se pensiamo al progresso ci vengono in mente i record dello sport: un atleta allenato che getta il cuore oltre l’ostacolo nel tentativo di compiere l’impresa. Non è così!!!

Per capire le “svolte epocali” conviene vederle da vicino, pensiamo allora al rinascimento fiorentino, epitome di "fioritura" della nostra civiltà. Cosa richiese? Tante cose, tipo: 1) la scoperta di materiali artistici “giusti” al momento “giusto” (ad esempio, tempera adatta per la pittura ad olio), 2) la prosperità cittadina dovuta ai commerci, 3) la presenza di corporazioni e di una classe nobiliare interessata a competere per lo status attraverso commissioni artistiche prestigiose, 4) una relativa libertà espressiva e 5) una dotazione di geni sul posto.

Tutti elementi che emergono regolarmente un po’ ovunque ma ben raramente tutti insieme e in modo tale da potersi incontrare. Ci vuole un bel culo (oltre a qualche premessa molto ma molto indiretta). Aggiungiamoci poi il fatto che il genio è “contagioso” e laddove viene innescato tende a propagarsi.

https://marginalrevolution.com/marginalrevolution/2019/02/toward-a-theory-of-random-concentrated-breakthroughs.html

PBSC

PBSC

Non sono un simpatizzante del boicottaggio, in genere il mio principio guida è “prendi il buono e scansa il cattivo” (PBSC).

Se il mio idraulico ammazza la moglie non sarà mai un mio riferimento morale ma continuerò a chiamarlo per riparare il rubinetto che perde. E’ un vero professionista. PBSC.

Il PBSC funziona particolarmente bene nel mondo delle idee.

Il fatto è che i geni sono maledettamente inclini a sparare stronzate, nel mio vecchio blog avevo una rubrichetta: “Quell’idiota di…”. Articoli disponibili: “Quell’idiota di Einstein”, “Quell’idiota di Goedel”, “Quell’idiota di Wittgenstein”, “Quell’idiota di Putnam”, “Quell’idiota di Lakatos” e “Quell’idiota di Dummett”. Avrei potuto continuare all'infinito, eppure una cosa è certa: il mondo sarebbe un posto ben peggiore senza questa sequela di idioti matricolati.

Linus Pauling pensava che la vitamina C guarisse tutto (che idiota).

Isaac Newton trascorse metà della sua inestimabile vita a lavorare su esilaranti codici biblici (che idiota).

Nikola Tesla ha insistito a lungo nella messa a punto di raggi energetici che non potevano palesemente funzionare (bell’ idiota!).

Lynn Margulis ha rivoluzionato la biologia cellulare scoprendo l’endo-simbiosi mitocondriale, ma è stata anche una una complottista dell'11 settembre e dubitava dell’ HIV (una vera idiota).

Purtroppo le idee sono troppo preziose per fare gli schizzinosi, ne basta una – magari contornata da mille idiozie – per cambiare il mondo. Ricordiamoci sempre che Einstein fu un matematico incerto, si faceva controllare i conti dai suoi amici. E, probabilmente, nemmeno avrebbe saputo come controllare sperimentalmente la sua teoria, ci pensò Eddington. Eppure tutti ricordiamo Einstein e lasciamo cadere nell’oblio i suoi anonimi amici nonché il buon Eddington, il fatto è che di eccellenti matematici è pieno il mondo, così come di notevoli fisici sperimentali, quello di cui c’è penuria sono le idee. Per questo dobbiamo tenerci cara la testa che produce un’idea geniale ogni 100 cazzate, i geni d’altronde sono un po' come i playboy, ci provano sempre e spesso toppano. Prendere o lasciare, ovvero: PBSC.

https://slatestarcodex.com/2019/02/26/rule-genius-in-not-out/

COSA SIGNIFICA “AVERE UNA DIPENDENZA”?

COSA SIGNIFICA “AVERE UNA DIPENDENZA”?

Da profano direi che tutti noi siamo dipendenti da cio’ che ci piace.

Più amo fare qualcosa, più desidero farla ancora. Alcune cose, per esempio, mi piacciono ma alla lunga mi stufano, cosicché smetto di farle. Mi piace ascoltare una sinfonia di Beethoven ma alla lunga mi annoio, ascoltarne tre di fila rasenta il supplizio. Interpreto la cosa pensando che queste pratiche, per quanto deliziose, non sono in grado di prolungare il godimento che procurano. Altre lo sono.

Naturalmente l’attaccamento a cio’ che è in grado di prolungare la soddisfazione puo’ sortire effetti collaterali negativi: se uno non va al lavoro per sentire Beethoven sullo stereo la cosa avrà conseguenze. In questo caso possiamo dire che abbiamo una "dipendenza" da Beethoven?

Questo semplice schema si puo’ applicare bene anche nel caso dell’alcol, delle droghe, del fumo, del gioco… Eppure in questi - come in altri definiti “patologici” - mi si chiede di rinunciare allo schema base per adottare quello tipico delle “dipendenze”. Perché? C’è un valido motivo per cui dovrei farlo? Perché non posso semplicemente dire che fumare o drogarsi procura più piacere rispetto all’ascolto di Beethoven? Perché non ridurre la faccenda ad una mera quantità del godimento procurato? Oppure la presenza di inconvenienti muta la natura del fenomeno? Se fosse così ogni soggetto costituirebbe un caso a sé, il che mi sembra che non sia. Boh.

Non mi fido troppo degli psicologi ma sono disposto a sentire le loro.

Guerra alla povertà SAGGIO anche POST FACEBOOK


Guerra alla povertà


Tremo quando sento questa espressione, non perché sia insensibile alla causa ma perché conosco i miei polli e so cosa frulla loro nella testa: espropriare Tizio per dare a Caio, ovviamente trattenendo cospicua commissione.
Vedo con chiarezza tutti i lati oscuri della faccenda, che qui il condenso in 5 punti:
1. La missione viene in automatico affidata ai governi, spesso i primi responsabili della povertà stessa. Difficile che chi è causa di un fenomeno ne sia anche la soluzione.
2. Poiché l’esproprio resta un crimine, occorrono ragioni forti per giustificarlo. Se rubo la tua auto per salvare la vita di Tizio, questa è una “ragione forte” ma se te la rubo perché Tizio se la gode più di te, questa è una “ragione debole”. eCCO, Ho come l’impressione che le “ragioni deboli” prevalgano.
3. Il nemico che si vuol debellare – la povertà – ha poco a che fare con quello realmente combattuto, la “povertà relativa”, ovvero la carenza di smartphone e TV via cavo in alcune famiglie. La prima battaglia diventa facilmente una copertura per la seconda ma i poveri “assoluti”, quelli che muoiono di fame, alle nostre latitudini latitano.
4. Non dimentichiamo poi la filantropia, una pratica legittima, anzi lodevole, che relega la ridistribuzione coercitiva a un ruolo sussidiario.
5. È spiacevole da ricordare ma esiste anche l’esigenza di distinguere i poveri meritevoli dai non meritevoli. Chi se ne occupa? I poveri nostrani, per lo più, non sono sfortunati ma cretini, il comportamento irresponsabile per loro è la norma: pigrizia, incapacità di tenersi un lavoro, abuso di sostanze, azzardo, sessualità sfrenata, alcol e crimine. Non si fanno mancare niente. Se fai presente questa realtà fattuale passi per insensibile ma chiunque tra noi chiederebbe all’amico che vuole essere ospitato per una settimana sul nostro divano di casa il motivo di una simile esigenza impellente, a seconda della risposta si decide sul da farsi: ogni aiuto è concesso se ci sono i presupposti.
Dopo questo mega-filtro chi resta da aiutare con la ridistribuzione coercitiva? Giusto qualche bambino, qualche handicappato grave e chi scappa dalla guerra.

***
Da quanto detto non si deve arguire un’indifferenza verso i poveri quanto piuttosto un diverso modo per aiutarli. Ecco le due deregolamentazioni più promettenti:
1. deregolamentare l’immigrazione.
2. deregolamentare il settore dell’edilizia nei luoghi ad alta produttività.
La prima misura consente ai poveri di trasferirsi dal terzo mondo al primo, dove diventerebbero enormemente più produttivi.
La seconda misura replica la prima ma all’interno dei confini nazionali. Anche da noi, infatti, ci sono luoghi (per esempio il centro delle grandi città) dove per gli stessi lavori la paga è doppia, senonché, anche i prezzi delle case sono doppi: deregolamentare l’edilizia significa abbassarli e consentire l’afflusso di chi ha meno mezzi e intende cogliere l’occasione.