venerdì 20 marzo 2015

Chi spaventare?

Si sa, i criminali sono propensi al rischio, altrimenti aprirebbero un autolavaggio. Amano i sistemi in garantisti con pene elevate (rischi concentrati). Al contrario i lavoratori sono avversi al rischio, amano i sistemi giustizialisti con pene basse. Ebbene, il nostro sistema è fatto per spaventare i criminali o i lavoratori, secondo voi?

Una battaglia garantista da condividere è quella che punta a ripartire il garantismo anziché ad aumentarlo. Esempio: meno gradi di giudizio e meno carcerazione preventiva. Oppure: meno limiti alla raccolta delle prove e più responsabilità dei giudici

Il punto sul lavoro


  1. Salario minimo. Allieva la povertà? Veramente rischia di colpire i più poveri che vengono esclusi dal mercato del lavoro.
  2. Salario minimo. Allieva la povertà? Veramente sembra che l' aumento di prezzi relativo colpisca proprio i beni acquistati dai più poveri.
  3. Salario minimo. Alcune ricerche dicono che non danneggia i lavoratori. Perché non crederci: 1) esistono solidi a priori circa la legge domanda/offerta. 2) molte ricerche confermano l'elasticità della domanda di lavoro, per esempio quelle che sottolineano come l'accesso di immigrati non abbassi il salario dei low skill indigeni http://econlog.econlib.org/archives/2013/03/the_vice_of_sel.html
  4. Salario minimo. Evidenze contro http://www.wsj.com/articles/the-evidence-is-piling-up-that-higher-minimum-wages-kill-jobs-1450220824
  5. Salario minimo e happy meal fallacy http://marginalrevolution.com/marginalrevolution/2015/07/the-happy-meal-fallacy.html
  6. Salario minimo. Visione "classica":
    • First, when the cost of hiring unskilled workers rises, businesses hire fewer of them. Brooks believes that the key to personal happiness is “earned success.” A higher minimum wage means that fewer people have the opportunity to experience it. 
    •  Second, because some of the costs of a higher minimum wage are passed on to consumers in the form of higher prices, it hurts those who buy these goods and services, like meals at fast-food restaurants. The economist Thomas MaCurdy of Stanford University reports that this price effect “is more regressive than a typical state sales tax.” 
    •  Third, the minimum wage is not well targeted to those living in poverty. Of workers affected by an increase in the minimum wage, more than half belong to families making more than $35,000 a year, and almost a quarter belong to families making more than $75,000 a year. If we were evaluating a government spending program to combat poverty, no one would be satisfied if so many of the program’s beneficiaries were already living well above the poverty line (about $24,000 for a family of four). 
    •  Fourth, there is a better way to help the working poor: the earned-income tax credit. This income supplement is well targeted to families living in poverty, it does not raise the prices of goods and services produced by low-wage workers and it does not discourage firms from hiring these workers. By incentivizing work, it increases the number of people enjoying earned sucess.
    continua
  7. Pregiudizi. Tenet #1: The main reason today's workers have a decent standard of living is that government passed a bunch of laws protecting them. Critique: High worker productivity plus competition between employers is the real reason today's workers have a decent standard of living.  In fact, "pro-worker" laws have dire negative side effects for workers, especially unemployment
  8. Dualismo. La legge: se ci sono categorie di lavoratori iper-protette, ce ne saranno altre che si sobbarcano il costo di quelle protezioni.
  9. Sindacati. Celebrati dai cantautori ma meno dagli economisti (poco amanti dei monopoli). Servono a portare salari e condizioni sopra la competitività.
  10. Sindacati. Effetti: migliori condizioni per alcuni lavoratori ma meno lavori disponibili.
  11. Sindacati. Monopolio realizzato tramite la concessione di privilegi (sciopero, distacchi, esenzione dalle tasse, esenzione dall' antitrust, contratto unico obbligatorio...)
  12. Sindacati. Vittime: lavoratori non sindacalizzati, disoccupati, contribuenti, consumatori, imprenditori.
  13. Sindacato. Politicizzazione: chi sopravvive solo grazie ai privilegi concessi dalla politica non puo' che politicizzarsi
  14. Sindacato. Wage gap: 18-20%. Cause: 1 monopolio e 2 sfruttamento dei non sindacalizzati.
  15. Sindacato. Teme ed ostacola la crescita: i suoi contratti sono rigidi e il wage gap si ampia nei periodi di crisi
  16. Sindacato. Teme l' innovazione che desindacalizza i lavoratori.
  17. Sindacato. Il poco lavoro va razionato e qui partono le discriminazioni
  18. Sindacato. Funzione: alzare i salari. Ma il livello dei salari dipende molto di più dalla produttività che dalla sindacalizzazione. La sindacalizzazione cambia piuttosto i metodi produttivi incentivando automazione e outsourcing
  19. Sindacato. L' alternativa? Una maggiore istruzione. Vuoi più potere contrattuale? Vai a scuola.
  20. Sindacato. Alternativa: libere associazione dei lavoratori che denuncino le collusioni tra padroni
  21. Alternativa al sindacato e alla tesi dello sfruttamento: tesi della concorrenza
  22. Sindacato: prassi e teoria di AAVV
    • migliori condizioni e meno posti di lavoro... lege d/o
    • monopolio e privilegi
    • vittime: consumatori non sindacalizzati disoccupati contribuenti inmprenditori
    • privilegi: esenzione tasse antitrust sciopero distacchi contratto obbligatorio antidiscr.
    • politicizzazione del sindacato
    • il sindacato si sposa con la regolamentazione: guarda ai tassi di sindacalizzazione
    • wage gap: 20% cause: 1 monopolio 2 spiazzamento
    • gli acvordi sindacali sono rigidi: una volta siglati ci si disinteressa dello sviluppo
    • il sindacato e discriminazione
    • innovazione e declino del sindacato... il peggior nemico
    • l alternativa: libere associazioni tra lavoratori (caccia alle collusioni)
    • tesi dello sfrutamento vs tesi della concorrenza
    • tesi dello sfrutamento vs tesi della concorrenza
    • il lavoro è flessibile il capitale è fisso: + probabile che il primo sfrutti il secondo a parità di concorenza
    • sindacato: il vero nemico dei migranti
    continua
  23. Il capitale è rigido, il lavoro è flessibile, a paritá di concentrazione è il secondo ad avere più potere di ricatto
  24. Lavoro minorile. Il lavoro minorile è una conseguenza evidente della povertà. Se sono i genitori che, pur avendo a cuore il benessere dei figli, li mandano a lavorare, il fatto che degli occidentali, senza nessuna esperienza della dura realtà della miseria, li giudichino con il senno di poi è assurdo e crudele. E' un caso se quegli stessi genitori, appena possono, non mandano più i loro figli al lavoro? Chiudere i luoghi dove la gente viene sfruttata non ne allieva la povertà. I consigli di chi si batte contro lo sfruttamento - giocate a pallone, divertitevi... - non sono mai serviti a nessun povero.
  25. Lavoro minorile: Kids work hard at school, housework, sports, practicing music, supporting clubs, etc. and none of this cruelty is prevented by "child labor" laws. Such laws only prevent getting paid to work... In genere le leggi sul lavoro minorile hanno origini tutt' altro che nobili, d' altronde la famiglia appena puo' manda il figlio a scuola, sono volute dai sindacati per restringere la competizione. oggi l' indignazione ha perlopiù intenti protezionistici.
  26. Lavoro minorile. In genere l' alternativa è la prostituzione.
  27. Perchè in molti casi il bando del lavoro minorile si accompagna con maggior lavoro minorile? If a country is so poor that many parents send their children to work, then it is unlikely to have the wherewithal to perfectly enforce a ban on child labor. When the wages of children go down, the poor families that depended on child income will become even more desperate. This might cause parents to have their children work more.
  28. Infortuni sul lavoro. Punire serve a poco, rieducare ancora meno. perché? Perché mai nessun imprenditore si sente colpevole.
  29. Infortuni sul lavoro. lasciar fare al mercato è così assurdo? Il mercato tiene conto del rischio, eccome se ne tiene conto.
  30. Pensioni: flessibilità. Prima ci vai meno prendi.
  31. Pensione e legami familiari: un tempo i figli ripagavano i padri prendendosi cura di loro, oggi questa santa occasione è rimosso dal sistema previdenziale. Un grave danno in termini di solidarietà reale e di realizzazione umana.
  32. Pensioni. Davvero la catena di sant' Antonio è giustificabile eticamente? Non vedo come. Inoltre postulare il cittadino come imprevidente logora non poco il rapporto governati/governanti.
  33. Il sistema pensionistico è sostenibile? Chi dice di sì invita a separare assistenza e previdenza. Tuttavia, poiché un sistema a ripartizione ha natura di assicurazione sociale la separazione di cui sopra è infondata: nel bilancio dell' assicurazione non ha senso separare i clienti danneggiati da quelli che non hanno subito alcun danno!
  34. Le pensioni coercitive diminuiscono il risparmio volontario di un paese. Non è bello se consideriamo che risparmio, investimento e capitale accumulato sono l' origine dello sviluppo economico.
  35. Ve lo ricordate l' economista Thomas Picketty? In un bestsellers sostenne la tesi per cui il rendimento del capitale eccedeva il rendimento del lavoro. Fi idolatrato a sinistra, dalla sua osservazione vennero fatte discendere mille conseguenza tranne che quella più ovvia: lo stato, impedendo ai cittadini di investire i loro risparmi sequestrati dal sistema pensionistico, li aveva defraudati.
  36. Il sistema previdenziale è in crisi? Soluzione senza traumi: garantire il minimo (una specie di salario minimo per la vecchiaia) e affidarsi al privato per il resto.
  37. Una misura: sostituire la detrazione figli con una pensione parametrata al numero di figli (lavoratori) che i sono allevati in modo da ricostituire il ciclo vitale. E' una misura che puo' sostituire la detrazione per figli a carico.
  38. Chi si lamenta del "precariato" è sempre in prima fila nel chiedere investimenti pubblici anti-recessivi. Ma questi ultimi sono investimenti precari per eccellenza: cessano col cessare della recessione. Qualcuno potrebbe dire: finita la recessione saranno comunque a disposizione delle alternative. Vero, ma questo vale anche nel mercato del lavoro flessibile, o precario. Nessuno contesta infatti che un mercato del genere abbia abbattuto la disoccupazione.
  39. Perché mai i datori di lavoro non dovrebbero avere un incentivo a diminuire gli incidenti sul lavoro visto che è acclarato che i lavoratori chiedono un premio per svolgere i lavori più rischiosi? http://www.econlib.org/library/Enc/JobSafety.html
  40. Tyler Cowen sul lavoro del futuro
    • Mai tanti giovani disoccupati, mai tanti lavori strapagati... 
    • Xchè il grande split sul lavoro? e xchè la forbice aumenterà? Alcuni lavoratori saranno sostituiti dalle macchine e i loro compensi finiranno nelle mani dei pochi che producono, coordinano o completano il lavoro delle macchine stesse.. 
    • Tre forze dietro lo split: macchine intelligenti, globalizzazione e dicotomia tra settori dinamici e settori stagnanti. IT è un settore dinamico, la scuola o la siderurgia sono stagnanti... 
    • La domanda da farsi: sei un complemento del pc o un suo competitor? Nel secondo caso lascia ogni speranza... 
    • Esempi di tecno già al lavoro tra noi: driveless car, giornalismo automatico, dottore automatico, formatore di coppie, pc scacchista, robot industriali, sceglirsi il film giusto, costruire e rintracciare profili criminali, predizione esito elezioni (dati i tuoi amici, i film che guardi, i libri che leggi eccetera, chi voti nn è un mistero x nessuno), profilare gli esseri umani come consumatori, macchine della verità, tecnologia self scrutiny Alle macchine nn è richiesta la xfezione, il termine di paragone è l'uomo e in molti casi sono già avanti...
    • Chi vince? Chi sono gli amici del pc? Professioni in cui l'elemento umano è imprescindibile: il marketing e i servizi xsonali… 
    • L'abilità + importante: attirare l' attenzione dei miliardari, magari con servizi personali di nicchia e personalizzati… 
    • Perchè i manager sono superpagati? Perché coordinano risorse umane e prendono decisioni dove l'elemento soggettivo delle probabilità è forte e la fortuna conta molto...
    • O-ring production: dove lavorano grandi talenti occorrono professionisti meno qualificati ma molto scrupolosi poichè potrebbero distruggere ingente valore. Qui le donne potrebbero avere una chance in più, sono delle attente esecutrici di ordini... 
    • Classe media la polarizzazione del mercato del lavoro (vedi split)... 
    • Necessità di un reddito minimo di cittadinanza...
    • Grandi opportunità x giovani più brillanti: tanto G e poca esperienza. Proprio quel che chiedono i settori immaturi ad alto valore aggiunto. E' la brain society... 
    • Il consulente: i ricconi amano averne quando devono affrontare la complessità. Anche solo per l'aspetto psicologico: qualcuno che gli ascolta, che si interessa ai loro problemi...
    • Il piccolo imprenditore? Spesso un disoccupato che si arrangia, rovesciati alcuni schemi mentali... 
    • Gli scacchi free style offrono una buna analogia dell'interazione uomo macchina che ci attende. Lo scacchista free style deve prendere decisioni complesse in breve tempo e lo fa elaborando informazioni con la tecnologia integrando il tutto con le sue intuizioni. Una specie di mutante).
    • I nuovi dottori raccolgono dati li elaborano integrandoli con intuizione ed esperienza, dopodiché emettono la diagnosi.
    • Usa bene il tuo smartphone, sfrutta le sue potenzialità. Se già lo fai sei pronto per il nuovo mercato del lavoro...
    • Contro il va dove ti porta il cuore: decidi elaborando informazioni che possano eludere i tuoi bias cognitivi, lascia all'intuizione un ruolo residuale...
    • Oggi è il cliente che lavora, bisogna saper convivere con tecnologie sofisticate ma imperfette, tecnologie in progress, commessi incompetente che maneggiano macchine meravigliose di cui sai più te di loro... 
    •  La macchina che ti aiuta ma va integrata di continuo. L'imperfezione aiuta il progresso e la "stampella umana" è imprescindibile. Dobbiamo imparare ad essere "stampelle"... 
    • Il mondo sarà più "stupido" (meno vago), sarà un mondo per le macchine. Noi dovremo colmare il gap con la realtà...
    •  Dobbiamo imparare a convivere con la valutazione meccanizzata: dare il giusto peso ad una meritocrazia artefatta, evitare le frustrazioni. Problema: chi giudicherà i giudici. Ecco, dovremo farlo noi proprio per alleviare le frustrazioni. Lo studio servirà anche a questo.
    •  Pericoli di un progresso improvviso (foom). Necessità di welfare estesi in un mondo ad alta diseguaglianza. Il reddito di cittadinanza s'imporrà un po' ovunque ma non sarà un male: dovendo stabilire un minimo vitale tutto il resto potrà essere considerato eccedente e quindi lasciato alle decisioni private...
    • Il new brave world implicherà anche problemi etici. Singolarità: è quel punto in cui l'intelligenza delle macchine supera quella umana. Il Test di Turing è un criterio per capire se una macchina è intelligente. Una volta superato il TT non sai con chi parli. Oggi, per esempio, il TT estetico sembra già superato.
    • Problemi di cheating: l'accesso a molte fonti attraverso una potenza di calcolo notevole renderà più difficile il giudizio sulle persone.
    • Taggare e isolare stringhe di ricerca sarà un'abilità fondamentale.
    • Stagnazione dei salari: IT pesa sulla classe media alta quanto l'immigrazione pesa dulle classi medio basse. 
    • Cosa compensa questa stagnazione nella ricchezza nazionale: 1) miglior rendimento capitali 2) salari skilled workers molto alti 3) prezzi al consumo più bassi... 
    • Competizione e crescita sono sempre esistiti, xchè la globalizzazione è un problema? xchè bisogna riconvertire uomini e mezzi
    • Temi l'outsourcing? L' open borders la mitiga favorendo la previdenza.
    • Immigrazione: chi ama la democrazia la favorisce. E' una forma di democrazia geografica.
    •  Che istruzione occorre? un'I. che educhi all'umanità, alla cittadinanza, alla produttività.
    • Importanza della online education e dei suoi vantaggi (time shifting, prezzi bassi, alta qualità, imparare giocando, testabilità)...
    • Il ruolo della fiducia: quando la scienza e il mondo diventano troppo complessi il rischio percepito cresce e il valore della fiducia aumenta. Il fiduciario diventa una figura centrale.
    • Economia: big data vs teorici. L? economista del futuro: un intrprete dei dati sfornati dalla macchina verso un unica scienza sociale empirica... 
    • + meritocrazia + diseguaglianze (supr ricchi) + supermotivati pronti a cogliere le occasioni + crisi fiscale. Necessità di far pagare i servizi pubblici a chi se li puo' permettere, anche quelli finora gratuiti: ISEE a tutto campo.
    • L' impoverimento nei salari da compensare con cpi+tech change: in w/p lavorare su p. 
    • Lavorare sulla neutralizzazione dello status: le diseguaglianze non devono più turbarci  e dobbiamo sapere che non esiste una relazione tra diseguaglianze e crimini.
    • Lavorare sull'educazione etica: meno divorzi e separazioni . 
    • Se combatti la secolarizzazione conserva la tua speranza: + diseguaglianza + rischio+ comunità + religione...
    continua
  41. Bryan Caplan sul sindacato e sulle teorie alternative al modello domanda/offerta
    • Tesi del "potere contrattuale" nei contratti di lavoro: si ritiene che i padroni siano più forti al punto da invalidare la legge di domanda e offerta, x esempio togliendo ogni rilievo alle skills del lavoratore quando si conclude l'accordo...
    • Molti lo affermano, tuttavia, tra il dire e il fare c'è differenza: come mai così pochi lavoratori, anche con disponibilità, nn diventano imprenditori?…
    • Perchè nei colloqui il lavoratore è più nervoso? Perchè nn oserebbe chiedere nemmeno una tazza di caffè? Non chiederà il caffè ma chiede tutto del salario e dei benefit, se non chiede il caffé è per questioni di gentilezza, non altro. E poi il maggior nervosismo deriva dagli obiettivi diversi che le due parti giocano nel colloquio: uno deve "apparire" l'altro deve "percepire". Solo il primo è sulla scena...
    • Si dice: padroni chiedono spesso prestazioni extra che il dipendente non osa rifiutare. In realtà i dinieghi e le scuse x declinare fioccano (in genere sono legate ai figli). Inoltre, in molti lavori è il dipendente a prendersi la flessibilità: entrare dopo e uscire dopo...
    • Si dice: il boss e solo il boss si xmette di urlare al dipendente, mai viceversa, tutto cio' testimonia un'asimmetria fondamentale nella relazione. Vero, ma è anche pieno di boss che fanno finta di nn vedere le scorrettezze dei dipendenti e la loro inefficienza. E poi che motivo ha un dipendente di sottolineare gli errori del boss, nn paga lui il conto.
    • Si dice: il padrone maltratta il dipendente, tanto ne ha parecchi. Improbabile: anche di clienti ne ha tanti, eppure non li maltratta. Più probabile: quando si contratta in asimmetria d'informazioni e in azzardo morale è sempre chi acquista a lamentarsi...
    • Subire delle dimissioni nn è certo stressante come xdere il lavoro. Qui il potere contrattuale dei padroni è evidente. Ok, ma per mettersi in qs condizione l'imprenditore si carica di altri stress, tanto è vero che nel complesso la vita del lavoratore autonomo è più stressante. Inoltre ci sono assicurazioni che preservano il lavoratore. Anche licenziare, comunque, è stressante tanto è vero che non ci si spiega come mai i licenziamenti siano così pochi...
    • Raccomandazioni. Perchè c'è asimmetria? Semplice: per il lavoratore è più semplice raccogliere informazioni sul boss, basta una chiacchierata informale ci dipendenti...
    • Tesi sindacalista: il giusto scambio avviene con i lavoratori uniti. Ma perchè? Nessuno sostiene che il giusto scambio con Esselunga avvenga con i consumatori uniti...
    • Tesi sindacale: solo l'unità dà al lavoratore potere contrattuale. Assurdo: sono le competenze a dare potere, tanto è vero che molti lavoratori snobbano il sindacato...
    • Tra i suicidi ci sono molti lavoratori, il chè evidenzia la loro debolezza. Ok, ma ci sono anche parecchi imprenditori. Anche parecchi amanti. Xchè nn cercano altrove la loro fortuna? Evidentemente hanno poco da offrire, il che significa che il modello domanda-offerta spiega parecchio...
    • Il problema fondamentale con la tesi del "potere contrattuale" è che i trattamenti umilianti ricevuti dal lavoratore prescindono dalle sue abilità, il che nn è...
    • Il modello domanda e offerta è però fallato: nn spiega salari così alti e rigidi, tali da creare disoccupazione massiccia. Xchè esiste tanta disoccupazione? Probabilmente xchè esiste uno stigma sociale che colpisce l'imprenditore razionale, uno stigma che lui vuole assolutamente evitare...
    continua
    • cap 8 chi protegge il lavoratore? milton friedman liberi di scegliere
    • negli usa degli ultimi 2 secoli la condizione dei lavoratori è molto migliorata ma i sindacati hanno inciso poco visto che laggiù sono sparuti
    • i sindacati sono sempre esistiti, non sono un prodotto della modernità. prima si chiamavano gilde
    • dove entra il governo entrano in massa anche i sindacati. e tutto diventa più costoso.
    • i sindacati più influenti nn sono quelli che trattano con la controparte ma quelli che trattano col governo
    • i guadagno che ottiene un sindacato sono per lo più a spese di altri lavoratori, in genere i meglio messi. legge della domanda: meno produzione prezzi più alti: ci smena chi è escluso dalla produzione e chi la consuma. ci godono i pochi eletti
    • i sindacati più efficienti sono quelli delle professioni ricche: medici, notai, farmacisti (hanno a disposizione una massa di lavoratori su cui scaricare i costi del loro monopolio).
    • i salari fanno guadagnare i loro membri restringendo l accesso con abilitazioni, salario minimo ecc. in qs modo si razionano le risorse. difficile riuscirvi senza la connivenza del governo
    • salario minimo: esclude le basse qualificazioni come i giovani, per esempio
    • evviva il sindacato se volontario. abbasso il sindacato quando è un monopolio legale
    • il governo vuole proteggere i lavoratori: leggi sul lavoro minorile e contro gli infortuni. si tratta di misure 1 inutili perché fissano regole di fatto già adottate o 2 deleterie perché fanno pagare il conto ai deboli. raramente si riscontrano misure utili
    • la miglior tutela per il lavoratore: moltiplicare i potenziali datori di lavoro.

  42. parametrare i benefici pensionistici alla crescita, al debito e alla speranza di vita.
  43. Give job seekers mobility credits if they move to another state to take a job,





mercoledì 18 marzo 2015

Un Dio rischioso

http://www.psychologicalscience.org/index.php/news/releases/thinking-of-god-makes-people-bigger-risk-takers.html

Sì, viaggiare!

O dell' immigrazione


  1. La libera immigrazione non è che il libero commercio applicato al lavoro. Chi sostiene il primo non puo' che sostenere anche la seconda.
  2. la libera immigrazione aumenta la ricchezza globale diminuendo le diseguaglianze locali.
  3. Prendete molti argomenti anti-immigrazione: giustificherebbero anche una parziale deportazione della popolazione presente. Esempio: l' immigrato porta via lavoro? E le donne lavoratrici? Perché con loro non ce la si prende?
  4. Molti argomenti contro l' immigrazione sono anche argomenti contro la fertilità dei concittadini.
  5. Argomento che lo xenofobo riserva all' open border: parli così perché vivi ai Parioli e non a Tor Pignattara. Risposta: parli così perché vivi in Italia e non nel Ghana.
  6. Argomento xenofobo. "che se ne stiano a casa loro ad aggiustare il loro paese". Risposta: "sarebbe assurdo sostenere che un politico divorziato debba dimettersi per prendersi cura della sua famiglia".
  7. L' immigrato ibrida i nostri valori? Ma questo non è necessariamente un male. Dall' ibridazione dei valori sono nate grandi civiltà
  8. L' immigrazione, pur diminuendo povertà e diseguaglianze globali, aumenta povertà e diseguaglianze visibili? E' davfvero un inconveniente così grave? Cerchiamo piuttosto di colmare il gap tra visibile e reale. Abbiamo una testa, usiamola!
  9. Immagina di avere un giacimento di oro sotto l' Empire state building, che fai? Certo ci sono degli inconvenienti ma rinunciarvi è assurdo. L' immigrazione è un giacimento di ricchezza: governiamo gli inconvenienti ma non rinunciare mai!
  10. L' immigrato mette sotto pressione il nostro welfare? Smantelliamolo. O, in alternativa, escludiamo gli immigrati dal welfare senza escluderli dal Paese. avranno meno garanzie ma saranno anche più competitivi. Pensaci, alla fine il maggior ostacolo alla megrazione è il welfare.
  11. Sostenere l' immigrazione è un modo di combattere il welfare state: difficile che le due cose siano compatibili. Fermo restando che l' immigrazione libera è il più efficiente programma anti-povertà che esista.
  12. L' immigrati danneggiano chi sta peggio entrando in competizione con i lavoratori low-skill? Strano concetto di equità: difendere chi sta male affamando chi sta ancora peggio. In ogni caso esistono soluzioni migliori: tassiamo l' immigrato e trasferiamo ai lavoratori low skill
  13. Tassare l' immigrato e non farlo accedere al welfare vi sembra crudele? Molto più crudele escluderlo dai confini nazionali.
  14. L' immigrato voterà contro il tuo partito? Battiti per la non concessione del voto, non per l' esilio dell' immigrato.
  15. E' immorale violare la legge anti-immigrazione. Lo studioso Ilya Somin esamina tre casi:

    1. Chi parte presumendo che violare una legge sia sempre immorale. In questo caso si accetta comunque che in condizioni eccezionali sia lecito violarla, e le condizioni di indigenza dell' immigrato sono senza dubbio eccezionali.
    2. Chi ha una presunzione debole in merito. E' una posizione più coerente della prima visto che noi stessi violiamo ripetutamente la legge più volte al giorno senza sentirci colpevoli (semafori rossi, strisce pedonali, limiti di velocità, cinture di sicurezza, sicurezza sul lavoro, lezioni private in nero, mance non denunciate...). A maggior ragione la violazione della legge anti-immigrazione non puo' dirsi immorale.
    3. Chi non vede connessioni tra legge e moralità. In questi casi l' esito dell' analisi è lampante.
    A questo punto la domanda reale diventa: è moralmente doveroso violare o aiutare a violare una legge ingiusta?
  16. Spesso ci mostriamo preoccupati della povertà nel mondo. Ebbene, si sappia che esiste un modo e uno solo per combatterla in modo efficiente: aprire i confini del mondo ricco agli immigrati.
  17. Sono in contraddizione se amo la famiglia e non la mia nazione? Non direi: 1. l' amore della famiglia è spontaneo, tant' è vero che non richiede norme coercitive, quello della nazione spesso è una fola, tanto è vero che richiede norme coercitive; 2) l' amore della famiglia non deturpa la moralità, noi sappiamo bene che non si uccide per avvantaggiare un figlio, quello della nazione la deturpa, in suo nome si commettono i crimini peggiori. In poche parole: la famiglia è un piccolo nucleo che campa solo se collabora, la Nazione campa soprattutto con la creazione del Nemico.
  18. Precetto etico: accettiamo la libera migrazione come default in attesa di prove contrarie.
  19. Ma se limitare l' immigrazione è immorale come mai lo fanno tutti? Lo fanno con gradi diversi, ad ogni modo non è detto che siano giunti a conclusioni diverse dalle nostre (a parte i nazionalisti e i razzisti). Ci sono anche ragioni elettorali: 1) chi subirebbe la concorrenza degli immigrati e 2) chi teme l' erosione del nostro welfare è disposto a votare il politico che s' impegna a porre limiti. Quando c' è una domanda, la risposta arriva presto, ovunque.
  20. Nel 2015 la Svizzera darà asilo a 29.000 richiedenti asilo, più del doppio di quelli attualmente ospitati in Lombardia e Veneto messi insieme. Pura generosità? Difficile pensarlo considerando lo svizzero tipo. L'immigrato è una risorsa.
  21.  Se alla mia porta bussassero due persone io potrei dire: “ne accolgo solo una perché la mia capacità è limitata”. A questo punto la seconda persona finisce in mezzo alla strada. Ma potrei anche rispedire la seconda persona da dove è venuto (ovvero in mezzo alla strada del suo paese). Ebbene, che differenza c’è tra queste alternative? Sostanzialmente che nel secondo caso il “respinto” non l’ho più davanti agli occhi. E purtroppo si ha come l’impressione che in vicende come quella migratoria gli occhi contino più della ragione.
  22. Negare l’incidenza dell’immigrazione sulla criminalità è abbastanza arduo, specie se ci concentriamo sui reati cresciuti: la % di stranieri denunciata/condannata è parecchio più elevata rispetto alla % di stranieri nella popolazione, non parliamo della % di stranieri in carcere (ma lì pesa anche la minor accessibilità a pene alternative). Tuttavia, questo non significa necessariamente che + stranieri = + criminalità. Uno di sinistra potrebbe sostenere: la criminalità è aumentata per la presenza di stranieri clandestini aggravata da quelle politiche di destra avverse al riconoscimento. 
  23. Riconoscere l'immigrato, toglierlo dalla sua condizione di clandestino lo rende meno incline al crimine http://marginalrevolution.com/marginalrevolution/2015/09/does-legalizing-immigrants-reduce-their-lawbreaking.html
  24. l'immigrazione attenua il riscaldamento globale trasferendo consumatori da città inquinanti a città verdi.
  25. garett jones: l'iq medio della nazione ha forti esternalità positive per tutti. se l'immigrato abbassa l iq medio crea un danno notevole.
  26. obiezione a garett: le esternalità di cui sopra sono probabilmente dovute all adozione di politiche più intelligenti. l immigrato con iq medio non reca danno a nessuno se privato dei diritti politici attivi/passivi.
  27. l'immigrazione di bassa qualità non piace? compensiamola attirando anche immigrati di alta qualità. ad harvard 1/3 dei prof sono stranieri. e da noi? da noi gli ingegneri indiani sono respinti dietro pressione degli ordini professionali italici.
  28. esame di storia italiana per gli immigrati. vedi todd buchholz

MRS. Sulle politiche retoriche per la salvaguardia dell’ ombelico

Carlo Freccero (esaltato): "... perché io non voglio un mercato senza regole, sia chiaro..."
Massimo Cacciari (stizzito): "... forse che io voglio un mercato senza regole?!..."
Lilli Gruber (annoiata): "... nessuno vuole un mercato senza regole, è chiaro...”
Otto e Mezzo (una puntata qualsiasi)
 
Ci sono modi di dire che hanno la virtù taumaturgica di allontanare i disturbatori, di sanare i dissensi, di riportare la calma nel piccolo gruppo di sodali, e con la calma la possibilità di tornare a mirarsi l' ombelico. 
ombelic
Che cosa intende chi usa come un trapano l' ambigua espressione "Mercato Senza Regole"?
Forse un mercato in cui non si rispettano i contratti? Difficile poiché il mercato "è fatto" di contratti, ovvero si scambi volontari.
Forse un mercato in cui non si rispetti la proprietà altrui? Difficile visto che il contenuto di quei contratti è proprio la proprietà.
Forse un mercato privo di competizione? Un mercato senza competizione è come un "coltello senza manico a cui manca la lama", qualcosa di difficile da inquadrare.
A volte sono tentato dal tradurre l' espressione "Mercato Senza Regole" con l' espressione "Mercato senza Mercato".
Altre volte invece la traduco con l' espressione "Bidibibodibibu", ovvero una parolina magica gettata lì per “evocare” più che per “dire”. Un artificio parolaio che impressioni gli altri e sestessi. 
Ad uscire rinfrancato, infatti, è soprattutto quel "se stesso" che contempla estasiato l' assurdità delle vie alternative a quella d’ elezione. Fuori dal sentiero che illumina la sua fiaccola, ora che pronuncia le parole “Mercato Senza Regole”, non vede altro che vite brevi, violente, sofferenti.
Ammetto comunque che contesti più seri di quelli in epigrafe richiamano "traduzioni" più serie. E’ il principio di carità, bellezza.
E allora direi che il "Mercato Senza Regole" non è altro che il mercato con regole uguali per tutti. Ovvero con "regole astratte" (che non identificano il soggetto a cui si applicano per il semplice fatto che si applicano a tutti indistintamente).
Di solito, in questi casi, si parla di "regole del gioco", si perché la gran parte dei giochi vive su regole di questo tipo. Avete presente le regole del "ce l' hai"? Ebbene, valgono per tutti i giocatori, non c' è distinzione tra maschi/femmine, bambini/adulti, biondi/mori o alti/bassi. 
Lo stesso dicasi per i Cento Metri o il Salto in Alto.
Sembra che le regole astratte rendano le cose più divertenti, non a caso si dice che chi ne propone l' applicazione anche fuori dal cortile coltivi una "concezione ludica della società" anziché una “concezione moralistica”.
Alla regola astratta si oppone quella concreta: ogni caso è a sé. Chi respinge l' idea del Mercato Senza Regole sta dicendo: non c' è niente di più ingiusto che fissare regole uguali per soggetti diversi.
Non che la regola concreta sia priva di pericoli: apre la strada alla discrezione, non a caso, oltre ad essere amata dagli idealiste raccoglie i consensi dei figli di papà.
Per carità, si tratta comunque di una posizione degna di attenzione, perorata persino dal Filosofo per eccellenza... purché si eviti la caricatura di quella opposta.



















martedì 17 marzo 2015

Com'è grande la città!


  1. Il rapporto qualità prezzo delle case è cresciuto nel tempo
  2. Il prezzo delle case è cresciuto e in questa crescita la regolamentazione urbana incide molto di più rispetto al valore degli spazi
  3. E i poveri? Due alternative: edilizia popolare o deregolamentazione.
  4. Le case popolari non creano proprietari interessati alla conservazione
  5. Le case popolari concentrano la povertà producendo crimini
  6. Effetto filtro: se deregolamenti costruiranno i più ricchi? Non importa: lasceranno libere le loro vecchie case a favore dei meno ricchi in una catena che beneficerà alla fine i più bisognosi.
  7. Esistono molte città cresciute senza piano regolatore, vedi Houston.
  8. Senza piano regolatore non significa senza regole ma con regole uguali per tutti
  9. La compravendita della cubatura agevola l' ordine spontaneo.
  10. Le decisioni calate dall' alto spesso creano brutture e degrado, meglio studiare e intervenire sull' ordine spontaneo.
  11. Città private. India e Cina, due approcci diversi: il caso di Gurgaon, la città spontanea.
  12. Città private. Come cresce la città spontanea? Si creano isole incorrotte, il problema è chiedersi se poi le isole si unificano. Ci sono difficoltà che vanno al di là dei costi di transazione: si attende un intervento pubblico e non si vogliono sprecare risorse private.
  13. Città private. Meglio il riccone che sviluppa la sua città (Disney, Tata...) che l' ordine spontaneo.
  14. Glaeser sulla città: più ricca, più felice, più innovativa. Inno al grattacielo.
    • Siamo in troppi? Domanda assurda dopo l'invenzione della città: tutta l'umanità potrebbe stare comodamente in Texas, ogni famiglia col suo comodo e spazioso appartamento. Il problema nn è dunque il numero delle xsone... 
    • L'innovatore impara x contatto e prossimità prima che x istruzione. Il talento è contagioso. Il talento x esprimersi deve verificare che può farlo, nemmeno lui crede alle sue potenzialità pratiche, da qui l'importanza di vivere dove il ghiaccio è già stato rotto... 
    • Paradosso: quanto + si è connessi, tanto più conta la prossimità fisica. Perchè? E si torna alla centralità delle idee... 
    • In città c'è poco spazio x cui si producono quei beni che occupano poco spazio: le idee nn ne occupano nessuno. Le idee fanno incontrare sviluppo e cultura in un mix stimolante... 
    • O-ring production: la concentrazione dei talenti consente ai migliori di lavorare insieme e quindi di nn sprecare i prodotti del genio con la rottura di anelli deboli... 
    • Quanto più un paese è "urbanizzato" tanto + è ricco e felice... 
    • L'arte rinsscimentale sarebbe stata concepibile senza una città come Firenze dove i geni erano a stretto contatto e si insegnavano a vicenda?... 
    • Torino, Detroit e il declino delle città. Una città rischia se si affida ad un unico progetto e declina con esso. Allo stesso modo nn può essere resuscitata con le grandi opere. È il pluralismo che vivifica una città xchè solo le diversità esaltano le interconnessioni... 
    • Qual è il marchio della città fallita? avere troppe infrastrutture (rispetto alla domanda) nn troppo poche. I grandi progetti sono rischiosi. Dopo una castrofe meglio dare aiuti alle persone che progettare a tavolino la ricostruzione (vedi Katrina)... 
    • Una città nn è fatta da case o infrastrutture ma da xsone: nn doniamo case o infrastrutture ma soldi ed education alle xsone più bisognose affinchè spendano indirizzando gli investimenti... 
    • E la povertà delle xiferie? La City attrae i poveri, nn li crea. Il povero di città è un ricco rispetto al povero di campagna. Contro i crimini e le malattie contagiose il ruolo dello stato è decisivo, nn illudiamoci col libero mercato... 
    • Le ec. di scala della città favoriscono la cultura: musei, teatri... 
    • Limitare le costruzioni è la classica politica anti-poveri che alza solo i prezzi, altro che "consumo del territorio". Le mille restrizioni sono anche fonte di corruzione. Ieri Parigi ospitava la bohem, che ha dato lustro alla città, oggi è talmente "preservata" che un fenomeno del genere nn potrà più darsi... 
    • Un duello inatteso: grattacielo vs auto. Nel primo caso si va a piedi e la città è densa, popolata, viva - vedi Manhattan. Noi abbiamo scelto l'auto e le case basse. Forse era meglio limitare la circolazione piuttosto che l'edificabilità...
    •  Un' altra tendenza da combattere: la proprietà. È una tendenza che favorisce la villetta rispetto all'appartamento... 
    • Grattacielo verde. Basta con l'idea che l'ambientalista viva tra gli albrri. Gli abitanti delle grandi città sono i veri ambientalisti: vivere ammasssti fa risparmiare risorse. Vivere nella cintura o in campagna incide molto di + sull' ambiente. Preghiamo che India e Cina optino x grattacieli e città ad alta densità abitativa... 
    • Vuoi preservare l'ambiente stoppando nuove costruzioni in città?. Bene, stai solo inquinando di più il pianeta incentivando costruzioni in una periferia a distesa.
    continua
  15. Brink Lindsey speaks for many economists when he suggests that getting rid of excessive building regulations in cities would raise productivity by allowing more people to move to those cities...
  16. La città del liberalismo attivo di Stefano Moroni
    • Cap.1 stato e mercato
    • La città nel 900: pianificata
    • I due mercati: neoclassico e austriaco. Retribuzione e segnale.
    • Lo stato liberale: 1 prima l individuo 2 bene giusto 3 rule of law: leggi astratte 4 minimo garantito
    • Teoria dei beni pubblici: 1 rari 2 temporanei 3 free ride possibile nn obbligato 4 nn eticamente scontati
    • Liberalismo attivo: schiva l accusa di atomismo mantenendo un idea lib di stato. Respinge l arg del piano inclinato
    • L equivoco dell amministratore: trattare siatemi complessi come fossero organizzazioni. Fallacia costruttivistica.
    • Cap3 alternative
    • Pianific e giochi: la p come strategia e nn come statica.
    • Difesa di p: cementificazione. Ma nessuno auspica assenza di regole
    • Seconda difesa: esternalità. Ok ma quali esternalità contano?
    • Terza difesa: la terra è un bene particolare.
    • Prima critica a p: nn ha info
    • Seconda: viola rule of law
    • Soluzione: p a due stadi.
    • Due reg.: 1 reg proibitive e 2 regole di servizio infrastr.
    • 1: le più astratte possibili. Cosa nn fare. Fissazione indice unico di edificabilità e negoziazione cubature
    • Passare da regole oggettuali a regole prestazionali (stabilire cosa poter fare con un oggetto e nn come costruirlo)
    • Corruzione e potere di valorizzare gli immobili x decreto.
    • Restrizioni private e immobili ristretto
    • 2: project financing. Pedaggi. Comunità private. Scambio tra xmessi e oneri urb.
    • Volontariato e assoc di quartiere
    • Le enclave e i xicoli di segregaz: 1 la pianificaz crea ghetti 2 le e.non è limitata a soggetti abbienti 3  si possono introdurre leggi antidiscr anzichè proibire
    • Sussidiarietà urbanistica: assoc di residenti
    • La città ideale è troppo complessa e variegata: un unica intell nn può dominarla. Problema epistemologico
    • La pianificaz alle sue origini: le mani sulla città inglese
    • Democrazia diretta in città: rompere il monop.da rousseau ad habermas. Pericolo: politica onnipresente. Limiti dem.amplificati. cittadino ignorante
    • L uomo è animale sociale ma nn nec.mente politico

    conclusione
  17. cap 5 The Substance of Style Virginia Postrel. In quest'epoca dove per la prima volta a tutti è concessa l'esperienza del bello, l'intolleranza estetica è cresciuta. Lo vediamo nei piani regolatori trasformati in liste di divieti che riguardano forme e colori "poco rispettosi". La soluzione: rimpicciolire l'area regolamentata in modo da avere più varietà. Ma soprattutto una considerazione: è proprio questa accresciuta sensibilità che dovrebbe rassicurarci sui potenziali danni estetici.

lunedì 16 marzo 2015

L' ideologia nel mestiere

http://uk.businessinsider.com/charts-show-the-political-bias-of-each-profession-2014-11?r=US

http://www.overcomingbias.com/2014/11/conservative-vs-liberal-jobs.html

Gesù economista

Tosato su Vangelo e povertà:
  1. Il progetto sociale di Gesù è piuttosto inquietante
  • indifferenza per il sostentamento
  • astensione dal lavoro
  • rinuncia all' accumulo
  • liquidazione dei risparmi
  • rottura dei rapporti familiari
  • affidamento alla provvidenza e alla speranza nel Regno
  1. Nel Nuovo Testamento la ricchezza è condannata in più punti. Come reagire?
  • con il buon senso: non farsi schiavi della ricchezza
  • storicizzando: nessuno abbandonò sul serio le sue ricchezze
  • introducendo un doppio standard: certe rinunce riguardavano solo gli iniziati
  • franca ammissione di irriducibilità
  1. Il punto più importante è l' ultimo: ammettere l' esistenza di un problema base di incompatibilità tra etica dei Vangeli e capitalismo.
  2. Gesù sembra adoperarsi per distruggere l' ordine sociale senza costruire alcunché
  3. Come riabilitare l' insegnamento di Gesù?
  • Interpretare il suo messaggio ricorrendo a esegesi (interpretazione nel contesto) ed ermeneutica (traduzione in altri contesti)
  • Gesù era un apocalittico e le norme che introduceva erano transitorie e dettate dall' emergenza dell'imminente apocalissi.
  • Il Regno incombente era, secondo la cultura ebraica, un regno materiale e la rinuncia alla ricchezza accumulata in un sistema ingiusto si traduceva in un oculato investimento in vista dell' avvento di un nuovo ordine più giusto.
  1. Il rapporto tra Gesù e ricchezza va rivisto alla stregua del rapporto tra i coniugi nel matrimonio, ovvero attraverso una reinterpretazione che adatti lo spirito con cui certe norme furono scritte alla realtà contemporanea. 
  2. La dottrina sociale della Chiesa oggi: opporsi all' economicismo (economia come fine) per promuovere l' uomo come fine. Alternativa: puntare su un problema concreto, la diminuzione della povertà nel mondo.
  3. Giustificazione del profitto: 1) assolve al comando di fecondare la terra (presente anche nel Nuovo Testamento nella parabola dei talenti e in quella del fico), 2) realizza la solidarietà. E' possibile una solidarietà senza intenzione? Sì: vedi beatitudini ("avevo fame e mi avete dato da mangiare", "ma quando ti abbiamo visto affamato, Signore?"). Detto questo un imprenditore puo' anche fare il suo lavoro consapevole dei benefici che apporta.
  4. Giudizio Universale: serve proprio perché noi non sappiamo chi ha fatto veramente del bene: Norman Barlaug ha giovato più di Madre Teresa?
  5. Regola aurea. E' l' unico precetto etico chiaramente formulato nei vangeli. E' una norma astratta che supera il test kantiano, una regola generale ideale per una società di mercato.
continua

Degrado morale nella famiglia

  1. È aumentato soprattutto tra i poveri
  2. La povertà non sembra colpevole: i poveri si sono arricchiti, anche se meno dei ricchi.
  3. La ricchezza non sembra correlata con comportamenti moralmente degradanti.
  4. Alternativa possibile: la donna è economicamente più autonoma e il suo collante si è indebolito
  5. Alternativa possibile: l' invidia corrode i valori.
  6. Alternativa possibile: i mutamenti culturali e valoriali contano.

Ci vuole personalità

  1.  Gli studi più seri mettono in correlazione big 5 e ideologia. Big 5: timidezza, empatia, stabilità scrupolosità, curiosità. Poi c'è l' IQ.
  2. Sinistro: aperto e negligente
  3. Liberista: chiuso estroverso anafettivo scrupoloso
  4. I più istruiti stanno a sinistra ma i più istruiti nello specifico stanno a destra
  5. Iq e liberismo sono correlate

venerdì 13 marzo 2015

Trickle down economy

In realtà non esiste una teoria economica di questo genere, non la troverete mai su nessun manuale. Di che si tratta?

Di una caricatura ad uso e consumo di chi si oppone al neo-liberismo.

Costoro dicono che i "neoliberisti" sosterrebbero di agevolare i ricchi abbassando le tasse cosicché la ricchezza lasciata nelle loro mani "ricadrebbe" poi sui poveri.

Al che sostengono: molto meglio darla direttamente ai poveri, quella ricchezza.

Se le cose stessero così, la conclusione è inappuntabile.

Ma le cose non stanno così, non si postula di certo un modello "superfisso".

In realtà si sostiene che agevolare gli investimenti attraverso il sistema fiscale ne aumenterebbe la consistenza (ad opera dei "ricchi" di solito) e da cio' ne riceverebbero un beneficio anche i lavoratori (di solito più "poveri"). Si tratta quindi di far leva sulle tasse per MUTARE UN COMPORTAMENTO non di regalare soldi ai ricchi perché continuino a fare quel che facevano prima.

La teoria formulata correttamente ha ricevuto molte conferme e spesso è stata consigliata o implementata da personaggi apparteneti alla sinistra (Keynes, Wilson, Kennedy...).

In altri casi la caricatura cambia e si identifica la TDT con la curva di Laffer. Ora, la curva di Laffer esiste e nessuno puo' negarla: è chiaro che se tasso al 100% avrò un gettito molto inferiore che se tassassi al 50%, chi puo' negarlo? Se poi ci troviamo oltre il punto di soglia è altro problema e in genere è da ritenersi di no, del resto mai nessuno ha fatto piani in questo senso!

Altra caricatura: liberalizzare (ovvero introdurre i dogmi neoliberisti) porta democrazia e giustizia. Naturalmente non si tratta di una fantomatica "teoria economica" ma di una semplice speranza, per altro fondata, espressa da Milton Friedman osservando la storia passata ma anche quella recente, per esempio il Cile: se un paese si arricchisce nasce una classe media che rivendica diritti. Ma qui siamo in ambito storico,i tempi si allungano e le verifiche si complicano, altre variabili entrano in gioco: la cultura, la genetica, il caso...

Il portavoce

Papa Francesco critica l' economia moderna ma non puo' farlo dicendo che produce povertà poiché i fatti dicono che, almeno nel mondo, la riduce. Così lo fa affermando che produce diseguaglianze, e indica la disparità tra i compensi dei managers e quelli dei dipendenti. Qui ha buon gioco, le cifre gli danno ragione ma in questo modo diventa il portavoce della classe media dei paesi avanzati, quella che più ha pagato (in termini di diseguaglianze, non di povertà) la globalizzazione. Francamente non penso che sia molto interessato a ricoprire questo ruolo.

La strategia di francesco

Ipotesi 1: molti temi sociali sembrano trascurati da Francesco (aborto, gay, bioetica).
Ipotesi 2: su molti di questi temi i poteri forti spingono in senso opposto alla Chiesa per promuovere i loro interessi.

Tesi: Francesco non si disinteressa dei temi sociali, semplicemente colpisce le lobbies nemiche laddove soffrono di più, ovvero sul piano economico. Ecco perché punta tutto sulla critica al sistema economico vigente.

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-con-papa-francesco-cambia-la-dottrina-sociale-11491.htm

Qui si situerebbe precisamente la «novità» di Papa Francesco, che sarebbe dunque in buona parte strategica. Non, precisano gli autori, che Francesco si disinteressi della vita e della famiglia. Tuttavia cambia, per così dire, l’ordine dei fattori. Francesco pensa che all’origine delle ideologie ostili all’uomo – comprese quelle che attaccano vita e famiglia – ci siano i poteri forti internazionali che sono responsabili nello stesso tempo del volto disumano del super-capitalismo. Papa Bergoglio, o così interpretano il suo pontificato Tornielli e Galeazzi, pensa che tutto sommato i poteri forti possano reggere abbastanza facilmente a una critica che colpisce gli effetti della loro azione negativa nella storia – gli attacchi alla vita e alla famiglia – e non va alle cause, l’«imperialismo del denaro» di cui parlava Pio XI. Anzi, secondo gli autori i poteri forti favorirebbero – attraverso loro settori statunitensi, che hanno posizioni diverse su vita e famiglia ma rimangono all’interno dello stesso sistema – un’attenzione della Chiesa concentrata solo su temi come l’aborto o il «matrimonio» omosessuale, la quale metterebbe in secondo piano la critica al dominio della finanza sull’economia e quindi non intaccherebbe il cuore del loro potere.
Se le cose stanno così, affermano Tornielli e Galeazzi, molte critiche a Papa Francesco sono infondate: perché, lungi dal venire a compromesso con i poteri forti di questo mondo, il Pontefice argentino li colpisce dove fa più male. Gli stessi inviti in Vaticano a «movimenti popolari» latino-americani talora sconcertanti e le aperture a personaggi di una vecchia sinistra barricadera e rivoluzionaria sarebbero funzionali a questo attacco al cuore dei poteri forti. Né si tratterebbe di una posizione soltanto «argentina» o «latino-americana», perché la critica colpisce anzitutto i Paesi da cui il super-capitalismo cerca di guidare il mondo.

Corruzione

Due medicine:

  1. Più mercato (Samuel Gregg dell' Acton Institute)
  2. Più coscienza (Papa Francesco)



giovedì 12 marzo 2015

Interpretazione = Esegesi + Ermeneutica

Interpretazione: rendere comprensibile il testo interpretato.

Esegesi: individuare il significato del testo nel contesto storico in cui è stato prodotto.

Ermeneutica: trasportare il senso di cui sopra nel contesto attuale.

Immanente

Se "il gatto bianco" esiste significa che esiste sia il gatto che la bianchezza?

Diciamo che se non sei un nominalista la risposta è sì, la bianchezza esiste.

Ma i non-nominalisti sono di due tipi: immanentisti e platonici, per i primi la bianchezza esiste ma origina dal gatto, per i platonisti esiste in sé.

Concentriamoci sugli immanentisti, puo' un cattolico dirsi tale?

La dottrina immanentista è ottima: risponde al buon senso e alla nostra esperienza: noi sperimentiamo la presenza di entità soprannaturali ma sappiamo sempre riconoscere la loro origine naturale. Prendi i numeri: sono entità non materiali ma noi li conosciamo perché conosciamo la realtà materiale da cui originano.

Ma il cattolico immanentista dovrebbe negare l' esistenza del Diavolo per limitarsi a riconoscere il male (il Diavolo esiste in sé, il male origina invece dalle creature).

All' apparenza non ci sono molti problemi, anche perché l' essenza deve avere un' origine immanente ma, una volta originata, puo' anche avere vita propria, come le nostre anime che esistono temporaneamente slegate dal nostro corpo in attesa del giudizio universale ma anche come l' identità dei cervelli divisi e trapiantati che passa da un corpo all' altro slegandosi da quello originale.

L' unico problema è il concetto di Dio: non puo' essere immanente per definizione poiché chi "crea il mondo" non puo' farlo "stando nel mondo". Ovvero: non puo' originarsi dal mondo chi lo crea. Del resto non è nemmeno lecito affermare che Dio non abbia origine mondana visto che (diversamente dal Diavolo o dagli Angeli, per esempio) non è originato per nulla e quindi l' indagine sulla sua origine è priva di senso.

In conclusione, penso che l' immanentismo sia coerente col cattolicesimo poiché è una teoria che si occupa di indicare l' origine delle entità soprannaturali e quindi non si applica a quelle entità sprovviste di origine, come appunto quella divina.


Il conformista

Perché i datori di lavoro apprezzano tanto il conformismo?

Perché la scuola e l' università servono a sfornare persone conformiste prima ancore che persone preparate?

Bisogna allora pensare alla differenza che intercorre tra uomo e animale, in particolare alla "cultura".

L' uomo puo' trasmettere la sua cultura in modo pronto e veloce. I nuovi arrivati, male che vada, saranno subito nani sulle spalle di giganti nella speranza che qualcuno di loro si faccia gigante a sua volta. Gli animali, invece, devono sempre ricominciare da capo.

Il miracolo della trasmissione culturale di realizza tanto meglio quanto più il discente è passivo e conformista. Se si fida, se si mette a disposizione come un vaso da riempire, allora tutto procederà per il meglio, il vantaggio tra l' uomo e l' animale verrà sfruttato al massimo. In caso contrario, se si ribella, se vuole fare da sé anzitempo, le cose si complicano parecchio.

In piccolo, lo stesso vale nel mondo del lavoro. Il neo-assunto deve essere disposto, almeno all' inizio, ad imparare le procedure senza mettere becco, solo successivamente, quando avrà sviluppato le competenze specifiche, potrà liberare la sua creatività.

mercoledì 11 marzo 2015

Overselling Online Education

Overselling Online Education 2.0: Comment on Carey, Bryan Caplan | EconLog | Library of Economics and Liberty:



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L' online non scalfisce le università tradizionali. Perché? Perché offre istruzione e non pezzi di carta, la gente è interessata soprattutto a questi ultimi.

La fede dell' intellettuale

Taluni sono intimoriti dal fatto che tra gli intellettuali l' ateismo è sovra-rappresentato, dichiararsi credenti significherebbe auto-etichettarsi come appartenenti alla parte più ignorante della popolazione. Per stemperare questo timore propongo qualche osservazione estemporanea. 
  1. Molti scienziati, più di quanti non si pensi, non crederanno nel Dio cattolico ma hanno comunque una loro vita spirituale (vedi il lavoro di Elaine Ecklund);
  2. poiché lo scientismo (solo la scienza “conosce”) è un buon candidato per sostituire la religione, esisterebbe un conflitto di interessi nel momento in cui uno scienziato è interpellato in materia: gran parte del suo capitale umano è investito proprio nella conoscenza scientifica! Sarebbe come chiedere a un professore se l’ “istruzione” serve, otterremo un autorevole parere ma “leggermente” viziato;
  3. per quanto l’ “intensità” di fede sia difficile da misurare, sembra proprio che tra i fedeli aumenti all’ aumentare della cultura (anche scientifica). Inoltre sembra proprio che, una volta tenuto conto dell’ effetto della ricchezza (e quindi dei sussidi all’ educazione) il nesso tra religiosità e intelligenza sia positivo.
  4. eliminando alcune domande ambigue su evoluzione e big bang ci accorgiamo che il legame cultura scientifica/fede cessa come d’ incanto di essere negativo.
  5. difficile che facendo scienza si perda la fede, molto più facile che facendo scienza ci si converta. Ultimo caso quello del genetista Francis Collins che, dopo aver mappato il genoma umano, ebbe a dire: “ho scoperto il linguaggio di Dio” (vedi Francesco Agnoli: credenti perché scienziati).
  6. l’ uomo d’ ingegno è più attrezzato per allontanarsi dal “senso comune” e la credenza in Dio poggia molto sul senso comune. Se aggiungiamo quanto sia “sexy” presentarsi nella società contemporanea esibendo una propria originalità, capiamo bene la lusinga a cui molti intellettuali anche raffinati sono sottoposti. In questi casi la sostanza passa in secondo piano.
  7. l’ università – la casa dell’ intellettuale – è luogo di trasmissione del sapere ma anche luogo di competizione dove gli intellettuali si esibiscono mostrando i loro “muscoli”, ovvero le complicate teorie che sono in grado di escogitare. Anche per questo un pensiero basato sul senso comune – come quello religioso – non attira.
  8. meglio sempre ricordare che in questi casi l’ asimmetria che ci si presenta tra credenti e non credenti è molto meno accentuata di quel che appare, questo per il noto processo di falsificazione delle preferenze che si attua al fine di socializzare al meglio tra simili. I meccanismi di esclusione non sono diretti ma sono efficaci: non recensiamo il tuo libro perché sappiamo cosa t’ ispira nel tuo intimo.
  9. tra gli intellettuali l’ ateismo prevale ma tra gli intellettuali che si occupano di religione (filosofi della religione) non è affatto così. Lo specialista della religione è per lo più un credente.
  10. c’ è poi un’ osservazione che contiene sempre la sua verità: “poca scienza allontana da Dio, molta vi riconduce”. In merito il fisico Russel Stannard ha scritto un bel libro in cui contrappone il bambino all’ universitario, le aperture mentali del primo e le paurose chiusure a riccio del secondo. Anche per qusto Dio diventa una favola per bambini, perché sono rimasti i soli a sapersi stupire. Loro e i grandi geni del’ umanità